Alle sorgenti dell'Yukkon

Alle sorgenti dell'YukkonATTRAVERSO L'ALASKA Alle sorgenti dell'Yukkon (Dal nostro Inviato speciale) ATLIM, luglio. Ho lasciato alle spalle le grandi catene |di montagne costiere e da qualche giorno sto aggirandomi fra un dedalo di laghi '•he colmano le valli settentrionali degradanti dalle primo, alla ricerca dello « charme 1 dell'Alaska. Pare che stia di casa proprio da queste parti, cioè sulle rive dei laghi ohe Bono i serbatoi eterni dai quali scaturisce il Signore della Terra della « Tranquilla avventura », cioè l'Alaska. L'ha chiamata |così un poeta americano che ha avuto l'eroismo di rimaner qui degli anni, alternando i diletti della caccia e della pesca con quelli della meditazione o scrivendo dei yersi di qxtesto genere: — Vi è un paese nel quale le montagne non hanno nome e dove i fiumi vanno a finire soltanto dove Iddio sa. Con rapidità comprensiva e in un tempo infinitamente più breve credo di aver pro- vato la maggior parte deUe sensazioni per esprimer le quali il poeta <lell Alaska ha riempito un paio di volumi; e di averle provate qui, assorgenti dellYiikkon. Nob-,•ti insonni in casupole di tronchi che viste di fuori sembrano abituri, ma ohe alliu-lterno hanno tutte le ooimodità desiderabiU. Esiste un'industria americana che non produce che oggetti per il c comfort » delle caso delle città in embrione, nate e da nascere Sugli sterminati territori del Continente. Di modo ohe i pionieri di questi piccoli centri riescono ad avere in pochissimo tempo ogni comodità materiale desiderabile. Del resto in America si ordina la spedizione di una città come di una macchina. E nel tempo minimo necessario al trasporto tutto arriva smontato e impacchettato in perfetto ordine: case, magazzini, scuola, biblioteca, tubature, circolo, chiesa e si può esser sicuri che non manca neppure una vite. In Alaska a cagione dell'inverno ohe dura otto mesi Le case « standard > che si adoperano nel resto dell'America vengono circondate da tronchi, ma all'infuori di cotesto rivestimento esteriore, non c'è differenza fra l'aspetto di queste comunità e lina piccola agglomerazione fra le montagne della California o dell'Arizoma che si adagi 6U di un tracciato di pianta topografica a coordinate. — Ho detto: notti insonni. La luce permanente dell'estate tiene desta la fauna dell'Alaska e specialmente gli uccelli ohe si ripagano dell'eterna notte invernale cantando a perdifiato per tutte le ventiquattro ore. Sugli alberi attorno alla mia casa ve n'è una folla dal canto che assomiglia a quello dell'upupa. Non saprei dire il nome scientifico di cotesto volatile. La gente qui lo chiama c Foor land » — povero paese — e dice che cantando continua a ripetere: tPoor land! Poor land!». Le enormi elei H povero paese sarebbe l'Alaska e a sentirselo solfeggiale per tutta la notte è difficile essere di buon umore al mattino. Inoltre vi sono le galoppate libere delle elei. Credevo che le scorrerie di questi colossali quadrupedi fossero fantastiche, viceversa non c'è nulla di più vero. Passano ad armenti di migliaia di capi; escono per esempio dalla foresta ohe copre la china della montagna alle spalle di Atlin, attraversano il lago a nuoto e vanno a pascolare fra le radure delle valli della riva di contro. Fanno generalmente due tragitti : uno di andata e l'altro di ritorno ogni ventiquattro ore. 'Arrivano carne una valanga facendo risuonare con i loro zoccoli il tavolato che copre il terreno dell'abitato. La prima volta che le udii sopraggiungere e attraversare il villaggio come un reggimento di cavalleria avrei giurato ohe si trattava di una Diandra di renne domestiche condotte da indoesqniimesi. Mi aspettavo di intendere alla fine della cavalcata il grido dei pastori ohe richiamasse qualche bestia ritardataria o dispersa. Invece, nessun grido umano. Vanno in gruppo così ordinato e serrato ohe si comprende la leggenda delle ombre dei cercatori d'oro morti, condannati a far da mandriani a questi armenti. Nessuno molesta le elei se non è spinto dalla necessità di procurarsi della carne fresca. Del resto esse pare ohe sappiano quali sono le ore più convenienti per attraversare il villaggio, le ore nello quali malgrado la luce viva, tutti dormono. Spesso qualche elee bizzarra' rimane nell'abitato e allora aprendo' la porta o le finestre ci si trova faccia a faccia con un colosso alto due metri e cinquanta, con un paio di corna piatte e ramificate d'una ampiezza inverosimile e un grosso pendaglio carnoso e peloso sotto il collo, che vi dà il buon giorno con un muggito di tonalità impreveduto. Lo strano si è ohe questi villaggi sono pieni zeppi di cani, le bestie da tiro invernali, i ruali al passaggio delle elei non si scomodano neppure ad abbaiare e tanto meno a inseguire l'armento. Forse deve esistere un tacito concordato fra le enormi elei distributrici di calci fenomenali e i cani che durante l'estate sono rimpinzati di pesce e quindi poco disposti alla lotta. Al mattino dopo queste varie ed originali impressioni della notte, lunga oonversazione con la mia ospite. E' una degna signora d'un cinese, completamente diversa da Mrs Pollen di Skagway. Essa ha fatto la cereatrice d'oro sul serio, a'scompagnando il marito nelle sue peregrinazioni attraverso il Paese. L'uomo oggi è immobilizzato dalla paralisi, la signora conserva nell'aspetto i segni di un'antica superba bellezza. Le chieggo qualche ricordo della tragedia degli uomini in Alaska, al tempo della febbre dell'oro- c Ma che tragedia! — mi risponde — Era una vita felice, piena, esultante. Allora, qui non c'erano che dei giovani e dei vittoriosi I Tanta gente, di paesi diversissimi e fra di loro una folla di persone intelligenti, ardite, simpatiche e soprattutto generose. La tragedia è adesso! Ed ò solo adesso che l'uccello che non l'ha lasciata dormire questa notte, canta «Poor land! ». Ai miei tempi cantava in un altro modo, glie lo assicuro... ». Ad un certo punto della conversazione la signora parlandomi della discesa sull'Yukkon, esce soavemente in questa considerazione: « Sa,bisogna ch'ella si prepari ad ogni eventualità. Delle volte in agosto e anche in lugliocomincia improvvisamente a soffiare dallatundra sopra Fort Yukkon, sopra il circo-lo polare, il vento gelido del nord e allora ilfiume rigela con un forte anticipo e si ri-maue bloccati e bisogna avere pazienza e•spettaro in qualche « stazione » la prima-frera ventura che sgeli ». Questa prospetti-fa è molto confortante. Adesso lo < char- mo> deU'Alaska è completo: scenderò pel fiume torrenziale ad una velocità, fantasti ca : fino a 500, 1000 miglia a! j.okI c ne bel mattino svegliarsi bloccati dal o-h;ac cio e incominciare sul serio la i tranquilla avventura » affidando alla stazione radio di Fort Yukkon un telegramma per l'Italia così concepito : <t Vento nord bloccato Yuk kon. Fra prospettiva percorrere a piedi di stanza iperbolica o passavo inverno qui, scelgo la seconda ». La doimacaraefice La mia ospite mi ha suggerito di andare a trovare, nella vallo di un torrente qui vicino che sbocca nel lago, la donna ohe l'u costretta a fare il carnclke. E'"nn'aLtra soave creatura. In quel torrente si raccoglie ancora l'oro. La valle offro un paesaggio tipico, sconvolta corno dallo ricerche'"'del metallo. Ci lavorano ancora una decina di uomini che si son messi in cooperativa, hanno comperato un paio di pompe, co¬ fcruito nel kUo d(j] uua ^ ^ zazione di -, di im . d- m rando ndla bucna ^ lanciau« n lm]izza2Ìone con H me2..o ^ ,a terra de]le rfve ^ liuzze T.»., * ' L'acqua, mista alla terra corre nel canale'per tutta l'estate. In settembre prima che |il gelo sopraggiunga si arresta la corsa dell'acqua e si va a vedere quanto oro è rimasto nel fondo del canale, sulle tavole di legno. Ne rimane sempre poco, ma infine questa buona genie è contenta di dividersi l'oro che trova, con il quale campa sino alla prossima primavera. La donna che fu costretta a far da carnefice è capo riconosciuto della piccola comunità dei cercatori del torrente e possiede una specie di osteria (senza vino> e liquori naturalmente a causa del proibizionismo che vige anche in Alaska) dove tutti prendono assieme i loro pasti. Non si potrebbe immaginare nulla di più arcadico. Nella comunità c'è persino un abruzzese che alla sera viene ad Atlin a ballare lo shimmy a suon di fonografo con le fanciulle e maritate del luogo. Un particolare ohe mi colpisce in questa solitudine è la proprietà nel vestire degli uomini e delle donne. Non si nota la minima trascuratezza, che sarebbe più che giustificabile, dato l'ambiente. La gente veste come so abitasse una città. Le donne portan tutte calze di seta e scarpette elegantissime e abbigliamenti molto civettuoli e gli uomini pure, quando non sono sul lavoro, si mettono in tenute irreprensibili. E' il tenore signorile della vita della piccola borghesia americana che risalta anche qui. Piccola borghesia ed operai che ricevono ad ogni arrivo di posta fasci di giornali e di rivisto, che posseggono tutti nelle loro case una raccolta di libri, che lottano con ogni loro risorsa spirituale e materiale contro l'abbrutimento, minaccia implacabile della solitudine. La donna-carnefice (45 anni, un'aria dolce, un colorito sano di persona avvezza alla vita all'aria aperta nel sanissimo clima dell'Alaska, un modo di esprimersi e un tratto ricercati ohe contrastano con l'ambiente desolato di terra sconvolta che circonda la casa lungo il torrente) mi racconta « l'avventura » : t Eravamo in cinque, mio marito, tre compagni ed io, venuti qui venticinque anni or sono dalla California. Ci eravamo messi d'accordo per lavorare in comune/ io avrei pensato al ménage e dopo un anno avremmo diviso l'oro raccolto. Arrivammo a Bennet senza incidenti. Si doveva continuare i'1 viaggio, discendendo l'Yukkon, ma ero incinta e mio marito non volle che corressi il rischio della discola vertiginosa e delle rapido. Ci fermammo qui. Il torrente era quasi vergine di ricerche. Tutti erano spinti, attirati giù per l'Yukkon mentre nessuno si preoccupava dei laghi. Allora Atlin era un villaggio indoesquimese com'è oggi, soltanto non c'era aè chiesa, nè missione e i nativi frugavano anch'essi nella terra lungo il fiume. Diventammo amici con gli indiani ch'erano dei buoni selvaggi come lo sono oggi. Infatti son diventati tutti cristiani senza contrasti. Dopo sei mesi mio marito fu fatto sceriffo della nostra piccola comunità e del villaggio indo-esquimese. Io avevo avuco una bambina e la raccolta dell'ero procedeva bone. Si andava d'accordo fra noi cinque. Due uomini dei nostri si erano uniti con donne indiane, uno era rimastoselo. Era il più laborioso e il più giovane questo, un ragazzo quasi. Noi l'amavano tutti. E un giorno la tragedia incredibile avvenne. Il t ragazzo », sul lavoro, accoppò con due rivoltellate tirate a tradimento nella schiena due dei nostri compagni. Li lasciò uccisi nell'acqua del torrente e corse da me a casa. Ero sola con la piccina e preparavo il pranzo; mio marito era andato al villaggio indiano e doveva ritornare entro mezz'ora. Al rumore dei passi del ragazzo che entrava mi volto verso di lui. Brandiva la pistola. Senza profferir verbo, pallido, con gli occhi pazzeschi mi spianala pistola contro e fa fuoco. Non mi prende. Gli salto addosso. Mi avvinghio a lui come una fiera. Si rotola per terra. In quel momento per grazia di Dio mio marito sopraggiunge. Aveva udito lo sparo... Lo riducemmo subito all'impotenza, lo legammo come un salame, lo mettemmo a 3edere e gli domandammo : « Peter cos'hai fatto? ». Peter con molta tranquillità ci rispose che aveva lasciato i due compagni uccisi nel torrente e che voleva uccidere anche noi e la piccina e portarsi via tutto l'oro e andarsene'da quest'Alaska maledetta. Io andai subilo a chiamare gli indiani Essi raccolsero prima i duo cercatori uccisi ohe avevano arrossato del loro sangue il torrente e ce li portarono a casa. Dinanzi ai morti e dinanzi agli indiani mio marito, ohe come vi ho detto era sceriffo, volle subico tenere il tribunale. Raccontò il fatto e condannò Peter a morte per il doppio assassinio consumato sui duo compagni nostri e per il tentativo di "assassinio su di me. La sentenza doveva essere subito eseguita. Ma gli indiani, puro approvando la condanna, dichiararono che non si sentivano di uccidere ibianco. « Va bene — rispose mio marito — lo giustizieremo noi ». Lo impiccammo aìla travi del soffitto della casa. Mio marito preparò tutto, ma fui io che gli misi il nodo scorsoio al collo. Peter non oppose nessuna j resistenza, non manifestò nessun desiderio ' non volle neppure recitare una preghiera . Disse solo che era pentito e che meritava i i castigo. Dopo il fatto mio marito dette se poltura ai morti. Se andate al piccolo cimi tero troverete ancora lo loro tombe. Bim ciammo la casa della tragedia e costriiiin mo questa vicino al villaggio indiano. Ecco tutto ». La pesca con la carrucola Dopo questo stupefacente racconto, la cui veridicità è attestata da tutte le persone che vivono nella regione dei laghi, ho chiesto alla donna di permettermi di cinematografarla. Essa ha consentito di buon grado, ma ha voluto prima fare un'accurata toeletta e poi è andata a prendere una piccina di un anno, figlia di una coppia di cercatori d'oro che abitano presso di lei e si è posta dinanzi all'obbiettivo con la bambina in braccio. • Mi crederanno più giovane — ha concluso — penseranno che la piccina è mia figlia ». Questi, seno alcuni degli * speciments » della società che vive alle sorgenti delFYukkoh. E sono quelli che hanno bensì la condanna agli otto mesi invernali, ma' come compenso hanno d'estate lo spettacolo delle a fate morgane », i meravigliosi riflessi dello montagne nevose nelle acque tranquillissime dei laghi. Su ciascuno dei laghi v'ò un battello a vapore clic si diverte a girare lutto il giorno attorno alle rive, ron so prcoisaroento a quale scopo perchè le rive sono completamento disabitate, non esistono centri da tenere in comunicazione « per quei quattro turisti che arrivano sin qui per ammirare le <t fate morgane » non vale proprio la spesa di consumar la legna che alimenta la caldaia. Ma l'America c ricca e dato che per quattro mesi dell'anno i laghi sono liberi dai ghiacci, vi sono ragioni da vendere per farvi navigar sopra dei vapori. Hanno una forma così eteroclita queste na- vice-Ile, che meriterebbero una descrizione. A bordo si consumano anche dei pasti perchè 1 laghi sono così grandi che per farne il giro occorre una giornata intera. Pasti costituiti unicamente di trote enormi. Un'ora prima della colazione o del pranzo, il battello si ferma e il personale di bordo getta in acqua le lenze. Non crediate che si usino delle lenze come da noi, sono delle lenze d'acciaio e col filo che si avvolge e bì svolge a carrucola. Tutto questo perchè le trote pesano ciascuna parecchi chilogrammi o quando hanno abboccato bisogna stancarle per dieci minuti buoni prima di tirarle su facendo lavorar la carrucoletta a seconda dei guizzi e dei contorcimenti indiavolati della trota. Morale: in mezz'ora vi sono a bordo tantetrote da sfamare cento persone. Accade ^r,,,, „„, „i„: -e 1 ,.„.,„m„„^ ™*t, come per lo elei. E' noioso e vanamente cru delo privar della vita delle povere bestie che si lascian prendere con così grande facilità. In Alaska la roba da mangiare del paese non ha nessun valore. Quando le trote sono cotte, una suoneria di gong giavanese- ci chiama a tavola. Quel suono tropicale udito in Alaska m'incuriosisce. Com'è possibile scoprire una musica giavanese qui? Faccio una piccola inchiesta e scopro elio il boy suonatore che dalla faccia avevo preso per un indo-esquimese è viceversa un malese. E' venuto in Alaska a cercar fortuna, avendo come tutta scienza e ricchezza il suo piccolo gona; armonioso. Il direttore della navigazione sui laghi l'ha incontrato un giornoocr lo strade rlì SlraTwiv mentre faoevapei io strade <U blcagway mentic tacevaudirc la sua musica primitiva a un gruppo di gente, e senz'altro l'ha ingaggiato come cameriere di bordo, ma sopratutto come suonatore di gong esotico ad uso e consumo degli americani turisti che sono tutti innamorati dell'Asia e degli asiatici... arnaldo cipolla.

Persone citate: Pare, Pollen