Fascismo e liberismo alla vigilia del di Livorno

Fascismo e liberismo alla vigilia del di Livorno Fascismo e liberismo alla vigilia del di Livorno Come Mussolini ha parlato ad un giornale americano - Vibrata circolare del vice-segretario del Partito liberale: " non c'è più posto tra noi per chi ancora amasse indossare una livrea,, - La riunione dei "destri,, a Montecitorio: i capisaldi per la collaborazione - Il "Giornale d'Italia,, per una soluzione media del problema della successione. ali ponto centrale Argomento decisivo per 1». condotta del P. L. I. a Livorno — e, s'intende, dopo Livorno — di fronte al governo fascista ed al fasciamo (l'uno b l'altro sono, occorre non dimonticarlo, la stessa cosa) dicevamo ier l'altro dover essere quello della dignità. Tutelare, © meglio rivendicare la propria dignità di nomini liberi, prima ancora che liberali, di uomini che non intendono essere strumento o giocattolo altrui, che non si rassegnano ad essere oggetto di villanie e di beffe alternate con blandizie insincere: ecco il primo compito- che 1 liberali devono affrontare a Livorno ; e se davvero lo adempiranno, tutti gli altri verranno da sè. Ultima occasione — dopo tante altre — al nostro monito era stata la svalutazione sprezzante e l'attacco intimidatorio contenuti nel noto articolo presidenziale, Muova occasione, subito, a ripetere 11 monito l'offre l'invito dell'" Associazione costituzionale » milanese al capo del governo fascista per un ricevimento nella propria sede, e un conseguente discorso politico, da avvenire proprio nello stesso giorno in cui a Livorno s'Inizia il congresso liberale. Giudicammo già ieri, come al meritava, l'atto scorretto della suddetta « Associazione costituzionale ». Non sappiamo, e non vai la pena di sapere, se detta Associazione rientri ufficialmente nella organizzazione del Partito liberale italiano e sia soggetta formalmente alle sue gerarchie. Ammesso pure che ciò non sia, sta il fatto che essa al presenta, per il suo stesso nome, come un'associazione liberale, che non può non sentire, soprattutto in un momento delicatissimo come questo, i mot vincoli ideali coi liberalismo e coi partito liberale. Ora, detta Associazione sceglie proprio il momento in cui il Partito liberale inizia la sua discussione intomo ai rapporti col governo per invitare il capo di questo ad una manifestazione politica, evidentemente in rapporto con il congresso medesimo: a ciò nella propria sede. Essa ha l'aria, cosi, di voler impegnare fin d'ora una parte del liberali al ministeri aliamo incondizionato, indipendentemente dalle decisioni del congresso ; e, insieme, offre al capo del governo fascista il mezzo per tentar d'influire, dal seno stesso di una Associazione liberale, sa quelle medesime decisioni, mentre gli unici competenti a prenderle sono già radunati insieme. Ben al comprende, quindi, e si apprezza lo sdegno con cui il vice-segretario politico del P. L I., nella circolare che pubblichiamo più avanti, denunzia le manovre dirette a spezzare, a prò del governo fascista, l'unità del partito liberale e ad asservirlo al governo stesso. « Il partito — dice la circolare — non permetterà che tra le nostre Ale permanga chi ancora amasse indossare una livrea ed ostentarne i colori ». La sferzata, per i De Capitani e compagni, giunge proprio al segno. Essa non va soltanto a questa manovra dell'ultima ora dell'» Associazione costituzionale » ; essa tocca tutti 1 sostenitori della dedizione liberale al governo fascista e le loro manifestazioni, come quella dei libera Ifasciati di Roma: essa colpisce, tutti quei » liberali » che subordinano la restaurazione della legalità e della libertà e il rispetto dello Statuto (quando pure ne parlano, a fior di labbra) al"'oro unico vero postulato: la permanenza del governo fascista al potere. Considerino se non tocchi, almeno un poco, anche a loro, la dura, ma opportuna lezione quei deputati e senatori della odierna adunanza romana i quali si propongono a Livorno, se la cronaca è esalta, « la difesa dei principi ideali del liberalismo », ma « senza pretendere di giudicare le necessità contingenti dell'opera di governo » ; e mostrano d'identificare la restaurazione necessaria all'Italia colla realizzazione del programma governativo. Che è quanto dire: accademia di principi liberali a Livorno, e voti ministeriali, for evcr, alla Camera. Se, dunque, l'atto scorretto e servile compiuto dall'" Associazione costituzionale » avrà servito a consolidare, nella coscienza dei liberali a Livorno, la necessità di farla finita con chi « ama indossare una livrea ed ostentano, i colori », sarà il caso, una volta di più, di constatare come dal male scaturisca il bene. Ma l'episodio non darà tutto il suo frutto, se non servirà a far giudicare meglio, insieme con questi stessi falsi liberali, la condotta del governò fascista. Aj quale era perfettamente lecito cercar di determinare, con l'onesta polemica e colle dichiarazioni del suo capo, e con ogni altro mezzo della libera e leale lotta politica, un orientamento del congresso a s» favorevole: ma una simile azione doveva aver termine alla vigilia del congressi medesimo. Una volta questo iniziatosi, qualunque manifestazione destinata ad influire sulle sue decisioni diveniva una vera e propria mancanza di riguardo al congresso una vera e propria offesa alla dignità del partito. E come tale essa verrà certamente intesa dai congressisti livornes ; i quali, del resto, devono ormai aver imparato a sufficienza la distanza oceanica, nella politica del governo fascista, fra parole e fatti ; e, nelle stesse parole, sapranno ormai distinguere le impostazioni nette e le dichiara¬ zioni esplicite dalle frasi vaghe e dalle scappatoie inconcludenti. I problemi della vita italiana, nel momento presente, sono due: normalità della vita civile, normalità della vita politica. Più d'uno si arresta alla prima: si ferma, cioè, a domandare che cessino le uccisioni, le bastonature, le invasioni, le intimidazioni, 1 bandi ; che contro i colpevoli dei delitti si proceda legalmente, e che i colpiti da mandati di cattura vengano arrestati. Richieste santissime, e, purtroppo, d'intensa e larga attualità. Ma, accanto al cosidettc illegalismo, c'è tutta l'azione di governo antiliberale ed anticostituzionale: i decreti contro la stampa e contro le organizzazioni operaie, il sistematico abuso dei decreti-legge con cui si altera perfino il codice penale, la milizia per nulla affatto costiluzionalizzata, ma anzi consolidata come forza armata personale dèi presidente del Consiglio, l'arbitrio quotidiano di molte autorità governative a danno dei cittadini non fascisti. Errerebbe chi credesse che l'illegalismo incivile dello squadrismo e del rassismo possa eliminarsi ove non si elimini l'illegalismo governative che, in realtà, è la garanzia e lo stimolo del primo. Ma lo stesso illegalismo governativo non si esaurisce nei singoli atti e metodi enumerati sopra od in altri analoghi ; questi, Invece, derivano, come risultati inevitabili di una causa unica e suprema, dalla concezione fascista di governo, negante il regime monarchico-parlamentare per la dittatura armata di un partito e di un capo inamovibili. E ancora: questa concezione governativa ha radice in una mentalità antiliberale e incivile per cui cittadini di pieno diritto sono unicamente gli inscritti a un partito — o i disposti a servirlo — detentori unici del patriottismo, della verità e della moralità: ragione per cui — come scriveva testualmente il duce spirituale del nazionalfascismo, il senatore Corradlnl — « il fascismo, qualunque cosa faccia e qualunque cosa gli accada per opera dei suoi seguaci, attua una politica profondamente morale ». Che è, nel linguaggio floscio e tronfio del retore nazional fascista, il perfetto equivalente del « Viva Domini » pronunciato dal rozzo e schietto squadrismo ; equivalente anticipato — onore a chi spetta — dal filosofo del fascismo, l'allora ministro Gentile, colla uguaglianza morale da lui proclamata fra la predica e il manganello. Tengano l'occhio fisso, i congressisti di Livorno, a questo punto eentrale, della concezione fascista di governo e della mentalità relativa ; e allora nessuna insidia di vaghe promesse o di interessate palinodie, nessun diversivo di riforme elettorali o di leggi sulla stampa correggenti i decreti antistatutari li distorranno dal perseguire la restaurazione delle libertà cittadine, del governo costituzionale-parlamentare, dell'ordine giuridico e morale. Mussolini parlerà domani al "Cova,, Milano 2, sera Col diretto di Sarzana delle 8,30 è giunto stamane il Presidente del Consiglio, accompagnate soltanto dal euo segretario particolare, comm. Chiavolini. Erano ad attenderlo il prefetto, il questore, Arnaldo Mussolini e pochi altri, dato che il viaggio sì è compiuto in Incognito. Allorché il Presidente è sceso dal treno, ha risposto' sorridendo e scoprendosi ai saluti del pubblico e di alcuni ferrovieri. Appena sul piazzale l'on. Mussolini salì col prefetto in automobile, recandosi direttamente in Prefettura. Qui ricevette subito il comm. Mercanti, col quale sì Intrattenne a colloquio su argomenti di aviazione c di automobilismo e sulla necessità di rendere popolare l'automobilismo colia costruzione di vetturette di poco cesto. Egli assicurò il suo Intervento, salvo casi imprevisti, al Gran Premio di Monza il 19 corrente. Alle 12,30 l'on. Mussolini lasciò la Prefettura recandosi a far colazione. L'annunciato discorso politico verrà pronunciato nelle sale del Cova, dove appunto l'Associazione costituzionale offrirà, nel pomeriggio di sabato il ricevimento al Presidente del Consiglio. ^ ^ L'ordine del giorno che la SezlonB livornese proporrà al Congresso Livorno. 2, notte. La Sezione livornese del Partito liberale dopo una lunga discussione, ha votato all'unanimità, per presentarlo all'imminente Congresso del partito, il seguente ordine del giorno : « Il Congresso di Livorno confermando solennemente la sua fede nel principi del liberalismo Italiano, nella fiducia che il Governo nazionale ricondurrà il paese alla completa normalità delle sue funzioni statutarie, dichiara di continuare la sua leale collaborazione». •"•>•• I liberali novaresi insistono stQ deliberato di Torino Novara, 2, notte. Si è tenuta qui l'assemblea generale dei soci della Sezione di Novara del Partito liberale Italiano per fissare le direttive da seguirsi al prossimo Congreso di Livorno e per la nomina dei delegati. Dopo lunga e serena discussione l'assemblea ha dato unanime approvazione al deliberato del congresso di Torino, delegando a suoi rappresentanti al Congresso di Livorno 11 presidente cav. ing. Beldi ed il comm. Tarella pel circondario di Novara. Il pane rincara. Alba, 2, notte. In seguito ad insistente richiesta del panettieri per ottenere un aumento sul prezzo del pane, oggi vennero convocati dalla Giunta per fissarlo in misura equa ed in relazione all'aumento delle farine. L'adunanza riuscì movimentata, ma infine, in seguilo alle confutazioni del rag. Rolla, basate su opportuni accertamenti e sopraluoghi avvenuti a Cuneo e a Fossa no, venne raggiunto l'accordo su ì seguenti prezzi: pane forme piccole L. 1,00 al ltg.j forme erosse L. 1,70 al kg. 1 giovani iterali in prima linda per l'antico,laborazionismo Milano, 2, notte. La nota più vivace al Congresso di Livorno sarà portata dal giovani. L'atteggiamelito della i-interazione Giovanile liberale è infatti nettamente antifascista e da tempo le diverse sezioni hanno proclamata la loro autonomia dal Partilo non volendo condividere le sue responsabilità e non potendo accettare i suol compromessi. Anche di recente l'aw. Sandro Buggero che fu per l'appunto il fondatore della Federazione, nelle assemblee tenutesi a Milano, affermava con molta chiarezza che i giovani, veramente liberali, non potevano più a lungo sottostare all'equivoco di un partito che aveva smarrita ogni ragion d'essere, lasciando brandelli del proprio programma a destra ed a sinistra, senza dignità e senza volontà. Fu tanto esplicito che i collaborazionisti dichiarati, 1 quali dal canto loro, ripudiano 1 tentennamenti centristi, dovettero dargli lode. Orbene l'aw, Ruggero sarà a Livorno l'alfiere di questo manipolo d'i giovani che «I propone di essere fiero e battagliero. Per ciò 10 abbiamo interrogato. Contro osmi equivoco — Andremo al Congresso — egli ci ha detto — animati da una sincera volontà di chiarificazione. L'ora dei macchinosi accorgimenti, delle mezze formule, delle sapienti reticènze è finita anche per 1 liberali ai .quali incombe oggi il dovere di parlar chiaro e netto. Due anni di cosìdetta collaborazione Iiberalfascista costituiscono un bilancio sufficiente per potersi pronunciare Va detto sub-i quindi, che saremo recisamente contrari a qualunque tendenza Intermedia che, allo sco no di non disgustare nessuno e di mantenere l'unità del partito, perpetuasse l'equivoco d1 un agglomeramento liberale profondamente diviso nella valutazione della necessità o meno di collaborare col partito oggi dominante — Quali saranno, a suo avviso, le tenden. ze che maggiormente sì affermeranno a Livorno? — Non è difficile Immaginarlo, da un lato avremo la corrente cosidettn di ■ destra » o collaborazionista ad ogni costo; dall'altro la sinistra, che, pur non avendo preconcetti teorici di antlcollabnrazlonlsmo o di antifascismo, Intende tuttavia fissare in modo ben preciso" i punti fondamentali della dottrina liberale, oltre ai qnali ogni collaborazlon» diventa Impossibile. Fra queste due si formerà certamente una tendenza intermedia che tenterà di mettere d'accordo le due discordanti. — Sicché a Livorno si parlerà nartleolarmente di collaborazione e di anticollaborazlo. ne... — Dai preliminari, parrebbe che si... per quanto non mi sembri serio che si parli di collaborazione o meno, quando una delle due parti ha sempre ostentato di non cercare collaborazioni di sorta. A Livorno, a mio parere, si dovrebbe piuttosto parlare un po' più di liberalismo: sarebbe tanto di gnadasmato per la chiarezza del nostri principi! e per la sincerità della conseguente azione politica del partito. Un'antitesi evidente — Mi vuole parlare della corrente anticollaborazìonlsta, di cui lei è uno del maggiori esponenti T — Ho motivo di credere che 1 giovani tutti si dichiarino appunto per questa tendenza, la quale, in sostanza, dovrà porre 11 seguente dilemma: approvazione o disapprovazione dell'azione politica del fascismo al potere? Nell'un caso e nell'altro, quali sono le vie che il partito liberale dovrebbe logicamente seguire? Una tendenza autorevolissima 4>er numero e qualità di aderenti, sostiene l'approvazione completa per ciò che riguarda il passato, incondizionata per ciò ohe riguarda 11 futuro. Da queste tesi, naturalmente, noi dissentiamo in pieno. Anzitutto ci sembra che un partito abbia diritto alla vita solo in quanto ritenga essere un bene per la comunità — nazionale o internazionale — l'aiierinazione e la realizzazione di taluni suoi principi! fondamentali. Ora, come potrebbe continuare a vivere dignitosamente, il nostro Partito, se aU'infuori. e molte volte contro 1 suoi stessi principi, limitasse la sua azione alla approvazione completa del passato e alcettazione — senza condizioni — dell'azione futura di un altro partito, cioè di un altro programma, sia pure affine per talune idealità comuni? Sincerità vorrebbe che, nel caso di vittoria di questa tendenza, il Partito liberale procedesse alla fusione col Partito "ascista. Ma c'è di più. Per noi i due anni trascorsi nella collaborazione liberal-fascista, sono stati la più chiara riprova della gravissima antitesi esistente fra lo spirito, l'azione, il programma fascista e lo spirito, l'azione, il programma liberale. L'uno è per sua naturale tendenza impulsivo, irrequieto, soprafattore; l'altro è moderatore, costante, meditativo; l'uno pur avendo fini nazionali nobilissimi, nella tumultuarletà sua non bada nè agli uomini, nè ai mezzi atti a raggiungere lo scopo onde nella pratica uomini e mezzi hanno urtato talora anche gravemente le più delicate istituzioni, lo conquiste più care, i sentimenti più radicati di tanta parte del popolo nostro; l'altro, frutto di una lunga esperienza, è moderazione, è selezione, è pacifica evoluzione di uomini e di istinti verso quelle forme progressive che sono la più intima, ta più salda aspirazione di tutti 1 popoli. L'una azione, insomma, è talora irriflessivamente demolitrice; l'altra è paziente, tenace costruttrice. E siamo ai programmi: In essi, esiste, è vero, il comun denominatore nazionale; ma sotto il suo velo, quanta diversità di forma e di sostanza! La dottrina fascista largamente impregnata — starei per dire esclusivamente permeala — dalla dottrina nazionalista è antidemocratica, è reazionaria, è imperialistica di un imperialismo non sempre oculato e perciò dannoso; la nostra dottrina non può andare disgiunta da quel sano spirito democratico che è la molla più potente di ogni civile e umano progresso.se che gli stessi odierni zelatori dell'antldemocrazia liberale accettarono entusiasticamente nelle tavole programmatiche del partito votate nel precedente Congresso di Bologna. La nostra dottrina è progressiva, è nazionale nel senso migliore della parola; vuole l'ordine e la libertà per noi nel rispetto dell'ordine e della liberti altrui. Nè meno gravi antitesi esistono nei campi economici e sindacali: non è 11 caso che io le parli di tutti i vessati problemi intorno a questi argomenti: mi basla accennare alla impossibilità per ogni liberale di concepire un sindacalismo che pure essendo di marca nazionale è tuttavia mancipio di una data parte politica, che non può, francamente, pretendere nessuna esclusività, a danno di tutto il resto del Paese, dei sentimenti di patria carità... Completa autonomia — Lei, insomma, sostiene la necessità di una completa autonomia del Partito liberale? — Perfettamente. — Ma questa autonomia non porterebbe il Partito liberale a confondersi con le opposizioni ? — Non lo credo. Troppe diversità programmatiche dividono il liberalismo da quei partiti che oggi dominano nelle opposizioni. E del resto non c'è chi non veda come il Partito liberale non possa ancora vivere od | awere funzioni Importantissime nel Paese solo a patto di sapersi emancipare così dall'una come dall'altra delle correnti politiche che oggi informano di se stesse tutta la vita pubblica Italiana. Oggi il Paese, recisamente contrario a qualunque ritorno al passalo, è fortemente dubbioso che l'azione fascista, ove non muti radicalmente rotta, sia per essere lo sperato rimedio ai suoi mali ; per iTuesto si è rallegrato del dignitoso e preciso alleigli amento dei mulilati e dei combattenti; per questo guarda con rinnovata speranza al nostro Congresso, nella trepida attesa che anche i liberali parlino serenamente e chiaramejtte. Comprenda il Partito liberale la delicatissima funzione che in questo momento le circostanze gli assegnano: sappia anch'esso rendersi interprete dell'anima generosa della nazione, assetata, come non mai, di giustizia, di operosa tranquillità, di libertà per tutti nell'ambito delle leggi; affermi che l'ora delle fazioni che ci avviliscono all'Interno e all'estero, deve finire, che ogni competizione di parte deve essere dominata dallo Stato, U supremo moderatore di tutti, che a tutti 1 partiti è superiore; si proponga questo programma non molto collahorazjonlsta, ma ciò non di meno schiettamente italiano, e, ancora una volta, esso partito avrà bene meritato della Patria... — E le sue previsioni sull'esito dal Congresso? — Chi jwò farle?... Non noi, certamente. Per affermare quanlo sopra ho detto, tutti I buon!, tutti I veri liberali, tutti quelli (come è di moda il detto) « della prima ora » non dovrebbero mancare. Noi giovani, intanto, non mancheremo. GIUSEPPE BEVILACQUA.