Da Mossul alla Mecca

Da Mossul alla Mecca Da Mossul alla Mecca Il ricorso dell'Inghilterra alla Società delle Nazioni Re Hussein chiede soccorsi a Londra ma invano (Servizio speciale della • Slampa ») Londra, 3(1, notte. Alla Camera dei Comuni riunita oggi in seduta straordinaria un deputato eoiibervatore ha chiesto al primo ministro informazioni sulla situazione in Mesopotamia. Ha risposto all'interrogante il ministro d-. ilo Colonie on. Thomas, giunto ieri stesso a Londra di ritorno dal suo viàggio nel Sud Africa. II ricorso di Londra a Ginevra L'on. Thomas ha appunto dichiarato che non è affatto il ca60 di parlare di uno stato di guerra esistente fra l'Inghilterra e la Turchia. Si tratta di incidenti di frontiera la cui gravità, secondo il ministro dello Colonie, non deve essere esagerata. Movimenti militari turchi hanno avuto luogo lungo la frontiera della Mesopotamia. Il Governo inglese considera tali movimenti come una violazione degli impegni di mantenimento dello stalli quo, assunti tanto dall'Inghilterra quanto dalla Turchia ih base al Trattato di Losanna. Le autorità inglesi in Mesopotamìa. informate delle intenzioni turche, inviarono un energico avvertimento il 12 settembre scorso alle autorità ottomane. Non ostante ciò contingenti turchi composti di forze regolari ed irregolari varcarono la frontiera due giorni dopo. Furono subito inviati contro di loro squadriglie di aeroplani. Gli invasori furono respinti. Senonehè poco dopo i turchi facevano un altro tentativo. Fu allora necessario inviare 6ul .jogo contingenti di polizia. In questo scontro caddero feriti tre inglesi. 11 Governo di Londra, tosto ni corrente di questi avvenimenti, informò subito il Consiglio della Lega delle Nazioni, che esso considera gli incidenti di Mesopotamia di natura tale da compromettere le relazioni internazionali e tali da minacciare i buoni rapporti fra nazioni dalle quali la pace dipende. Nello stesso tempo il Governo inglese ha richiesto al Governo turco di emanare ordini immediati al comando dei contingenti turchi lungo il confine perchè evacuino senza indugio Mossul ed una piccola zona al nord, occupata non regolarmente dalle forze turche. 11 Governo turco rion ha ancora risposto a questa richiesta. Thomas ha concluso dicendo die le autorità militari inglesi in Mesopotamia riferiscono di avere il pieno controllo della situazione. Dalle informazioni che si posseggono stasera sulla situazione in Mesopotamia, risulta che le forze turche non hanno, per ora, la menoma intenzione di evacuare la. zona di Mossul e che, anzi, stanno colà trincerandosi. L'inviato speciale del Daily Telegraph a Ginevra, riferendo le discussioni avvenute in seno alla Lega delle Nazioni intorno agli incidenti in Mesopotamia, aggiunge di aver appreso da fonte turca che, negli ambienti turchi, si esprime vivo rincrescimento per l'accaduto e si teme che esso renderà più difficile per il Govèrno turco di ottenere l'appoggio finanziario inglese di cui ha urgente bisogno. Un rappresentante della Turchia, venuto a Ginevra per porsi a disposizione della I/ega in caso di discussione della questione Mesopotamica si è anzi così espresso, coll'inviato del Daily Telegraph: « Per tutti questi incidenti sorti a Mossul dovete ringraziare la vostra cara alleata ». Sorgono ora a fianco delle difficoltà di Mossul altre non meno serie alla Mecca. Non 6 ancora dato di sapere con precisione che cosa sta accadendo nel nuovo impero arabo dell'Emiro Hussein. La caduta della Mecca e l'abbandono della città sacra da parte del Re e della sua Corte sono ora negate ed ora confermate da telegrammi di agenzie. Un telegramma giunto nella serata a Londra si limita a dire che la situazione alla Mecca sta facendosi « inupossibMe ». Risulta inoltre che il Re Hussein si e rivolto al Governo inglese per ottenere l'appoggio militare. L'.4scosto Rcu ter in seguito ad una inohiesla fatta negli ambienti ufficiali dice di apprendere che nessun preparativo è fatto qui in vista di un intervento inglese. « La politica inglese — dice la Bcute.r — rimane quella del non intervento nelle dispute religiose ». La questione dell'Irlanda Si è iniziato quindi l'annunciato dibattito intorno alla questione irlandese. Questa ripresa straordinaria dei lavori parlamentari resa necessaria nalle difficoltà surte nella applicazione di una clausola relativa alla frontiera con l'Ulster nel trattato di Londra, che ha istituito lo Stato libero d'Irlanda, non potrà dare luogo ad incidenti clamorosi. La necessità, infatti, di porre in esecuzione ad ogni costo le clausole del trattato è ricono, sciuta da quasi tutti i partiti. MacDonald che ha aperto il dibattito si è quasi scusato di essere stato costretto ad interrompere le vacanze dei suoi colleglli per discutere circa il miglior mezzo di sistemare la contesa sorta tra Dublino e Belfast intorno all'articolo relativo alla rettifica di frontiera. Mac Donald ha parlato a lungo leggendo quasi tutto il tempo ed ha fatto una esauriente esposizione dell'Intera questiono irlandese. — 11 parlaménto a suo tempo — ha detto MacDonald — ha approvato e ratificato il trattato. Inoltre ha respinto lutti gli emendamenti proposti all'articolo relativo alla rettifica delle frontiere ulsteriane. Oggi sono impegnati la buona fedo o l'onore inglese L'Irlanda .meridionale ha accettato, firmato il trattato. Il parlamento inglese, pur essendo conscio delle difficoltà che sarebbero sorte dall'applicazione di esso, lo ratificò, di guisa che non può alterare una clausola solo pprchè una dello parti, cioè il governo ulsteriano, si rifiuta di nominare il suo rappresentante in seno alla commissione incaricata di delincare i confini, commissione prevista dalla clausola stessa. MacDonald poi ha affermato a questo riguardo che egli parla quale capo del Governo, non quale capo di partito. Egli è impegnato dal trattato concluso, non da lui, ma dal Governo della coalizione lloydgeorgiana, ed hu scongiurato la Camera di esaminare con lui la situazione, astraendo dagli aspetti politici di essa. Il Premier inoltre, ha affermato con forza che il Governo non intende commettere ingiustizie ai danni dell'Ulster, nè vuole imporre la sua volontà a Belfast. Vuole soltanto che dalla Camera parta un appellò all'Ulster che possa essere interpretato come un « appello imperiale » alla magnanimità e lealtà dell'Ulster. Come si era previsto la opposizione conservatrice non ha osato dare battagila. Baldwin a nome dei conservatori ha dichiarato che non si opponeva al bill, ma avanzerà emendamenti in sede di commissione, limitando lo scopo dell'articolo del trattato istituente la commissione di confine. Se i suoi emendamenti saranno però respinti ricadrà sul Governo la responsabilità dell'inevitabile, nuovo spargimento di sangue in Irlanda. Disgraziatamente per Baldwin questi emendamenti da lui annunziati saranno con quasi certezza respinti. Asquith infatti, in un breve intervento nel dibattito, ha dichiarato -che il partito liberale offrirà al Governo laburista il o suo pieno caloroso appoggio » nella esecuzione pura e semplice del trattato. Hanno parlato inoltre due deputati in difesa della tesi dell'Ulster. I diritti sull'Irlanda meridionale — hanno detto — non possono venire compromessi senza il suo consenso. Allo scopo ai evitare spargimento di sangue hanno consigliato di sospendere l'applicazione dell'articolo controverso, lasciando che il tempo, insieme colla canna degli animi arrechi ancora una soluzione accettabile delle difficoltà. 11 dibattito proseguirà per vari giorni. M. P.

Persone citate: Asquith, Baldwin, Macdonald, Re Hussein