Fallito tentativo notturno di arresto del famigerato Regazzi a Milinella dopo un anno dai mandati di cattura

Fallito tentativo notturno di arresto del famigerato Regazzi a Milinella dopo un anno dai mandati di cattura Nelle piazzeforti del rassismo Fallito tentativo notturno di arresto del famigerato Regazzi a Milinella dopo un anno dai mandati di cattura Conflitto coi carabinieri Il catturando è fuggito - Arresto di altri fascisti e anche di socialisti BOLOGNA, 9 notte. Dopo tutto lo scalpore di questi giorni per le gesta scandalose compiute a Molinella dai famigerato Regazzi, la Polizia si 6 decisa ad agire. La notte scorea, in seguito ad ordine del Questore, sono partiti su due « camions » per Molinella numerosi carabinieri ed agenti di P. S.. con l'incarico di dare esecuzione a cinque mandati di cattura spiccati dall'Au» torità giudiziaria fino dal... 14 settembre 19231 Tali mandati riguardavano: il Regazzi Augusto, segretario del Fascio di Molinella e membro del Direttorio provinciale fascista, imputato di omicidio volontario nella persona del colono Marani Pietro, e certi Forlani Francesco, Maiaini Viviano, Zuccari Carlo e Bucchi Domenico, imputati di correità nello stesso reato. I due « camions • sono giunti a Molinella verso le 4 del mattino, e subito dopo i militi si sono diretti a gruppi alle abitazioni dei catturando Un fuggiasco ferito Mentre una pattuglia si dirigeva alla casa del Bucchi Domenico, sono stati avvistati due individyi, elio fuggivano per le campagne. Immediatamente i carabinieri, sospettando che si trattasse di qualcuno dei ricercati, hanno intimato l'« alt » ai due fuggitivi, ma senza ottenere risposta. Allora si è iniziato l'inseguimento e ad un tratto è partito un colpo di moschetto: uno dei fuggitivi, il più giovane, è caduto al suolo. Anche l'altro si è fermato per prestare soccorso al caduto e in questo Istante ambedue sono stati dichiarati in arresto dai carabinieri. Si è accertato cosi che il ferito è il figlio del Bucchi Domenico, di nome Ivo, d'anni 25, e l'altro era il padre di lui. Sul ferimento si hanno due versioni. La Questura afferma che durante l'inseguimento uno dei carabinieri, nel saltare una siepe, è caduto a ferra ed in quel momento è partito accidentalmente un colpo dal suo moschetto, colpo che ha ferito lievemente l'Ivo Bucchi. Secondo, invece, un'altra versione, data da fonte attendibilissima, i carabinieri avrebbero sparato contro 1 fuggitivi dei colpi di moschetto, uno dei quali ha raggiunto il Bucchi Ivo, ferendolo non tanto lievemente al braccio. In ogni modo, tanto il rerito, quanto il padre Domenico, sono stati condotti in istalo di arresto al Corpo di guardia di Molinella, c quindi a Bologna, negli uffici della nostra Questura. DI qui il Bucchi Domenico è stato tradotto alle carceri di San Giovanni in Monte a disposizione dell'Autorità giudiziaria, in esecuzione del mandato di cattura spiccato contro di lui, mentre il Bucchi Ivo, non dovendo rispondere dì alcun reato, è state rimesso in libertà. Contemporaneamente all'operazione suddetta, altre pattuglie di carabinieri ed agenti procedevano all'arresto' di altri due colpiti da mandato di catlura per lo stesso reato, e cioè, Maiani Viviano e Zuccari Carlo, che venivano trovati nelle rispettive abitazioni. Invece gli agenti della forza pubblica hanno trovato deserte le abitazioni del principale imputato, Augusto Regazzi, che già da tempo non dormiva più a Molinella, e del Fur. lani Francesco, il quale pure non risulta che in quest'ultimo tempo si trovasse in paese. Sono stalo nondimeno eseguite ricerche, tanto del Regazzi, come del Furiant, nelle abitazioni di amici ed anche nelle adiacenze di Molinella, ma con esito negativo. Poco prima'dello 10, i due «camions» della forza pubblica con i tre arrestati hanno fatto ritorno a Bologna. Il Regazzi accerchiato Da ulteriori notizie giunte si apprende che i fatti svoltisi nella notte e stamane a Molinella, hanno avuto un carattere di una certa gravità. I carabinieri incaricati degli arrèsti, avevano ordini ben precisi di arrestare ad ogni costo i fascisti colpiti da mandato di cattura e di tradurli alle nostre carceri. La spedizione dei militi era stata organizzata con grande cura e nella massima segretezza. Ad un certo punto, nella notte,' 1 carabinieri sono stati fatti segno agli attacchi di gruppi che non si identificarono bene nella oscurità profonda. Giunti a Molinella sono stati vivamente attaccati. Ciononostante, essi sono riusciti ad accerchiare il Regazzi, il quale ad un certo punto, vistosi perduto, si e difeso a colpi di rivoltella. E' stato il segnale dell'allarme, perchè da parte di molti fascisti che erano in avviso, ebbe inizio una forte scarica di rivoltellate. Nel fondo della notte il crepitìo dei colpi aveva un aspetto molto sinistro e si temevano gravi conseguenze. I carabinieri si sono anche essi difesi dall'attacco, ma non sono riusciti ad arrostare il Reguzzi, che poto fuggire insieme con altri complici. Preavvertito con telegramma? Si assicura che vi siano alcuni feriti. Otto fascisti sono stati tratti in arrosto. Tutte le zone del Molinellese sono state bloccate dall'autorità. Circola insistente lu voce che il Regazzi sia stato preavvisato del suo arresto ila un telegramma e che egli abbia potuto cosi sfuggire alla cattura. L'impressione è vivissima. 11 Regazzi, a quanto si assicura, non può cho aver preso la via della campagna. Tuttavia non si dispera di assicurarlo definitivamente alla giustizia. Intanto nella giornata altri carabinieri ed agenti Investigativi hanno proceduto all'arresto di una ventina di socialisti molinellesi eseguendo delle perquisizioni nelle loro case. La motivazione parla di misure di pubblica sicurezza. Ieri sera, alle 19, nei locali del Fascio di Molinella si è tenuta una riunione dei rappresentanti di tutti i Fasci di quella zona, allo scopo di esaminare la situazione che è venuta a crearsi in questi ultimi giorni. Si parla di una crisi che si sarebbe aperta nella segreteria dei sindacati della provincia, organizzazione a capo della quale è un commissario straordinario, il dottor Buccoli. A queste notizie va connesso il provvedimento del direttore generale della pubblica sicurezza di Roma, col quale il questore di Bologna, comm. Galileo Giannini, è stato messo a disposizione del Ministero. Un fascista rivoltolato Si ha poi notizia di un altro incidente avvenuto la notte scorsa. Il fiduciario fascista del Circolo rionale di Peverana, Romeo Morin, mentre rincasava in bicicletta venne affrontato da uno sconosciuto che gli sparò contro un colpo dì rivoltella, ferendolo. Il Morin stramazzò al suolo. Venne poco dopo raccolto da alcuni passanti e trasportato all'ospedale in gravi condizioni. La Questura ha operato nove arresti di individui abitanti nel rione di Ancoveggio. Le responsabilità Roma, 9, notte. La situazione di Molinella e il caso Regazzi di cui particolarmente si occupò il Mondo, erano oggi vivacemente commentate nei circoli politici romani. Come è noto, ieri mattina un giornale ferventemente minisieriale denunciava che il famigerato Regazzi, colpito da mandato di cattura per omicidio non era arrestato per colpa dell'autorità di P. S. e da ieri mattina si assisteva al palleggiamento delle responsabilità relative fra il ministro della Giustizia e il ministro degli Interni, palleggiamento accaduto all'infuori di qualsiasi nuovo comunicato ufficiale. Si apprende stassera dai giornali che il Regazzi non si è potuto arrestare malgrado un aspro conflitto. Questa vuole essere la risposta ufficiale alla pubblicazione di ieri ma perche soltanto oggi si ò tentato di dare esecuzione ad un mandato di cattura spiccato ormai da mesi7 Ovigllo-Srandl, o Federzom? La spiegazione del mistero può vedersi forse in un accenno del Piccolo (Giornale d'Italia), che parla di un retroscena bolognese e di qualche dissapore fra Oviglio e Graniti. Quale sia la portata dello scandalo boloenc-e 10 dimostra il commento di stamane di un giornale di spiccata tendenza fascista quale ò il Nuovo Paese. Scrivo infatti l'organo di Bazzi: a L'intervista-corrispondenza, apparsa nel Messaggero in merito ai fatti di Molinella, e la situazione del ministra Oviglio nell'ambiente fascista bolognese e nel confronti del ministro dell'Interno, ò di una gravità che non è possibile dissimulare. Noi non sappiamo se quella intervista è stata implicitamente o tacitamente autorizzata. Certo, per essere stata pubblicata in un giornale amico del Governo, e non sospetto di anti-fascismo, e per l'intenzione palesemente giustificatrice e difensiva dell'opera del Guardasigilli che essa manifesta, ha tutta l'aria di un servizio reso non spontaneamente ». 11 giornale ritiene indispensabile un comunicato ufficiale, che chiarisca il valore ed il fine delia difesa di un ministro che si risolve in accusa ad un altro ministro; e prosegue : • Se questo comunicato non venisse, il silenzio da parte dei due ministri rispettivi e del capo del Governo equivarrebbe ad una confessione di imbarazzo e di incertezza altamente, deplorevole. 11 sospetto solo che nella compagine ministeriale possano esisterò cQmrasti, divisioni di opere od una diversa valutazione dei doveri ed obblighi circa la più alta funzione dello Stato, che è quella di conservare l'ordine giuridico fra i consociati, questo solo sospetto getterebbe un'ombra di sfiducia sul Governo e diffonderebbe nel paese una penosa inquietudine. Comunque in attesa dei doverosi chiarimenti non possiamo dissimularci la gravità dei fatti cosi come sono ornai acquisiti al pubblico e cho nessun comunicato o chiarimento uiiicioso è in grado di mutare o attenuare. In verità, 11 fatto che un individuo, imputato di omicidio, e contro il quale ò stato spiccato mandato regolare di cattura dal magistrato, venga dichiarato « irreperibile » dalla P. S„ mentre lo stesso individuo partecipa a riunioni politiche od ufficiali, firma pubblici manifesti e assumo e svolge finizioni politiche od incarichi di fiducia per conto del partito fascista è cesa semplicemente assurda ed inaudita. Oliando poi per la stranezza d'una situazione siffatta, si può verificare il caso che in uno stesso banchetto politico seggano alla tavola comune l'imputato « irreperibile • ed il Ministro della Giustizia, i quali si conoscono personalmente e reciprocamente, ebbene allora la gravità dello scandalo assurge alle vette del comico e del grottesco. C'è lo spunto per una commedia che la più fervida fantasia di un autore possa immaginare ». 11 giornale rileva come la situazione stessa determinatasi in alcune regioni sia appunto un indice della debolezza dell'azione del Governo e prosegue: .■.L'opinione pubblica è assai più colpita da. episodi e fatti di tal genere che da tutto un complesso di benemerenze dell'opera inerente alla politica nelle suo grandi linee. Ragione questa per evitare spropositi che, se anche non enormi in sè, derivano la loro gravità dalle ripercussioni psicologiche che determinano nel gran pubblico. Da un punto di vista rivoluzionario si possono perdonare tutti i delitti politici, ma quello che non potrà ma essere giustificato è la contraddizione e, di conseguenza, la debolezza dell'aziono do] Governo. Nei riguardi degli episodi suaccennati sono in cau?a, al di sopra di ogni considerazione di giustizia e di umanità, la coerenza e la serietà del Governo. Specialmente ora che una difesa, non certo casuale, di un ministro, costituisce, come abbiamo notato, una accusa contro un altro. A questo, in verità, non eravamo finora arrivati ». L'ultimo atto Intanto stasera il Mondo stabilisce un raffronto fra quello che avviene in Inghilterra, dove il Governo è stato battuto sul caoO Campbell, e quello che accade in Italia coi caso Regazzi che può assurgere ai valore storico di simbolo di un'era. Scrive il Mondo: « 11 caso Regazzi rappresenta non l'episodio strano ma l'anodo ultimo di una troppo lunga catena di impuniti delitti. Regazzi imputato di assassinio che domina come un signorotto feudale su Molinella martoriata; Regazzi, fatto segno a vari mandati di cattura ineseguiti per la pretesa irreperibilità del ras Regazzi, che va e viene da una grande città come Bologna avendo contatti con alcuni dei maggiori esponenti dell'attuale regime, Regazzi che conosce personalmente il ministro di grazia e giustizia ed il vice-ministro tlelTimteino, Regazzi, onorato da una medaglia d'oro.alla cui .sottoscrizione partecipa il guardasigilli; codeslo Regazzi non è superiore a qualsiasi eroe nietszchiano creato dalla anormale fantasia di qualche romanziere contemporaneo? Dominatore assoluto in un feudo fuori legge, in una terra che non è solo geograficamente europea. Kogazziimpersona il piccolo ras di provincia, potente come un principe asiatico, ignaro di alcun limite alla propria volontà di crudeltà più che di dominio. Le sevizie contro le donne lavoratrici della dolce 1erra emiliana trovano riscontro sol-1 tanto nelle fosche lotte di razza mascherate ' da differenza di religione, sevizie che da sole dovrebbero provocare l'orrore 'di un popolo civile contro gli autori di simili attentati alla più elementare civiltà, mach" divengono assolutamente intollerabili quando si sanno commessi non da un demente inseguito dal custodi di un sanatorio, ma da uno sicuro di sè e della propria impunità malgrado il comico bombardamento di mandati di cattura. Ecco perchè Regazzi può assurgere all'altezza di un simbolo. « E a quello che avviene a Molinella, bisogna aggiungere i fatti del Piacentino e le persecuzioni terribili di cui è vittima da mesi e*mesi un parroco in quel di Potenza. Ma non basta per coneludere che, sempre più ogni giorno ed in ogni parte si sente il bisogno di restituire la normalità alla vita della penisola? Questa restituzione è appunto invocata dalle più pure e numerose anime italiane. « Come si vede giornalmente salgono all'orizzonte nuovi punti oscuri ed i fatti cui abbiamo accennato non sono come si afferma di solito dai giornali fascisti esagerazioni dell'opposizione, bensì documentazioni incontestabili di uno spaventoso stato di anormalità e di paralisi dei più delicati poteri statali. L'insieme della situazione continua dunque perfettamente a giustificare l'atteggiamento delle opposizioni tuttora salde per il trionfo dei capisaldi della mozione del 27 giugno ». A r.roposito della situazione, era commentata stamane a Montecitorio una frase apparsa stamane sul Snovo Paese, frase in cui si preannunciavano come imminenti importanti avvenimenti decisivi per la nazione. Stasera, giunta la notizia del mancato arresto di Regazzi, il Mondo la fa seguire da questo commento : « La tragicommedia di Molinella si è arricchita di un atto, non l'ultimo, nel quale si vede come un catturando già colpito da vari mandati di arresto, regolarmente emanati dall'autorità giudiziaria, possa fuggirò alla giusta sanzione perchè avvertito per telegramma, secondo quanto si riferisce, dell'evento che lo minaccia, e si vede anche una cosa più scandalosa: la forza pubblica non può compiere le sue funzioni perchè i fascisti, cioè gli inscritti ad un partito che è al potere, 6i oppongono colla violenza alla applicazione della legge. * Ci sono voluti vari mesi di esitanze e di insistenze perchè al Regazzi fosse consentito di salvarsi colla fuga. E fu necessaria una lunga campagna di stampa perchè la insopportabile situazione del governo circa il caso di Molinella fosse rivelata e dimostrata. Ma se è vero che il Regazzi ha potuto sottrarsi all'arresto mediante un telegramma che lo preavvertiva, è logico domandare cho si indaghi per identificare la persona, così addentro in ciò clic doveva considerarsi un segreto di Stato, che si precipitò al telegrafo per dare il salutare ammonimento. « Oggi stesso, intanto, per ordine della Prefettura di Bologna, sono state sequestrate tutte le copte dei giornali il Mondo, la Gitistizia, VVìiità, VAvanti!. 11 provvedimento è stato adottato per la corrispondenza riportata da tutti f giornali sulla situazione di Molinella ».