L'esplicito voto per "la realizzazione e la difesa" dei principi costituzionali

L'esplicito voto per "la realizzazione e la difesa" dei principi costituzionali L'esplicito voto per "la realizzazione e la difesa" dei principi costituzionali Ristabilire l'imperio della legge - Sottrarre lo Stato all'egemonia di partito - Non deformare la Carta Albertina - Rigoroso rispetto della divisione dei poteri - Base legìttima di Governo deve essere il Parlamento - L'Esercito esclusivo presidio dello Stato: nessuna forza armata che abbia spirito e carattere di parte - Reintegrare la libertà sancita dallo Statuto Per la Costituzione L'ordine del giorno, che, a maggioranza di più che due terzi contro meno di un terzo, è stato votato dal Congresso liberale è la condanna deflnltiva.del governo, o del « regime » fascista. Ogni comma dell'ordino del giorno essendo in antitesi diretta, insormontabile con la teoria e la prassi del fascismo. Antitesi tanto, più significativa in quanto, a formularla, è stato un delegato di Bologna ; della regione, cioè, che,' avendo più sofferto per gli eccessi, le violenze, i torbidi e fantastici sogni del bolscevismo, tanto più naturalmente si era illusa sul conto di chi si atteggiava a suo contrapposto, del fascismo; fino a che una ^dolorosa esperienza di più che un triennio l'ha persuasa che il fascismo era gemello del preteso avversario, ed anzi possedeva, per un cumulo 'di ragioni estrinseche ed intrinsiche, una assai ■ maggiore capacità di realizzazioni illegali, violente ed oppressive (nessun caso Regazzi noi conosciamo nel periodo bolscevico). Dicevamo che ogni comma dell'ordine del giorno, approvato. dal congresso liberale a grande maggioranza, è- una esplicita condanna — una condanna senza appello — del governo fascista. Incomincia esso rivendicando l'autonomia del partito: mentre il fascismo, notoriamente, non ammette partiti accanto a sè nella vita pubblica (negando, per comodità polemica, di esser partito esso stergo-)! e particolarmente fermo in tale diniego è il capo del governo fascista, chej-nel cuiupilare~H listone, dichiarò sempre di includerci dei liberali, come uomini, non come rappresentanti del partito, da lui non riconosciuto. (O la direzione d'allora ebbe il grave torto' di'-accettare la condizione). Seguita l'ordine del giorno riaffermando «la perenne tradizione liberale del riscatto nazionale »; mentre il fascismo, ammaestrato in ciò-dal nazionalismo, nega qualunque rapporto -tra 11 liberalismo e l'opera del Risorgimento (presentando cosi,se-medesimo nella sua_ye'ra figura di reazione al-Risorgimento.jJl antirisorgimento); e proprio in questi, giorni, in opposizione.-al».disoe-rso- di Borzino, ha affermato sull'organo personale del capo del governo fascista, avere avuto Cavour soltanto « le apparenze di statutario ». (Non'potrébbero-limitarsi quei signori a ingiuriare i vivtr senza- oltrag■> giare i morti, i grandi morti della Patria, e in essi la Patria medesima?). Seguita, l'ordine del giorno, reclamando che sia ri' stabilito. « al disopra delle fazioni in lotta ■ l'imperio della legge »; e a ciò rispondono, da parte del governo fascista, oltre ciò .«he esso fa o lascia fai t quotidianamente, le parole del suo capo, a Milano e a GoJlarate, secondo le qual' i fascisti stanno fermi (non compiono, cioè, atti illegali, violenze, oltraggi, a danno dei non fascisti, aJdanno, per esempio, dei congressisti di Livorno) unicamente per obbedienza personale a lui, non per rispetto ai diritti di ogni cittadino e ai codice penale, che, dunque, per i fascist' non conta. Queste sono le premesse dell'ordine del giorno Pedrazzi: vediamo i postulati. Sottrazione dello stato all'egemonia di partiti o di gruppi, per il regolamento supremo della vita nazionale e della pacifica lotta politica nel suo ambito; ò la negazione, in .pieno dello stato fascista, cioè, come tutti sappiamo a memoria, e per tristissima esperienza, dello stato partito, che non ammette lotta politica, reprimendola colla polizia, illegalmente adoperata, e più collo squadrismo. Conservazione del regime costituzionale statutaria e del principio che la sola base legittima di governo sia il consenso del Paese manifestato nelle forme statutarie: ò precisamente quel postulato di cui noi invocavamo, anche alla vigilia di Livorno, la esplicita riconferma" da parte dei liberali; ed ò altresì il postulato che, rincora una volta, il capo del fascismo ha negato, nel discorso di Milano. Le attenuazioni introdotte :ri osso «après coup » (a.paite il loro valore psicologico^intimo, evidentemente nullo' non modificano affatto il pensiero del discorso; rimane, anche nel testo riveduto e corretto, che il capo del fascismo h: preso posizione contro la « possibilitò d' sbarazzarsi di questo governo attraverso un semplice voto parlamentare »; ed ila-soggiunto:- «-Su queste-terreno, siamo intransigenti ». Che poi egli abbia introdotto, a discorso pronunciato, le parole « in momenti eccezionali » (non-accorgendosi • della contraddizione stridente Ira quest'aggulP,a> e le parole rimaste-ula soluzione ordinaria e regolare, j»). non serve assolutamente a nulla: circostanze eccezionali saranno .state,—sa mai, quelle della marcia su Roma; oggi si tratta, precisamente, della «soluzione ordinaria e regolare», per cui il capo del fascismo ha negalo, ancora una volta, il funzionamento della costituzione. Riguardo la milizia, l'ordine del giorno Pedrazzi non parla di scioglimento, o meno, di essa; ma nega che possa esistere una qualsiasi forza armata con « spirito e carattere di parti». Ora è proprio qui che il governo fascista non vuol sentir ragione: nel discorso di Milano, mentre ogni scioglimento della milizia è recisa mente negato, si parla di « rivedere i qua dri » (frase vaga, che nonlmpegna a nulla), e del giuramento al Re, di cui fu già indicata l'insufficienza. Il punto centi-ale, il carattere di partito e personale della milizia non è stato toccato, appunto perchè essa, nella volontà del capo del fascismo, deve rimanere intatto. Proseguire nella analisi dell'ordine dei giorno approvato dai Congrosso liberale, ci sembra inutile, diciamo solo che la- riaffermazione della divisione dei poteri, delle libertà statutarie (fra cui è quella di stampa), del principio autarchico per le amministrazioni locali, della libertà sindacale, sono in armonia con quanto precede e completano il quadro dell'opposizione ar-| fascismo. Piuttosto, giova rilevare tutta la importanza 'della , conclusione : « il congresso commette alla direzione nazionale e alla rappresentanza parlamentare disciplinata al partito la realizzazione e la difesa di questi principii ». Il doveroso rispetto ai diritti del Parlamento, la opportuna scioltezza di mosse degli organi direttivi e rapp. esentativi del partito nella lotta politica quotidiana non potevano spingersi — come taluno avrebbe desiderato — a fare della volontì del congresso e del partito una semplice affermazione platonica. Ferma rimanendo una congrua, disciplinata libertà circa i tempi ed i modi, rimane l'obbligo per la direzione del partito e per i deputai-' liberali di condursi secondo i principii proclamati nell'ordine del giorno. Questi principii sono per la costituzione e la libertà, a cui il governo fascista mostra chiaramente di voler continuare a negare, in teoria ed in pratica, il dovuto ossequio. Chi si dice liberale, soprattutto chi è inscritto al partito e lo rappresenta, in Parlamento e altrove, non può, da oggi in poi, dare ulteriormente fiducia e collaborazione all'attuale governo.

Persone citate: Borzino, Cavour, Pedrazzi, Regazzi

Luoghi citati: Bologna, Livorno, Milano, Roma