Le tendenze che si prospettano a Livorno

Le tendenze che si prospettano a Livorno Le tendenze che si prospettano a Livorno Animate discussioni f polemiche di giornali Roma. 27. notte. n periodo preparatorio del congresso di Livorno è ormai entrato in una fase vivamente polemica. Si può chiaramente affermare che il grande convegno liberale costituisce iL.motivo di maggiore preoccupazione del Governo e della stampa ministeriale. L'azione ministeriale si va pertanto rapidamente rivelando. Mentre i fogli ufficiosi svalutano tutte le manifestazioni eoa cui 11 liberalismo rivendica le sue tradizioni e la sua funzione politica per la restaurazione della legalità, tendono invece a magnificare, con più o meno Inverosimili Interpretazioni; le dichiarazioni di qualche filo-fascista irriducibile, preoccupato assai più della propria situazione personale, che non dell'essenza programmatica e del decoro del suo partilo. Assistiamo cosi ni curioso spettacolo per cui gli ufficiosi oscillano tra le lusinghe ai liberali, tipo anzidetto, e le ingir.ri-e e le minacci- agli assertori dell'autonomia del liberalismo e della concezione dello Stato nazionale contro lo Stato partilo. Ma poiché non è affatto improbabile ciie il principio dell'autonomia prevalga tra i liberali, g'i ufficiosi si sforzano già, parallelamente a queste varie manovre, a svalutare precedentemente il significato ed il valore (lei congresso. Inoltre, dai giornali oltranzisti si svolge un motivo ricattatorio, per cui un partito armato, detentore del governo, agita oscure minacele contro quei partiti e uomini clte. Inermi, si preoccupano soltanto di riaffermare le proprie idealità. Questa in sintesi l'azione della stampa ministeriale di fronte al congresso liberale. Ma non mancano anche fantasie ed e specialmente sull'on. Salandra che si concentrano gli 6forzi. Abbiamo ieri riferito la notizia che la Tribuna ha avuto dal suo corrispondente da Ginevra circa l'atteggiamento che terrebbe il leader dei liberali di destra. Nella sua edizione meridiana il Giornale d'Italia ha qualificato una storiella l'informazione del foglio ministeriale e nell'edizione serale la qualifica un bluff, una grossolana invenzione. " Una grossolana Invenzione „ « Chi conosce io stile, i precedenti, la mentalità, la finezza deil'on. Salandra, sa che l'avverbio incondiztouatameute non si trova nel suo dizionario politico. L'on. Codacci Plsanelli ci ha fatto i'onore di telefonarci, alcuni giorni or sono, e ci ha dichiarato di essere assolutamente falso che egli abbia sostenuto a Perugia, nel convegno liberale interregionale, la tesi dell'appoggio incondizionato ai Governo. Ora noi abbiamo troppo rispetto per l'ou. Codacci Pisanelli por credete ..che quello che egli non sostenne a Perugia, l'abbia sostenuto a Ginevra. Nes«un uomo politico degno di questo nome «largisce appoggi incondizionati soprattutto ad un itfO" verno che è incondizionatamente mancipio della .propria fazione ». Lo stesso giornale motte in guardia il pubblico dalia campagna ufficiosa che si va facendo perchè prevalga al Congresso la tendenza ministeriale. Soggiunge.,«pindi: . c Come abbiamo rlpotniainatìfa dotto, U concetto prevalente nel. oliberalismo italiano si Inspira alla co^sideràzicow deU» situazione d-el- paese,. libertà statutarie, l'imperlo della legge, ]» normalizzazione della vita interna e la pacificazione del cittadini. Al Congresso di Livorno non si tratta <lt provocare crisi, ma si tratta di fare una decisa affermazione di principi i quali costituiscano la base incrollabile di ogni possibile ed eventuale collaborazione del liberalismo col fascismo. Crediamo che su questa piattaforma il Congresso liberale farà una forte affermazione unitaria, dando la mano al combattenti, e ai mutilati che pure si affermano risolutamente per la normalizzazione >. Jl « Piccolo > in merito alla conclusione del Congresso di Livorno, ritiene che 1 liberali si metteranno sullo stesso plano dei combattenti ad Assisi: penseranno poi i deputati a dare in Parlamento 11 voto prò o contro il governo. E aggiunge: « Il fascismo ha commesso e continua a commettere degli errori cui il Governo piti non sa e non vuole porre riparo. Il liberalismo non può consentire che lo stato di anormalltà in cui il fascismo ha messo il paese perduri, nè può approvare l'indulgenza, rivelatrice di debolezze o di complicità, che verso II fascismo mostra il governo ». Anche il Sereno si rifiuta di credere alla informazione della Tribuna circa l'atteggiamento deil'on. Salandra, per le seguenti ragioni: « l.o Perché risulta che l'on. Salandra è fino oii oggi Inscritto al partito liberale e non a quello fascista ; 2.0 Perchè qualche frase del suo discorso agli italiani di Ginevra autorizzerebbe, se mai, ad attribuirgli una certa solidarietà con i normalizzatori; 3.0 Perche non crediamo cosi ingenuo l'on. Salandra da accentuare l'eventuale antifascismo del congresso con un gesto clamoroso quale sarebbe la sua uscita dal partito ». Scrive quindi 11 Sereno: « Quello che fin da oggi pare da escludersi 6 che l'ordine del giorno conclusivo del lavori del congresso possa raccogliere l'unanimità di voti. A dare quindi il vero significato alla decisione liberale saranno certamente le due correnti estreme, una delle quali dovrà trovare le affermazioni sia pure generiche ma preelse. Se la maggioranza, inconciliabile con la propria valutazione del momento politico, se la linea scelta dal liberali al convegno interregionale di Torino e a quello di Firenze, dovesse essere, come è probabile, la linea della maggioranza, toccherebbe alla-destra del partito di decidersi fra lo statuto o Il fascio littorio ». Ora la Tribuna stasera protesta vivamente contro la smentita dell'organo liberale, « pubblica, a riprova delia sua affermazione, il testo originale del telegramma del suo corrispondente da Ginevra, Amedeo Punzone rilevando le qualità di serietà del corrispondente stesso. Ora, nessuno può mettere in dubbio 6ia la buona fede del corrispondente, come il fatto che la Trfotmn abbia ricevuto il telegramma. La questione sta nel vedere se le notizie siano esatte e, senza dubbio, non si può non tenere conto della recisa smentita del Giornale d'Italia, il quale è proprio l'organo dei liberali e che quindi evidentemente è meglio in grado di conoscere il pensiero dei più autorevoli uomini della frazione liberale di destra. Pare intanto che uno scambio di idee debba avvenire tra i deputati liberalt di destra in preparazione del Consrresso liberale. Si ricorderà che l'on. De Capitani si era fatto promotore di una riunione di liberali ultra-fascisti, i quali, attraverso la votazione di un ordine del giorno di appoggio incondizionato al Governo deil'on. Mussolini, avrebbero dovuto influire siti Congresso di Livorno. Ma fa riunione di cui si parla oggi non ivr"bbe affatto questo scopo. Essa avverrebbe lunedi, por iniziativa dpgll onorevoli 'Riccio e Codacci Pisanelli. di etri si attende il ritorno a Roma. L'on. Codacci Pisanelli esporrebbe al eolleghi 1 risultati del suo colloquio eoll'nn. Solnndra a Ginevra. Secondo quanto afferma il ministeriale Corrirrc d'Italia, la riunione si concluderebbe con l'approvazione di un ordine d*l giorno intonato alle Idee espresse rtall'ex-PresIdente del Consiglio. 11 giornale soggiunge che, per sostenere la tesi dello collaborazione col ("inverno, parteciperebbe -'1 Congresso il ministro del Lavori Pubblici, on. Sarrocchl. 11 quale nxonnnz'erobbe un discorso per illustrare le benemerenze del Governo. "Non l'ora «le? liberali, ma dei... normalizzatori!,, Quanto alla polemica giornalistica, cui accennavamo dianzi, dai giornali fnseisti, non usi certo a dare importanza al libera¬ lismo e piuttosto inclini- a considerarlo dome un beneficato del fascismo, il Congresso è discusso non senza apprensioni. Ma un argomento è rimesso stasera in rilievo dalla stampa ministeriale: il fallimento liberale nella politica sindacale. Si ricorderà a questo proposito la tesi del senatore Chiraienti, che stasera è citata appunto dall'Idea Afazionule. L'organo nazionale fascista, che itiche oggi dedica al Congresso di Livorno il suo editoriale, crede che il Congresso possa contribuire alla chiarificazione della politica italiana, a patio che il liberalismo chiarisca se stesso ed un suo indirizzo. Naturalmente 11 giornale nazional-fascista anemia che questa chiariileaziane il liberalismo debba compierla in confronto del socialismo, del popolarismo e della social-democraefa, non in confronto dell'oltranzismo fascista, e debba pronunciarsi sui maggiori problemi attuali. Il giornale nega che esista in europa una situazione liberale in contrapposto al regime fascista dell'Italia, ed indica, ara le realizzazioni maggiori del fascismo jispetto al liberalismo, la politica sindacale, citando il riconoscimento fattone dal sedatore Ch irnienti. Questo medesimo argomento e ripreso dal Corriere d'Italia, il quale scrive: « La crisi del dopo guerra, particolarmente complessa ed angosciosa in Italia, non può avere una soluzione che consista nell'abbandono della questione centrale dei tempi moderni, che è la questione sociale. Ne deriva, come legittima conseguenza, la ocndanna dei partiti politici che non hanno un proprio contenuto sociale, costretti, a vivacchiare ai margini d'ogni situazione, senza alcuna possibilità di larghi consensi, ma soltanto in funzione di tradizioni rispettabili, di ascendenti personali e di Influenze locali. L'ora che viviamo non e dunque l'ora del liberali. Se l'aspirazione dominante del Paese è la normalizzazione, è questa l'ora del normalizzatori ». L'organo clerico-fnse.ista non precisa però quali siano gli obbiettivi dn raggiungere per la normalizzazione e come intenda clic questi possano realizzarsi, mentre la « detente » nella tattica del partito dominanto non ha portato alcuna affermazione di principi costituzionali e la valorizzazione postuma del Parlamento non fi stata preceduta neppure dal disarmo delle forze che non sono quelle statali. " I residuati del fascismo „ Ma su questi punti, sorvolati dai fautori dell'appoggio Incondizionato, torna anche questa sera il Giornale d'Italia. Circa le numerose profezie, che si fanno sull'esito del congresso di Livorno l'organo liberale osserva anzitutto che sono più vicini al vero colóro che giudicano l'importanza del congrèsso consistere soprattutto in una mise à point di. quanto il liberalismo Italiano reputa necessario alla normalizzazione e alla pacificazione del paese. L'organo liberale ricorda che il liberalismo appoggiò l'avvento del fascismo al governo, ma soggiunge: « Le nuove fasi del fascismo non sono vejamnnte taU da- rallegrare coloro <;ne tee»n a fidanza sulle sue interne qualità di autocontrollo e di equilibrio. Il fascismo è andato peggiorando per via e rivelandosi sempre meno un'Idea ed una forza morale e sempre più una singolare consorteria politica la quale ai difetti ed ai danni di tutte le consorterie aggiunge l'abitudine e la mentalità della violenza materiale. Quelli, ohe furono o parvero i difetti eroici di un'ora eccezionale: spavalderia, intransigenza, assenza di scrupoli e di preparazione politica, sono passati allo stato cronico di abitudine non giustificata da particolari necessità di ambiente e di lotta. Chi volesse dire oggi per quali ideali e con quale utilità morale o materiale per ntalia il fascismo combatte, si troverebbe in grave Imbarazzo. Di fronte al progressivo ed ormai Innegabile degenerare del fascismo, degenerazione propria di tutti gli organismi sorti per uno scopo e che non sanno, raggiunto quello, trasformarsi e proporsene dei nuovi, si è venuto delineando un problema politico e quindi una precisa responsabilità di governo. Il problema politico è di eliminare dalla vita nazionale i residuati, ormai puramente tossici, del fascismo sopravvissuto alla sua funzione. La responsabilità di questo governo nasce dal non aver inteso in tempo questo problema o dal non aver adeguatamente provveduto. Il compito di questo governo, se si metterà sulla buona 6trada, o di quello che gli succederebbe in caso contrario, sarà quello di fare ciò che finora non è stato fatto. Il fascismo deve, per il buon nome e l'interesse dell'Italia, essere messo a posto ». Il giornale continua affermando che tutti i liberali sono ormai d'accordo nel giudicare indlspensattlle l'abolizione del rassismo, la fine della coartazione del diritti statutarii e la sistemazione costituzionale della Milizia. Nota tuttavia il Giornale d'Italia che alcuni liberali pensano che la situazione sia ancor tale da giustificare l'indulgenza verso il governo mentre altri ritengono più opportuno esigere dal governo sincerità politica e deciso abbandono di dannose solidarietà: • L'Italia vuole ordine ed è convinta che la causa del disordine, ormai passato ad uno stato deplorevolmente cronico, non sin più tale da non poter essere affrontata e superata da una decisa volontà di governo fornito di tutti i mezzi legali. E' questa volontà che si esige dal governo. Questo dirà in sostanza 11 congresso di Livorno ed il resto è ricamo o ò fantasia ». Quel elle dicono Celesia e De Martino AU'lnfuori di una breve dichiarazione alVKpoea deil'on. Celesia sottosegretario nel gabinetto fascista e di alcune informazioni date al Popolo d'Italia dall'on. De Martino tornato da Genova, non si hanno manifestazioni notevoli di uomini politici sul prossimo congresso. L'on. Celesia ha espresso l'augurio che a Livorno « trionfino i postulati della destra nazionale che riconosce a suo capo Antonio Salandra». Quindi ha soggiunto: i Io trovo che il liberalismo italiano dovrebbe uscire dalle formule generiche di libertà e di rispetto alla Costituzione, in cui tutti possono trovarsi d'accordo. Il difficile sta nello stabilire l'estensione e la limitazione della libertà in rapporto colla reale situazione del paese in questo momento. Sarà bene ricordare intanto che non esiste una sola libertà, ma che ve ne sono molte e diversa Di queste, taluna deve essere ancora limitata, comunque, per la salvezza della Nazione. Quali sono i controlli ed i limiti da porre a questa libertà? Quali mezzi e quali le modalità con cui tali limiti e controlli debbono affermarsi e debbono essere apprezzabili e applicabili dall'autorità giudiziaria T Ecco una Importante questione da risolvere». Come si vede, l'on. Ceiosia si è tenuto sulle generali. Ma, parlando egli del liberalismo italiano, si deve presumere che consideri la necessità di mantenere alti ed inviolati i principi fondamentali al congresso di Livorno in relazione alla situazione attuale. A sua volta, De Martino, interrogato sui lavori della Direzione del partito liberale o su quelle che potranno essere le decisioni di Livorno, ha risposto: « Gli intervenuti ai lavori della Direzione del partito a Genova sono stati, oltre al presidente cav. uff. Borzino, il segretario Piras ed io, gli on. llonegnni e Giovannini, e poi i delegati Antonelli, Carabini, 13on, Vinai, rispettivamente per le Marche, la Toscana, la Venezia, Bologna e per la Sicilia, più i componenti Rizzi, Giusti, Bianchi. Gai e Mascagni. Animate sono state le discussioni intorno olla diluizione dello Statuto da sottoporre al congresso: e pare ti sia riusi-iti in un accordo che rafforza l'organizzazione chi.imando alla sua partecipazione equamente tutte le regioni del Regno, consolidando la compagine con vincoli precisi ed inderogabili. Anche ampio è stato il dibattito intorno alla relazione che la Direzione presenterà al Congresso ed alle tendenze determinatesi sia in seno alla direzione, sia in seno allo varie riunioni provinciali. Si è cercato di cogliere 10 spirito comune e più diffuso, cioè distinzione dalle opposizioni con chiara affermazione di principi liberali: nessuna ostilità preconcetta, ma desiderio che la collaborazione esprima il voto degli italiani di rispetto alle maggiori conquiste del Risorgimento ed nlle più rispettate tradizioni. Quello, però, che potrà dare un orientamento piuttosto che un altro al congresso sarà indubbiamente il parere deil'on. Salandra e dei suoi amici. Anche l'intervento dei parlamentari gioverebbe ad un dibattito aito e fecondo ed il Governo non dovrebbe esitare a manifestare apertamente il suo interesse a conoscere il pensiero e l'atteggiamento del partito ». La Giunta esecutiva del partito fascista si riunirà tra un paio di giorni ed esaminerà definitivamente l'ordine del giorno del Gran Consiglio fascista, che, come è noto, inizierà i suoi lavori la sera del 18 ottobre. Alla segreteria della Camera continuano a giungere, come abbiamo già avvertito, le relazioni dei bilanci .e quali, dopo essere state approvate dalla Giunta, saranno Immediatamente stampate e dstribuite ai deputati. "Parlamento Fascista,, Mentre si parla di apertura autunnale della Camera è necessario registrare quanto pubblica l'Impero, il quale pensa che • il Governo deve rientrare al più presto a Montecitorio » ricordando che l'on. Mussolini avrebbe potuto intimare la dittatura quando fece la marcia su l'orna. Il giornale ritiene che 6e egli ha deciso di mantenere la Camera abbia avuto regione, e conclude: .> Dunque siamo giunti al Parlamento fascista: adoperiamolo. Si è scelta la via pacifica: battiamola. Riaprendo al più presto la Camera, noi toglieremo il fascismo dalla scomodisi ima situazione di punì eli atori del deleterio Stato hltei-ale. Infatti opgi il fascismo si trova nella strana positura di guardiano e restauratore di leggi contro le quali ha preso le armi. Protrarre la sosta potrebbe snervarci, senza contare che il tempo, salvo ecceziona.li avvenimenti che riaffermino la provvidenziale indispensabilità del fascio, lavora per le opposizioni. Il Parlamento è sempre un serpaio di ambizioni e dì interessi personali e non c'è niente di più instabile di una maggioranza parlamentare. Se essa, dati gli indugi, venisse a mancare, sarebbe il colmo della fregatura. Avremmo sofferte tanto e corso tanti rischi per ritornare al punto di prima: alla necessità della dittatura ». Le deduzioni che si traggono da questo brano del giornale ufficioso sono chiare: o una Camera perfettamente asservita al Governo, o la Dittatura. I liberali che si propongono a Livorno di approvare il collaborazionismo ad oltranza hanno di ohe meditare. E' pertanto interessante l'editoriale di questa sera del Mondo il quale si propone di smontare alcune correnti argomentazioni della stampa ministe riale intese a dimostrare che le opposizioni non hanno ragione d< rimaner sull'Aventino. Si dice che le opposizioni hanno sollevato la pregiudiziale della milizia. Ne conoscevano perfettamente l'esistenza quando si fecero le elezioni. Ma il Mondo ricorda che » la legge elettorale, estorta alla Camera precedente, fu giustificata soprattutto dal fascismo e dai suoi flancheggatori come ii mezzo necessario per permettere al fascismo di trasferirsi sul terreno legale. Nessuno pertanto era obbligato a pensare che anche dopo il 6 aprile, accanto alla maggioranza schiacciante, avrebbe continuato ad esistere la coorte armata. Si dice poi che le opposizioni dovrebbero ritirare col fatto la loro pregiudiziale sull'incompatibilità fra Parlamento e fascismo per poi andare a Montecitorio a vedere, contro i loro voti di minoranza, convertito in legge il decreto che istituisce la milizia ». Nega poi il Mondo che le opposizioni torneranno alla Camera per la discussione della legge sulla stampa e tanto meno per la discussione di una nuova legge elettorale: < Ma quando capiranno i signori dell'era nuova che qui non si tratta di utilità politiche da conseguire o da conquistare, bensì di ragioni vitali e di questioni fondamentali di coscienza? Alla Camera non si va a discutere di nulla se la Camera non sia ridiventata la Camera, cioè un'assemblea libera e sovrana, non insidiata dn alcun illegale potere esterno ed 1 cui membri godano di condizioni di uguaglianza morale e di libertà che siano compatibili con l'esplicazione del mandato parlamentare. A questo va aggiunto che se la idea di abrogare una legge elettorale assurda e di preparare lo strumento per un'onesta e non lontana consultazione del paese può meritare l'approvazione e la lode da parte delle opposizioni, che hanno setn pre ritenuto che quella fosse la via maestra per tornare alla normalità, viceversa l'idea di discutere siffatta materia e di procedere a nuove elezioni nel regime, di cui il Governo fascista è espressione, fa sorridere al solo sentirla enunciare e conduce a preve dere, sul terreno pratico, un aggravamento della situazione, giacché chi ha impiegato l'imbroglio e la violenza, quando non ne aveva bisogno, che mai non sarà indotto a perpetrare nel recinto chiuso del collegio uninominale quando dovrà battersi per avere la maggioranza? La immaginazione viene inevitabilmente avviata verso spettacoli di inverosimili vergogne elettorali di fronte alla cui previsione non resterebbe che astenersi dalla sesquipedale baraonda e uscire formalmente, per un tempo indeterminato, dal terreno parlamentare. Comunque, meglio l'astensione da future elezioni che, per assurda ipotesi, potessero essere affidate al ministero Mussolini, che non la discesa dall'Aventino per discutere la legge elettorale. Su ciò non abbiamo alcun dubbio ». «