La rivendicazione delle libertà statutarie e governo costituzionale al Congresso di Livorno dopo il discorso di Mussolini a Milano

La rivendicazione delle libertà statutarie e governo costituzionale al Congresso di Livorno dopo il discorso di Mussolini a Milano La rivendicazione delle libertà statutarie e governo costituzionale al Congresso di Livorno dopo il discorso di Mussolini a Milano Tre animate sedute - X^e dichiarazioni dell'or». «Soler! = Il voto ad oggi (3Detl nostro ioO-Tria/to specie lo) LIVORNO, 6, mattino. Ieri mattina, nei ridotti del teatro, non si cariava che del discorso pronunciato a Milano dall'on. Mussolini. I commenti ve li potete immaginare. Da Milano erano giunti nella .notte l'on. Do Capitani c gli altri costituzionali, che presenziarono alla cerimonia milanese. Essi- erano fatti oggetto di molte domande e di non poche frecciate. L'on. De domande e ai non pocnu iiVU.laL«. u vili Capitani si affannava ad affermare che Mussolini non avxebbo detto di non essere disposto a cedere 11 potere per un voto contrario della Camera ; ma 1 suoi commenti ufficiosi lasciavano e lasciano indifferenti i congressisti. n ringraziamento del Re La seduta antimeridiana è presieduta dal Sen. Bertelli. Notiamo fra i deputati presenti, oltre quelli Ria, elencati sabato, gli on. Mariotti, Di Miraflori. Caocianiga. Quilico, Viale e Solmi. Il Presidente dà lettura dei telegramma di risposta del Sovrano al telegramma d'omaggio inviatogli dal Congresso. « Il Re — telegrafa il gen. Cittadini — ha « li ilo —~ rejcòi«*iui - k molto gradito il cortese pensiero e ali eie- *^ .... 17 r-i A i TTWtlU yru,\*wj m ""i e"" — —- - - 1. watt sentimenti del Quali Vossignoria si è * resa interprete e mi affida l'espressione del v Suo ringraziamento ». primo oratore dovrebbe essere l'avv. Malchiodi di Torino, ma non è presente ancora in teatro e allora, in vece sua, sale sul pulpito degli oratori CALLAINI, di Firenze, rap^•«Pntante della minoranza fiorentina, bgn ijiwj notali uiw*» ■ pi-esentante della minoranza «ui dice di parlare a nome dei liberal! della sua città, ma in verità si rivela un perfetto conservatore, un rappresentante autentico de la destra. Col pretesto di stare attaccato alla. ,„,„io »hn ìi riintri-osso riaffermi il destra. Col pretesto ai 6ia realtà, vuole che il Congresso riaffermi i proposito di collaboraziono col Governo fa scista. Un delegalo fiorentino: — A Firenze non si pensa cosi! {Applausi). CALLAINI: — Bisogna parlare chiaro. Non possiamo andare sull'Aventino o non dobbiamo piantare le tendo intorno al Quirinale. La Monarchia non e mai stata popolare come oggi e non ha bisogno delle nostro difese. Niente Aventino e niente Quirinale; ma presenza attiva e fattiva a Montecitorio. Mussolini lo ha dichiarato anche a Milano, che non chiede di meglio che di far funzionare 1 Parlamento.... Voci: — Ma non ha letto il Altre voci: — Non sa leggerei possiamo andare sull'Aventino o non dobbia piantare le Monarchia no 1 e non ha ite. Aventino :a attiva e f al lo ha dici..non chiede di meglio che 11 Parlamento.... discorso, lei ? CALLAINI. imperterrito, "continua a dare lettura delle sue dichiarazioni: tra altro, ivuole che 11 Congresso dica se ha fiducia o non ha fiducia nella rappresentanza parlamentare. Da molte parti gli 6i risponde : — Non abbiamo fiducia I destra rimboccano: — Dovete a- ~~;« frnn^nTrtpntet Altri della Irere il coraggio di dirlo irancamemei CALLAINI conclude fra le proteste dell'as semblea, affermando che si deve continuare a «lare l'appoggio al Governo. Dn delegato piemontese ed un po' di tempesta Segue l'aw. MALCHIODI di Torino. Un lun feo applauso saluta il rappresentante della Delegazione piemontese, che ringrazia a nome di tutto il Piemonte. MALCHIODI dichiara che la Delegazione Piemontese si associa ai concetti fondamentali che sono espressi nell'ordine del giorno Fossombroni, ed esprime l'augurio che tutto il Congresso si conformi allo stesso ordine di idee. (Qualche voce -*- -—•- -»< elementi della destra). MALCHIODI continua: — Noto che, purtroppo, in Italia, si verifica il fatto che intorno a qualunque governo, sia esso democratico o reazionario, troppa di dissenso da parte di uomini the gli stanno ìmorau. u mi lèi* ^O^V liberale deve compiere questa opera di chia riflcazione. (Applausi). L'ordine del giorno Fossombroni fissa i termini nei quali il Partito liberale ritrova la sua coscienza e riafferma 1 principii ideali che ne costituiscono l'essenza. MALCHIODI rivolge poi un saluto ed un pensiero all'on. Belotti, « il trionfatore — egli dice — della giornata di ieri del Congresso ». Questa dichiarazione provoca una tempesta nell'assemblea, perchè i rappresentanti della destra insorgono, e mentre ieri nor hanno trovato parola da ribattere all'on. Belotti. oggi inveiscono contro ii Malchiodi che 10 esalta. Si rimprovera al Belotti la sua partecipazione al Ministero Nitti e si ripetono molti luoghi comuni. MALCHIODI conclude invitando il Congresso a fare una solenne riaffermazione dei principii liberali. Vigorose dlclilarazlonl a nome nel combattenti Al Malchiodi segue l'avv. SALIOTTi di Genova, un oratore di gran foga, rappresentante autorevolissimo dei combattenti genovesi. Il Saliotti richiama anzitutto il Congresso alla serietà della discussione. Lamenta che vi siano stati dei liberali che non hanno avuto scrupoli a mostrarsi più fascisti che liberali, tanto da far dubitare che abbiano due tessere in tasca: quella liberale e quella fascista, (applausi). SALIOTTI : — Noi abbiamo il diritto di discutere. Ouesto diritto ce lo siamo conquistato sui campi di battaglia. I sacrifici sopportati in guerra ci danno il diritto di affermare che nessuno ha autorità per attentare alla libertà ed all'unità d'Italia. {Applausi). Quanto abbiamo fatto per il nostro paese nei ciuri anni del conflitto mondiale ci dà la coscienza di gridare che nessuno ha il diritto di dividere gli Italiani I E' tempo di finirla con il guardare al 1010, dimenticando quello che è successo poi. Il fascismo non h- mantenuto gli impegni assunti con la Corona nell'ottobre 1022. Vi 6 una necessità di chiarificazione. Il paese attende dal Congresso litorale una parola franca, anche se questa' parola dovrà portare ad una divisione. (Voci al dissenso), sì. signori! Anche se dobbiamo dividerci I Vi sono qua dentro dei liberali che non 6i sentono liberali, come mi sento io. Meglio essere divisi che continuare « dilaniarci. Fra le due fazioni che si dilaniano, e sono la negazione d'ogni vivere civile, il popolo italiano deve sentire che vi è un partito che al di fuori d'ogni retorica vuole unicamente 11 bene. Il paese vuole si dica chiaro e forte che l'Italia è di tutto il popolo italiano! (Applausi scroscianti e calorosi) MAZUCCA, di Napoli, primo oratore meridionale, si manifesta della tendenza dell'on. Belotti; ma vorrebbe un ordine del giorno che raccogliesse l'unanimità per evitare ogni divisione. Voci: - Meglio dividerci 1 (App.lausi). MAZUCCA: — Il presidente Borzino é stato esplicito: ha posto un punto interrogativo al quale non si può non rispondere: devesi continuare, ancora ti no In collaborazione al Goyeriiof Borzino ha risposto nwatlvanicntr-; ad i»»S?it,3'£esso lltML' 11 ;;;!:: vol,a pronunziarsi. IrJSSy 6 ,?!a,a l'"r la collahornziono perdio LSmn^-r»8, °, ncrchò ò sentimentale, fede, , «fisima al Ro (Applausi) ; .quando senti che Mussolini riconosceva le benemerenze della Casa di Savoia applaudi al fascismo c collaborò con esso. A questa prima ragione altre se ne aggiunsero; specialmente la ripercussione provocala dal delitti bolscevichi. Queste condizioni sono oggi mutate? L'on. Mussolini ha detto che la Milizia giurerà fedeltà al Re. Questo fatto ci rassicura {Commenti ironici). Preoccupa d'altra parte il fatto che, caduto il Governo fascista, possa succedergli ani governo socialista. (Voci: — E'cosl). Ciò avverrebbe certo, e per evitarlo bisogna mantenere la collaborazione al fascismo. L'oratore polemizza poi con l'on. Belotti, ma finisce per ricalcare gli accenni critici fatti da lui all'opera del fascismo e del Governo. E' d'accordo nelle critiche, non si senta parò di giungere alle conseguenze e vuole un ordino del giorno che. senza dire la parola collaborazione, approvi di fatto che i liberali dichiarino di continuare a collaborare col Governo.