Le condizioni che Mussolini non accetta

Le condizioni che Mussolini non accetta Le condizioni che Mussolini non accetta NORI, di Firenze, dà qualche spiegazione sull'ordine del giorno da lui presentato con il conte Fossombroni, ordine del giorno che già avete pubblicato. L'oratore ricorda che al Congresso di Bologna, a nome dell'organizzazione toscana, propose l'Unione del Partito liberale al partito che in quel momento marciava su noma. E commenta : — Il Congresso non fu del nostro parere, e forse fu male. L'adesione del Partito liberale al mo-vimento fascista avrebbe dato modo al Presidente del Consiglio di raccogliere intorno a sò altri uomini, che avrebbero evitato molti mali che oggi 6i lamentano. Isolato, il movimento fascista si trovò preso d'assalto dai professori senza cattedra, dagli organizzatori di ogni partito e dai nazionali stl. E avvenne quello che era fatale avve nisse. Le tre posizioni Premesso questo, l'avv. N'ori, con logicità di ragionamento e con esposizione brillantissima, precisa quali debbono essere le posizioni di un Partito liberale rispettoso delle sue tradizioni: posizione di opposizione pura semplice, distinta da quella dell'Aventino, oppure posizione di attesa che subordini a condizioni l'appoggio. Qualcuno interrompe, e l'oratore esclama: — Non voglio applausi, nò fischi. Sono tanto abile nel parlare da farmi applaudire dagli uni e dagli altri senza faticai (applausi, conim.enM). L'oratore conclude: — Fra queste duo posizioni taluno ne mette un'altra quella della collaborazione incondizionata (De Capitani protesta). Questa posizione io la escludo, perchè esc'udo ogni atteggiamfnto che non sia dignitoso e virile. DE CAPITANI : — Atteggiamenti come abbiamo sempre avuto! (Questa dichiarazione di De Capitani scatena il tumulto del Congresso. Il deputato milanese è urlato. De Capitani insiste ed i clamori si fanno più vivi). NORI: — Prendo atto della rettifica, se l'on. De Capitani vuol dire che esclude ogni forma di collaborazione che non 6ia una forma dignitosa, cosa che non mi sembra. Mi rallegro d'altra parte che non ci sia stato chi ha pensato ad infliggere questa umiliazione agli epigoni di Vincenzo Gioberti I Segue un lungo battibecco. L'oratore precisa quindi il suo pensiero contro ogni forma di collahorazione che abbia carattere servile; quindi pnssa a spiegare lo stato d'animo dei liberali fiorentini in rapporto col fascismo e la posizione ministerale presa dall'on Sarrocchi. A questo punto avviene un incidente, scoppiato nel fondo della platea fra alcuni congressisti e l'on. Sandrini. Si ha un quarto d'ora di confusione. Finalmente l'avv. Nori può riprendere. NORI: — Ho proceduto per esclusione. Escludendo' 1 due estremi, sono nervenuto alla tendenza centrista, che potrebbe chiamarsi tendenzialmente collaborazionista; perchè mentre dà atto al Governo ed al Partito fascista " del loro meriti, considera l'anormalità del presente stato di cose, le colpe e gli eiTorl del Partito e del Governo, e pone i limiti della nostra ulteriore adesione e collaborazione, quali sono emersi dal'e deliberazioni regionali e contenuti nella mozione Fossombroni e mia, giacché il ritorno alla concezione liberale dcl'o Stato esclude il concetto e la pratica dello, Stato fascista (Applausi). Il Governo fascila cesserebbe di essere tale « Oltre alle mie affermazioni di principii generali, avete udito l'affermazione di determinate soluzioni a determinati problemi, primo fra tutti quello della Milizia, ili fronte al quale noi abbiamo il programma massimo del suo scioglimento, che però urterebbe contro dillicoltà pratiche straordinarie, ed il programma minimo della sua costituzionalizzazlone. Noi intendiamo che ossa sia sottratta alle dipendenze di un capo di Governo e di partito e sia posta alla aipendenza del He (.4j)pl«usi). Noi intendiamo che le vengano fissati compiti precisi e che non interferiscano coi compiti della difesa esterna, affidata all'esercito, e della difesa interna, affidata alla polizia. Noi intendiamo che venga represso il fenomeno del rassismo ed esigiamo che il partito che vuole la nostra adesione disarmi moralmente e materialmente. Noi intendiamo, insomma, che non a parole, ma a fatti venga attuata la normalizzazione del paese e del regime. A queste condizioni noi potremo collaborare. E se questo avvenisse, il Governo fascista cesserebbe di essere tale per divenire Governo nazionale. Una voce: — E' per questo che non lo vuole Mussolini! NORI: — Si dice che Mussolini non accetterà le condizioni della collaborazione liberale.. Non ce ne preoccupiamo. Noi ci preoccupiamo che dal Congresso esca un voto preciso, chiaro, sincero: che il partito si metta non in un viottolo obliquo, ma pt una strada diritta e maestra per continuare la tradizione della vera ed autentica rivoluzione e del Risorgimento italiano. Il Risorgimento Italiano fij compiuto da uomini di fede diversa, cerne Gioberti. Mazzini. Pisacanc: ma tutti concordi nella ferie della Patria e del'a libertà. Se l'on. Mussolini vorrà porsi su qu"ste orme eroiche e gloriose, noi diciamo che In tal caso il posto d'onore è riservato a lui, promettendogli fedeltà ed ubbidienza. Mn 66 questo non dovesse verificarsi — il Dio della Patria dlsnerda l'augurio I — 1o penso p credo che 1 liberali italiani saprebbero fare 'oro le parole che Tarlo ivi Cròlx (tutti 1 connressisti sorgono in piedi, tributando un'imponente ovazione ni ntànde mutilato), che, augusto e straziato Irteroveté dell'anima nnz'onnle, rivolgeva, in nome dei suo' hintMnti. al Presidente del nonsk'lio : - On. Mussolini, se voi sareti" sulla via della !egsr°. della concordia. d°ll'unlone, tutti f mutilati saranno con voi Ma se voi aner.to non potrete o non vorrete f>re. ricordatevi '•he V'talla » un grandissimo ^aese, che P'tnltri è ricchissima di rise-se. che "Italia dn^a sua profonde coscienza sapr"1 trarre in forza p"r combattere te sue nlt'mp battaglie, per vincere le sue ultime vittorie! 'Applausi prolungati, generati, vivissimi). .'onorevole Rossi : " C!o rei^a ntalla anlì Italiani.. OLMI'.DA, di Pesaro, è contrario ad ogni divisione. Vuole la colluborazione condi zionata, .l e n e e l l ■ ijuaia i u | Quale è il com -1 Inno l'afferm o o , LUIGI ROSSI sale alla tribuna, accolto da molti applausi. Dichiara che riassumerà in brevi linee quanto 6 stato detto, per spianare la strada alla deliberazione conclusiva: — Noi siamo un Congresso di persone che hanno un'individualità, ed in conse à e : , e e ù e i a . a I re l a o i . o ; e e o e a i , a i a a . -,ì— . -« "i ii»«»i- guenza è difficile trovare un terreno sul urne tutti possiamo metterci d'accordo, empito del Congresso? Per ta- azione teorica di principii, perlazione riì nnn ifhomi rt»n».in. altri la preparazione di uno schema d'azio ne che tutti dovrebbero impegnarsi a segui re, primi i deputati. Fra questo due posizioni c'è posto per una terza: l'affermazione di principii che servano di base all'azione, ma la cui applicazione debba avvenire senza che 11 partito assuma il carattere di una chiesuola. Importante 6 quindi fissare bene questi principii. L'on. Ressi polemizza In seguito con il prof. Valli. Osserva che Vallii ha detto che all'unità d'Italia si è giunti attraverso a delle rinunzie: — Verissimo — esclama l'onorevole Rossi — ma con le rinunzie di chi? Di Mazzini, che rinunziava alla sua Repubblica, di Garibaldi, rhe rinunziava alle sue camicie rosse, di Cattaneo, che metteva in soffitta la sua Repubblica federale, ed è cosi, solo cosi, per il sacrificio di questi grandi nomini che si è giunti all'unità, fatta attraverso un uomo rappresentativo del Partito Mberale (Applausi scroscianti). Sulla normalizzazione, l'on: Rossi ripete quanto ha detto l'on. Mussolini nel discor so tenuto a Cesenatico, specificando che co e i'tw ii j eunuco, specificando che co- sci oebbn Intendersi con questa parola « nor- maJlZZaZIOne ». e Cioè. « vitnrnn «Tir» ctnfn malizzazione », e cioè « ritorno allo stnto giuridico ». e poiché il Congresso applaude, l'on. Rossi esc1ama: — Non dovete applaudire me, ma l'on. Mussolini, perchè questa interpretazione della parola normalizzazione è proprio sua 'Applausi ironici, e grida di: « Viva Mussolini il normalizzatore! »). L'on. Rossi continua poi dicendo che il regime autoritario non ha ragione d'essere nel nostro paese ed è un voler andare contro la moderna civiltà. Afferma che il fascismo, quando non era che una forza sociale, ha fatto del bene ed ha avuto dei meriti che bisogna riconoscergli. Come forza politica ha mancato al suo 6copo. E' come un regime di chinino, che nuò andar bene per un periodo eccezionale, ma non si può continuarne in eterno la cura perchè finirebbe ner uccidere l'ammalato. Polemizza poi con il sen. Albertini. Crede che i conservatori abbiano diritto di appartenenza al partito liberale perchè non possono non accettare i postulati che sono la base del partito liberale. Coloro che non hanno diritti di appartenenza al partito — nota l'on. Rossi — sono i reazionari, quelli che nnche oggi 6ono pronti a lasciar ferire lo Statuto senza insorgere. Conclude dicendo che la bandiera della libertà non deve essere abbassata. Abbassata dal liberali, sarebbe ripresa da altri che potrebbero agitarla con ben altri scopi. Finisce con le parole che Carducci mette sulle labbra di Carlo Alberto: -Dio, renda l'Italia agli Italiani!*. (Una grande dimostrazione è fatta dai congressisti all'on. Rossi). Le responsabilità del Partito Liberale L'on. DUCOS parla a nome di 24 deputati o di (» senatori. Dice che farà brevissime di chiarazioni. Nota che il Congresso è 6tato unanime nel chiedere il distacco del Partilo liberale dalle opposizioni: — D'accordo in questo, — osserva l'on. Ducos — guardiamo al momento politico. Non si può isolare l'oggi dal quadro del dopo guerra. VI 6ono molti fatti che sono stati lamentati da voi e che noi pure lamentiamo. Noi attendiamo però con fiducia il momento in cui il Parlamento riavrà tutte le 6ue prerogative. La milizia co stituzionalizzata non rappresenta l'ideale: bisogna andare più oltre per raggiungere la normalità. Il Partito liberalo ha dei limiti che tracciano la sua strada. Questi limiti bisogna precisarli, ma non metterli come condizioni al governo. Per l'avvento del fascismo al potere il Partito liberale ha delle resnonsabilità. Lo 6tesso giornale che oggi autorevolmente rappresenta l'opposizione, per due anni ha diffamato il Parlamento, tanto die quando i fascisti marciavano su Roma tutta la Lombardia respirò sollevata come per una opera di giustizia. Queste responsabilità non le possiamo oggi nascondere. Con l'avvento del fascismo al potere, il Partito liberale ha assunto la sua parte di responsabilità, e non so ne può scaricare. Questa dichiarazione dell'on. Ducos solleva vivaci proteste dell'assemblea e si ha uno scambio di frasi e di invettive con cui le diverse parti tentano di precisare le rispettive responsabilità di fronte all'avvento fascista. L'on. Ducos, dopo aver faticosamente ottenuto un certo silenzio dall'assemblea, conclude dicendo che il Congresso non deve dare la sua opera al rovesciamento della situazione. (Applausi vivissimi della, destra, di ri scontro al quali dalla sinistra l'on. Ducos è fallo segno a vivaci proteste ed anche a dei (Ischi). In sostanza il discorso dell'on. Ducos, di Intonazione puramente polemica, ha avuto un finale clamoroso. La manifestazione si prolunga fino a che la sala si vuota. Sono più delle 12. La seduta è rinviata al pomeriggio. 11 senatore Vecchini solleva 11 tumulto Quando alle ore 15 il presidente generale Bertotti dichiara aperta la seduta, avverte che ci sono ancora 37 iscritti a parlare. Il gen. BERTOTTI commenta : — So nessuno rinunzia alla parola, la discussione proseguirà per tutto il pomeriggio ed al voto non si potrà venire cho nella notte. Avremo un ordine della notte anziché un ordine del giorno! Lascio dieci minuti di tempo perchè i congressisti si accordino per limitare il numero degli oratori. E' una preghiera questa : vedremo che cosa no seguirà I lavori del Congresso sono ormai giunti il tal punto che, assai più di quello che i delegati possono dire, interessano i pourpaiters die si fanno nei corridoi per Venire ad un accordo Ira i diversi rappresentanti della corrente centrista. Diverse riunioni sono state tentile nella giornata di Ieri ed altre ne sono state tenute nella mattinata. L'ordine del giorno che deve presentare l'on. Villa-bruna, in nome della delegazione piemontese, va raccogliendo molte adesioni. Se un accordo potrà farsi tra l'on. Villabruna ed i rappresentanti dell'ordine del giorno Fossombroni una grande maggioranza è sicura. Primo oratore del pomeriggio è l'on. VECCHINI, che comincia subito con lo scatenare un tumulto. L'on. Vecchini. riferendosi alle frasi contenute nell'appello lanciato dall'avvocato Piras lilla vigilia del Congresso, protesta perchè il segretario del Partito lui accusato parte dei liberali di portare la livrea .de! servo. Onesto accenno di Vecchini fa Fcatllare la destra e particolarmente i parlamen- tari, che prorompono in un'ovazione. Ciò provoca le proteste degli altri che insorgono al grido di: Viva Pinis!. Gli applausi e lo grida si incrociano a lungo, e quando pare che siano per cessare il tumulto si scatena più violento. Qualcuno, non si riesce bene a capire chi, accusa Piras di essersi venduto. Venduto a chi? Per che cosa? Non si capisco bene, ma l'offesa del Piras determina la reazione dei suoi amici. L'avv. COLLA insorge a difesa del Piras e si scaglia contro il gruppo da cui è partita la voce. Accorrono i questori. Tutti urlano. Il presidente scampanella. Ma oer 10 buoni minuti il subbuglio è in pieno: non 6 che dopo un fervorino del presidente che torna la calma ed il Vecchini può riprendere a parlare. ■' Delitto di Governo ! „ Ma il Vecchini non ha ancora pronunciato che poche parole, allorché scoppia un nuovo e più ardente incidente. L'oratore, dopo aver ,c inu uraenv« inciderne, l, oratore, uopo aver afrermato che la situazione d'oggi non 6 di versa da quella che era quando il Partito li berale diede il suo appoggio al Governo, vie! no a parlare del delitto Matteotti. E, pur de ! precandolo, trova modo di dire che non è diverso dagli altri fatti di violenza che ven gono riprovati. Ciò provoca un'interruzione dell'avv. COLLA, che, replicatamente, grida che il delitto è più grave perchè fu compiuto da uomini che erano vicini al governo. COLLA : — Delitto di governo! Delitto di governo !. Questa affermazioen causa il risentimento di un giornalista fascista che trovasi fra di noi, e che insorge contro il Colla. Ne nasce un tumulto, perchè tutti 1 congressisti insorgono, parte di destra contro il Colla, parte di sinistra contro il giornalista interruttore. I! tumulto 6i prolunga tanto che il presidente UlìRTOTTI è costretto a scendere dal banco ed a venire alla ribalta. Si intavolano discussioni, si grida, si urla. Finalmente, dopo molti clamori, si trova la via di risoluzione .'i'1'incidente. L'avv. Colla spiega 11, significato delle sue parole. La presidenza biasima l'interruzione e deplora la frase. Il giornalista fascista si acqueta, l'incidente è risolto, e il Vecchini può riprendere a parlare. VECCHINI, è per la collaborazione incondizionata. Non vuole che 6i pongano condi dizionata. Non vuole che si pongano condi zioni al Governo. Egli dice che le condizioni r-ha «or>n ctntn n.ncnflHaln alVncenmhlnn .twin ni uw.Giiiif. xj&u uii.c une ic liUiiUl^iUilL .-he sono state prospettate all'assemblea 6ono quelle stesse che vengono poste dagli oppositori. Quando è giunto alla fine del suo lunghissimo discorso, che continua fra grandi interruzioni, esclama:. — Io domando che si rinunci... l/7?a voce: — Alla parolai (applausi ironici). VECCHINI: — ...che si rinunci alle concezioni intellettuali e si pensi alla Patria soprattutto. Uno che vuole la porta aperta L'ing. BERRI di Ancona comincia: — Da due giorni che sto in quel posto... (ed indica la platea, ma i congressisti prendono la frase sotto un altro punto di vista e si abbandonano a larghe risate)... da due giorni che mi trovo in quella poltrona, ho fatto una constatazione : che il Congresso non ne può più. State tranquilli: io mi sbrigo subito. BEHRI, confessa poi di sentirsi turbato : — Il Congresso avrà una grande importanza. Ce lo diranno i giornali. Ma noi continueremo a restare nel nostro dubbio. Lieti si dimostreranno i trionfatori, e gli altri, quelli che avranno viste bocciate le loro idee, cercheranno di menomare i risultati del Congresso. Per farci un'idea chiara, dobbiamo procedere con logica. Noi abbiamo sentito in questi due giorni a far qui delle bellissime teorie; ma le teorie non hanno valore se non sono portate nel campo pratico. Un quesito si impone: il programma liberale ci consente di collaborare con il partito fascista, oppure no? Vi è chi, tenendo conto del suoi impegni col partito fascista, vuole collaborare; ce ne sono degli altri, particolarmente i giovani i quali sono simpaticissimi, die la pensano diversamente. Fra queste due tendenze estreme vi è la media, quella che impropriamente è stata detta contrista e che fa capo a Fossombroni. Io ritengo che l'ordine del giorno presentato dai fiorentini non sia affatto centrista, perchè è tendenzialmente di opposizione. In nome della logica io vorrei un ordine del giorno che ci lasciasse aperta la possibilità della collaborazione. Questo ordine del giorno è quello che è stato votato nel Convegno interregionale che si 6 tenuto a Perugia, o quest'ordine del giorno, io mi permetto di presentare ai congressisti. (Dà lettura dell'ordine del giorno votato a Perugia). La voce di Trento - L'omaggio a Battisti Prende quindi la parola, accolto da vivi applausi da parte di tutti i congressisti, che scattano In piedi acclamando entusiasticamente a Trento, il signor FERRARI ADRIANO di Rovereto. Vivamente applaudito, egii dice che i liberali trentini hanno combattuta una durissima lotta per l'italianità del Trentino, fra mille pericoli c difficoltà: — Se fu possibile — egli esclama — che allo scoppio della guerra oltre mille volontari trentini entrassero nell'esercito italiano e ben undici medaglie venissero assegnate ai trentini, se fu possibile che l'esercito liberatore provasse una regione prettamente Italiana che non domandava che di essere unita all'Italia, ciò è dovuto agli sforzi ed alla volontà dei liberali trentini (applausi). I liberali trentini salutarono con trepida speranza l'avvento fascista, in cui videro una salutare reazione contro il pericolo bolscevico ed una promessa della restaurazione dell'autorità dello Stato. In questo, però, la loro fiducia è 6tata delusa perche Io spirilo delle masse fasciste non è tale da garantire la normalità della vita nazionale ibravo!). Gli atti di politica interna non sono tali da ispirare la concordia e la pacificazione. Le manifestazioni fasciste acuiscono sempre più le difficoltà. 11 Partito liberale per le sue tradizioni deve rivendicare la sua autonomia ed i liberali considerano che il programma minimo della futura azione del Parlilo debba essere ispirato ai 6eguen'.i punti: Lo) riaffcrmazlone dei principii costituzionali che informarono la gloriosa storia del Risorgimento e che non possono ammettere l'esistenza di qualsiasi milizia di parte, nò che siano vulnerabili i /liritti di libertà di stampa e di riunione; 2.0) necessità impsoscindibile di ritornare alla legalità co alla più rigorosa osservanza delle leggi da parte delle autorità statali c dei cittadini; che gli Enti autarchici 6lano restituiti al più presto ai legittimi rappresentanti dei corpi elettorali,- 3.o) infine, la proclamazione che la Carta costituzionale non possa venir modificala senza la precedente convocazione dei comizi elettorali Col grido di: «Viva Trento!» e con vivissimi applausi l'assemblea accoglie la chiusa del discorso Ferrari. Il PRESIDENTF manda un saluto alle terre redente, dicendo : — Ho avuto l'onore di avere nel mio Corpo d'Armata Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa (i congressisti si levano in piedi ed applaudono a lungo) i quali, sdegnandola morte eroica fra i loro soldati, vollero andare incontro alla morte più gloriosa t: più straziante: al capestro, per fare più glande questa Italia, per darle la libertà. Ricorda poi l'eroismo del Battaglione Vicenza e rievoca Cesare Battisti, il quale non volle cambiar nome, malgrado lo disposizioni del Comando Supremo, o rispose: «Deve morire Cesare Battisti per ravvivare l'entusiasmo nel Trentino che non ha ancora avuto un martire della forca » (applausi vivissimi). Il Presidente invita il Congresso ad inchinarsi alla memoria di questi eroi e fa voti che sulla piazza di Trento sorga, di fronte al monumento di Dante, un monumento dì Cesare Battisti, che guardi le Alpi, perchè egli ha detto: « Quando avremo raggiunti i nostri confini, più nessuno li passerà! » (applausi vivissimi e prolungali; grida di: Viva Battisti!). Un rappresentante del giovani L'avv. TIBALDI di Milano, rappresentante dei giovani liberali, manda un saluto agli alpini caduti in guerra ed a uno dei sopravvissuti presenti al congresso: Ferrari di Trento (applausi). L'oratore dichiara poi che i giovani liberali non seguono i suggerimenti di nessun politicante, ma intendono riallacciare la loro opera alle tradizioni dei mae¬ stri ai quali si inchinano; ritiene che i liberali possano spiegare un'azione proficua tra gli operai ed i contadini. 11 Congresso deve riaffermare le idealità liberali senza preoccuparsi di quello che possa pensare il Governo. Molti dei giovani che aderirono al fascismo della prima ora se ne distaccarono quando il fascismo arrivò al potere, ed impose i 6U0Ì metodi. A giudizio dell'oratore, uno dei motivi di dissenso col fascismo è il poco ossequio che essi .hanno per lo Statuto. Ricorda le parole roventi pronunciate da ■ Mussolini 1 contro il Parlamento e dice che avrebbe desiderato che qualche parlamentare liberale avesse allora difeso le tradizioni del Parlamento italiano. Saluta come soldato l'onorevole Ducos, e ritiene che solo l'esercito debba difendere il paese (applausi). Il PRESIDENTE invita coloro che vogliono rinunziare alla parola a dichiararlo. Procede all'appello degli iscritti e molti di essi rinunciano a parlare.