L'anormale situazione politica

L'anormale situazione politica L'anormale situazione politica pI prossimi Consigli dei ministri - Lavori di preparazione - Previsioni e commenti sul Congresso dei liberali Roma, 25, notte. Il presidente del Consiglio è ritornato stamane a Roma .alle 8,45 insieme cogli on. Federzoni e De Stefani ed il sottosegretario di Stato agli Interni on. Grandi. Dopo essere rimasto tutta la mattinata nella sua abitazione di via Rasella, l'on. Mussolini, alle 17, si è recato a Palazzo Chigi. A Montecitorio si continua a parlare della riapertura della Camera che 6arà convocata fra il dieci ed il quindici novembre. Uno scambio di vedute, sia per la precisazione di questa data sia sull'ordine del giorno dei due rami del Parlamento, avverrà nel Consiglio dei Ministri che inizierà i 6iioi lavori 11 sei o il sette ottobre. Tra le questioni che saranno sottoposte all'osarne del Consiglio dei Ministri una delle più importanti sarà certamente il progetto per la stampa. L'on. Federzoni sottoporrà al Consiglio un provvedimento per il miglioramento della carriera dei funzionari di P. S. che concorrerà, con quello già approvato per l'aumento del numero dei carabinieri, a rendere più efficace l'opera della Pubblica Sicurezza. Non si sa ancora se in questa o in una prossima riunione il Consiglio dei Ministri si occuperà della nuova infornata di senatori, di cui in questi giorni si è parlato. Ad ogni modo, 6i tratterebbe di una piccola lista di otto o dieci nomi al massimo: due generali, due ammiragli, un paio di prefetti ed altrettanti funzionari, forse un diplomatico. Come è noto, la nuova infornata avverrà in occasione del quattro noi .-mbre. Infine il Consiglio del Ministri non mancherà di discutere anche la situazione interna specialmente riguardo al congresso dei liberali il cui periodo di lavori coincide appunto con quelli del Consiglio dei ministri. Preoccupazioni della stampa fascista Come già abbiamo rilevato, l'attenzione degli ambienti politici parlamentari è vivamente rivolta al congresso di Livorno. La cronaca romana politica riflette, appunto questa attesa che è indice dell'interesse che nel mondo politico suscita il prossimo convegno liberale la cui importanza 6i rileva anche nei commenti diffusi e non scevri di preoccupazione di quella stessa stampa fascista e filofascista che non ha, questa volta, verso il liberalismo ed i suoi uomini il solito linguaggio altezzoso. La nota dominante nella stampa ministeriale e fascista e filofascista è quella di mettere a confronto lo accoglienze che ha avuto l'on. Mussolini nel suo recente viaggio come indice di consenso popolare e l'atteggiamento delle correnti liberali più sensibili alla situazione del paese e non disposte ad accorciare al Governo una fiducia incondizionata. Per la stampa ministeriale, naturalmente, questa tendenza liberale che vuole riaffermare i principi fondamentali del liberalismo, che sono quelli della vita costituzionale e politica italiana, non è che della fronda. Particolarmente di questo avviso è il Corriere d'Italia. L'organo clerico-fascista che accusa questi liberali di presunzione, accetta in pieno la tesi fascista, vale a dire che nessun altro uomo politico è tanto forte In Italia e popolare quanto l'on. Mussolini. Riguardo al congresso di Livorno, l'organo clericofascista è ottimista dal suo punto di vista di fiancheggiatore. Sullo stesso piano muove il Popolo d'Italia, 11 quale dico che il discorso di A'icenza riassume tutta l'idealità fascista ed ih un'altra nota, di carattere prevalentemente parlamentare, riferendosi appunto alle tendenze che si sono manifestate nel cam po liberale, attribuisce ai democratici dell'op posizione il proposito di uscirò dal cartello delle sinistre, cercando di determinare, in un primo tempo, il distacco dei liberali dalla maggioranza, per poi stabilire con essi, in un secondo tempo, un'alleanza che dovrebbe essere il centro di un nuovo blocco di opposizione, cui dovrebbero aderire combattenti, mutilati ed anche i fiancheggiatori democratici nonché i popolari. Il giornale poi aggiunge che « intanto qualche fiancheggiatore, un po' irregolare nella « forma » — usiamo la parola « forma » in sanso sportivo — si agita per tentare di acchiappare le nuvole. Sollecita la riapertura della Camera ed una nuova riforma elettorale. Il governo ed il fascismo guardano sorridenti anche a questa trovata La-Camera 6i riaprirà al tempo voluto. Non c'è troppo bisogno di precipitare le cose, anche perchè si sta ancora approntando il lavoro per l'assemblea ». Più esplicita, Videa Nazionale, nel suo editoriale dal titolo: «Equivoco fondamentale », dedicato appunto al Congresso di Livorno, si chiede che cosa si intenda per normalizzazione e se gli interpreti del liberalismo siano i ministri liberali che fanno parte del Governo, oppure i giornali ed aggiunge: « Il Congresso di Livorno forse risponderà a tale non formulata domanda e noi attendiamo che la rispesta venga e sia chiara e non circoscritta in una qualsiasi possibilità di equivoco ». Poi, l'organo nazionale fascista, accennando ai metodi del Governo dell'on. Mussolini, scrive : «li metodo è questo: accettare la collaborazione da qualunque parte essa venga, ma soltanto ad un patto sul quale non è possibile transigere: che questa collaborazione sia leale ». Come si vede, la stampa ministeriale fa essenzialmente una questione di fiancheggiamento leale, nel senso fascista, cioè di sottomissione al Governo, e benché essa avverta la rinascita del liberalismo, tuttavia cerca di dissimulare la sua ripercussione nell'opinione pubblica. ,. Non questione di uomini ma di sistemi A quésto proposito il Giornale d'Italia scrive : « Se dunque da parte di fautori, a tutti noti, di un certo stato di cose si comincia a negare resistenza di un movimento di rinascita liberate del paese, segno e che questo movimento esiste ed ha la sua autentica ragione di essere e la sua probabilità di guadagnare terreno. Questo movimento, che nel Congresso di Livorno troverà l'occasione della sua prima manifestazione politica, non è, a differenza di quelli che hanno determinato le soni della nostra vita pubblica negli ultimi anni, un movimento nebuloso ed impulsivo, uon recluta fanatici che fanno questione di dogmi od obbediscono con disciplina militare ad una sola persona; anzi, più largamente, non fa questione di uomini ma di cose e cioè di metodi e di propositi di governo. Tale è il movimento liberale. Gli 'lisanabili dissensi di uomini appartengono al passato, l'inevitabile varietà di tendenze e di temperamenti scompare dinanzi ai nuovi problemi che la realtà della vita italiana propone. Quelli che credono che nel congresso predominerà la polemica tra i rappresentanti dei gruppi che già furono opposti, si ingannano e si ingannano anche quelli che pensano che il Congresso farà una questione di ta'in&t'Oro, I! liberalismo tiene- u non fare e non può fare in prima linea questione di uomini ». Quindi l'organo liberale, venendo a parlare delle direttive che prevarranno al Congresso, rileva che il Congresso non sarà una battaglia prò e contro una crisi ministeriale ma una questione di indirizzo politico di metodo di governo: « Ma tanto più importante sarà la voce del Congresso nell'interpretare l'unanime desiderio degli italiani che alla normalità della presente situazione 6l ponga fine e che si addivenga ad un periodo in cui l'ordine e le libertà statutarie, il retto funzionamento del Parlamento non 6iano più come oggi nome vano o graziosa quanto appr066imativa concessione di un partito che pretende ad un regime di privilegio ». Il giornale dui liberali fiancheggiatori osserva che l'Italia è assetata di normalità e di giustizia ed è questa una questione di dignità nazionale oltre che di pratica utilità: « La frenesia di certo fascismo, a cui troppo spesso nei suoi periodi di cattivo umore indulge 11 capo stesso del Governo, l'insofferenza di ogni forma legale, la mania della improvvisazione, l'intolleranza della critica altrui hanno creato in Italia un ambiente anormale di nervosismo e di insoddisfazione nel quale le battaglie di carta e qualche volta le pugnalate e rivoltellate assorbono ed esauriscono tempo ed energia, mentre da mesi problemi vitali giaciono trascurati o vengono risolti colla scusa dell'urgenza con quel decreti-legge che sono nel loro spirito, il più Incostituzionale dei procedimenti e negli effetti politici si riducono ad una serie di provvedimenti mal meditati sottratti di fatto al controllo dell'opinione pubblica ed all'essenziale benefizio della discussione parlamentare. Prima esigenza del liberalismo italiano in questa sua vigorosa rinascita è 11 ripristino della funzione necessaria ed insostituibile del Parlamento ». Il Giornale d'Italia nota che sotto il Ministero Mussolini più che con qualsiasi altro Ministero tutti i più gravi problemi della vita nazionale sono stati sottratti al Parlamento e cosi è anche accaduto, dopo le eie. zioni ultime, colla Camera fatta dallo stesso on. Mussolini: «Tutti i provvedimenti più gravi e più discussi e che, riconosciamolo subito,- hanno fatto più male al Ministero, sono stati presi in via extra parlamentare dalla legge sulla stampa alla sistemazione della Milizia, dalie grandiose concessioni ferroviarie e.telefoniche alla legge del bilancio. Tutto ciò che vera, mente richiedeva la più àmpia e libera di. scussione parlamentare è stato ancor una volta sottratto al normale controllo d'el Parlamento; nè la tardiva convocazione della Camera giova ad assicurare la necessaria ampiezza e serietà alla postuma discussione di cosi complesse materie ». Il fenomeno dei ras L'organo del liberali di destra accenna quindi alla situazione nelie Provincie ed al vergognoso fenomeno dei ras che lo caratterizza esercitando un parassitismo violento su pacifiche e laboriose popolazioni, fenomeno che nessun Governo meritevole di questo nome può tollerare a lungo essendo incompatibile colla autorità e col prestigio dello Stato. Quindi il giornale, sfatando l'abusato « cliché » fascista di identificare la dottrina e le tradizioni liberali colla debolezza di alcuni Governi osserva che la tradizione del liberalismo è ben altra: « Il Ministero attualo, che certi suoi fautori vantano come la quintessenza del dinamismo, non ha trovato ancor quella non motta energia che basterebbe per dare un co;po decisivo al fenomeno profondamente incivile del rassismo. non potrà dolersi se il Congresso liberale chiedendo la liquidazione ilei rassismo verrà implicitamente a dare un giudizio sul metodo fascista di governo ». Come si rileva dallo esplicite indicazioni dei problemi, che caratterizzano l'anormalità della situazione fatta dall'organo dei liberali salandrinl. c'è una notevole distanza ed una diversità di apprezzamenti non lieve tra la corrente liberale, cne riflette l'organo romano, e quegli altri fiancheggiatori liberali fautori di una conferma di incondizionata fiducia nel Governo fascista. Risulta evi-dente nella tendenza flancheggiat.rice ad oltranza la preoccupazione olie, sparito il pericolo rosso del 1919, si possa realizzare Un accordo od un Ravvicinamento tra i liberali e l'opposizione democratica. L'organo liberale ramano avverte che questa preoccupazione, spiegabile in una situazione normale, non deve -più esistere quando si affacciano questioni di dignità nazionale e di utilità pratica che rendono .indJspeiis-ibili ira indirizo ed un metodo di governo diversi da quelli fascisti. "L'ora dei Uberai),, Notevole e significativo a questo riguardo i anche l'editoriale di stasera del Mondo, dal titolo « L'ora dei liberali », nel qiuale vi.'iie esposto il punto di vista dell'opposizione democratica, in inerito appunto al congresso di Livorno ed al compito òhe l'opinione pubblica attende dai liberali in questo momento. Scrive il Afondo: « L'attenzione del paese si rivolge al congresso di Livorno ed a quel movimento di pubblica opinione che si è determinato e che si va determinando in rapporto al partito liberale. Tale movimento che avrà, nel prossimo congresso di Livorno, il suo sboc co naturale, esprime il bisogno di normalità, di legalità e di libertà costituzionale, di pace interna e di solidarietà nazionale, che si a andato, attraverso questi ultimi mesi, sempre più diffondendo ed approfondendo nel paese e che può dirsi orinai il comune denominatore del sentimento della grande maggioranza degli italiani. Dare a tale sentimento un'adeguata espressione politica, trarre dalla saia aspirazione imperiosa i mezzi più idonei a dominare l'agitata ed anormale situazione del nostro, paese ed incanalarla verso la sua naturale e necessaria soluzione, questo ci sembra il problema che dovranno affrontare i liberali riuniti a congresso. E' il problema medesimo che si trova all'ordine del giorno della vita del paese ». ■ Indi 11 giornale dichiara di volersi astenere dall'entrare nel merito di quanto avviene nel campo liberale e di esprimere qualunque giudizio per evitare le speculazioni avversarle e soggiunge: « Ciò diciamo a scanso di ogni equivoco, sebbene sentiamo di poter rivendicare, in questa nostra battaglia, la derivazione idealidi una tradizione di pensiero e di azione politica che risale al conte di Cavour e sebbene le eh hue e note divergenze del passalo tra noi ed i liberali fiancheggiatori n -n ! possano nascondere ratinale concordanza ! su molti punti essenziali che si riferiscono alia situazione di oggi e non possano nemmeno Impedire che in entrambi i campi si nutra Sincera volontà di fare ogni sforzo affinchè in Ital'a venga ristabilita u! più ! presto quella normalità legale e quella effettiva efficienza»,dello Stato superiore ai partiti, che rappresentano le nacess'airie premesse dell'avvenire del nostro paese. Non va dimenticato in quest'ora che i-I problema italiano è soprattutto un problema morale, un problema cioè di verità e di-dovere». Accenna quindi il giornale allo stato di illegalismo in cui il paese è compresso dal fascismo e conclude: « Se i liberali italiani non vogliono ridursi alla l'unzione di conservato-ri reazionari, essi devono sentire che non vi è alcun bene che conservi il suo pregio quando esso de.bba essere salvato a costo di calpestare i principii politici e morali sui quali riposa la loro dottrina. Che cosa varrebbero la proprietà, l'ordine esterno della società quando jssi non potessero essere difesi se non con l'arnia disonorante del delitto ? ». La riforma dello Statuto Del congresso dei liberali si occupa anche diffusamente il Sereno, il quale, in base ai risultati dei convegni regionali, può trarre qualche oroscopo. « Nè i fautori di un appoggio incondizionato al Governo, nè i fautori del passaggio puro e semplice all'opposizione hanno serie probabilità di impedire il trionfo di quella tendenza che s'è stabilita di definire media, mentre, in dellnitiva si dimostra antifascista. Antifascista, cioè liberale, essendo il fascismo un movimento spirituale che, in attesa di precisare i suoi connotati, si contenta di trarre la 6iia asserita originalità dall'opposizione al superato logoro e variopinto liberalismo. Prevarrà, dunque, a Livorno, quella tendenza media che si dimostrerà antifascista, come antifascista è apparso ali'on. Mussolini l'ordine del giorno Viola, conclusivo del recente congresso dei combattenti. « Per convincersi della ineluttabilità di questo evento, basta leggere quali richieste i liberali delle tre regioni su mentovate ritengono di dover condizionare il loro prezioso appoggio al governo. Le richieste 60no: Abolizione della milizia fascista; rispetto e ripristino di tutte le libertà statutarie, a cominciare dalla libertà di stampa ». 11 Sereno mette poi in guardia i liberali contro la riforma dello Statuto, la quale non sarà cosi Innocua come credono i più. Secondo quanto risulta al giornale, i 15 Soloni, accogliendo il grido del Ras di Cremona : « Ora o mai più », dovrebbero effettuare 6ul terreno costituzionale una marcia che li condurrà alquanto lontano. Oggetto di speciali mire sa rebbe la funzione del Parlamento, al cui diritto di votare contro il Governo e in qualsiasi momento della legislatura si vogliono porre dei limiti che ricordano da vicino il voto di fiducia unico del progetto a suo tempo reso noto da Michele Bianchi. Gli echi di una "frase,, Là Irase deU'on. Ciano a Lucca si è lasciata addietro una coda di commenti e di ripercussioni che meritano un cenno. 11 testo primitivo della frase, riportato tal corrispondente dell'Impero a Lucca, corrisponde nella sua sostanza a quello udito e trasmesso dai corrispondenti di vari giornali. Non c'è per altro che prendere atto della rettifica fatta dall'on. Ciano per mezzo del comm. Melchiorri, non senza notare che anche il testo ufficiale non può considerarsi come esempio di correttezza oratoria da parte di un membro del Governo. Comunque sia, tanto la frase dell'on. Ciano quanto quelle, che ormai più non si contano, dell'on. Mussolini, continuano a lasciare aperta la discussione sui limiti del linguaggio e sulla normalizzazione. Come' il Governo voglia procedere verso la normalizzazione, mantenendo poi ad ogni occasione lo spirito di violenza e di oltranzismo del fascismo è un mistero, mentre è una dolorosa realtà che le cronache locali continuano a registrare violenze inaudite. Vero è che la stampa ufficiosa ha ripetutamente affermato che non bi 60gna attribuire alle frasi violente del presidente del Consiglio un eccessivo valore, anzi la Tribuna ha dichiarato che esse « non significano nulla oltre il tono ». Ma quale effetto possono avere sugli squadristi codeste svalutazioni ufficiose, che giungono in provincia attraverso i giornali, mentre gli squadristi hanno udito la viva e tonante voce del duce e capo del Governo ? Il Mondo rileva la suggestione violenta del linguaggio presidenziale sulle frazioni intransigenti ed armate ed, accennando alle violenze persistenti in provincia, il giornale soggiunge: « Altro che parole ! Si tratta di fatti atroci, degradanti, che da quelle parole traggono incoraggiamento e sicurezza di impunità. Vi 6ono zone in cui vige ancora l'istituto del bando, dove il partito dominante affida funzioni di piena fiducia a uomini colpevoli di assassinio (on. Oviglio non avete nulla da dire su questo argomento?) ove i restauratori non consentono die le opinioni dissenzienti siano manifestate senza pericolo di rappresaglia e che i giornali di opposizione giungano a chi li vuole leggere. • Non sarebbe difficile, ma non gioverebbe al buon nome d'Italia la documentazione dello stato di inferiorità civile in cui sono discesa queste zone poste dall'infinita tirannia dei ras fuori della libertà e della legge. E poi i giornali ufficiosi hanno la disinvoltura di contrapporre alle parole presidenziali i fatti che dovrebbero dimostrare, secondo loro, che tutto procede tranquillamente verso la più sicura normalizzazione. Evidentemente essi danno ai fatti la stessa interpretazione addomesticata con cui cercano oggi di giustificare la portata delle parole. Il fatto è che tra le purole ed I tattt vi è un profondo rapporto di dipendenze ed una connessione inseparabile, perchè le une e gli altri esprimono una identica mentalità e propositi identici ». Dal canto suo il Giornale d'Italia insisto perchè si torni alla normalità di espressione, e scrive, tra l'aitro: « Nè questa ripetuta invocazione si riferisce soltanto alle manifestazioni esteriori del vocabolario, ma anche alla disciplina dei gesti, giacchè tale maniera verbale da parte di chi ha posizione di comando genera quegli stati di eccitazione di cui abbiamo a lamentarci, ma anche perchè finisce col costituire, forse involontariamente, una mentalità suggeritrice di intenzioni e di opere in antitesi di quella che deve essere l'esistenza feconda di un popolo .-ispirante alla propria elevazione. Si cren infinti, e si conserva, una mentalità cui non arriva la percezione esatta degli attributi reali del funzionamento delle, vita moderna. Il freno delle istituzioni può sembrare talvolta un inciampo inutile, anzi pernicioso, e così, sovvertendo lo» natura degli istituti fondamentali, si confonde il Partito col Governo, e persino il Governo collo Stato, frutto di una secolare evoluzione di ordinamenti e di spiriti, a cui tutti devono ugualmente sottostare».