Il Re ha concesso a MacDonald lo scioglimento della Camera dei Comuni di Marcello Prati

Il Re ha concesso a MacDonald lo scioglimento della Camera dei ComuniIl Re ha concesso a MacDonald lo scioglimento della Camera dei Comun SD Le elezioni al 39 di questo mese (Servizio speciale della STAMPA) ■ Londra, 9, notte. . II Re ha accordato a MacDonald senza la minima difficoltà lo scioglimento immediato della Camera. Le elezioni avverranno il 29 corrente. Il giorno prestabilito per la nomina ufficiale dei candidati è il 18. I laburisti sono contenti; i conservatori Bono contenti; i liberali hanno le mani nel capelli e si sentono truffati dai conservatori e canzonati dai laburisti e fiutano un disastro. I soli giocondi, nelle loro fila, sono Lloyd George e i milionari intorno a lui. Da qualche tempo questo gruppo non sa più quello che fa e la sua allegria conta pochissimo. I maggiori organi del partito, che contano molto di più, sono indicibilmente mogi e confusi quando, come il Manchester Guardian non si trovano in aperta rivolta. Il paese stenta a credere che i leaders liberali abbiano gluocato ai bussolotti, facendosi cogliere in flagrante. Saranno quasi certamente vittime di questa elezioni, macchinate in primo luogo da Lloyd George. E" importantissimo aggiungere che il partito liberale, incardinato da Asquith e da Lloyd George non monopolizzi neanche per sogno il liberalismo inglese. Questo paese rimane essenzialmente liberale; i conservatori, che non sono liberaleggianti, si riducono a quattro gatti sia pure polenti e talora pericolosi. Il Labour Party è socialista in teorìa, ma liberale in pratica. Esso dovrà mantenersi tale, oppuro rinunziare a qualsiasi nuova fortuna almeno per tutto il prossimo decennio. I suoi uomini più responsabili o autorevoli mirano effettivamente a fare del Labour Party il sostituto evolutivo del partito liberale teorico, riducendo quest'ultimo ad una larva, ad una ridicolaggine. L'impulsiva combattività di Lloyd George li aiuta a tali consumazioni ormai quasi inevitabili. Questo è il sunto della giornata di oggi, dopo il voto che la notte scorsa abbattè il primo Governo laburista, il quale volle assumere il potete in paziente regime di minoranza al solo scopo di impratichirsi della macchina e di vedere nel frattempo se, ad onta di tutto, non fosse possibile una franca e armonica collaborazione col direttorio di parte liberale allo stesso modo che la collaborazione era già in corso con i massimi organi di quel partito. Il colloquio del Premier col Re Veniamo alla cronaca. 11 Re sollecitò Ieri il suo ritorno alla capitale dal castello scozzese di Balmoral e giunse a Londra stamane per tempo. Egli ricevette MacDonald, trattenendolo seco circa un'ora. Corre voce che il primo ministro entrò alla reggia in preda ad una certa perplessità. Un pezzo grosso di parte liberale ieri sera, durante i caotici conciliaboli in margine al dibattito parlamentare, avrebbe intimato a. MacDonald che gli conveniva accettare l'emendamento Asquith e relativa inchiesta perchè He Giorgio avrebbe riflu'tat© senz'altro lo scioglimento della Camera. Il primo ministro rispose picche, ma in cuor suo si allarmò fino al punto da prospettare soltanto come ipotetiche le elezioni al termine del suo discorso. Egli non poteva in alcun caso pronunziarsi, ma credette utile adottare una formula che puzzava oltremodo di incertezza. Di qui la ben celata perplessità con cui MacDonald si presentava stamane al Re. Il Sovrano si mostrò informato a puntino di tutte 'e ombre e le luci della crisi politica. Egli riconobbe che il voto di ieri sera, con annessi e'connessi, autorizzava il Premier a.chiedere il decreto di scioglimento e ot- • tenerlo in modo automatico. La circostanza che MacDonald lasciando il Palazzo appariva raggiante, ad onta di una nevralgia che da varie notti non lo lasciava dormire, lascia immaginare il resto del colloquio fra il Sovrano e il leader della massa popolare. Questi aveva le sembianze di un uomo che si sentiva riconfermato nella coscienza di essere moralmente più sicuro che mai. Londra aveva sospinto fiotti di folla fra Westminster e Downing Street in vista degli andirivieni della crisi. Questa folla acclamò MacDonald quando si avviò alla reggia e quando no ritornò. Sembrava una rivendicazione morale, tributata dal popolo ad un premier contro il quale la campagna di diffamazion? si era aperta ai primi di settembre con le oblique rivelazioni sull'automobile avuta in regalo. • MacDonald traversò la moltitudine su questo veicolo storico. La moltitudine lo . incitò a battere contro i faziosi e i reazionari. L'automobile marcia ancora per MacDonald ma è irreparabilmente in panne per i suol persecutori. " MacDonald è in buona compagnia „ II Gabinetto attendeva il premier nella sua residenza ufficiale. I ministri erano stati unanimi nel concetto di chiedere lo scioglimento della Camera. Vero è che Asquith, quando agevolò l'avvento del Governo laburista aveva sostenuto con larghissima dottrina, assecondato dalla stampa conservatrice che., quaiora il Governo venisse fatto cadere, il Re non avrebbe potuto concedere lo scioglimento della Camera, ma avrebbe dovuto chiamare al potere 11 partito liberale o, peggio, quello conservatore, imponendo a MacDonald le dimissioni pure e semplici. Similmente è vero che negli ultimi giorni parecchi fogli avevano riesaminata questa teorica negando a MacDonald il diritto di fare le elezioni. Ma il Gabinetto, ad onta delle pulci che erano state messe nell'orecchio di MacDonald, confidava nell'equità della Corona. Pertanto l'annunzio recato da MacDonald .reduce da Palazzo, non sorprese i ministri, ma senza dubbio, li allietò. Incidentalmente va notato che, mentra H" Premier ' stava a colloquio col Sovrano, il ministro Clynes, in nome del Governo parlava al congresso laburista tuttora in sessione. In questo discorso ad un punto l'on. Clynes ha dichiarato: « Noi abbiamo la sensazione che non essendo riusciti ad ottenere equità di tratiam«nto alla Camera dei Comuni, l'otterremmo dal trono con l'autorizzazione di appellarci «1 corpo elettorale. Il primo ministro si trova appunto in colloquio col sovrano in questo 6tesso momento ». „. . . L'assemblea capi. Una voce solitaria interruppe: — Vi è andato in abito da [corte? L'interruzione venne subissata dalla proleste di tutti gli altri. _ — MacDonald è in buona compagnia — gridò una gola tonante. L'assemblea scoppia in una lunga acclamazione. Ma nel bouquet di Clynes non mancava ad ogni buon fine la spina di un eventuale cmeiidamento. _A^metà meriggio MacDonald si precen«11* Camera, riaperta in seduta ordi¬ naria ed acclamato da battimani dal banchi laburisti. — Mi duole — egli dica — che l'azione sviluppata ieri dai due partiti di opposizione renda inevitabili le elezioni generali {applausi dei ministeriali). Perciò stamane io ho avuto un'udienza con S. M. e gli ho chiesto io scioglimento della Camera. S. M. mi autorizza ad annunziare che ha acconsentito. Tra le acclamazioni con cui i ministeriali accolgono l'annunzio, il deputato laburista Joes lancia una frase, che solleva un lembo di retroscena: — Giorgio V ha acconsentilo ad onta di Lloyd George! _ Un organo liberate della sera lo Star curiosamento riferisce chi l'annunzio del « consenso reale » ha suscitato una tremenda sorpresa alla Camera. Lo Star simpatizza apertamente coi laburisti e questo rilievo a sulla tremenda sorpresa » alla Camera, è una indiretta allusione a quel retroscena che certi leaders liberali evidentemente preferirebbero sepolto nell'oscurità. Comunque il Premier prosegue dicendo che il Governo, per menomare i disturbi coinvolti per tutti nelle elezioni generali ha previsto che queste si svolgeranno entro il minor termine possibile. Quindi proroga immediata della Camera: votazione per il 29 ottobre e riconvocazione del parlamento per il 13 novembre. La Camera dei Lordi, fiutato il vento elettorale, si è affrettata a ratificare senza inciampi il « bill » per la demarcazione dei confini coll'Ulster e lo Stato libero d'Irlanda. Una bizza al riguardo si :arebbe ripercossa sulla giurisdizione della Camera alta durante la battaglia elettorale, per cui i nobili Pari hanno preferito salvare la pelle politica, sacrificando quella dei loro diletti ulsteriani. La Camera dei Comuni quindi non deve più occuparsi di questo bill, al quale il Re accordava stasera stessa la sanzione definitiva. 11 proclama reale La chiusura della Camera a tamburo battente è avvenuta in serata colla consuetudinaria lettura del proclama reale. Nel documento occorre trovare la interpreiazione governativa dell'opera compiuta dal Governo e della situazione di fatto in cui essa si assomma. Un accenno alle relazioni costantemente amichevoli colle Potenze estere, è seguito da una allusione al progetto Dawes ed alla Conferenza di Londra. L'accettazione del progetto Dawes e l'adozione unanime delle misure pratiche per mandarlo ad effetto costituisce un « felice esito, dovuto al largo spirito di cooperazione con cui le potenze interessate affrontarono quel difficilissimo problema». Il Verbo reale soggiunge: « Io ritengo che questa sistemazione contribuirà grandemente ai restauri di quei commerci internazionali da cui in larga misura dipende la prosperità materiale di.questo paese ». Il proclama cosi si esprime sui lavori ginevrini : • In seguito all'intima intesa stabilita fra la Delegazione inglese e francese a Ginevra la quinta Assemblea della Lega delle Nazioni, formulando proposte per risolvert il problema generale dell'arbitrato e della sicurezza, ha fatto importanti progressi sulla via della riduzione degli armamenti. Il risultato dei dibattiti è stato incorporato in un « protocollo » che al più presto possibile verrà sottoposto al Parlamento, e che si spera condurrà alle prime misure pratiche per alleviare i gravami che pesano 6ulla Nazione ». Il proclama reale passa quindi alla Russia: « 11 mio Governo ha rinnovato relazioni diplomatiche coll'Unione delle Repubbliche socialiste dei Soviet ed ha concluso coi Governi dell'Unione due trattati che 6ono stati sottoposti alla Camera. L'obbiettivo di questi trattati è il ristabilimento dei rapporti politici e commerciali fra l'Inghilterra e la Russia come elementi necessari per la pacificazione generale e la ricostruzione economica della F.uropa ». 'La questione di Mossul è affidata ad una Commissione speciale durante i cui lavori l'Inghilterra e la Turchia si sono impegnate a mantenere lo stalu quo sulle frontiere. Le conversazioni confidenziali coll'Egitto non hanno purtroppo approdato a negoziati capaci di concludersi con soddisfacenti accordi. Nel frattempo rimarrà in vigore tra l'Inghilterra e l'Egitto la politica stabilita quando cessò il protettorato. Circa le direttive interne infine sono intervenute pratiche per agevolare il mercato dei generi alimentari. Distinti miglioramenti esistono in alcune delle principali industrie, mentre in altre persiste la depressione. 11 Governo ha iniziato io sviluppo di una politica ricostruttiva per riparare a questo ristagno e risolvere il problema della disoccupazione, già alleviata con i sussidi indispensabili. Accenni al problema delle abitazioni ed altri simili mettono termine al proclama. La campagna elettorale è aperta Intanto, con una rapidità eguale, la lotta elettorale può dirsi ormai in pieno corso. Già stasera le concioni sono valanghe. MacDonald ha elettrizzato il Congresso Laburista (chiusosi stasera in perfetta armonia di intenti) con un discorso in cui ha denunziato come un complotto inconfessabile, l'unione dei conservatori e dei liberali nel voto decisivo di iersera, nell'impegno di fare cadere il Governo. Sta di fatto che, fino all'ultimo momento, dopo una trafila di manovre di ogni risma, nessuno sapeva iersera come i liberali avrebbero finito per votare. I conservatori allora, benché avessero ricevuto garanzie di appoggio dai liberali, si risolsero ad una mossa che stante l'ora tardissima non risulta dal nostro dispaccio di ieri sera: una mossa in base alla quale essi abbandonavano la propria mozione di censura per votare invece l'emepdamento liberale, tagliando così la strada a qualsiasi pentimento asquithiano dell'ultimo momento. Le due votazioni in pratica furono perciò sull'emendamento liberale. In entrambe, la minoranza fu rappresentata dai voti laburisti, da una dozzina di voti liberali secessionisti, e da due voti conservatori. L'autore di uno dei quali, in una intervista odierna qualifica un « turpe giuoco di parte » quello compiuto nell'ultima ora dai due partiti di opposizione che non ebbero il coraggio di votare la sfiducia pura e semplice,' oppure di accogliere con lealtà le esaurienti spiegazioni del Governo. Marcello Prati» mnpnlCpdpvrsiscctcgalcgmsnRpmbndsddvrrdDlopSpmcUogdgFssdfscmimbnpviacdmhèddsqPbsnDdddpcqssupmgcltccscdcvlndnspdcccmlpI(rFrmngrmlUbptusvvs