Il paese del olitacelo, della luce e dell'oro

Il paese del olitacelo, della luce e dell'oro NCLU ALASKA MERIDIONALE Il paese del olitacelo, della luce e dell'oro Dal nostro inviato speciale )£♦ lli Fra Wranghel Juneau ed Anchorage, luglio. (Alaska) Sull'Alaska meridionale e sui suoi ghiacciai costieri che sono senza dubbio fra lo manifestazioni più imponenti della natura, gli americani hanno scritto parecchi volumi, motivo per il quale se avete voglia di saperne di più, vi rimando ad essi. Dalla loro lettura non vi prometto un diletto eccessivo, sciatti come sono ■quasi tutti malgrado la loro superba veste tipografica, privi di pathos anche ne]l''irgomonto che, relativamente. all'Alaska, più affascina gli americani, l'avventura dell'oro nel ghiaccio, la subita ricchezza ghermiti durante lo sgelo della brevissima stagione estiva, e perduta, quasi sempre, nell'atroce cammino per raggiungere la costa... Io vorrei, nello spazio breve di queste co-, lonne, narrarvi qualche cosa di diverso, possibilmente di nuovo. Sono il primo scrittore italiano che abborda questo paese, che penetrerà nel suo cuore. Da che sono entrato nelle acque dell'Alaska; del terzo continente americano, mi vado domandando come debbo definirvelo. Rimango perplesso fra espressioni differenti : c Paese del Ghiaccio », a Paese dell'Oro », « Paese della Luce ». Luce, Oro, Ghiaccio, questi elementi alternano il loro dominio sullo spirito del viaggiatore e gli fanno vivere strane giornate piene di tormento, di sorpresa ed anche di ebbrezza. Lasciamo per un momento il ghiaccio e la luce da parte, per l'oro. Voi sapete, presso a poco, che l'Alaska è conosciuta nel mondo per l'oro che è uscito dalle sue montagne sfaldate, demolite, frantumate a furia di formidabili getti d'acqua. La febbre delle ricerche e dell'estrazione culminò nel 1898. Fu allora che questo paese lungo e largo quasi quanto gli Stati Uniti, si coprì di città costiere e, di città lungo il suo massimo fiume interno, l'Yukkon (ohe ha un corso di 3500 chilometri) e i suoi affluenti. Ma sia per l'inconveniente immodificabile della brevissima stagione lavorativa, che si riduce alla sola estate, sia per la scoperta di altre regioni aurifere di maggiore rendimento, l'Alaska vide svanire l'aureola di terra classica del metallo signore del mondo, e ritornò quello che era stata, un semi deserto. Gli uomini fuggirono da essa, ma in un certo numero rimasero e l'abitano tuttora, ostinati a ritenere che l'età dell'oro ritornerà, ohe il semi-continente racchiude iaesplor&ti tesori che un giorno saranno scoperti e che bisogna cercare lungo i fiumi (gelati per otto mesi dell'anno, torrenziali per gli altro quattro) quello che si è trovato lungo il EUondike, lungo il Tacoma. Quegli uomini, appartenenti alla più autentica ed insigne classe degli avventurieri d'ogni paese, gli abitatori bianchi infine dell'Alaska, danno al paese un carattere speciale. I mammufhs fossili E' noto ohe gli americani dell'America tendono in generale all'iperbole; gli americani dell'Alaska hanno un tono di esistenza che può esser ritenuto a sua volta l'iperbole degli americani degli Stati. Di modo ohe, vi trovate di punto in bianco, sbarcando per esempio a Juneau, nella capitale, dinanzi ad avvisi di questo genere appiccicati ani tronchi delle case di legno: « Gli abitanti sono pregati di non prendere a rivoltellate i lampioni durante la stagione dei turisti ». Questo rivela uno sforzo lodevole collettivo per non spaventare le persone ammodo — ve ne sono anche in America — che fanno un viaggio di piacere sino alla suddetta Juneau. Ma la cosa che più vi colpisce arrivando in questo paese è il disprezzo per il denaro, vale a dire la sicurezza cho/esiste in tutti di trovarsi in condizioni di poterne guadagnare sinché se ue vuole. Basta una padella di ferro per lavarvi la terra aurifera, un piccone, una pistola di calibro abbastanza grosso per freddare anche l'orso, se l'occasione capita, e non aver paura della solitudine, il resto vien da sè, e se non viene una volta verrà un'altra. Tutti fanno credito sulle speranze future dell'Alaska, sul suo risorgimento aurifero avvenire ; la moneta inferiore al pezzo da venticinque cents è sconosciuta; l'ospitalità è superlativa: so volete una casetta di grossi tronchi di abete all'esterno, ma all'interno arredata con raffinatezza, l'avrete per niente, perchè in ogni centro esistono centinaia di casette abbandonate. Vi sono stati poeti, scrittori, fotografi, pittori, cinematografisti, che vertuti qui per passarvi un inverno ci sono rimasti gratis 0 quasi. Presi dalla passione dell'ambiente, hanno finito anch'essi per fare il cercatore d'oro o il cacciatore o l'allevatore di volpi argentate. Un paese terribile certo l'Alaska invernale, bloccato com'è in tutta le sue comunicazioni dal ghiaccio, ma d'estate una terra incantevole, ingannevole dovrei dire, dove la vita sembra facile, l'oro a fior di terra e gli uomini simpaticamente pazzi. Con tutto questo, non vi ho dato ancora un'idra degli spazi percorsi e dei luoghi veduti. Una fermata di un'ora a Ketchikan, dova faccio la conoscenza con i mammuths fossili e con le loro iperboliche zanne. Sono 1 ghiacciai che regalano all'Alaska cotesta produzione miocenica o pliocenica che sia, gli immani ghiacciai marini che hanno una velocità di discesa verso l'oceano superiore a quella di ogni altro ghiacciaio terrestre europeo od asiatico. Il ghiaccio discende,, preoipita a blocchi che sono montagne nel mare e il mammuth ritorna alla luce del sole. Gli indo-esquimesi utilizzavano l'antichissimo avorio delle zanne e dei denti per fabbricarne oggetti ed armi che sono fra i più interessanti della loro arte plastica primitiva ; gli americani, visto l'avvento turistico dell'Alaska, hanno suggerito agli esquimesi un'industria più spiccia e rimunerativa per modo che Ketchikan e le altre città alaskiane sono piene di stores, di botteghe, con oggetti i più impreveduti fatti di° avorio di mammuth. Si va dalla pornografia indo-esquimese alla testa del buon presidente Coolidge e a quella di Dempsey. Un bottegaio mi confida ohe ha uno stok di teste di presidenti Harding rimaste invendute. L'uomo è morto senza lasciare rimpianti. Gli americani turisti non si commuovono neppure alla vista di un vecchio camioncino Ford che cerca di attirarli per trasportarli a spasso per la breve rotabile di Ketchikan pavimentata tutta a tavoloni di abete, solo perchè nel camion l'anno scorso si è seduto il presidente Harding. Lo dice un enorme cartello sul camioncino « Patrioti; venite poiché qui si è seduto il Presidente! ». Dopo Ketchikan, che è il primo porto dell'Alaska venendo dal sud, si entra in un dmnladevcoe nchzasocicoWriWlavensotqdontvlisoincsiLrrncafilelolaupdrcendsezNNscddildcglotostgkdcnIgdgdtcpvdderrpvdlapbvdvlrpidzvmhpègc dedalo di fiordi, cioè di canali fra altissime montagne che sembrano senz'uscita. La nave pare decisa a provarsi a penetrar con a prora entro terra ad. arrancare su per i declivi dei ghiacciai. Si aspetta la notte per vedere quello che succoderà. Ma la nave continua imperterrita la sua rotta girando e rigirando per questo mare-fiume e la notto non viene mai. Alle dieci è ancora chiaro; alle undici è ancora chiaro, a mezzanotte i ghiacciai lungo i quali sfiliamo si sono presi la luce che è venuta meno dal cielo e la rimandano sui canali; alle due ricomincia a far giorno. Altra fermata a Wranghel. Nomi russi oramai ; nomi siberiani di isole, di canali, di centri abitati. Wranghel_ alle quattro del mattino sembra a sede dei genii o delle ondine di questo inverosimile paese. Tutti dormono ancora nella cittaduzza di legno, malgrado che il sole rida sulla nera selva al tergo dell'abitato, mi giardini in piena fioritura, nei quali ogni casuccia s'affonda. Fiori e fiori dappertutto : impossibile credere che siamo ormai alla latitudine degli otto mesi invernali, impossibile non pensare che gli abitanti di Wranghel non siano della gente invidiabile, vivendo in questo paradiso. La babele delle razze Il fischio della sirena della nostra nave li ridesta alfine. Sono un migliaio di persone di cui la metà meticci, cioè incroci di indo-esquimesi con europei. H risultato di cotesti incroci è più seducente di quello che si possa credere, specialmente nelle donne. L'altra metà della gente di Wranghel conta rappresentanti di tutti i paesi. Vi sono russi in buon numero e persino dei giapponesi. Quattro chiesette a Wranghel: una cattolica, una protestante, una ortodossa e finalmente un tempio shintoista, tatti di legno, tutti minuscoli, tutti in pace fra di loro, tutti fra i fiori, sotto la bandiera stellata che qui ha un'aria paterna, indulgente, un tantino sbadigliante persino. La gente pesca, tàglia gli abeti della, foresta e vende delle cartoline illustrate che riproducono ragazze esquimesi nude sul ghiaccio e i cento naufraghi di questi ultimi dieci anni nelle acquerei canali. Naufraghi per modo di dire, poiché son tutte navi andate a secco sotto le montagne, nell'ardua navigazione nei canali sedi di nebbie permanenti. Nel porto la solita folla di barche a motore. Non una vela. Il bastimento a vela come è scomparso dalle rive del Pacifico è sparito da quelle dell'Alaska. Da Wranghel si passa a Petersburg e dopo un accecamento di parecchie ore lungo il ghiacciaio di Taku, che scintilla come fosse di quarzo, si arriva a Juneau. Juneau è la capitalo amministrativa dell'Alaska. Geograficamente la capitale dovrebbe essere collocata a Fairbanks, nel bel mezzo del territorio, ma si è preferito lasciarla qui, all'estremità meridionale, soprattutto per ragioni di accessibilità invernale. Da Ketchikan a Juneau 36 ore di navigazione. Quando ci sono arrivato alle dieci di sera nevicava. Addio estate ! Un terribile vento del nord ci aveva portato la nebbia e la neve. Intravedevo dinanzi all'enorme molo di legno fatto por quelle formidabili diffexeaze di marea di cui vi ho parlato, la montagna a picco e sopra a quattrocento metri dalla nave, che andava ormeggiandosi, sentivo un frastuono continuo come di pietre che precipitassero entro frantoi giranti : le pietre venivan giù a valanghe, i frantoi dovevano essere centinaia. Era una miniera d'oro; la miniera d'oro più meridionale dell'Alaska, in azione da venticinque anni e che in tutto questo tempo non ha cessato, ricavando oro, di gettare nel canale marino pietre e pietre, sì da formarne una penisola. Sono ripartito subito da Juneau che dovrò rivedere al ritorno, quando scavalcando la catena costiera raggiungerò la vallata dell'Yukkon ; ho detto addio ai miei amici americani che assediavano i negozi di pelliccio della capitale dell'Alaska e trasbordando su di un'altra piccola nave ".he va ad Anchorage sono uscito dai canali e dai fiordi nell'aperto Pacifico. Questa diversione di un migliaio e più di miglia fra l'andata ed il ritorno era necessaria per riuscire a vedere dal mare, cioè dalla sola parte che è possibile vederli rapidamente, i massimi ghiacciai dell'Alaska e del mondo, alcuni dei quali cadono senza interruzione sulla costa per cinquanta miglia. Nel viaggio di andata non ho veduto letteralmente nulla a cagione della nebbia che ci ha accompagnato sino allo stretto fra la penisola di Kcnai e l'isola di Kodiak, che è l'avanguardia meridionale di quella lunghissima serie di isole chiamato Aleutian, che prolungano l'Alaska sino al Kamsciat- ka e al Giappone. Nel ritorno da Anohorage ho avuto maggior fortuna. Dopo aver toccato Cordova, la nave ha costeggiato a brevissima distanza l'immane ghiacciaio Malaspina e. tutta la serie di quelli di poco meno vasti che derivano dalla catena del Monte Sant'Elia sino a Yakutat © all'isola Chicagofi, dinanzi al ghiacciaio di Brady, dove si rientra nei canali che conducono a Skagway cioè al porto di accesso alla sterminata valle dell'Yukkon. Le montagne sul mare Dire ohe cosa sono cotesti ghiacciai significherebbe tentare di intonare il poema dell'Alaska. Forse hanno ragione gli americani di affermare ebe questo tratto di costa fra il ghiacciaio di Bering e quello di Taku, offre lo spettacolo più grandioso della terra. Credo però che sarebbe più esatto dire che la passeggiata costiera fra Cordova e Juneau lunga presso a poco come quella da Genova a Messina, presenta un quadro preciso di ciò che sarà la terra quando venendo meno il calore solare si raffredderà e gelerà, e l'umanità, 9e Dio vuole, finirà di coltivare la ridicola presunzione di essere la creazione nell'universo eletta ed immortale. Questa è l'impressione generale. Ma siccome non bo se per disgrazia o fortuna nostra la « bella d'erbe famiglia e d'animali » vive ancora, così trova modo di turbare anche quella impressione, caccian- lvfqsmtdtmaqtuCpYUppqsmidncNgsm dosi con le sue manifestazioni anche nell'impero del ghiaccio con una guerra dichiarata dalla terra e dal mare che non lo lasciano in pace mai. Almeno durante l'estate. Quindi non vi sono silenzii. Gli sgomentevoli silenzi che incombono sui ghiacciai dell'Ymalaia e su quelle trascurabili gelide vallette rappresentate dai ghiacciai alpini, sono sconosciuti ai ghiacciai dell'Alaska, percossi giorno e notte da uno spaventoso . fragore di bombardamento incessante. La calda corrente giapponese che lambisce la costa, stacca di continuo blocchi di ghiaccio di centinaia di metri d'altezza che precipitano nell'oceano, s'affondano danzano per un poco ubriachi uno stravagante saliscendi nelle onde e poi divenuti icebergs si estollono soffici e bluastri sulla superficie del mare. Accade allora un fenomeno strano. L'iceberg si è appena discostato dalla riva ghiacciata che viene subito popolato da migliaia di uccelli che vi accorrono sopra stridenti, da foche abbaianti che abbandonano i vecchi icebergs per il nuovo in uno instancabile affanno di insediarvi la vita. Effettivamente li benedicono soltanto di sterco, si sostituiscono insomma alle creature umane assenti nella violazione di quella bianca e gelida purezza. E tutti sono in quel modo violati, gli icebergs, prima di esser trascinati lontano verso il dissolvimento, nell'oceano. Ho detto che i ghiacciai marini dell'Alaska sono unici al mondo. Mi spiego: Tn nessun altro luogo esiste il fenomeno singolare di grandi montagne che sorgono altissime sul mare offrendogli anfiteatri sterminati di ghiaccio ed avendo al tergo tutto un continente dove esistono distese temperate lunghe quanto il nostro paese. Poiché l'Alaska boreale non comincia che al Circolo Polare, vale a dire non comprende ebe la sua estrema parte settentrionale, e il 70 per cento della superficie di questo paese è compreso nella zona temperata. E' molto raro riuscire a scorgere un lungo tratto di ghiacciai liberi dalla nebbia. Essa nasconde in permanenza tutta la parto alta delle montagne di modo che si sfila dinanzi ad una ispida e bassa muraglia desolata. Lungo tutta la costa ghiacciata non vi è che una sola località abitata da pescatori, Yakutat. Si naviga fra gli icebergs, ma queste montagne e isole di ghiaccio, non "provengono dalla banchina polare, galleggiano su di un mare che non gela inai, sono i detriti della terra e non dell'Oceano Glaciale. Tuttavia hanno aspetti e proporzióni assolutamente identici agli icebergs polari. La velocità di discesa di questi ghiacciai sorpassa i venti metri annui, vale a dire è come ho accennato la massima conosciuta. Se il ghiacciaio di Taku, l'estremo orientale, è il più mugnificente per i colori dell'iride che lo circonfondono, quello di Malaspina che deve il suo nome ad un minatore italiano che per il primo lo attraversò per le trenta miglia dal Monte Sant'Elia, donde declina, è il più vasto. Esso colora l'oceano del suo dissolvimento estivo per quaranta miglia al sud. E in questo dissolvimento 6Ì naviga per molte ere, mentre lo scafo risuona dei colpi dei lastroni di ghiaccio che vanno alla deriva. ARNALDO CIPOLLA, q pL'ALASKA ii il