La situazione nelle provincie

La situazione nelle provincie La situazione nelle provincie Mutilato assassinato in letto ek bastonate Fascista dissidente - Denunciatore dell'on. Barbiellini Piacenza, 7 notte. Questa mattina, alle ore 4, giungeva in città la notizia di un grave fatto avvenuto a P,oncaglia, località a pochi chilometri da Piacenza. Si richiedevano carabinieri e militi della pubblica assistenza, che accorsero immediatamente sul posto. Alla Cascina Solari, in una cameretta, al primo piano di una casa colonica, venne trovato, sopra un letto, il cadavere del giovane Ercole Lertua, mutilato di guerra, di anni 26, assai noto in città per aver appartenuto alle squadre più accese del fascismo fino a qualche mese fa, e ultimamente passato al nucleo dei fascisti dissidenti. Secondo le prime risultanze, il Lertua sarebbe morto in seguito a colpi di bastone infertigli durante il sonno al capo, e pare anche per strozzamento. L'autopsia non verrà eseguita che domattina e soltanto essa potrà assodare le origini della morte, comunque dovuta a causa violenta Una preliminare inchiesta ha stabilito che il Lertua, tanto nella sera di domenica quanto in quella dei lunedì, erasi attardato a Roncaglia — dove c'era la sagra — ballando in un ballo pubblico insieme alla propria fidanzata, certa Emma Gentilini, di anni 21, sarta. Lunedì, avendo ballato fino a mezzanotte ed essendo troppo lardi per far ritorno in città, egli aveva chiesto ad una zia della Gentilini, abitante appunto nella cascina Solari, di pernottare in casa sua. La Solari lo aveva ospitato, mettendolo a dormire insieme ad un di lei parente, Antonio Solari. Le due donne dormirono invece, in due camere da letto separate. Il Solari narra che egli ed il Lertua andarono a dormire verso l'una, coricandosi in un letto matrimoniale, e circa mezz'ora dopo, quando il Lertua era già addormentato, entrarono improvvisamente nella camera quattro individui. Due di essi si affrettarono al Solari impedendogli di muoversi e di gridare, e gli altri due si dettero a tempestare di bastonate il Lertua. Poi, tutti e quattro si dettero alla fuga. Il Solari, appena riavutosi, corse fuori ad avvertire la guardia del luogo; ma tosto si constatò che il Lertua era morto quasi srrl colpo per la frattura della scatola cranica. Il fatto è avvolto nel più fitto mistero. Peraltro nel campo fascista di Piacenza, tanto da una parta che dall'altra, vi è molta eccitazione. Ulteriori notizie, infatti, precisano che il Lertua è stato uno dei tre denunciatori dell'on Barbiellini, per furto, danneggiamento e mandato di omicidio contro l'on. Buffoni, e nel contempo uno degli esecutori, insieme al Merli ed al Borsani ed al Cella. L'impressione per l'atroce delitto è enorme. Ulteriori particolari Secondo ulteriori notizie, il Lertua si sarebbe recato a dormire in casa di un suo amico, certo Seresi Gualtiero. Verso lo due, tre sconosciuti, muniti dì lanterne, sarebbero penetrati nella camera da letto dove dormivano i due; ed individuato il Lertua, che dovevano conoscere molto bene, gli hanno fracassato il cranio. Il Seresi, sorpreso nel sonno dallo spettacolo orrendo, avrebbe dovuto assistere impassibile allo strazio del suo povero amico. Gli assassini sarebbero poi fuggiti per la porta, che sarebbe rimasta aoprta. Il Seresi, infilati i calzoni, corse in istrada e si mise a gridare aiuto. Si è potuto assodare che nella casa dormivano altre tre persone. Un particolare strano e sintomatico è questo: che :1 cadavere presenta lo sfondamento della scatola cranica e fu trovato in un lago di sangue, il che spiegherebbe le notìzie che circolano, secondo le quali la vittima sarebbe stata percossa con sacchetti di sabbia. L'Autorità giudiziaria, immediatamente avvertita, ha effettuato oggi un sopraluogo, impartendo disposizioni per il piantonamento del cadavere e per l'autopsia. Ma le ricerche degli autori sono assai difficili, perchè sono in pieno feudo dell'on. Barbiellini,, il quale vi mantiene ancora una incontrastata influenza sui pubblici poteri. Si è diffusa la voce che la Polizia siasi messa sulle traccie degli autori.. Sinora però gli assassini sono qualificati per ignoti. Ma non dovrebbe riuscire diffìcile però perseguì, re gli assassini, poiché bisogna partire dal fatto che il Lertua apparteneva alla ciurma degli esecutori del delitto contro l'on. Buffoni ad essi ordinato dall'on. Barbiellini. E' pure da segnalare la notizia che. cinque o sei sere fa, si era tentato contro il Lertua una aggressione ad opera di certo Nino Ferrari, un fido del Barbiellini; ma il Lertua si era difeso in modo da mettere in scacco gli avversari, che dovettero fuggire. Oltre al Ferrari, meccànica di Pir-.ctnza, anche un certo Malvezzi ò. segnalato ch'i molti come as. sai vicino al « ras » di I\;.c i za. Si ricorderà che, in istruttoria, il Lenin, assieme al Borsani ed al Cella, formu'V >:a,: \ ero atto di accusa contro l'an_. Barilai-ni, Molinello e il coso Regozzi Roma, 7, notte. In una corrispondenza da MolineHa,i che il « Mondo » pubblica, è detto che la le cose procedono come prima « con l'aggravante di qualche acutizzazione di violenza da parte dell'imperante « ras », il quale si sente colpito in pieno dai rilievi della stampa indipendente ». La corrispondenza accenna alle minacce del commissario straordinario Cuccali ed al compiacente intervento del prefetto, che sequestra o ferma per alcune ore i quotidiani di Milano e di Roma.. Quindi cosi prosegue: « Il 4 corrente non fu possibile rintracciare in tutta Bologna una copia della Voce Repubblicana ed il Mondo fu introvabile Uno a mezzogiorno, unicamente perchè i due giornali portavano notizie delle sopraffazioni che Regazzi e le sue squadre compiono a danno delle risaiole, e non passa giorno «ho non si verifichino fatti del genere. Le violenze continuano. Il 30 settembre, il fascista Pizzi, die lavora in bonifica renana, investi gli assistenti del cantiere dei Due Ponti, minacciandoli perchè impiegano al lavoro operai confederali. L'operaio Minghetti Erminio, di ritorno dal lavoro, fu minacciato dal fascista Mezzetti Giuseppe perchè aveva denunciato ai giornali le precedenti minacce del Mezzetti che pretendeva fargli smettere di zufolare l'aria della canzone del Piave a* Attentati ammaestrati al "ras,, Più avanti la corrispondenza dico: « Sembra che il ras sperasse in una nuova offensiva contro Molinella, e della sua delusione ci furono aperte manifestazioni, nei ritrovi specialmente bolognesi. Al piano negazziano ha portato grave pregiudizio un mal riuscito agguato sulla strada di MazzoLara. Si sa che tutte le sue offensive contro gli operai di Molinella furono sempre precedute da spari e da esplosioni ammaestrate. Chi non ricorda le fucilate, dalle quali il Regazzi affermò essere uscito escoriato ad una natica, mentre nessuna lacerazionoc'era nel mantello in cui era avvolto e che i suoi amici per isbaglio annunziarono 84 ore prima? E le fucilate eparate nel 1922 dal BlUi, suo camerata, che nessuno potè udire? E le bombe esplose a Molinella l'agosto 1923 alle 2 di mattina, mentre fino alla mezzanotte, in frazione Selva, le squadre avevano iniziato le rappresaglie, proclamando di voler punire i lanciatori di bombe? Era naturale che il Regazzi non lasciasse finire il 1924 senza lamentare questo ultimo preteso agguato, consistente in due fucilate, sparate non si sa in quale direzione, ad un'automobile che transitava su una strada, in Comune di Budrlo. donde suole passare anche l'automobile del Regazzi. Parrebbe che gli sparatori ammaestrati avessero avuto troppa fretta, lasciando partire l colpi al passaggio della prima automobile che videro sopraggiungere, senza assicurarsi se veramente si trattasse di quella del Redazzi. Questa è la versione del rat. Fatto sta che nessuno più gH crede, mentre tutti sono ormai convinti che questo malcombinato agguato, a pochi giorni di distanza dall'assassinio dell'operaio FrazzonL doveva nel niano del Regazzi segnare il principio dell'offensiva a base di ultimatum et confederali recalcitranti ». Riprendendo poi la narrazione dei fattala corrispondenza dice: « Il 29 settembre, intanto, il colono Ttaarelli Augusto, della tenuta Spada, fu avvertito dal maresciallo dei carabinieri che fra breve sarebbe stato cacciato di casa. Il maresciallo aggiunse che la cosa si poteva accomodare, purché avesse fatto rientrare nei Sindacati fascisti i suoi due figliuoli, uscitine quest'estate. La minaccia non ha tardato a tradursi in realta. Infatti 11 colono subentrato, assistito dal maresciallo e da una' guardia municipale, ha oaricato due barrocci di masserizie del Tinarelli, che ora permangono davanti alla porta del casolare, esposto al maltempo che imperversa. Lo sfrattato si rivolse al Commissariato di P. S., rda questi ha completato la frase del maresciallo con queste testuali p'arole : « La colpa è vostra e dei vostri figli che sono usciti dal Sindacato fascista ». La eaceia alle spigelatriei Specifica ancora ri corrispondente: ■ Così, ogni giorno alle violenze ed al soprusi si aggiunge la beffa delle autorità locali, che rifiutano perfino di raccogliere le denunce delle vittime, come si è verificato e si verifica per la caccia alle spigolatrici, le quali "perciò sono state costrette a ripetere la denuncia in altra sede, alla Regia Pro. cura del Re di Bologna. Le violenze a dannai" di questo .povere donne che ceroano di rainmolare un pugno di spighe abbandonile per sfamare le loro creature condannate/^iià denutrizione dal boicottaggio imposto ili fascisti agli agricoltori, non accennano .«C diminuire, come poteva sperarsi dalla /sistematica denuncia all'opinione pubblica che la' ubera stampa compie di questo rifiuto contro • ™amta' contro l'economia sociale e contro il diritto; anzi si estendono ed/assumono aspetti sempre più delittuosi. $ tenuta San*,A?^ly0' fi proprietario sign'or Cremonùil si è presentato il Regazzi, che voleva costrin§?rt,« Cremonuri a cacciare le spigolatrici di Molinella da quella sua Tinaia, sita in territorio del Comune di Medicina, come dall'altra situata in località Durazzo in territorio molinellese. Il Cromonìnl replicò ohe dopo 1 esportazione dei covoni non si sentiva! di impedire a nessuno di spigolare. Allora il Regazzi mandò suo fratello ad intimidire con' le minacce l'agente di Cremonini in risaia Durazzo, perchè ne cacciasse le donne confederaid. Ecco, dunque, cadere anche l'ultimo velo che poteva mascherare un oretwsn esercizio del diritto di proprietà. In nome dal quale si è messa in azione anche la forza pubblica: si bastonano, dunque, e si cacciano dalle risaia !« spigolatrici, anche con. tro la volontà dei proprietari ». Il « Mondo ». commentando questa corrispondenza, ricorda che nel suo discorso milanese il presidente del Consiglio ha tenuto a stabilire una differenza tra normalizzazione e normalità: un « distinguo », rileva il giornale,, sottilissimo, tanto sai*