Un personaggio nuovo

Un personaggio nuovo Un personaggio nuovo Rema. 37. notte. E' l'ora del partito liberale. Ad essdj viene attribuita, a ragione o a torto, la possibilità di segnare la via, mediante le discussioni del Congresso di Livorno, alla politica italiana di domani. Da ciò deriva l'interesse quasi spasmodico col quale si discute dell'imminente adunata del partito liberale, traendo gli oroscopi, più svariati, interrogando tutte le Madarnes de Thèbes del giornalismo e della politica, polemizzando sulle previsioni, stesse, ricorrendo perfino alla pubblicazione di autografi prima ancora che la battaglia sia cominciata. Le previsioni più. strambe e più difformi si accavallano. Si dividono essenz'almente in tre correnti. Una corrente pessimista, non molto forte, prevede la soluzione catastrofica della recisione del cordone ombelicale che unisce il liberalismo al fascismo, cioè l'uscita dei ministri Casati e Sarrocchi dal Ministero. Lina opposta corrente ottimista ugualmente debole, pronostica una conclusione del Congresso che suoni collaborazione incondlrionata del liberalismo all'opera attuale e futura del governo fascista. Una terza corrente, infine, la più forte e la più accredilata, propugna la collaborazione, condizionata al governo. Cioè niente tragedie. Niente dedizioni. Secondo queste previsioni, il Congresso si risolverebbe in uno schieramento centrista. Esso esaminerebbe, non senza appassionarvisi vivamente, l'opera e la situazione dei governo, dando, nell'esame delle singole questioni, un giudizio possibilmente calmo e relativamente sereno, che rispecchi non situazioni parlamentari preordinate o da preordinanti, non interessi ministeriali, o di opposizione, non insomma soluzioni preconcette, ma la visione dei fatti, quali emergono dal giudizio del partito liberale, che, tesserato o no, costituisce in confronto ai tesserati del fascismo la immensa meggioranza del popolo italano. Di quest'ultima circostanza sopisvltv.t'.o ! bisognerà tener conto. Cioè che -all'adunata di Livorno farà 'a sua comparsa, un personaggio nuovo ai congressi politici, cioè il pensiero della massa della borghesia italiana. Questa massa ha, por 2 anni, tollerato una situazione indubbiamente) anormale. L'ha tollerata dapprima per curiosila, per mimetismo filofascista; poi, sotto le dure sferzate di dolorosi avvenimenti, si impauri degli eccessi del fascismo e dei suoi sistemi di violenza. Infine, dopo l'assassinio Casalini e la ventata d'i normalizzazione che l'on..Mussolini seppe derivarne, la massa d?i liberali italinni, cioè del vero partito della Patria, attende che la situazione si stabilizzi, che alcunché di definitivo esca dal contraddittorio» atteggiamento con pressione sul partito fascista. Il pubblico non sa-ancora se la politica delle armi al piede sarà la politica del domani deil'on. Mussolini, corno non sa se invece il presidente preferiva, come è probabile, continuare ad offrire agli avversari l'olivo sulla punta della spada. Non sa nemmeno se, nella ipotesi di una rottura col partito liberale ritornerà alla sparate del passato. Esempio: le tirate contro i pallidi politicanti, matrari creati poi senatori, o lo strame parlamentare, che invece il governo vorrebbe ora. a novembre rimettere in onore. Questo personaggio nuovo elei congressi, cioè la massa pensante italiana," approfittando del Congresso di Livorno farà dunque la sua comparsa" mediante le proprie delegazioni, composte di elementi extra-parlamentari, mandati dalle Provincie. Di qui la possibilità di sorprese e la convenienza di profilare la riunione livornese in senso nuovo, cioè fuori — diversamente da quello che si fa genera 1mente a Roma — dall'ambito dei soliti giuochi parlamentari. Può darsi, per eseinpio, — per formulare un'ipotesi non molto azzardata — che il Congresso di Livorno assuma — senza drammi — il carattere ed il significato della grande e libera manifestazione dei combattenti ad Assisi. Può darsi cioè che il liberalismo italiano dica al governo su talune ouestioni il di qui non si passa, e su altre segni precise condizioni per un appoggio del partito al governo. E' probabile infine che dal Congresso esca il basta all'iHegalismo, fr-fesprcssione della, volontà degli ffaliant di lavorare, e vivere in pace. Accanto a questo lato nuovo ed impensato la manifestazione di Livorno offre, pur troppo, il lato consueto che i congressi politici presentano come manifestazioni di partiti, o meglio come estrinsecazioni parlamentari. Esaminata sotto questo punto di vi8*a, la situazione del partito liberale si delineerà a Livorno come segue. Gli elementi chiamati, dal punto di vista parlamentare, ad influire, se non a deridere, sono tre: l'ala sa land mia del partito, la rappresentanza giolittiana. e la direziono del partito. Cominciamo da quest'ultima. Essa si ò rinsanguata ponendo modernamente conta baae della propria azione l'appoggio -li uno dei più diffusi quotidiani d'Italia. La. direzione del partito liberale, basata sul trinomio Borzino, Giovannini, Piras, tenderebbe a funzionare come «trait d'union» tra gruppo parlamentare e partilo, ridando popolarità al primo e piena efficienza al secondo. A Livorno la direziona del partito funzionerà come elemento moderatore e come sentinella dello Statalo e dei diritti del partito. L'ala salandrina parlamentare vorrebbe essere a Livorno la dominatrice della manifestazione, il marchio del Congresso. A nome di essa agisce da Ginevra Antonio Salandra. Proprio ora si polemizza ardentemente sulla parte che il capo della Destra liberale avrà, per interposte pe7sone, nell'adunata liberale. Si polemizza in particolare su un viaggio che l'on. Codacci Pisanelli — fido amico deil'on. Salandra ed oggi elevato ad ambasciatore politico — avrebbe compiuto a Ginevra per concordare la condotta da tenersi a Livorno dall'elemento salandrino e sonrsi;tutto l'atteggiamento verso il Governò fascista. I termini e le conseguenze delia missione Codacci Pisanelli vengono furiosamente discussi. I ministeriali hanno corso troppo. Affermano che l'on. Codacci Pisanelli ritornò da Ginevra recando la parola d'ordine del capo di votare la collaborazione incondizionata al Ministero fascista. Anzi l'on. Codacci Pisanelli recherebbe la minaccia deil'on. Salandra dì affrontare uno scisma (quanti scismatisml in due annil) e di fondare un partito proprio di destra mussoliniana, nel caso 'ti crii vento di fronda soffiasse a Livorno contro il Duce. I giornali di opposizione o di libera discussione (compreso iJ Giori nafe d'Italia che in fatto di Salandra nn 1 sa qualchecosa) negano invece Io scopo \ politico del viaggio di Codacci Pisanelli cri affermano che l'on. Salandra non è uomo •i : concedere anticipatamente adeemni in-