Gli sviluppi politici della riaffermazione liberale

Gli sviluppi politici della riaffermazione liberale Gli sviluppi politici della riaffermazione liberale Il carattere antifascista del voto di Livorno messo in rilievo dall'organo di Mussolini - Salandra a Montecitorio : ì suoi colloqui e il suo riserbo - Una riunione dei "destri,, indetta per il 15: tentativo di "autonomia,, o scissione? Roma, 7, notte, H voto di Livorno comincia ad driginoxe ! primi sviluppi di una nuova situazione, della quale, per altro, non si hanno perora che elementi mollo incerti. Per lo più gi tratta di sintomi ili tendenza. Bisogna innanzitutto osservare che il laseismo respinge sdegnosamente l'ordine del giorno votato dal Congresso. Abbiamo intatti riferito ieri qual'c il pensiero dei membri del Direttorio fascista; e stamane l'editoriale del Popolo d'Italia — il cui stilo permette l'identificazióne dell'autore — non lascia dubbi sul fatto che il fascismo considera il Partito liberale come un nuovo rifugiato sull'Aventino. Scriveva infatti l'organo mussoliniano : L'organo mussoliniano ? Anche il secondo congresso del Partito Liberale Italiano è finito. Poiché noi non abbiamo mai avuto l'abitudine d nascondere a nói stessi l'aspetto della realta, cornilimie essa sia, cosi non esitiamo un minuto solo a dire che il Congresso di Livorno è stola la fiera dell'antifascismo. Una flora ingenerosa e volgare, intessuta di rancori e di miserie Non solo i discorsi principali sono stati aiitifascisti, ma le interruzioni anonime, alcune delle duali veramente gravissime, hanno rivelato, più che i- discorsi, l'animo veramente antifascista dell'adunata convocata a Livorno dal signor ceroni. Borzino. 1 pochi discorsi di umana comprensione del fenomeno fascista in serena valutazione dell'opera del Governo e del Partito, nom ci Bono stati perchè questi discorsi sono stati furiati e subissati fra fischi e vituperose invettive, fra grida e tumulti degni di una taverna e non delle assisi di un partito che prima di pretendere di normalizzare l'Italia intera, dovrebbe cominciare col normalizzale se stesso. ^ • E dopo aver detto che ha ragione chi Jia definito il Congresso di Livorno « come jun congresso di opposizione, se pure non ancora domiciliata sull'Aventino », l'arliicolo soggiunge: . « Quanto all'ordine del giorno che ha raeieolto la maggioranza dei voti, noi siamo in grado di affermare che il Capo del Governo ■lo respinge nettamente, nonostante le ipocrite dichiarazioni che l'hanno preceduto. Lo respinge per il contenuto e per la forma c per 11 modo; per le parole ohe l'hanno accompagnato, por le restrizioni che lo adombrano, per tutto ciò che 6 stato detto o taciuto; e poi infine perchè (mesta infinitesima trazione politicante del partito e del popolo Italiano non ha diritto alcuno di handire condizioni di. sorta ». L'articolo cosi concludo : '« Il Congresso dell'anti-fazione è stato un Congresso fazioso, che non ha avuto vergogna di sopraffare continuamente la tendenza di minoranza, che pure rappresentava e rappresenta una grande, una nobile corrente nella storia dell'attività politica del liberalismo italiano. Che cosa importa ora che il presentatore dell'ordine del giorno fibbia dichiarato che non intendeva di dargli carattere di opposizione? Ripetiamo che questa h una insipme ipocrisia. Non per niente tutte lo Opposizioni ritengono Ria acquisito alla loro causa anche il Partito liberale italiano, almeno nella sua maggioranza. Sappiano ad ogni modo 1 liberali che hanno votato a Livorno l'ordine del giorno. Petrazzi, che per il capo del Governò il loro Ordine del giorno, come altri documenti 'dello stesso genere, lascia il tempo che 1rova », - La frazione filofascista Stamane, pertanto, a Montecitorio si • aveva la sensazione delle ripercussioni del voto di Livorno fra i deputati di destra della frazione filo-fascista. Oltre i deputati che fanno parte del Comitato delle Opposizioni, convocato per Oggi, erano pure presenti molti deputati della destra, reduci da Livorno. Il loro ritorno ò coinciso con quello da Ginevra dell'on. Salandra, la cui presenza a Roma ha richiamato particolarmente l'attenzione degli ambienti politici sull'atteggiamento del leader della, destra riguardo agli sviluppi che fra i deputati suoi amici accenna ad avere il voto di Livorno Senza dubbio il fallito tentativo di influenzare il Congresso Con lo precedenti riunioni parlamentari, in cui la tendenza ministeriale si era decisamente manifestata, lo spirito della discussione di Livorno e le affermazioni concrete indicate nella mozione, hanno acuito il dissenso ed il disagio tra il Partito — quale si è rivelato appunto nel congresso — e la frazione parlamentare. Questa aveva sperato che il Congresso si sarebbe limitato a semplici affermazioni teoriche, senza per nulla precisare problemi che potessero comunque compromettere, implicando delle condizioni, l'attuale collaborazione con il Governo fascista. E' evidente che questa frazione già mostrava, tra il Partito e il Governo, di voler seguire quest'ultimo nella eventualità elio il Congresso — come poi infatti è avvenuto — stabilisse una sostanziale differenza di direttive fra liberalismo e fascismo. A questo proposito alcuni deputali di destra manifestavano esplicitamente la loro tendenza secessionista, ritenendo che il voto del Congresso intralcia l'attività ministeriale della frazione parlamentare. Questi stessi deputati, desiderando di venire al più presto ad una completa chiarificazione di tendenze, volevano senz'altro indire una riunione. Al riguardo si sono ventilate varie proposte. Alcuni hanno manifestato il parere di attendere il ritorno dell'on. Mussolini per conferire con lui e prendere in seguilo decisioni; ina altri osservavano che tale decisione sarebbe parsa suggerita dallo stesso Mussolini. Si è deciso di conferire innanzitutto con l'on. Salandra. Stamane, infatti, l'on. Riccio e l'on. Codacci Pisanelli hanno conferito con l'ex-presidente del Consiglio. La discussione, secondo quanto si assicurava, si è svolta intorno alla situazione creala dal voto di Livorno e specialmente sul fatto che il Congresso ha rivelato una tendenza opposta a quella della destra filofascista. Infatti si osservava clic, anche sen•fca le ripercussioni che sul Congresso Ira fcvuto il discorso dell'on. Mussolini riaffermante i'iritranslfiwma aiil'c^.m-zionnln del Governo la tendenza ministeriale sarebbe rimasta sempre in iiiiuoriinza. Salandra . Intanto nel pomeriggio, verso le 17, ha Tatto una breve apparizione nei corridoi della Camera lo stesso Salandra. (ili si sono fatti attorno i deputati lilie.;;li presenti in quel momento, ciò-- ili on. Codacci Pi• sanelli, Tosti di Vnlrniiitita, Petrillo, l'exjdeputato Baldassarre e nuiilerosi giornalisti. Dopo i saluti, sono stali fatti rilevare jall'ex-presidento del Consiglio tutte le voci fconlraddittoric corse in merito al suo at¬ teggiamento c qualcuno si è detto sorpreso che nessuna rettifica o smentita fosse sopravvenuta da parte di chi era così direttamente tirato in ballo dalla ridda delle ipotesi. L'on. Salandra, schermendosi dal manifestare comunque il suo pensiero, si è limitato ad osservare che alle smentite bisogna ricorrerò assai parcamente perchè esse finiscono spesso col dare esca a nuove chiacchiere. La presenza dell'on. Salandra a Montecitorio, mossa in rapporto con le voci corse nella mattinata, ha fatto ritenere nel pomeriggio che i liberali parlamentari volessero tenere l'annunciata riunione. Essa invece non ha avuto luogo; ma i deputati presenti — ai quali si sono • poi aggiunti gli on. Sandrini, Geremicca e Fontana — hanno avuto un attivo scambio di idee sulla situazione. E' presumibile che l'on. Codacci Pisanelli, il quale nella mattinata ha visitato l'on. Sarrocchi, abbia messo al corrente i colleglli del pensiero del ministro dei LL. PP. sulla situazione dei parlamentari liberali di destra quale si è determinata in seguito al voto di Livorno. Sembra che tutti si siano trovati d'accordo nella necessità di provocare una decisione esauriente e definitiva, di tutti i deputati liberali di destra, su quella che dovrà essere la loro azione politica futura. Ma si fi anche ritenuto che, prima di decidere, fosse il caso di conoscere l'atteggiamento della direzione del Partito liberale e il pensiero ufficiale del Governo sulla manifestazione di Livorno. Pertanto, ò stato diramato stassera — a firma degli on. Codacci Pisanelli, Sandrini e Geremicca — un invito circolare a tutti i deputati liberali perchè intervengano ad una adunanza indetta a Montecitorio per mercoledì 15 ottobre. Alla riunione interverrà l'on. Salandra il quale, secondo quanto si assicura, pronuncerà un discorso, che non potrà non avere importanza decisiva sulle deliberazioni del gruppo. In attesa di Mussolini Allo stato attuale delle cose, gli umori finora manifestati dai deputati appartenenti alla destra, lasciano prevedere che'il gruppo pretenderà di rivendicare a sè stesso autonomia di azione sul terreno parlamentare; ma si ritiene pure che l'organo competente del Partito non potrà ammettere una tale decisione la quale sarebbe in contrasto con l'ultimo comma della dichiarazione di Livorno, che parla di rappresentanza parlamentare disciplinata al Partito. Del resto, l'autonomia del gruppo parlamentare presenta degli inconvenienti. Essa, una volta realizzata, creerebbe una situazione veramente singolare a quelle Sezioni che, insieme coi deputati e coi senatori, hanno votato in contrasto con la minoranza; il che non può apparire opportuno neanche ac destri, appunto perchè non conserva la coesione di quelle forzo che sono state unite nella votazione. Per tutte queste ragioni è più probabile che si arrivi ad una scissione. Parlamentari liberali, che prospettavano stassera questa ipotesi, aggiungevano, precisando, che, insieme coi deputati e senatori della destra uscirebbero logicamente dal Partito anche quelle Sezioni che si sono affermate sull'ordine del giorno di minoranza presentato dagli umbri. Queste Sezioni, una volta distaccate dal Partito, assumerebbero il nome di « Associazioni costituzionali», da quella milanese nella quale l'on. Mussolini ha pronunciato il suo ultimo discorso. Nei riguardi del Congresso di Livorno non si è avuta ancora alcuna manifestazione ufficiale da parte degli organi del partito dominante. Il Direttorio nazionale fascista ha tenuto sì due laboriose sedute, ma in esse, conformemente alla decisione adottata ieri, non si è occupato della questione per la quale occorre attendere il ritorno a Roma dell'on. Mussolini. Non è neppure escluso che, su invito del presidente, il Direttorio non si pronunci affatto sull'ordine del giorno di Livorno, lasciando al Governo d'interpretarlo come crederà opportuno e di adottare per conseguenza la sua linea di condotta. Inoltre nessuno si dissimula che il voto di Livorno crea comunque una situazione nuova in tutte quelle Amministrazioni comunali e provinciali in cui s' è attuata fino a ieri una tranquilla collaborazione tra fascisti e liberali. A (itolo di cronaca vi informiamo che a Montecitorio le voci riguardo all'atteggiamento che assumerà il Governo sono assai varie e contraddittorie. Secondo alcuni l'on. Mussolini vorrebbe ripetere il gesto compiuto nei riguardi dei popolari all'indomani di Torino, affrettando in questo modo la scissione. Secondo altri, invece, il Governo avrebbe interesse, questa volta, che gli esponenti ed i fautori della tendenza collaborazionista e filo-fascista restassero in seno al Partito anziché uscirneSi prevede, comunque, che il pensiero del Governo e la posizione dei ministri liberali sarà chiarita definitivamente dopo il Consiglio dei ministri di giovedì. Ingiurie e ammissioni fasciste Sullo sbocco di tale movimento non è oggi il caso di fare previsioni. Ma bisogna comunque tener conte di tutti gli elementi della situazione. Abbiamo veduto il disprezzo che la stampa fascista ostenta verso i liberali ed il voto di Livorno. In taluni ambienti di schietto fascismo, appare anzi una chiara gioia per l'isolamento in cui viene a trovarsi il fascismo. L'Impero, ad esempio, pubblica un titolo su sei colonne che «lice : « Abbiamo un solo rammarico : che il voto di Livorno non sia stato nettamente anti-fascista». E' l'organo oltranzista non risparmia ai liberali la definizione di « criminale banda di politici ». E' da notarsi, tuttavia, che,'mentre gli organi fascisti attaccano il voto del Congresso, sono larghi di espressioni gentili verso quei destri che si sono fatti accesi sostenitori della collaborazione a tutti i costi. L'Idea Nazionale, ad esempio, crede che la manifestazione liberale di Livorno meriti considerazione come espressione prevalente di ii un liberalismo provinciale di pura marca giolittiana ». L'organo nazional-fascista conclude quindi : « Il Congresso di Livorno non ha una importanza propria, in quanto non sposta la slI Inazione politica; ne Ha invece una notevole riflessa, clic ci consiglia ili trami due conseguenze; e cioè che il fascismo ha nei liberali di destra amici sinceri e devoti, sperimentati og;ri In una prova non lieve; secondo, die la incerta ostilità di taluni gruppi liberali rimorchiati al Congresso dai, giolitiiani risponde ad uno stato d'animo superficiale, ma diffuso ed episodico, ed in un certo senso pericoloso, che turba e devia, sotto la spinta del sottile veleno anti-fascista propinato in mille guise, taluni celi medii e facili ai subitanei entusiasmi ed agli improvvisi abbandoni. Ciò il fascismo devo considerare come conseguenza del Congresso di Livorno, per poter cosi ricondurre al più presto, e colle buone opere, sulla rotta via molti sbandati. Niente altro ». Anche 11 Corriere d'Italia, clerico-fascista afferma che il volo di Livorno non avrà alcuna ripercussione parlamentare, dando per certa la scissione dei destri, i quali anche nella prosa del Popolo d'Italia, sono detti « vecchi amici ». Certo i destri devono sentirsi lusingati da tante belle espressioni, e non è perciò inutile ricordare loro quello che scriveva l'on. Federzoni dieci anni fa proprio dei liberali. L'autografo della lettera dell'attuale ministro dell'interno ad un amico è riprodotto dalla Voce Repubblicana e dice tra l'altro : « Circa i vecchi liberali slamo d'accordo: fanno vomitare, ma non bisogna prenderli di fronte. Bisogna soppiantarli di sorpresa ed avendo l'aria di rendere loro un servizio, come abbiamo fallo a Roma. In tal modo sono pure obbligati a ringraziare noi che li liquidiamo ». La lettera è senza dubbio di un'attualità sorprendente, ed i liberali di destra debbono anche riflettere sulle responsabilità che si assumerebbero qualora, uscendo dal Partito venissero effettivamente a togliere ogni possibilità di soluzione della crisi sul terreno parlamentare. Identità con l'Opposizione A questo riguardo è assai notevole l'editoriale del Mondo, ibquale rileva che il liberalismo italiano ha ripreso a Livorno un posto di prima linea sulla scena politica : « La dichiarazione del Congresso si ricongiunge ai principi! più nobili ed alle migliori tradizioni sotto il cui presidio fu fatta l'Italia una e fu costruito lo Stato italiano. La dichiarazione di Livorno significa, per l'appunto, che la ricostruzione tnon può-essere ispirata a principi diversi dà quelli che diressero la costruzione. Ora la grandissima maggioranza degli italiani consentirà col Congresso liberale di Livorno in questo criterio, che è criterio di costruzione e di restaurazione, e che 6 per l'Italia regola ottima di buona salute pubblica. Sì: la grandissima maggioranza degli italiani ; i quali possono ben sorridere sulle ironie aritmetiche del fascismo, deluso e malcontento, e ricorderanno assai facilmente che i numeri sono stati sempre per il fascismo un'opinione. Non furono dunque un'opinione il 6 aprile7 ». Il giornale osserva che tra i due campi opposti, fascismo ed opposizione, è sorto e si è affermato politicamente un centro dotato di autonomia spirituale e capacità politica propria, il quale eserciterà indubbiamente una benefica influenza sulla risoluzione della crisi. Quindi aggiunge: « Le opposizioni, unicamente preoccupate di agevolare il ritorno della vita italiana sulle basi della normalità costiluz'-nale, ed in nessun modo pensose del proprio tornaconto politico, non possono non registrare con soddisfazione i risultati del Congresso di Livorno nei quali riconoscono soprattutto la conferma morale offerta dalla coscienza media del paese alila tesi fondamentale per la quale essi si battono in nomo della vita della Nazione. Essi devono altresì riconoscerò che l'attuazione dei sei punti contemplati nella dichiarazione di Livorno eliminerebbe le ragioni che rendono impossibile la loro partecipazione ai lavori parlamentari e ricondurrebbe le competizioni politiche ed in genere tutta la vita, del paese su quelle basi di normalità, la cui assenza giustifica larga parte della loro tenace battaglia. Resta ora da vedere in qual modo le ferzo politiche del centro cercheranno di far prevalere il programma di Livorno, di Assisi e di Fiume. E' un problema di azione concreta sul quale noi non dobbiamo esprimere alcun giudizio. Soltanto, mentre Mussolini, chiuso nel suo campo trincerato nega, svaluta e dileggia, secondo il costume della casa, noi affermiamo che il paese guarda con vivissimo interesse a quanto avviene nella zona centrale della sua vita politica». Il giornale conclude che non spetta tuttavia alle opposizioni di far manifestazioni nei riguardi del Congresso di Livorno. Come si vede, l'organo dell'opposizione costituzionale definisce molto chiaramente quale alta funzione sia venuto ad assumere il liberalismo italiano dopo Livorno, per la piana soluzione di una crisi, i cui elementi fondamentali sono ormai stati riconosciuti e dichiarati attraverso varie manifestazioni della grande maggioranza del popolo italiano. "Il Giornale d'Italia,, contro la scissione E' opportuno intanto rilevare che l'organo dei liberali di destra, il- « Giornale d'Italia », mostra chiaramente di non credere alla divisione del Partito. Circa le voci di mutamenti politici, il « Giornale d'Italia » scrive: « Il Congresso, mentre votava l'ordine del giorno Pedrazzi, inviava dei telegrammi affettuosi ai ministri Sarrocchi e Casati ; uè sembra che l'on. Mussolini abbia intenzione di dimettere lui i ministri liberali, che non hanno colpa nè peccato se il Congresso di Livorno ha creduto di fare una forte affermazione di fede liberale, anche se non ha voluto occuparsi della collaborazione. Infatti, un articolo del Popolo d'Italia dice che la dichiarazione di Livorno lascia il tempo che aveva trovato, il che farebbe supporre che il presidente del Consiglio non ritiene di dover far mutamenti ministeriali. Quanto all'atteggiamento dei collaborazionisti, non si crede che sia per volgere al pratico nel senso di lina scissione del partito. Infatti, la dichiarazione di Livorno non tocca in nessun senso la questione delia collaborazione, che lascia impregiudicata, e non fa.che affermare dei principi nei quali anche 'i collaborazionisti, essendo liberali, schiettamente convengono. D'altro canto, una scissione in questo momento indebolirebbe il partito, mentre il paese attende dal Partito liberale, nella Camera e fuori, un'azione equilibratrice in mezzo alle, fazioni contrastanti. Ogni partito ha delle tendenze tattiche diverse, le quali si manifestano in occasione dei Congressi e non per questo i partiti si dividono. La minoranza rende omaggio alle decisioni della maggioranza, quando non sono contrastanti con i principi! fondamentali del partito ». La mancanza di qualsiasi ragione che giustifichi la scissione dei destri, il « Giornale d'Italia » la vuole specialmente desumere dal significato del voto di Livorno, il quale nell'editoriale dell'organo liberale appaio come « niente altro che lo Statuto ». "Un nuovo periodo della vita nazionale,, Rilevato lo stato d'animo anormale de! paese, il « Giornale d'Italia » scrivo ancora : * Per ricomporsi, e poscia solidamente rinnovarsi, prima di lutto bisogna tornare allo Statuto, clic assicura nell'ordine lo sviluppo degli ordinamenti liberali, A proteggere e prò- muovere quello sviluppo, forma essenziale del progresso, deve essere il Parlamento nella pienezza della 6iia autorità e della sua legittimità: non ingiuriato quindi, non deriso, non ritenuto uno strumento di comodo, convocato in certo occasioni, rinviato alla prima comodità, come uno strumento destinato a rendere servigi e nulla più. Invalidare il Parlamento significa diminuire la Nazione uditi mia energia generatrice. Non mono meritevoli di rispetto sono le rappresentanze degli Enti locali. Annullare la funzione dei Comuni, importa non soltanto offendere gelosissima tradizioni della storia nostra, ma comprimere nei loro centri originari le attività più veramente feconde di lavoro, di fiducia, di disciplina nazionale. E dove queste facoltà naturali, storiche e legali vengono a mancare, effettivamente non si vive più, come non si vive in una stanza entro la quale 6Ìa stato artificialmente soppresso il beneficio dell'aria ». L'organo liberale ricorda i risultati di altri recenti Congressi: dei combattenti, dei mutilati, degli avvocati, dei giornalisti, e ne nota le analogie, concludendo: « Erano aspirazioni invariabilmente uguali che si levavano dalle parti più varie; ed ora noi teniamo, a titolo di conforto e di orgoglio legittimo, che al Partito liberale sia .toccato di riassumere quei voti in una forma armonica, forte, di verità, serena e severa, così da interpretare felicemente l'indole della popolazione nostra, ugualmente ribelle alle imposizioni materiali che alle strillate vocilerazioni formali. Il Partito liberale, cui spetta il vanto di aver conquistato alla Patria l'unità, ha iniziato una sua nuova opera che deve coincidere con un nuovo periodo della storia della nazione ». Opinioni di deputati Anche da alcune dichiarazioni di personalità liberali il « Giornale d'Italia » trae la conclusione che non ci sono motivi di scissione. L'on. Soleri, richiesto del suo pensiero sul contenuto e sulla portata dell'ordine del giorno Petrazzi, ha detto: « L'ordino del giorno Pedrazzi, che una grande maggioranza dell'assemblea ha votato, non <■; né di destra nò di sinistra. Non è un ordino del giorno democratico nè conservatore; ma semplicemente un'affermazione liberale; e tanto è vero che è fondato sui principi liberaili che molti che avevano votato per l'ordine del giorno Ricci, hanno poi finito per astenersi sull'ordine del giorno Pedrazzi, perchè hanno riconosciuto che in tale ordine del giorno non c'era nulla che potesse essere ripudialo e disconosciuto da un liberale. Le manovre tendenti a svalutare l'ordine deil giorno Pedrazzi hanno preso lo spunto da un presupposto soggettivo, e cioè che l'ordine del giorno stesso fosse permeato di uno spirito dì opposizione. Quest'opinione di cantiere soggettivo non trova nessuna rispondenza nelle parole dell'ordine del giorno, che riafferma solennemente i principii fondamentali del liberalismo e si astiene da ogni apprezzamento di ordine politico contingente. Non è questione di destra o di sinistra, ma semplicemente di una dichiarazione di fede ai nostri principi tradizionali consacrati dal■la storia e dall'esperienza. Gli uomini che costituiscono la tendenza di destra non possono, neanche con la massima buona volontà, trovare nell'ordine del giorno di Livorno nessuna espressione che urti i loro principii e le loro tradizioni: quindi sarebbe ingiusto di provocare sulla base di questo ondine del giorno una scissione, quando l'ordine del giorno stesso è essenzialmente unitario. Ma su questa questione mi riserbo di parlare più ampiamente in seguito. Sulla influenza dell'ordine del giorno sulla condotta politica del Governo, non posso formulare pronostici. Noi non abbiamo inteso porre condizioni nè dettare legge al fascismo, ma ci 6Ìamo mantenuti nell'ambito di un'affermazione di principi liberali, senza preoccuparci degli orientamenti che il Parlamento sarà per assumere nei riguardi del Governo. Noi abbiamo detto al paese: ecco quali sono i nostri principii e l nostri ideali. Secondo noi, non ci può essere un Governo degno del nostro paese se non 6i adatta a rispettare e ad applicare questi principi basilari del liberalismo ». L'on. Biotti, intervstato da un redattore del Mondo, ha dchiarato: « Il significato del voto deve ricercarsi nella profonda persuasione che la normalità della vita del paese si può ottenere con l'applicazione dei principi liberali. Il fascismo ha torto di insorgere con tanta violenza contro di noi, perchè nel richiamare alla sua considerazione, con serenità di coscienza, i punti sui quali si sofferma la meditazione di molti cittadini, crediamo di aver reso un servigio al fascismo stesso c più ancora al paese. C'è infatti una massa di cittadini che si guadagna la vlt lavorando con le braccia o col pensiero, la quale è lontana dagli estremismi e crede nei valori ideali, persuasa che la teoria delle « tasche sicure » sia non solo insufficiente, ed incompleta, ma spesse volte inumana. Quanto alla posizione dei ministri Casati e Sarrocchi nulla di più semplice. Questi due eminenti ed amati uomini del liberalismo trarranno ispirazione dal Congresso di Livorno per spiegare sul Governo fascista quell'influenza che possa consentire di giungere ad un'effettiva normalità di cose, secondo lo direttive dal Congrosso manifestate. Non posso dire quale sarà l'atteggiamento dei deputati membri del Partito dòpo il voto. Se dovessi formulare un augurio, sarebbe nel senso che rimanessero a rappresentare la loro tendenza nel seno del Partito, tanto più che alcuni di essi possono influire sugli altri con la grande autorità del nome e de! nobile passato. Infine, sulle conseguenze del voto di Livorno L'Osservatore Romano dice che il valore e la portata politica della dichiaranione liberale non è nel suo testo quanto nello sviluppo degl* avvenimenti. « Una frase del Popolo d'Italia ha messo a rumore il campo liberale; questa: « Il voto di Livorno lascia il tempo che trova ». E' una sfida, si ripeto da più parti. Forse è una constatazione, posto che, tolti i deputati della democrazia liberale, già sul piede della politica del « fino a un certo punto », di fronte al Governo, gli altri parlamentari sono tuttora di quell'ala destra della quale non si esclude perfino il proposito di staccarsi dal Partito per mantener fede alla collaborazione ». Il Comitato delle Opposizioni La cronaca registra oggi anche una riunione del Comitato parlamentare delle opposizioni. La riunione è terminata senza però che si sia votato l'annunciato ordine del giorno sul Congresso di Livorno, non essendosi ancora raggiunto l'accordo sulla opportunità di una simile manifestazione. Ecco il comunicato nel suo testo ufficiale diramato dopo la riunione: « Si è tenuta nel locali di Montecitorio una riunione del Comitato parlamentare delle opposizioni. Erano presenti: De Gaspcri, Gronchi e lupini per i popolari; Baldesi, Bocconi, Labriola, Modigliani, Musatti, Treves e Turati per gli unitari; Guarnii Amelia e Persico per la democrazia sociale; Oro Nobili per i massimalisti ; Chiesa, Facchinetti e Morea per i repubblicani : Molò per l'opposizione costituzionale. Dopo la relazione della segreteria, si è iniziato uno scambio di idee sulla situazione politica. Stante l'ora tarda, ut discussione sarà continuata in una successiva adunanza indetta per le'ore 1G di immani ».