Altri tre discorsi di Mussolini a Milano

Altri tre discorsi di Mussolini a Milano Altri tre discorsi di Mussolini a Milano Milano, 6 mattino. L'on. Mussolini si era recato ieri alle sette al campo di aviazione di Cinisello per assistere alla partenza delle squadriglie aviatorie in gara per la Coppa Baracca, ma causa le pessime condiziona atmosferiche la gara è stata rinviata a stamane alle ore 9. Quindi l'on. Mussolini ha visitato gli hangars interessandosi vivamente ai diversi tipi di apparecchi, e si è recato alla sede municipale di Cinisello, accolto da un discorso del sindacodi quel paese. Prima di salire in automobile diretto a Legnano, il presidente ha passato in rivista gli allievi dell'accademia dell'aviazione ed i rappresentanti delle antiche, squadro fasciste milanesi con gaglierdctti. Agli operai: «Ho la coscienza tranquilla»Il presidente del Consiglio accompagnato dal suo capo di gabinetto marchese Paolucci De' Calboii e dalle autorità si è recato poscia a Legnano per .procedere all'inaugurazione delia scuola professionale operaia Antonio Bei-nocchi. Allo stabilimento Bernocchi lo attendono tutte le autorità cittadine e le rappresentanze del fascio. Dopo l'inaugurazione della scuola professionale operala, l'on. Mussolini assiste allo scoprimento di una lapide in memoria dei 43 dipendenti dello stabilimento caduti in guerra. Terminata la cerimonia, il presidente del Consiglio riattraversa la città, si porta allo stabilimento Tosi, ove alla sua presenza viene inaugurato il vessillo della associazione tra gli impiegati e gli operai dello stabilimento. Ivi egli pronuncia il seguente discorso: c Operai, questi vostri compagni, che si possono chiamare giustamente i veterani del davoro. hanno avuto un piccolo segno ufficiale di riconoscimento. Ma io credo che nell'animo di questi vostri compagni chi sa quanti ricordi questo segno ha risvegliato, ricordi di tanti anni passali, di tante vicende, di tanto lavoro dato allo stabilimento e alla nazione. Questa piccola ricompensa è un sintomo di quello che il Governo nazionale pensa nei confronti dal lavoro e dei problemi del lavoro. Vi dichiaro con tutta sincerità che ho la coscienza assolutamente tranquilla, che i problemi che vi interessano sono sempre pre-seaiti al mio spirito. Quando la marina doveva iniziare nuovi lavori, nuove costruzioni clie devono dare la sicurezza alla nazione e garantire il futuro, io pensavo anche agli operai, agli operai ohe nelle officine avrebbero costruiti questi ordigni possenti e delicati che possono essere chiamati il prodigio della iconica e del lavoro, e se vi dico che i vostri legittimi interessi mi 6ono sempre presenti, non lo faccio per raccogliere il vostro applauso, per avere presso di voi una buona opinione pubblica. Un Governo non può sempre essere giudicato dai contemporanei, ma qualche volta occorre attendere per essere giudicati giustamente, se il tempo passa. Ma voi sentite come il nostro prestigio all'estero sia aumentato, come si siano intensificali i traffici e aumentato il lavoro e quindi come sia anche aumentato 11 beneficio collettivo e anche il vostro personale, perchè il miglioramento delle industrie permette quell'aumento di lavoratori clic sono la ricompensa pratica della vostra fatica. Così io intendo la collaborazione, così la intendono i vostri industriali dei quali un modello è il vostro on. Tosi, il cui padre ha creato attraverso decenni queste potenti officine dalle quali escono opere mirabili. Voi. operai, potete essere oggetto di lusinghe. Ma io vi ripeto che il fascismo ed il Governo che rappresento non hanno nessun interesse ad andare contro la classe lavoratrice. Se lo facessero sarebbero stolidi. La classe lavoratrice e la potenza, la speranza, la certezza dell'avvenire d'Italia. Eleviamo dunque un pensieio di gratitudine a questi vostri compagni, ed eleviamo un inno al lavoro umano che forma, aumenta, accresce la ricchezza nazionale con la conquista dei mercati del mondo, al lavoro che è il vostro titolo di nobiltà. Viva id lavoro! viva l'Italia! ». L'on. Mussolini procede quindi alla distribuzione di 8 croci al merito del lavoro che10 stesso Presidente del Consiglio appunta sul petto degli operai dello stabilimento, insigniti della ambita onorificenza. Il Presidente del Consiglio, seguito dalle autorità raggiunge Gallarate. Quivi, dopo essersi intrattenuto affabilmente con un numeroso gruppo di mutilati si reca al Municipio dove sono adunati numerosi sindaci dei Comuni del circondario e le rappresentanze civili e militari. 11 sindaco di Gallarate pronuncia un patriottico discorso, ringraziando11 Presidente del Consiglio della sua visita L'on. Mussolini si reca alla-Casa del Snidato e poscia in piazza Garibaldi dove, salito su di un palco assiste alla solenne inaugurazione del labaro della l'C.a Legione della Milizia. Invitato a parlare, il presidente pronuncia un discorso spesso interrotto da applausi. L'on. Mussolini risale quindi In automobile e s'avvia verso Milano. Contro f convegni * , per la «politica interplanetaria n Alle 10,30 alla presenza dell'on. Mussolini e dell'on. Nova è stato inaugurato il quarto congresso nazionale dei dottori in scienze commerciali ed .economiche, n presidente dell'Ordine, dott. Citella, nel porgere il saluto a nome dell'intera classe, al Presidente del Consiglio ricordò che devesi al suo Governo il decreto legge 24 gennaio 1924. Il dott. Croccolo, presidente delia Federazione, si associò al saluto del precedente oratore. 11 senatore Mangiagalli, sindaco di Milano, ha portato quindi il saluto della città di Milano al Presidente del Consiglio ed a! ministro Nava. al prof. Sraffa, rettore dell'Università Bocconi ed a tutti i convenuti. L'on. Mussolini ha risposte « Signori. Ilo voiulo di proposito venire fr.i voi per assistere a questa cerimonia inaugurale. Mi sono ricordato chi?, in tempi lontani, io sono sfato studioso delle vostre discipline c discepolo di quello clic non a torlo poteva essere chiamato il principe degli economisti: parlo di Vilfredo Pareto. La vita poi ha spostato il mio itinerario di viaggio e non ho potuto approfondire molti problemi che mi interessavano. Posso quindi dire che sono un poco dei vostri, e posso aggiungere che i problemi della economia hanno sompre sedotto il mìo spirilo forse perchè sono aridi. Non sono poetici, e non importa, ma è bello che trovino in un paese di troppi poeti come è l'Italia, di grandi e piccoli poeti, di poetastri, di veramente poeli, anche dei cervelli come i vostri che si danno allo 6tudio per me enormemente poetico delle cifre e dei problemi concreti, dai quali dipende in gran parte il destino dei popoli. L'on. sindaco ha fatto molto bene a ricordarmi, perchè io me 10 ero dimenticato, che si deve a questo Governo un decreto legge, quindi un decreto buono, malgrado fosse un decreto legge (coj quale voi siete stati elevati ad ordine, avete avulo il vostro posto, il posto che meritavate nella gerarchia delle intelligenze nella vita nazionale). Siete riuniti a congresso, come bene ha detto il secondo oratore, non soltanto per discutere i vostri interessi professionali ma anche per affrontare i problemi che interessano la Nazione. In questo opuscolo che ho davanti agli occhi noto argomenti che possono appassionare voi e non soltanto voi. Vi 6i parla del problema della marina mercantile italiana. Sfogliandolo, ho già visto che il relatore ha toccato parecchi tasti assai importanti di questo che è un problema fondamentale della nazione italiana. Se è vero che noi siamo circondati dal mare, che la nostra vita 6 diretta sul mare, che tutti i nostri problemi di rifornimento dipendono in gran parte dal mare, e dal mare come già ci venne la vita potrà anche venirci la fortuna e la prosperità. Esaminate dunque questo problema con animo sereno. Questo forse è un congresso più utile di tanti altri, perchè invece di discutere sui grandi problemi della politica interplanetaria discute di cose concrete, dalle quali dipende domani il benessere, la prosperità e la sicurezza della Nazione italiana. Signori I in questo momento io voglio esprimervi tutti i miei fervidi auguri per il vostro lavoro e assicurarvi della mia piena e fraterna simpatia». « Sono tra voi come fante » Il discorso dell'on. Mussolini è applaudito. Quindi il presidente del Consiglio, seguito dal prefetto grand'uff. Pericoli e dal marchese Paolucci De' Calboii lascia l'Università Bocconi per recarsi alla casa del fante; dove, dopo hrevi parole del rag. Lonazzi, che vanta lo sforzo dei soci della sezione della metropoli lombarda, l'on. Mussolini pronuncia 11 seguente discorso: a Oli equivoco stava per togliermi il piacere di questa visita. Non sapevo si trattasse dell'inaugurazione della vostra nuova sede. Sono tra voi non come capo del governo, non come capo di un partito, sono tra voi come soldato, come fante. Io, che ho visto il fonte in trincea, so quanto ha sofferto, quanto ha lottalo, quanto sangue ha sparso e quale enorme tributo ha portato alla vittoria italiana. L'80 per cento dell'esercito è composto di fanti, si può quindi ben diro che il fante rappresentava e rappresenta la nazione. Io non amo la specializzazione, ma riconosco un solo privilegio, quello del fante. 11 furie in guerra era una cosa speciale, aveva compiti i più gravosi, tremendi. Poi doveva stare in trincea delle volte per 30, per 40 giorni, una cosa ben diversa da coloro che vi venivano per sei o sette giorni, magari ci stavano un'ora, che comparivano nelle j^andi occasioni, magari proprio in quella opportuna per pescare una medaglia. Voi conosceto tutto ciò meglio di me, ed è inutile che io vi ripeta la mia simpatia. Essa vi 6 acquisita anche come capo del Governo. Io voglio ricordare tra voi quel motto che un fante intelligentissimo inciso su una caverna alle sponde del Piave: u Non vogliamo enromi ». Al fante basta un encomio solo, la coscienza tranquilla di aver compiuto il proprio dovere, e, dirò di più, la coscienza che fi pronto a compierlo ancora se la patria dovesse suonare la grande campana della storia ».