Apologia di reato a mezzo di un calendario

Apologia di reato a mezzo di un calendarioApologia di reato a mezzo di un calendario L'ex deputato Rabezzana a giudizio ( ) ds (Tribunale renale di Torino) Nell'aprile u. s. il Commissariato di P. S. di Borgo San Donato denunciava all'autorità giudiziaria die i comunisti, dopo l'avvento del Governo fascista, stavano riprendendo la loro propaganda d'vetta a riorganizzare il movimento operaio nella nostra città. In un rapporto in data 8 aprile si comunicava alla Procura del Re che si erano costituiti in molti stabilimenti della periferia u gruppi comunisti di fabbrica » e che i su\-versivi al fine di tessere la nuova orditura organizzativa del loro partito, senza prestare il lianco soverchiamente ai loro avversari, si chiamavano nelle loro adunanze e nella loro «rispondenza non più per nome e cognome ma facendo seguire all'iniziale di questo ilnumero della loro tessera. Si diceva ancora che i comunisti tentavano di interessare le masse operaie in special modo sulla sorte dei detenuti dei processi per l'occupazione delle fabbriche, elio, come ognuno ricorda, furono assai numerosi nella nostra città, ed avevano allo scopo pubblicato, sotto l'iniziativa di un « Comitato ope-raio pro-vittime politiche », un calendario la-scabile pel 1924 ponendolo in vendita a L. 2 la copia per venire in aiuto dei carcerati po-litici e delle loro famiglie. Continuava ancora il verbale della P. S. ad affermare che nella stessa effemeride si volevano esaltare perso-naggi o fatti comunisti additando al disprezzodella popolazione le condanne dei tribunali su delitti avvenuti in occasiono dell'occupazione delle fabbriche. Ora avvenne che trovandosi in detto calendario diverse fotografie di noti comunisti condannati per delitti, furono denunciati per apologia di reato e per incitamento all'odio fra le classi sociali in modo pericoloso per la pubblica tranquillità l'ex-deputato Rabezzana Pietro indicato quale segretario del Comitato, Ciocchetti Giovanni, Garaccioni Carlo Vincenzo e Pierleoni Bruno rispettivamente il primo per aver compilato, gli altri per aver divulgato a Torino in epoca posteriore al 21 gennaio u. s. il calendario effemeride in parola a titolo di ricordanza contenente le fotografie di Mario Tode.schini che uccise e ferì agenti della F. P., di Roggio Agostino, Monticene, Avattaneo Matteo condannati per l'uccisione di Simula e Sonzini, Mario Facta clic rimase ucciso lanciando una bomba contro gli agenti della F. P. L'archìvio sotto il letto, Intanto su richiesta del P. M. il Giudice Istruttore ordinava il sequestro, ovunque e presso chiunque potessero trovarsi, di tutti i calendari sopra indicati che risultavano stampati alia macchia ed in esecuzione dell'ordinanza stessa si sequestravano altre copie di calendari incriminati nell'abitazione di Bricco Antonio e di Gabassi Antonio presso del quale si rinvenne sotto un letto un voluminoslo pacco contenente, oltre numerosa corrispondenza di partito, numero ottanta copie dell'almanacco in parola con bollettario per raccolta di fondi pro-stampa comunista ed in conseguenza di tale fruttuosa operazione, mentre non si adottavano provvedimenti contro il Bricco, trovato in possesso di una sola copia di effemeride che disse di aver ricevuto in dono da uno sconosciuto, si denunciava pure all'Autorità giudiziaria il Gabassi Antonio, quale correo nella divulgazione del calendario incitatore all'odio fra le classi sociali, il quale reca fra le altre anche le fotografie di Carlo Berruti, Pietro Ferrerò, Chiolero, Tarizzo Matteo, Chiomo Andrea, Erminio Andreoni, Erazio Becchio e Massaro Giovanni uccisi nelle tristi giornate del dicembre 1922. Chiamata ieri davanti la VII Sezione del Tribunale la causa stossa comparvero l'on. Rabezzana Pietro, il Giochetti od il Gabatssi, mentre l'avv. Dal Fiume, difensore del Garaccioni presentava al Tribunale un certificato medico dal quale risultava che il suo cliente ammalato non poteva presentarsi ed instava perchè volesse rinviare il dibattimento. L'avv. Signorini, difensore del Pierleoni, si oppone a che il Tribunale dichiari la contumacia del suo cliente irregolarmente citato. Risulta dagli atti che il Pierleoni fu citato con affissione del decreto di citazione alla porta esterna del palazzo comunale di Firenze, suo luogo d'origine, ma dal referto dell'ufficiale giudiziario sembra che la notificazione per affissione sia avvenuta al nome di Pieregoni Bruno di Emilio anziché al nome di Pierleoni Bruno di Giulio. 11 difensore dice quindi che vi è incertezza assoluta sulla persona alla quale era diretta la notifica e l'atto deve quindi essere dichiarato nullo a sensi di legge. L'avv. Signorini si duole ancora che si sia violalo il disposto di cui all'articolo 113 Cod. proc. penale per non essersi da parte del P. M. trasmesso al suo cliente, di cui era nota la precisa dimora in Francia, come risulta dall'incarto processuale, avviso mediante lettera raccomandata del procedimento iniziato a 6uo ce-ico e conclude doversi rinviare la discussione della causa. Il P. M. avv. Buscaglino contrasta alle tesi svolte dalle difese Garaccioni e Pierleoni a cui si associano gli aw. Ollivero, Garizio e Benedetto per gli altri imputati, ma evidentemente la difesa stessa non ha esaurito le proprie risorse perchè per bocca dell'avv. Garizio svolge un'ultima tesi diretta ad ottenere il rinvio. Il rinvio. Con molta copia di argomenlazioni l'avvocato obbietta al P. M. che il Tribunale non può dichiararsi investito della causa in oggetto dappoiché, se è vero che un decreto legge, di cui si riserva di discutere la costituzionalità, ha sottrutto alla Corte d'Assise il giudizio del reato di incitamento all'odio fra le classi sociali consumato a mezzo di stampa, il Procuratore del Re al quale, compiuta l'istruttòria formale, furono ritornati gli atti dal Giudice istruttore, aveva pur coll'impero della nuova legge, l'obbligo di presentare le suo requisitorie al giudice istruttore, presentazione assolutamente mancato. 11 P. M. obbietta che trattandosi di procedimento per citazione direttissima, secondo la recentissima legislazione in materia, alla Procura del Re spettava unicamente di ordinare la citazione degli imputati a comparire davanti al Tribunale, 6enza obbligo di presentazione di requisitoria al Giudice istruttore. Il Tribunale, dopo una lunga seduta in camera di deliberazione, accogliendo la tesi difensiva, rinviava la causa a nuovo ruolo ri tenendo giustificata l'assenza dell'imputato Garaccioni e dichiarando non essere possibile, data la posizione in causa dei diversi imputati, di poter ordinare lo stralcio del procedimento come era 6tato richiesto dal P. MPresidente: Conte Ballaidore; CancelliereDottor Manconc.

Luoghi citati: Borgo San Donato, Firenze, Francia, Torino