Le Opposizioni si riaffermano solidali contro la violenza, per il disarmo dei cittadini per la legge

Le Opposizioni si riaffermano solidali contro la violenza, per il disarmo dei cittadini per la legge Le Opposizioni si riaffermano solidali contro la violenza, per il disarmo dei cittadini per la legge L'on. Tupini per il Partito Popolare dichiara ad Ancona: " Sull'Aventino ci siamo e ci resteremo „ - L'organo dei liberali, fiancheggiatori chiede la smobilitazione del Partito fascista. Roma, 17, notte. SI è adunato oggi, in un'aula di Montecitorio, il Comitato delle opposizioni parlamentari. Erano presenti: gli onorevoli Amendola e Molò per la democrazia; Di Cesarò e Guarino Amelia per i democratico-sociali; Baldesi, Treves, Labriola per gli unitari; Tupini e Gronchi per i popolari; Oro, Nobili e Velia per. i massimalisti; Morea per i repubblicani;; Lussu per il Partito Sardo d'azione. Sull'adunanza è stato diramato questo comunicato : cmeladm"AdIl Comitato ha riconfermata la sua piena sconcordia nel valutare cosi la situazione splescccgInultvrnpù i o -' . l e è . a , e a e e e « generale come quella delle singole provin « ce, donde giungono notizie di violenze quo« tidiane e sistematiche alle persone ed alle « cose, che la autorità non reprime, o non è « in condizioni di reprimere, malgrado le « parole e gli ordini del Governo. « Il Comitato non ha creduto nemmeno di « rilevare i tentativi faziosi di speculazione « partigiana in rapporto ai recenti falli lut« tuosi, in quanto è notorio che tutta l'ope« ra delle Opposizioni è stata sempre direic la alla cessazione d'ogni violenza, al dit sarmo del cittadini, al ripristino della di■ sciolina e dell'autorità della legge, uguale « per lutti e superiore alle fazioni ed ai « partiti ». Si deve rilevare da questo comunicato pche — come sempre — i rappresentanti tdei vari gruppi parlamentari delle oppo- .eue oppu- vi si sono trovati ancora una volta rd'accordo sulla valutazione della situa-1 bziorte, constatazione questa di primissima smemdgtsA questo proposito giungono opportune tle riaffermazioni del Partito Popolare. L'on. Tupini, chf è un rappresentante del Partito popolare nel Comitato parla- mentare di opposizione, parlando ad An- cona al Congresso dei popolari di quella provincia, ha esposto lo finalità del par- importanza, poiché nei giorni scorsi la stampa ministeriale si era affrettata a mettere in circolazione voci di differenti posizioni dei vari gruppi di opposizione nel considerare il proprio futuro atteggiamento. Il Partito Popolare tito nell'azione che svolge in seno alle opposizioni. Parlando dell'assassinio dell'on. Casalini l'on. Tupini ha detto che i popolari lo riprovano con lo stesso animo col quale hanno sempre condannato le violenze ed i delitti politici da chiunque e comunque consumati: « In tale condanna — egli ha detto — ci sentiamo perfettamente a posto. Essa deriva dai nostri principii ed è in piena coerenza colla nostra attività quotidiana. Sappiamo di coua nostra aiuvita quuuuiaiw. auiJiumuu ui avere sempre predicato il disarmo delle mani e degli animi ed è precisamente per sollevare le discussioni polìtiche dal pantano quotidiano delle risse politiche nel quale minacciano di annegare, che, insieme agli altri partiti, combattiamo la nostra battaglia normalizzatrice per la restaurazione dell'ordine civile. Sull'Aventino quindi ci siamo e ci resteremo, sino a che le premesse necessarie ed indispensabili'ad un sano e libero ordinamento politico ed all'auspicata e pacifica convivenza di tutti i cittadini, non saranno divenute disciplina inflessible dei poteri responsabili. Ogni altra finalità esula dal nostri propositi. Siamo liberi da ogni impegno. Non abbiamo progettato alcuna alleanza con questo o quel partito. In qualsiasi contingenza della vita polìtica seguiteremo volta per volta a regolarci, guardando unicamente al bene della nazione e della società, in armonia all'imperativo Impostoci dalla nostra coscienza cattolica. Per ora di alleanze dei cattolici sul terreno politico non ne conosciamo che una, quella dei clerico-fascisti col partito dominante, verso il quale, ansiosi della piena reintegrazione del rispetto della vita umana e del ripristino delle libertà sta tutarie, manteniamo integre le nostre riserve morali e politiche. La nostra battaglia quindi continua nel nome del più elevati sentimenti umani, radicati nella coscienza e nelle tradizioni italiche. Sentiamo di non essere soli nel civile cimento. L'on. Mussolini mantenga pure il suo disprezzo verso le opposizioni, ma non si illuda del loro isolamento nel paese. Le pregiudiziali da esse poste per un sano respiro nella vita civile e che per la prima volta dopo l'avvento del fascismo al potere furono agitate dai popolari al congresso, sono oggi rivendicate dai mutilati, dai combattenti e da quanti, componenti della stessa maggioranza, sentono il dovere civico di preparare alla nazione giorni migliori 11 Popolo premette alla nota di ieri delYOsservatore Romano riguardo al partito |popolare quanto segue: « "L'Osservatore nomano pubblica una breve risposta al Popolo e la riproduciamo per intera, fiduciosi che valga a dissipare ogni cagione di ulteriori discussioni al riguardo. Ci preme rilevare che quello che l'Osservatore Romano chiama orientazione soggettiva per noi è da escludere. Forse lo nostre parole non sono state sufficientemente chiare. Certo non abbiamo mai voluto e non vogliamo uscire fuori dai llmitj posti dai moralisti cattolici nei loro trattati « De Coscienza ». Questo per la nostra buona fama di cattolici, contro la quale si sono levati acerbi critici niente di meno ohe dai giornali fiancheggiatori e fascisti ». n contrasto tra Governo e Partito Intanto, così gli organi dei fiancheggia- tori con il Comitato delle Opposizioni sono concordi nel rilevare- il contrasto tra l'at- teggiamento del Governo e quello del Partito dominante. Nonostante la frase dell'ori. Mussolini, che ha accennato a Napoli alla possibilità inquadrate,, ilinnovo discorso "presidenT ziale era giudicato stamane a Monteci- torio d'intonazione piuttosto pacifica, Resta però a sapere quale potrebbe essere il fatto capace d'indurre il duce del fa- seismo a chiamare le sue legioni; se a ciò,.per esempio, può bastar? la critica remi estremiste del fascismo reclamano le più rigorose misure repressive — come abbiamo veduto ieri nei commenti di certi organi dei partito dominante — e persino la sopnressione fisici, degli avversari del Governo. Se si viene ad escludere l'even- tualità di un'insurrezione sovversiva, che dXbbforzaeraaZra°ta SStt» ?H5 « 'L'X mfiai±"" Stato contro chi iJSgSSS ^WvSSTéJ&l c'è la constatazion del contrasto tra ii linguaggio relativamente moderato del presidente del Consiglio, e quello di tono diverso delle supreme gerarchie fasciste e della stampa del partito. Tale contrasto, che risulta più stridente dopo gli avvenimenti dei giorni scorsi, non solo ha rtac- ceso più aspre le polemiche giornalistiche, ma ha reso per un altro verso più oscura e più densa di incognite la situazione po: litica, tanto che db qualche giornale si avanza persino l'ipotesi dell'opportunità di un intervento del presidente della camera per considerare la situazione. "L'Impero,, reclama la soppressione di giornali, arresti, il dominio sulle banche, ccc. La stampa fascista continua a chiedere Al Governo misure di eccezione. Limpero, dico di avere cestinato, per disciplina, un suo appello al duce nel quale chiedeva la soppressione in linea legale dei giornali perturbatori, lo scioglimento delle sette, l'italianizzazione forzata di certe banche e l'arresto «di alcuni tra i principali responsabili del disordine». Vedendo però che Arnaldo Mussolini ha svolto questi concetti sul Popolo d'Italia il giornale si compiace di avere visto giusto e soggiunge: In un modo o nell'altro bisogna finirla. Il fascismo non può e non deve esaurirsi nella polemica. Noi additiamo ai fascismo una nuova tattica. Non si polemizzi più con la stampa nemica ; la si ignori completamente, ma nello 6tesso tempo, il Governo, 11 Governo e non 11 partito, proceda alle necessario misure di sicurezza. Si può fare un minimo di disinfezione. I più monarchici ed t più liberali governi del mondo hanno sera- pie soppresso tutti quei giornali che costi tuivano^ dei fomiti di disordine; hann v.vano Der programma la dissoluzione del redificio nazionale; hanno arrestato t so- 1 bÙTàVóri dì delitti è gli ispiratori di azioni sovvertitrici; hanno, se non posseduto, do minato gli istituti bancari. Il paese oggi esige queste misure, che sole possono finalmente dare quella pace e concordia che tutti desideriamo e che ci permetteranno di raggiungere le vie dell'impero, da cui invano tentano distoglierci i fedeli servitori dello: straniero ». Come si vede da questo brano, la prosai fascista che collima perfettamente col tono degli altri organi del partito dominante — compreso quello personale del capo del Governo — giustifica i rilievi suria situazione che abbiamo più sopra esposti ed ancora meglio il disagio in cui vengono a trovarsi sempre di più i libe raii fiancheggiatori a i "Ciò che offende e turba il.Paese,, Il Giornale d'Italia, infatti, non è perfettamente rassicurato dal discorso di Napoli del presidente del Consiglio, perchè occorre che l'on. Mussolini riveda tutto, il complesso della situazione, non essendo, soltanto l'azione del Governo, ma anche quella del partito che deve intonarsi in senso pacificatore. Già nella sua edizione i --''".v, i--—-—", V. • —i « ?i rìnmni. A'1 i meridiana (« Il Piccolo ») Il uiornaie a i e i a i a r l a i l i a e i i i a , l n a l , i e talia rilevando la frase dell'on. Mussolini relativa alle sue aspirazioni alla pace interna scriveva: Ma per ottenere ciò occorrerebbe che l'on. Mussolini mutasse non poco la si-.a concezione politica. In altri termini, quella che offende e turba il paese è il dover sottostare non già al Governo, non già allo Stato, il che il paese lealisticamente accetta, ma ad una fazione armata minacciosa, • prepotente e violenta. L'on. Mussolini ha avuto il torto di non capire in tempo che la fiducia del paese sarebbe stata la migliore salvaguardia della sua opera di governo, e che per averla, bisogna smobilitare (con ebe non si dice liquidare) il partito fascista. Per ottenere la pacificazione Mussolini deve sollevare il paese dalla pressione fascista, « Il problema è tutto qui. Ora. nel d'secrsD di Napoli, il presidente del Consiglio Va commesso il solito errore: ha messo, oijc, come ipotesi, la ripresa della marcia ini avanti delle camicie nere, sia pure dubitativamente escludendola con un prudenziale « forse », e questo non piace nè a Napoli, nò al resto del paese. Che marcia si vuole fare? Se il sovversivismo volesse mettersi sul terreno insurrezionale sarebbe facilnwite schiacciato dalle forze armate dello StatoAll'infuori dì questa ipotesi, non vi è marciai che sia lecita. Il paese vuole vivere costiruz'onalmente e liberamente. E' il Pa-laruenìo che dirime 1 contrasti politici. Se .1 Governo ne ha la fiducia, non ha nulla da tenv»:o; e, se la perde, non c'è marcia che lenirà, perchè 11 Governo se ne deve andare senza « sbattere le porte ». Questo è il lingumrgio che il paese desidera ascoltare dai rninUTi. Mussolini vuole la collaborazione ? Ebbo»--* per averla bisogna pur fare qualche coa.1. Viceversa si fa il viso dell'armi perfino al liberali che affacciano oneste r-ondizioni, onde continuare a fiancheggiare il Governo. « Si persuada l'on. Mussolini, bisogna sol- " La normalità espulsa dalla faziosità,, serale 11 Giornale d7- o | levare *U paese daTla pressione fascista r i . a . i i i E nell'edizione talto scrive: « L'on. Mussolini vuole la pace, ma nel tempo stesso esige che le opposizioni disarmino. Questa insofferenza delle opposizioni è una dello caratteristiche della mentalità giacobina del fascismo, per la quale il dominio della fazione non deve essere nemmeno discusso. Ecco dove sorse il grave punto di dissenso con la parte liberale e moderata del paese ; ecco dove la normalità; viene espulsa dalla faziosità ». Per l'organo dei fiancheggiatori liberali la situazione permane tuttavia caratterizzata da una duplicità di atteggiaa- nienti contradditori, per cui al discorso o di Napoli segue immediatamente la circo- lare minacciosa eu intimidatoria del Dil rettorio del partito: ' « Lo spirito di faziosità del partito chél , localmente si sfoga con botte, prepotenze^ à smargiassate del ras e di minore genie, nel- mamfestaziom del Direttorio si concentrai T ^.Wffl.^^g^lS^^ - sigente nella sostanza. E' lo spirito della , setta rag«omitolato nelle sue formule anale cne Quello della nuova religione accesa d«l - ^cl°t, f,uoco d,el proselitismo, il succo di a £^^£5* ^SSSSS' destinata, a diminuìa ^*iX%&^M^i + è tutto qui: il fascismo è stato anche troma» o buono a non rispondere con rappresa kQs e m?I** ?* un 6U0 commilitone; perciò sa ti }a.l)ac«ncazione non avverrà, la colpa spetta o «iÌS,^, 1*^PI5oet?lonl: del rest° ricordatevi, el s,mta oi^mazl0ne l1i battaglia àsn- bandonata nè allentate* .n°n V'9n° 8b* e li oinmou _;„M '" „,' ,„ ,. . 5 ^SStìSSa %fe*SBS hi che il fascismo agisca sul terreno legale a &l Parlamentare, poiché non si può conside- ii el no e o, nic- rare come un sacrificio per il fascismo la rinunzia a massacrare qualche centinaio di avversari o distruggere i giornali dell'opposizione : « Solo cosi potrà chiedere agli oppositori di smettere la secessione parlamentare noi violenta, che essi hanno compiuta ». Quindi il giornale 'dei liberali di destro}

Luoghi citati: Ancona, Napoli, Roma