Come i tre Partiti inglesi impostano la battaglia elettorale

Come i tre Partiti inglesi impostano la battaglia elettoraleCome i tre Partiti inglesi impostano la battaglia elettorale (Servizio speciale della " Stampa ,,) Londra, 10, notte. • Siamo entrati a. grande velocità noi periodo di attrezzamento delle elezioni. I primi approcci indispensabili sono i manifèsti elettorali. Il Gabinetto si è riunito stamane per elaborare quello laburista, la cui uscita è imminente. I Icaders consor vatori si sono riuniti alla loro volta, ma il loro programma sarà l'ultimo ari uscire. Lo precederà il manifesto liberale, alla cui compilazione stanno accudendo Astruitb, Lloyd George e compagnia. Moliilitazionc generale Gli stati maggiori dei tre parliti sono dunque all'opera con il proposito di non perdere un istante. I tre grandi macchi; nari elettorali incominciano a muoversi con la lentezza delle rotative che si fanno turbinare pochi minuti dopo aver preso l'afre con le prime copie. La lista dei discorsi in prospettiva è terrificante. Lloyd George si scaglierà come nella lotta dello scorso dicembre attraverso il paese per una campagna uraganica, ed in parte anche MacDonald lo dovrà imitare, con un giro oratorio in automobile, preannunciato per la settimana prossima. Le candidature, a quanto si prevede, sommeranno a 1300: 500 laburisti, 480 conservatori e 320 liberali. Queste cifre naturalmente rimangono variabili. Il numero dei candidati dipende traM'altro dai posti di battaglia immediatamente disponibili. I tre conti di cassa non sono ancora fatti. Eppure i conservatori dicono che per loro conto ai soldi non ci pensano neanche. Dispongono non solo di finanziatori multimilionari, ma del famoso organizzatore Younger, che possiede il segreto di cavar loro i quattrini senza farli soffrire. Anche i liberali assicurano di essere splendidamente forniti. Lloyd George nelle elezioni dell'anno scorso, quando Asquith sì decise a riabbracciarlo, gettò ai croupiers del partito un gruzzolo di 100 mila sterline offerte dai suoi amici per la causa ancora una volta comune. E gli amici esistono ancora ed i croupiers sono pronti a ricevere un secondo gruzzolo, il quale non dovrà autorizzarli a credere che i milionari di Lloyd George siano divenuti avari. Resta il Labour Party. Esso sta battendo la cassa presso le Trade Unions e presso i simpatizzanti individuali. Uno di questi, infatti, un inventore (un industriale) fabbricante di sigarette, ha regalato ieri al Labour Party, per la campagna elettorale, uno cheque di cinquemila sterline accompagnandolo con due righe nelle quali dice : « Io ritengo che il Governo laburista è «tato uguale a qualunque altro e migliore di'altri molti ». D'altronde il partito laburista è quello che per le elezioni spende menò, perchè non ha bisogno, come i suoi competitori, di galoppini a pagamento. L'esercito elettorale laburista si compone di volontari., La lotta si presenta meno idrofoba di quello che si poteva presagire nell'orgasmo dei giorni scorsi. Ma. in pari tempo, abbastanza accanita. Nessun riguardo verrà usato alle candidature, dei grandi leditrs- IJpft' volta Per tacita intesa si evitava 'reciprocamente di portare la lotta nel. collegio dei capi di parte. In questa occasione Asquith, Baldwin, Lloyd George e MacDonald saranno combattuti più risolutamente che mai nelle loro stesse roccaforte Non è detto che la loro pelle debba uscire integra ad onta di tutto. Pre^k prudente di posizioni Frattanto ai febbrili preparativi materiali si accoppia un esemplare ritorno di prudenza e di riflessione nel preparativi programmatici degli ultimi giorni. Tutti quanti di abbandonarono ad un po' di carnevaletto. Così i. conservatori ed i liberali'brandirono gli sciaboloni immer-?;endo!i ogni tanto nell'acqua santa e poi adendoli roteare come paladini. Oggi ò sopravvenuta un po' di quaresima. « Adagio ai mali passi» sembrano ripetersi nelle loro torrette corazzate gli uni agli altri. :Si. sono infatti accorti che questo è il ventesimo secolo in un paese di perdurante' educazione civile. Si erano quasi messi a dare addosso al popolo o almeno a prestarsi a questa imputazione. Og£;i considerano il popolo. In tal modo il Daily Telegraph addotta censi verso il Labour Party tutta l'ostilità, che gli sembra 'egittima e giustificata in base a convinzioni precise, ma esso esorta i suoi amici a guardarsi bene dall'uscirc dai gangheri e dall'usure .« un solo argomento non equo edv.una sola parola ingiustificabile ». Lo stésso Churchill, il nuovo uomo d'armeautoregalatosi al partito conservatore sè rimangiato varie scempiaggini pronunciate ultimamente contro la Russia e concepisce qualcosa di lievemente diverso nello 'sterminio totale dei cento miliondi russi. Similmente il direttorio liberalenonostante i fremiti repressi del bollente Lloyd George, ha evidentemente paura dessersi sbilanciato ' alquanto nei riguarddel-liberalismo e suda freddo pensando dessere descritto come caduto in preda alla reazione e destinato a precipitare nelle fatici del conservatorismo. \ laburisti, dal canto loro, si sentono molto più liberali e spregiudicati dei due nartiti, liberale e conservatore, ma non hanno voglia di farsi etichettare, non diremo "come'' comunisti (ciò è esclùso), ma socialisti chiari e tondi. E' arbitraria la qualifica di socialisti che viene data ai laburisti inglesi sul continente e soltanto malignamente tattica la detta qualifica che appioppano loro i conservatori paesani. Ilaburismo non è il socialismo. In pari tempo.non. può e non vuole essere il socialismo sul solaio. Deve barcamenarsi sulla linea di confine tra il socialismo puro ed il radicalismo pratico. Ora, alle prese con questo.filo di rasoio, se il suo manifesto pencolasse troppo verso il socialismo esso taglierebbe i piedi all'ondata borghese che *éde nel Labour Party d'unico bagliore didealità che alimenti questo mondo politicò se il manifesto pencolasse troppo verso-il-radicalismo pratico esso taglierebbe i piedi ad una porzione delle masse operale le quali, se non aspettarlo il millennio, vogliono almeno veder balenare anche da lontano la speranza di una nuova società.' L'ora della riflessione è riconosciuta e vissuta con calma energia dai tre direttoriche si gettano di buon animo, anch'essi nellUntermezzò quaresimale di equilibrismoQuesta è sempre la stessa Inghilterra. Glsforzi a cui si abbandonano questi politicanti sono vecchie purulenze di epidermide che-caratterizzano questa vita pubblica persino in certi momenti dei tempi solenni q venerati della regina Vittoria. La difesa di un principio Dopo tutto la crisi attuale è nata da tutte le manovre e contro manovre chInchinarono le sue variazioni sull'inchiesta ad una concezione anche altissima Usila vita politica. Non importa se i con servatori e i liberali eressero un episodio da niente ad una causa da elezioni, non imporla so il Governo abbia opposto spiegazioni ésaurientissime e non sia stato c creduto. L'importante ò che il solo sospetto di una illecita ingerènza dei poteri politici nella estrinsecazione del potere giudiziario è bastato a scatenare una crisi con relativo elezioni generali. L'importante ancora è che, appena delineato il sospetto, il Governo inglese ha sciorinalo alla Camera tutti i documenti e tutte le testimonianze, adattandosi perfino a vie- are in parte le nonne costituzionali della segretezza dei dibattiti in seno al Gabinetto o che possono essere svelati soltato con il consenso del Re in persona. É badate cue tutto il presunto reato governativo si riduceva ad un processo iniziato da autorità laburiste contro una scempiaggine comunista e poscia in un non luogo a procedere, dopo aver assodato che il supposto colpevole diretto della scempiaggine era un decorato al valore, che cammina con le stampelle, perchè ha perduto una gamba negli ultimi mesi della guerra, dopo essere stato in trincea fino dal principio. Eppure, tecnicamente parlando, una certa misura di ingerenza politica nel corso della giustizia era avvenuta. La Camera si è sentita non solo nel dovere, ma in diritto di intervenire. Ij Governo ha riconosciuto subito la legittimità e la necessità dell'intervento. Se poi si esorbitò e se velleità di partito andarono al di là del principio, al di là dello rivendicazioni del principio, questo è un altro paio di maniche. Ma il principio era sacrosanto e esso ò stato rivendicato ad avvertimento e monito di qualsiasi Governo futuro. Dopo questo episodio e queste elezioni il libero corso della giustizia sarà per lungo tempo lasciato stare dai comunisti, anche in casi perfettamente scusabili come quello ora sul tappeto. Caposala! In attesa che l'uscita dei manifesti programmatici dei tre partiti chiarisca l'esito delle caute deliberazioni di oggi, è inutile riferire la massa di congetture che dilaga al riguardò. I pronostici sono troppo intinti del colore e della tendenziosità dei pensieri che li divulgano. I soli capisaldi finora emersi sono i seguenti: l.o La controversia sulla condotta del Governo, nei riguardi del processo rientrato, sarà respinta-in secondo piano e poscia si eliminerà dai dibattiti elettorali. Non conviene a nessuno di insistervi sopra. Il Governo ha già confessato che un errore fu commesso. I conservatori esaltano la santità della giustizia sovrana, ma sanno benissimo, insieme con i liberali, che la inoppugnabile figura morale e politica dei governanti laburisti, in faccia a tutto il paese, rassomiglia al simulacro della legalitàanzi persino del legalismo ad oltranza. I governanti laburisti si sono addirittura sforzati di essere e di manifestarsi ossequenti alle leggi, anche e più di qualsiasgovernante ortodosse Questo lo sanno tutti. L'eccezione tecnica rappresentata dall'incidente macchinato dai comunisti pecompromettere il Governo serve soltanto di fronte a tutti i galantuomini ad illuminare la regola della meticolosa legalità. 2.o In seguito al voto parlamentare dmercoledì sera, in cui i conservatori si incollarono insieme coi liberali, la tesi elettorale laburista ò che il popolo inglese strova in cospetto di una coalizione reazionaria. I controllori de! partito liberale — proclama il Daily Herald — hanno deciso di unirsi ai conservatori in una alleanza contro i laburisti. Il laburismo quindi si trova alle prese con una coalizione reazionaria; proprio la lotta chiara e netta a cui il laburismo anelava. Questo accordo elettorale sortirà effetttragici piuttosto marciati, se i liberali non correranno ai ripari nel loro manifesto programmatico e in tutti gli accenti della loro campagna. Indubbiamente mercoledsera si delineò ai Comuni una coalizione conservatrice liberale, anzi di più : fu una coalizione conservatrice-libero-comunistica. Tutte le filippiche contro il Governo sfondarono invece sull'attendibilità della versione messa in giro dai comunisti sull'affare del processo, mentre ogni dichiarazione laburista fu messa in dubbio. La versione comunista era oro colato; le spiegazioni laburiste erano possibili menzogne. La reazione in quel momento non poteva andare più oltre: era la cecità completa. 3.o II motto dei conservatori è : «Stabilità di Governo ». La loro tattica è assorbire più candidati liberali che possono, dando loro una buona mano di giallo e compromettendoli per sempre. Sono per ora semplici offerte di assistenza elettorale in certcollegi per evitare una lotta a tre e per impedire la vittoria dei laburisti. Alcunliberali, dietro le occulte esortazioni lloydgeorgiane, stanno abboccando, ma il movimento ò ancora sporadico. 4.o Sembra che il motto ufficiale del partito liberale (non importa che cosa npensi e come intenda torcerlo Lloyd George) debba essere : « Abbasso i conservatorperchè essi portano al protezionismo; abbasso ì laburisti .perchè portano al socialismo. Votate per la via media ossia per candidati liberali». La dottrina è eccellente. Resta a vedere come il paese giudicherà in. pratica. Degli oratori liberali più autorevoli pronunziatisi finora alcunhanno già adottato questo criterio sferrando aperti calci ai conservatori; altrrimangono in sospeso. Quanto alla stampa liberale la bellicosità del Jloydgeorgiano Daily Chronicle sè curdamente ammosciata, ma gli altrorgani del partito si sono messi in linecol motto imposto dal loro direttorio, eccezione fatta del potente Manchester Guardian, il quale ripete che manca ogni idealragione di lotta contro i laburisti e sperancora che, al postutto, torni, ad elezionnnita, qualche occasione di riaccomodamento fra 1 due partiti affini. Di importante per ora non vi è altro, giacché non assumono che scarsa portata fenomeni comemetti di una rassegna laburista che inattesamente si abbandona a ipercritiche intorno a MacDonald e, come quello di un grande armatore di New Castle, già vicePresidente della federale liberale dell'Inghilterra settentrionale, il quale in una lettera al direttorio liberale annunzia di aveaderito al Labour Party. M, P,

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