Le lettere della czarino Alessandra

Le lettere della czarino Alessandra IL CROLLO DI UN IMPERO dll i Ald Le lettere della czarino Alessandra Sfolla storia della guerra mondiale, 'a uta della dinastia dei Komanoff e la Seguente rivolutone appaiono non solto fatti di capitale importanza, ma airi elementi rivelatori .di tutta una sirione falsa ed equivoca, su cui pwrPpo militari, diplomatici e cittadini di u_ nazione fecero calcoli a vuoto. Chi risi oggi alla ingenua fiducia con cui, a anni or Bono, si guardava al famoso allo compres3ore » russo, e poi consideri, v luce dei recenti particolari e delle uoe retrospettive, in quale stato si trovava realtà la Russia imperiale, non può sotrsi a un senso di spavento e di stupore, libili gli sembreranno gli effetti della ozogna e dell'ignoranza ; sorprendente i-a ilità con cui gli aspetti delle cose si comò agli occhi del pubblico. L'incredib^e enza dell'illusione e dell'inani agnazione conosciuto, dal 1914 in poi, il buo più >ssale trionfo. Come la massa ò cieca, e le è_ agevole l'inganno ! Di fronte all'asata incapacità di renderei conto con preone di un agglomerato qualsiasi di avdmenti e del nucleo di rapporti che lo a, davanti all'impossibilità di xaggiune le verità più prossime e a portata d' no, non resta che proclamare con il SainBeuve esser l'uomo nient'altr© che una. sione fuggitiva nel seno dell'illusione nita. /epistolario dell'imperatrice Alessandra >dorovna è raccapricciante. Altri potrà ormarsi sui ragguagli di vita intima che 3 contiene, registrando con meraviglia i iosi vezzeggiativi coniugali che Alice di sse prodigava allo czar, l'esibizione di le tenerezze di dubbio guato, la menno di necessità fisiologiche, seguendo con iosità la cronaca della salute corporale e ituale dell'intera famiglia. La principessa esca salita al trono di Russia si rivela la sua corrispondenza col marito una ante (più ancora che una moglie) appianata, gelosa, tirannica ed esigente, una dre affetfcuosissima. Le sue espansioni o talora d'indole un po' rozza e di una petuosità eccessiva, i veli del talamo ringoilo 'sempre alzati (e d'altronde ella 1 poteva prevedere ohe il cofano in otri czar teneva le sue quattrocento lettere esse, dopo l'eccidio di Ekaterinenburg, le mani dei rivoluzionari). Come diano more, accanto ad alcuni spunti oommoti « delicati, queste pagine sono sovraciche dell'esuberanza sentimentale ed afava propria alle buone tedesche, e così aceraie per la sua grossolanità. In Alesìdra Feodorovna notiamo l'attività prai delle massaie e le tendenze eteree delle tutrici del suo paese, ma, in più, un do di en/perstizione bassa e volgare ohe iiritfcura sgomenta. Convertitasi alla reone ortodossa per salire al trono di Rus, la enrina sembra aver adottato le creile più stranamente plebee del suo poo: imperatrice, si comporta da donnicola, e purtroppo tali parti inferiori del » carattere s'impongono sulle altre, ginnio « prendere il sopravvento. jt> lettere vanno dal 26 aprile 1914 al 4 ito 1917: dalla vigilia della guerra, albdioaBóne e alla cattività. Personaggi ncàpali, oltre alla protagonista, il molle, orientato, abulico czar; lo czarevitch, npre sofferente, povero bimbo fragile oo 2 vetro; le' granduchesse, brave ragazsenssa eccessiva personalità. Come rivale la famiglia imperiale, il generalissimo, induca Nicola, anticristo e pretendente trono ; dietro di lui, il partito dei nobili militari, i deputati progressisti. Alla ta della vecchia Russia religiosa e autotica, conservatrice arrabbiata che oona nell'intervento divino, ò la «zarina essandra: ma a sua volta l'imperatrice un padrone onnipossente: Rasputin, ed guardata a vista dall'amica di costui, da Vyrubov. In questa lotta fra l'ombra a luce, fra la reazione e la democrazia, Russia si dissolve, la monarchia crolla. jò origini dell'attaccamento incredibileAlessandra feodorovna per Rasputin n sono del tutto chiare, ma verosimil ute dovettero risiedere nella mentalità aplicigta e fanatica della Sovrana, nella t folle fiducia nell'intervento del dito di0, propiziato dal lurido santone. Questa i concezione medioevale della vita, applia a una guerra moderna, dà allo sue patì ed ai suoi atti un carattere di straordirio anacronismo. L'imperatrice perde asutamente il contatto con la realtà concre-oon il gioco delle forze in contrasto: òde gli uomini in due immense catego: gli amici di Rasputin, e i suoi nemici, n base a tale distinzione assegna impie 1, distribuisco comandi agli eletti, oppa rimuove e perseguita i reprobi. Ella teme e gli avversari del sozzo monaco, contri ndolo, ritirino da lui la grazia divina cui è indubbiamente in possesso, ed acnitamente, implacabilmente lo difende, co importa la capacità personale nell'ar-della. guerra o del governo: chiunque rezzi Rasputin b destinato a cadere. Un aerale ignorante prenderà pertanto, purà abbia saputo corrompere il santone, il sto di un abile condottiero. Il granduca cola, generalissimo, ha risposto un giora Rasputin, che gli chiedeva d'installaral Quartier Generale: « Vieni, ti farò imxare »: egli è condannato. Con un'ostizione spaventosa, con la tremenda tena delle femmine, la czarina non ha pace che Nicola, idolatrato dai soldati e dai tadini migliori, non sia relegato nel ucaso, per aver offeso l'uomo di Dio, il isso del Signore sulla terra. E lo czar, vero individuo stanco e muto, assumerà comando in capo dell'esercito. Tragedie del fanatismo religioso! La sorba voluto che negli anni decisivi, la raorohia russa s'incarnasse in una straniera ntelligente e superstiziosa, che regolava sua condotta sui consigli di un ciurmare volgarissimo. Como Maria Antonietta, eesandra Feodorovna prepara con le prole mani la tomba del dispotismo; o sca il sepolcro orrendo di Ekaterinenburg r sé e per i Buoi. Il silenzioso accasciaento dello czar, creatura scialba galvazzata solo dagli energici richiami della risorte, toglie ogni nobiltà all'inconscio orificio. Nessuna propaganda anarchica o voluzionaria ha avuto l'efficacia distruttrici tre anni di malgoverno personale: la area rossa non fu preparata da Lenin, volle la czarina Alessandra. **» Ed ecco come. Ella mise la sua enorme fluenza sul marito, al servizio dei suggementi di Rasputin: con la massima sinrità, applicò sistematicamente il ricatto ntimentalo e sensuale per ottenere ciò ìe, c l'inviato di Dio » desiderava. Quajv ale protejt» e le promesse d'amore, le cai sapienti rievocazioni dei passati giorni bastavano, l'azione diretta suppliva de e ni non bastavano, l'azione diretta suppl a quella epistolare. La czarina si recava al Gran Quartier Generale, e dopo breve tempo i cambiamenti indicati da 11 asputi a si attuavano : cadevano ministri, ia disgrazia sovrana colpiva ufficiali, preti, magistrati, e le creature elette prendevano d'assalto le cariche vacanti. I membri della Chiesa ortodossa e della Duma e le loro stesse istituzioni erano il prediletto bersaglio di Alessandra Feodorovna e della sua eminenza nera. Come, infatti, era possibile che la persona di Rasputin e le sue trame venissero discusse? Ciò avrebbe condotto a scoprire la monarchia: la proclamata solidarietà oon l'avventuriero la comprometteva, intanto definitivamente. Indissolubile e funesta alleanza ! Oltre che negli affari di Stato, la portentosa potenza di Rasputin si manifestava nell'intimità della famiglia imperiale. La celebre Ania. Vyrubov, amica del santone, e da lui incaricata del quotidiano spionaggio alla Corte, godeva di una posizione intangibile: ai suoi piedi la czarina Btessa, sebbene riluttante e gelosa, deponeva ogni alterigia, e, suo malgrado, indulgeva ai suoi capricci. Alessandra Feodorovna infermiera di Ania Vyrubov, capace di subire in silenzio i dispetti della favorita, e costretta a raccomandare allo czar di mandare alla_ donna qualche cartolina, a trasmettergli i saluti dell'incomoda emissaria dell'unto dal Signore! Crudele ironia: ma il caso si beffa dei despoti, e gode ad umiliarli. L'ingranaggio infernale e funesto in marcia, solo l'ecatombe dei meccanici ne arresterà il tragico cammino, « Sono ossessionata dal desiderio espresso del nostro Amico (così l'imperatrice era solita a designare Rasputin), poichò so che sarà fatale per noi e per il paese bs esso non verrà realizzato. Egli sa ciò ch'Egli dice quando parla con tale serietà. Non voleva la guerra, si opponeva alla convocazione della Duma,... al tuo viaggio a Lvov e a Przemyl, e ora vediamo infatti ohe quel viaggio era prematuro... » — « Ti mando un bastone che Gli ò stato inviato dal monte Athos. Egli se n'è servito prima, ed ora te lo dà come benedizione : se tu potessi portarlo di quando in quando sarebbe bene, come pure se 10 tenessi nel tuo. scompartimento, accanto a quello toccato da Philippe (un predecessore di R.)_ ». — i Non dimenticare di pettinarti^ prima di ogni difficile conversazione o decisione, con il piccolo pettine ohe ti ha regalato il nostro Amico: ciò ti aiuterà. » — « Non dimenticare di tener in mano la piccola Icona e di passarti parecchie volte nei capelli il Suo pettine, prima del Consiglio dei Ministri. » — c La mia Icona con 11 campanellino mi aiuta realmente a < sentire » gli uomini. Vedo che la mia Icona e il Nostro Amico mi hanno aiutata a conoscere rapidamente gli nomini, e se questi t»ì avvicinassero con dei cattivi propositi, il campanellino suonerebbe... ». Ma ogni limito è superato: < Anzitutto, per non dimenticarla, ti devo trasmettere la seguente richiesta del nostro Amico, ohe gli è stata ispirata da una visione ohe ha avuto durante la notte. Ti prega di ordinare l'offensiva presso Riga... dice che è cosa essenziale, ti prega seriamente di ordinare l'offensiva, dice che noi postiamo, e dobbiamo attaccare... ». — « Egli lamenta che aia stata incominciata quell'offensiva senza consultarlo : avrebbe detto di attendere » — « Ho chiesto a Sturmer di dire (al ministro suo successore) come deve comportarsi verso R., e di raccomandargli di proteggerlo sempre. » — c Non ho nessuna fiducia nel granduca Nicola : poiché egli è andato contro a un Uomo di Dio, le sue opere non possono esser benedette, e i suoi consigli non possono esser giusti ». Per chi ha rabbrividito al pensiero del macello ordinato per visione dal sozzo santone, _ i cui rapporti col nemico sono stati da più parti rilevati, trascriviamo ancora quel cho segue: « Se Shabelsky apprendo delle storie contro il nostro. Amico, deve farle cessare, e interdire le conversazioni: non debbono osar dire ch'Egli ha dei contatti coi Tedeschi. Come Cristo, egli è magnanimo e_ buono per tutti, qualunque «ia la loro religione, come dev'essere un buon cristiano. Se tu trovi che le Sue preghiere ti aiutano a sopportare il tuo compito, (e ne abbiamo avuto esempi più che sufficienti), non debbono osare attaccarlo. Sii fermo, e sostienlo ». E l'influenza di Alessandra Feodorovna era decisiva: * Perchè mi si odia? Perchè si sa cho ho una forte volontà, e quando sono sicura che una «m è giusta e buona (e quando essa ha ricevuto In Sua benedizione) mi ci attacco, ciò che essi non possono sopportare. » — s Affrettati, carino mio, bisogna sempre che dietro a te sia la tua mogliettina, per spingerti. » — * Pensa maggiormente a R., mio caro, e prima di ogni istante difficile, domanda il suo intervento dinanzi a Dio, affinchè Egli ti diriga nella retta via. Ti ricordi cho negli a Amici di Dio » è detto che un paese non può perire se il suo Sovrano ò guidato da un Uomo di Dio? Oh, lasciaLo guidarti di più! ». Come ritornello ammonitore : a Non dimenticare che tu sei e devi restare Imperatore autocrate. Non siamo pronti per un regime costituzionale. Se la Duma esiste, la colpa ò di Witte e del granduca Nicola ». *'"* Eppure, in queste lettere che ci danno modo di analizzare la formazione delle piaghe che divoreranno la Russia imperiale, vibra talora il presagio della catastrofe. L'incoscienza assoluta di Alessandra Feodorovna si accompagna alla sensazione di un mondo che si dissolve e si sgretola, in cui gli ideali sono scomparsi, e dove i c vili materialisti > hanno il sopravvento. Ella avverte cho il carattere russo è una miscela di elementi eterogenei, e non ha nessuna solidità; comprende che t i costumi della società si disgregano » e che alla testa delle famiglie in decomposizione sta quella dei Romanoff, sente che la oorona pesa oggi quanto la croce, e che lo czar è un novello Giobbe. Nondimeno, la sua attività ò, senta saperlo, rivolta ad affrettare la cancrena, a travolgere gli ultimi baluardi: Chiesa, esercito, amministrazione, giustizia, mediante i più sfacciati favoritismi e i continui < interventi » della corona. Alessandra Feodorovna impone condanne, assoluzioni, alterazioni procedurali con la più assidua disinvoltura: intralcia il funzionamento ordinario del governo. Nella notte dal 16 al 17 dicembre 1916 Pourichkcvitch uccide Rasputin. Abbiamo lo prime impressioni della «zarina, non ancor certa dell'assassinio ,ma già disposta a difendere la Vyrubov: « Custodirò qu Ania: ora sì attaccheranno a lei. Non credo, non voglio credere ch'egli sia stato ucciso ! Dio abbia pietà di noi ! Vieni tiresto : nessuno oserà toccarla o fare qualcosa quando tu sarai qui ». Lo czar, immediatamente, all'annuncio, lascia il fronte e torna a Tsarskoie-Selo, dove rimane due mesi. Ma nessun mutamento avviene nell'animo dell 'imperatrice : allorché il marito riparte, si torna agli antichi sistemi: » Il Nostro caro Amico è nell'altro mondo, e prega anche per te: così Egli è ancora più vicino a noi. Tuttavia come vorrei udire la sua voce'consolante e confortante!... Siamo andate (la czarina e le granduchesse) alla tomba del Nostro Amico : ora la cappella è abbastanza alta perchè possa inginocchiarmi a pregare per tutti voi... ». La strana affezione perdurava:' a questo punto è forse il caso di riportare il brano di lettera con cui Alessandra Feodorovna alludeva a delle voci calunniose, non sappiamo quanto giustificate: e Avrei voluto vedere il nostro Amico, ma non l'invito mai a casa quando tu non ci sei : la gente è così malevola... ». Ma ricordiamoci che era innamorata dello sposo, puritana e gelosa. La povera donna, il 24 febbraio 1917 sperava nell'impiccagione di Kerenski: scoppiati i disordini precursori della rivoluzione, la sorprendiamo nell'atteggiamento di chi non capisce più in qual mondo vivo. Apprendendo la notizia dell'abdicazione gridava: € Giuro sulla mia vita che ti vedremo nuovamente sul trono, portato dalle truppe e dal popolo, per la gloria del tuo regno. Hai salvato il reame di tuo figlio, il paese, la tua santa purezza, e sarai incoronato da Dio medesimo, su questa terra, nel tuo paese! ». Le frasi finali dell'ultima lettera sono già pazzesche: * So che l'esercito si rivolterà. In Germania c'è la rivoluzione. Guglielmo è ucciso e suo figlio ferito. In tutto ciò si vede la mano della massoneria »; strazianti le parole con cui essa si chiude. « Baby è al sicuro. Che sollievo! ». Al cospetto dell'immensa tragedia di un popolo e di una dinastia, davanti al turbine vertiginoso ed orrendo ohe gettò i Romanoff nella fatale casa di Ekaterinenbun;, da cui uscirono cadaveri il 17 luglio 1917 per esser portati a macerare in un pozzo, non si può pensare senza spavento alla concatenazione delle piccole cause individuali che determinarono il crollo di un impero e l'eccidio di chi ne era a capo. Voltaire trionfa, sui filosofi della storia A. CAJUMI. « Lettres de l'Imperatrice Alexandre Feodo

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