La Camera, il Direttorio e il Governo

La Camera, il Direttorio e il Governo La Camera, il Direttorio e il Governo Il Consiglio del Ministri ai orimi di ottobre ~ Il disegno di legge solla stampa ~ 11 dibattito nel giornali Attraverso i giornali Roma, 23 notte. L'assenza del Presidente del Consiglio, che sana a Roma giovedì, produce una certa tregua nefi'attivtià governativa per ciò che richiede la presenza del caino del Governo. Anche, il ministro degli interni on. Federzonl et è assentato per qualche giorno dalla Ca- rilé. Al ritorno dell'on. Mussolini, a guatisi assicura, i ministri prenderanno gli accordi opportuni per la prossima convocazione del Consiglio dei Ministri, che avverrebbe ai primi di ottobre, al 4 od al 5. " La stampa e la Camera „ Il pròssimo Consiglio dovrà approvare il disegno di legge sulla stampa, redatto dal ministro degli interni on. Federzoni e dal Guardasigilli on. Oviglio, che hanno avuto in questi giorni numerosi scambi di idee in proposito. A quanto si assicura negli ambienti lifflpiosJ, le notizie pubblicate intorno al progetto dì legge non sarebbero esatte, perché il teoto del progetto di legge non è ancora definitivo. Sarà questo, a quanto si dice, l'argomento più importarne del prossimo Consiglio, non solo per la questione in sé stessa, che ha cosi viva ripercussione nella pubblica opinione, ma anche perchè il disegno di legge dovrebbe venire subito discusso dal Parlamento. Si è detto che di esso sarebbe investito prima il Senato e poi la Camera, ma negli ambienti ufficiosi anche questa notìzia non è confermata, perchè il programma dei prossimi lavori parlamentari non sarà- definitivamente concordato se non nel Consiglio dei Ministri che avrà luogo appunto ai primi di ottobre. Le voci sulla riapertura della Camera e sul progetto di legge sulla stampa — il quale, giova ricordarlo, viene considerato negli ambienti ufficiosi come una prova della volontà normalizzatrice del Governo — sono seguite dalla campagna che la ministeriale Tribuna conduce da qualche tempo per indurre il Governo a porre all'ordine del giorno dei lavori parlamentari la discussione di una legge elettorale sulla base del collegio uninominale. Questa mossa del Governo, a parere del giornale, avrebbe per risultato di indurre la opposizioni a tornare alla Camera. L'editoriale odierno della Tribuna comincia col constatare che le opposizioni stanno sull'Aventino p.er due ragioni: la complicità dei Governo nel delitto Matteotti e la Milizia. Riguardo al primo punto, il giornale trova che nessuna prova concreta si può invocare sulla responsabilità del Governo, non bastando 11 fptto che i mandanti e gli esecutori dell'assassinio stavano pnnidati nel Palazzo del viminale. Ouànto alla Milizia, la Tribuna crede che l'argomento 6ia. messo davanti a-sproposito, essondo prossima la costituzionalizzaziono delle camicie nere. Sebbene l'organo filo-fascista giudichi cattavo l'attesgiRrciento rielle opposizioni, tuttavia ritiene clic non vi sia speranza che esso muti o si attenui. In tali condizioni afferma che il Governo non ha alcun Interesse a ritardare la riapertura della Camera, anzi deve affrettarla. Quindi conclude: «Le passioni si sfogheranno alla Camera, Invece' dì comprimersi e scoppiare nel vaso senza valvole del paese; la situazione dei partiti si chiarirà definitivamente. I liberali, che hanno, per il tono%del loro organo romano, un po' troppo l'aria di tenere su il fascismo come la corda sostiene l'impiccato, o metteranno la testa nel cappio e cederanno l'altro capo ai fascisti o se ne andranno. In ogni caso, sarà un equivoco di meno, di quelli che contribuiscono a mantenere l'inquietudine attuale. Dando del lavoro all'assemblea, del lavoro serio, non quello puramente politico della discussione dell'esercizio provvisorio, il Governo interesserà veramente il paese a qualche cosa di concreto, come potrebbe essere, per esempio, una legge che ristabilisca il collegio uninominale, argomento questo di grande importanza col quale ti Governo dimostrerà a fatti la sua opera normalizzatrice. Quanto alle opposizioni, l'unico mezzo per trarle dalla loro attitudine passiva ò questo, perchè ha un bel dire l'on. Mussolini di essere pronto a snudare la spada, contro di osse se non accettano il ramo d'olivo loro offerto; può darsi che non riesca ad obbligare a battaglia un nemico che si ritira incessantemente; Le opposizioni verranno alla Camera, almeno in grande parte, se si discuterà "na logge elettorale; se esse, non verranno, esse discuteranno nei comizi ». Senza soffermarsi 6ulla constatazione de.ua Tribuna circa le ragioni che inducono le opposizioni a rimanere lontane dal Parlamento, ragioni che hanno le loro radici profonde nello stato di anormalità c di illegalismo in cui è piombato il Paese, basterà rilevare come dalla stampa flanclioggiatrice si cerchi di indurre,.!] Governo ad ampliare la cosidetta campagna pacifista. Tale campagna dovrebbe appunto comprendere anche là nuova legge elettorale a base del collegio uninominale. Linguaggio bellicoso Mentre però la stampa ufficiosa esalta la nuova politica normalizzatrice del Governo, l'on. Mussolini a Ferrara ha parlato nuovamente nella maniera forte. Egli ha parlato di c snudare la apoda • e di « riprendere i combattimenti ■. Più eaplìoito dt lui, secondo un resoconto che oi fornisce L'Impero. l'on. Ciano ha pronunziato ai fascisti di Lucca un discorso in cui si legge fra l'alixo : « Scoveremo i nemici della patria nel loro nascondigli immondi e li schiaccieremo come parassiti >. La frase del ministro delle Comunicazioni ha suscitato grandissimo entusiasmo e il commendato.- Alessandro Meichlorri, membro del direttorio fascista, l'ha sottolineata con quest'altra : » E' possìbile che si sopportino in silenzio nel nostro quotidiano travaglio tutte le ingiurie e tutte le vfltà che si perpetrano ai nostri danni ? ». Queste nuove manifestazioni di intransigenza che ci provengono dal capo del Governo, da un ministro e da una delle maggiori personalità del partito dominante suscitano stamane nei corridoi della Camera vivaci commenti specialmente riguardo alla frase dell'on. Ciano, la quale sorpassa certo quella ormai famosa dello strame. Quanto all'on. Mussolini si osserva come egli non abbia potuto a lungo tenersi sulla linea del discorso di Napoli, rilevandosi in quello stesso di Rimini uno sforzo evidente per contenersi, n Piccolo (Giornale d'Italia) commenta: i L'on, Mussolini evidentemente non ha an> cara compreso che fi paese si attende da lui un linguaggio meno bellicoso. Se il presidente del Consiglio smobilitasse il suo dizionario alla Guglielmo II, che bella cosai Le camicie nere non hanno bisogno di eccitanti anzi sarebbe opportuno dare loro dei calmanti. Ma la psicologia dell'on. Mussolini è singolarissima. Voi parlate con lui nel salone della Vittoria a palazzo Chigi T E' calmissimo, correttissimo, quasi bonario, salvo qualche corruscarnemo di ciglia. E' insomma un uomo fra uomini, e comprende e ammette tutta una infinità di cose che si sogliono chiamare ragionevoli. Mettetelo su un balcone o su una tribuna, davanti ad una folla di fasciati, e lo vedrete mutare subito espressione e atteggiamento. La folla lo prende e lo trascina La necessità di far vibrare quella folla lo spinge alle affermazioni forti, rudi, quasi militaresche, e allora fioriscono sulle labbra del duce le frasi che gli danno subito un Istante di gioia, con le acclamazioni deliranti della folla, a più tardi, un sacco di guai e di noie per le conseguenze non liete delle frecciate oratorie. Poi è primo lui a riderne, e si scusa amabilmente dicendo che sono punte polemici», e cerca la maniera di medicare le ferite prodotte dalla sua audacia oratoria, il che qualche volta gli riesce • qualche volta no ». dtvtnddncrdbntelnegdcmndp u o l e a e e l Dalle parole ai tatti Come si vede l'opinione più accreditate dei liberili fiancheggiatori si manifesta tuttora poco soddisfatta della delente del governo, alla quale la stampa ministeriale attribuisce tanta importanza. E' uno spinto normalizzatore, contraddetto invece dalle dichiarazioni ufficiali di uomini autorevoli del partito dominante e dello stesso Governo. I giornali liberali continuano perciò a criticare il governo e riaffermano le loro riserve, nonostante l'atmosfera che si cerca di creare, perchè nel prossimo congresso liberale le manifestazioni esplicite,, che hanno nelle ultime settimane caratteiuzzato 1 atteggiamento di una cospicua corrente dei liberalismo, abbiano scarsa ripercussione « non si concretino in deliberazioni precise ed in direttive chiare. Né sfuggono agli organi deirojpposizione l'osciillaiate oratotela dell'on. Mussolini e le altre manifestazioni cui abbiamo accennalo. Rileva il Mondo che a Ferrara ha nuovamente squillato la truculenta minaccia del ■ teutoni » e, mentre l'on. Mussolini gai**nizza l'energia itegli squadristi, giungono dalle Provincie notizie dì sempre nuove violenze. t I fatti — prosegue fi Mondo — hanno stretti rapporti di interdipendenza. Non è possibile proporsi seriamente la normalizzazione, quando alle intenzioni non si fanno armonizzare le parole. Non è serio pretendere dagli squadristi una disciplina, non salo di partito, ma soprattutto di Stato, quando si cerca di mantenere uno stato di tensione che deve di conseguenza portare a degli scatti, e si dimostra insincero ogni proposito di pace quando si tollera ohe l'illegalismo resti impunito e persino che gli ordini di arresto emanati dall'autorità giudiziaria non trovino autorità subordinate libere di eseguirli. Quello che avviene nell'Emilia, quello che avviene in Toscana quello che ffwiene in altre partì d'Italia è cosi inaudito, cosi In contrasto con ogni principio di normalizzazione, che i propositi pacificatori attribuiti al governo dalla stampa ufficiosa e l'offensiva pacifista, di cui si novella da qualche giorno, risultano nella loro chiarissima luce mezzucci per uscire dalia difficilissima situazione politica, che ha naturalmente la sua ripercussione nella situazione parlamentare ». Il Mondo osserva poi cbe.il Governo, se ha mantenuto in questi ultim" tenwpi una disciplina relativa, non ha potuto ricorrere alle leggi dello Stato, bensì a quelle del partito. Ciò nonostante le violenze sono state, non già evitate, ma limitate e quindi conclude: « Se tutto ciò non dimostra l'incapacità del governo a ristabilire l'ordine duraturo, vuol dire che la logica politica ha perduto ogni suo diritto. Se tonto ciò poi si connetta al genere di propaganda cui si è abbandonato fi presidente del Consiglio, si avrà la documentazione incontrovertibile della vera situazione che 4- fatta al paese, una situazione di inferiorità; nella quale un partito, ebe detiene il potere, si sovrappone allo Stato, asservendone ogni organo, mentre dispóne per conto 6uo di armi e di armati, che considerano l'Italia un feudo e gli italiani dei vassalli, costretti ad ubbidire ed a pagare le decime. Una strana impressione di melaconia e di disgusto suscitano le~ esortazioni dell'on. Mussolini alle camicie nere: c La voce, la voce che sale dal profondo del vostro cuore dice che per l'Italia, che per il fascismo, voi siete ancora pronti a combattere ». L'on. Mussolini sa che per l'Italia non si combatte per le strade contro gli italiani ; l'on. Mussolini avrebbe il dovere di sapere che per il fascismo si dovrebbe combattere, da parte di coloro clie vi credono, con le armi della legge, senza milizie armate, coll'ingegno che attira i consensi, col programmi e le opere che fanno veramente grande la patria ». Dal canto suo il Popolo scrive : i Siamo sempre allo stesso punto, al punto morto della situazione politica, imposta e creata dal fascismo. Per gli avversari del fascismo non vi e altro campo, altra vìa di soluzione: o piegarsi, spargendosi il capo di cenere e battendosi il petto, a recitare il mea culpa, oppure attendersi di essere ieri fatti strame ed oggi passati dalla spada sn'idnta del duce». Anche qui la minaccia è condizionale, si intende, come fu detto che era condizionale \a minaccia di fare delle opposizioni « strame per gli accampamenti delle camice nere»; ma si sa che ogni minaccia è condizionaleCofiì è condizionale la minaccia dei malaftdrini che ci assaltano p?r istrada col classico dilemma: o la borsa o la vita. Già fu detto e ripetuto da quanti hanno il 6»nso di responsabilità ohe codesto linguaggio non è ammissibile die venga adoperato nei conti-usti politici, nelle lotte di partito, nelle competizioni sociali, perchè altrimenti sì trasfomna la vita civile di un popolo in un continuo duello fra rissanti irreconciliabili. L'on. Mussolini, ohe ama fuori dt ogni limite letterario gli avverbi, ha detto che ponge l'olivo con animo assolutamente sincero, ma perchè questo avverbio avesse qualche valore morale e politico, Mussolini avrebbe dovuto non condizionare la sua offerta di pace 'e doveva limitarsi a dira che se fosse stata respinta egli avrebbe egualanente continuato a lavorale per la pace del paese. Ma come può essere assolutamente sincero un propoito di pace quando se ne annulla, nello stesso istante in cui si enuncia, la sua efficacia morale, con minacce di guerra T ». L'organo popolare domanda quindi all'on. Mussolini se egli non ha udito, traversando la Romagna, le gloriose gesta compiute in questi giorni dalle camice nere conitro pacifici ed inermi cittadini, se non ha sentito a Ravenna il dolore di numerose famiglie che soffrono In silenzio persecuzioni inaudite ed i cui capi hanno dovuto rifugiarsi in altri paesi ; se non ha saputo come e da chi 6ia stato incendiato il ricreatorio cattolico e come sia stato impedito ai vigili al fuoco di compiere la loro opera, e se non ha saputo delle minacce fatte ai melici dell'ospedale civile che hanno curato decine e decine di poveri cittadini piagati dalle basto nalt'r-' fasciste. Il Sereno, dal canto suo, fa presente cbs per normalizzare bisogna ripristinare il codice penale e che le vio'enze in provincia cesserebbero se i carabinieri avessero facoltà di arrestarne gli autori, e soggiunge quindi: « Sa il ministro dell'Interno che in numerosi piccoli centri è impedita di fatti, sistematicamente, da gente che non ha alcuna autorità politica ufficiale, la distribuzione e la vendita dei giornali che non garbano ai segretari loca1! di un partito? Se non lo sa. glielo diciamo, perchè abbiamo fasci di documenti a comprovarlo: e se lo sa, provve, da. Insomma qui, a Roma, alla meglio st respira ra provincia si vive ancora pericolosamente, il i vivere pericolosamente » fu una espressiva immagine letteraria, prèsa topjssttto da un filosofo tedesco, dal capo del Governo, il quale intese cosi di manifestare un suo gusto personale, coincidente con il temperamento battagliero da cui S assistito. Ma a quanto sentiamo nella pubblica opinione, la più gran parte degli italiani ha ormai gusto diverso ». 1 Popolari - La settimana sociale Alcuni giornali fascisti continuano a vedere nelle manifestazioni più notevoli degli ambienti cattolici e vaticani una intonazione esclusivamente anti-popolare come una condanna recisa delle direttive del partito popolare solidale cogli altri partiti di opposizione. E' noto però che, replicando appunto all'organo del partito popolare, l'O». sertiafore Romano ha esplicitamente riconosciuto il diritto del partito popolare a continuare la sua opposizione al fascismo avvertendo soltanto di non fare 11 giuoco del | socialismo. Su questo punto del perìcolo so» nfalista non solo l'organo del partito nono-