Ovazioni al Re, all'Esercito, allo Statato all'inaugurazione del Congresso forense in Torino

Ovazioni al Re, all'Esercito, allo Statato all'inaugurazione del Congresso forense in Torino Ovazioni al Re, all'Esercito, allo Statato all'inaugurazione del Congresso forense in Torino Il Congresso forense ha avuto inizio ieri mattina a Torino con una pia cerimonia: la commemorazione degli avvocati caduti in guerra, doveroso omaggio di riconoscenza e d'amore al compagni che diedero la loro vita per la Patria. La commemorazione dei caduti n cortile del Palazzo di Giustizia presentava un aspetto Imponente. Grandi piante verdi disposte con gusto gli davano un aspetto di freschezza e di signorilità. Nella grande parete di fronte all'ingresso era stato posto un grande palco per le autorità, e 60tto un'arcata era stato innalzato — a cura della Parrocchia di S. Agostino, sotto la cui giurisdizione si trova 11 Palazzo dei Tribunali e della Corte d'Appello — un ricco a'tare, dove il vice-parroco, don Perlo, valoroso cappellano militare, decorato, celebrò una Messa in suffragio dei caduti e pronunciò un discorso, esaltando il loro sacrificio. Tra le autorità presenti abbiamo notato 11 ministro Guardasigilli, on. Oviglio, accompagnato dal presidente del Collegio degli avvocati di Torino, prof. avv. Riccardo Cattaneo, e dal comm. Ricci, del Ministero, capo dell'Ufficio legislazioni, il Prefetto, il Commissario del Comune, il primo presidente di Corte d'Appello, S. E Prato, e il procuratore generale, S. E. Casoli, l'Avvocato generale, comm. Crosta Cinti, il presidente del* Tribunale comm. Martinengo, 11 Procuratore del Re comm. Colonnelli, nonché molti altri magistrati di tutti i gradi della Magistratura civile e militare e gran parte di avvocati del nostro foro nonché quelli giunti pel Congresso da ogni parte d'Italia, Notiamo tra la folla degli intervenuti anche una rappresentanza dell'Associazione Vedove e Madri dei caduti tra cui mamme e spose degli avvocati che la pietà dei colleghi ha voluto appunto commemorare prima di iniziare i lavori del Congresso. Sono pure presenti gli onorevoli Facta, Carnazza, Olivetti, Quilico, Bagnasco e Bertacchi, nonché il senatore Berla d'Argentina e l'ex-deputato Villabruna. Hanno telegrafato aderendo alla cerimonia gli onorevoli Soleri e Mecco e il senatore conte Frola nonché il Primo Presidente della Corte di Cassazione, il Procuratore Generale della stessa Corte e parecchi altri alti magistrati. Erano pure presenti le medaglie d'oro Salamano e Geme'li. La voce di Trento per la giustizia e il diritto Dopo la cerimonia, la banda dei RR. CC. che prestava servizio d'onore in alta uniforme intona l'Inno al Piave e quindi l'avvocato Ravizza, del Comitato ordinatore del Congresso, dà la parola, con un breve saluto, all'oratore ufficiale l'avv. Antonio Piscel del foro di Trento. L'avv. Piscel è un patrìotta roveretano compagno in pace e in guerra dell'on. Cesare Battisti, ò un'anima italiana, e là sua scelta non é stata priva di significazione: L'oratore incatena subito l'uditorio, che si fa attento ed ammirato, per l'elevatezza dei suoi concetti. Esprime la sua gioia nel recare un saluto a nome del colleghi di Rovereto e Gorizia straziate e risorta, di Trento e Trieste lungamente aspettanti: ma pure la sua esitanza a parlare di fronte ai maestri del pensiero e della parola, convenuti da tutte le parti d'Italia, mentre egli non è che un gregario anche nelle battaglie forensi sul piccolo fronte di un tribunale d'una piccola città di provincia. Egli si dice lieto di portare la calda riconoscenza del colleglli delle terre redente e di tutte le genti liberate dall'ultima guerra. Fa quindi un caldo paragone fra la gioia piena di gratitudine degli italiani redenti verso i vivi e i morti che combatterono per la loro libertà; é la gioia inesprimibile di gratitudine dell'innocente che anche per opera del difensore viene liberato dal carcere e ritorna nel civile consorzio. L'oratore con parola commossa espTlme il suo più vivo ed intenso rammarico di non poter baciare uno ad uno I colleglli caduti per la grande causa; ma essi se non sono presenti In persona — egli dice — lo sono però nel nostro spirito e sfilano come un battaglione glorioso i piemontesi, i lombardi, I veneti e tutti i figli delle 100 città d'Italia con alla testa, nella proporzione del sacrificio i diciotto avvocati e procuratori caduti lei piccolo foro di Lucerà dei Pagani (Puglie) nell'ultimo lembo meridionale d'Italia. Nota come l'attività professionale degli avvocati e magistrati doveva necessariamente infonder loro alta coscienza nel partecipare a quest'ultima guerra dell'indipendenza come a tutte le altre della nostra epopea, perchè si trattava un'altra volta di servire, sia pure in forma diversa, quegli alti principi di giustizia e fiI diritto ai quali è consacrata tutta l'attività professionale del ceto. Con questa grande idea partirono ascoltando 11 comandamento del sacrificio; affrontarono 10 strazio delle battaglie dal Pasubio agli' altri campi insanguinati dalla giovinezza, primavera della patria, sentirono l'infierire degli elementi, la noia delle lunghe veglie in trincea, il sacrificio della propria personalità alle alte esigenze della disc'ìp'ina militare, la nostalgia della casa, della famiglia, della vita forense, la rinuncia ai lucri e al1 attività professionale. Ma questa rinuncia non fu senza frutto neppure per la classe che forniva questi eroici soldati. L'Austria irrideva al popolo italiano proclamandolo un popolo di mandolinisti soggetto al governo rì"gll avvocati; nelle terre dove conservava 11 dominio credeva di vilipendere l'irredentismo, proclamandolo la fantasia di quattro avvocati, ma alla prova dovette constatare che questi uomini della parola erano capact ìli realizzare con ogni sacrificio (grandi fatti. L'Italia è di tutti gli italiani « Por questo la commemorazione odierna {•■ il migliore auspicio per iniziare i lavori del Congresso: Congresso interrotto per tan¬ ts ' ti anni, ma che ebbe come grande sostitutivo il convegno di migliaia di avvocati sul fron.te. L'alta idealità di questi nostri morti ci inspiri ora è sempre ad informare le nostre richieste e la nostra attività al di sopra di ogni meschino interesse alla gran causa della legalità e della giustizia, delle quali 1 magistrati sono 1 sacerdoti e noi i militi. Ma non soltanto alla nostra personalità di giuristi parlano altamente quei morti: sotto la toga batte 11 nostro cuore italiano come il giorno in cui facemmo la guerra a fianco con tutti gli altri fratelli d'Italia senza differenza di classe o di partito (applausi). « Passa un'ora torbida nel cielo d'Italia — prosegue l'oratore vivamente ascoltato e sempre fra grande consenso di ascoltatori. — Divergenze d'idee minacciano di trasformaci negli odi insani che armano le mani omicide e spargono i tristi semi della violenza fra' 1 cittadini e contro i cittadini. L'Italia — esclama l'oratore tra un uragano di applausi — è di tutti jtlt italiani. — E tutti dobbiamo ascoltare l'alto monito che ci viene da quella schiera di nostri morti caduti per tutti gli italiani. Essi ci dicono: Fratelli, se volete che la nostra moTte non sia sterile ritornate alla tolleranza e alla libertà, deponete le armi e lavorate per il bene della patria. Quando lasciate correre parole di vilipendio e di minaccia, voi distruggete la nostra eredità costosa. Una cosa sola è precisamente nccessa. ria e domandiamo: Pace, Pace, Pace!». A questa commossa Invocazione, l'assemblea scatta in piedi tributando al poderoso oratore una entusiastica ovazione. L'aw. Piscel è ba. ciato e abbracciato ed è presentato dall'on. Villabruna al Ministro Guardasigilli il quale gli stringe la mano. Un nastro tricolore inaspettato Dopo questa commemorazione, con semplice e rapida cerimonia viene inaugurata nel salone che è sede del Collegio degli avvocati un'erma a ricordo dei colleghi caduti in guerra con dedica dell'aw. Emprin. E' un bel lavoro artistico, contenuto in linea sobria e geniale, del giovine scultore Campì 11 quale viene presentato al Ministro n &llo altre autorità e sinceramente complimentato. L'erma spicca in una parete tutta ornata di verde alloro. Quando cala il velario che copriva la parete, sul fondo dell'alloro spicca un gran nastro tricolore. E' un omaggio e.... una sorpresa. Il nastro è, diremo, germogliato senza che gii organizzatori del Congresso ne avesse ro avuto notizia. Anzi non c'era durante i preparativi alla sala .11 nastro tricolore ha questa scritta: « L*« Italia Libera » ai caduti per la libertà •. La seduta inaugurale L'inaugurazione ufficiale del Congresso ha avuto luogo nel pomeriggio nell'aula della Mole Antonelliana presente gran folla di autorità, di avvocati e di magistrati, di invitati tra cui molte eleganti signore. Al posto d'onore vediamo i senatori Ruffini, Frola, Ferrerò di Cambiano e Beria d'Argentina, i deputati Facta, Olivetti, Bertacchi e Rossi, i commissari municipali Bocca, Di Rovasenda, Bertelo, Pellicciotti e Gorgolini, il generale Ferraris, comandante la Divisione Militare, il prof. Pivano In rappresentanza ilei Rettore dell'Università, il Conte Toesca di Castellazzo per la Direzione del Partito Libtìrttlc ccc Quando nell'aula entra 11 Ministro Guardasigilli on. Oviglio, accompagnato dal Presidente del Congresso avv. Riccardo Cattaneo e dal Commissario barone La Via, i congressisti l'accolgono con un applauso, quindi l'avv. Cattaneo pronuncia il discorso inaugurale. Egli esordisce: « Tocca a me l'onore Immeritato di portare, a nome dei Consigli Forensi dì Torino, il saluto fraterno dei colleghi d'Italia, al rappresentanti delle Scienze Giuridiche, ai Campioni della Magistratura, ai Maestri del Diritto colla parola e cogli scritti, qui convenuti in quest'Aula imponente. Quest'aula che, dedicata dal Municipio a tempio del Risorgimento italiano, racchiude intorno a sè le memorie più sacre del movimento secolare onde l'Italia da espressione paramento geografica seppe assurgere alla realtà di Stato nazionale; quest'aula che ad ogni ricorrenza patriottica raccoglie fra le sue mura l'espressione dell'anima e del sentimento della Patria. Il diritto, cemento sociale nelle relazioni interessate *ra gli uomini, espressione della coscienza nazionale, rende oo»i omaggio solenne e devoto alla Patria ed alla sua storia moderna e gloriosa; i E più alta l'ispirazione, più lieto l'auspicio non potrebbe essere dacché S. E. il Ministro della Giustizia volle manifestare il suo sentimento di colleganza alla famiglia degli Avvocati alla quale appartiene. Noi tutti sappiamo. Eccellenza, quanto siano gravi i pesi dell'altissimo Ufficio, al quale vi ha chiamato la fiducia del Re; non ignorlamo che la giustizia è colla pace il più prezioso dei benefici alla consecuzione del anale tende il Governo; noi conosciamo lo sforzo Vostro costante e la sollecitudine per dare alla Patria una nuova legislazione degna di lei». Le significanti ovazioni Dopo un omaggio al Ministro, alle Auto rlta e alla Magistratura, l'oratore conclude dicendo: « .ni rappresentanti del valoroso nostro Esercito, scuola di virtù militari civili, presinio della Patria nelle pubbliche calamità in tempo di pace, contro il nemico durante la guerra, l'espressione dell'ossequio che ogni italiano deve e tributa ai difensori della Patria, ed il ringraziamento della classe forense, che diede in guerra copioso tributo di intelletto, di forza e di esempio, Kccellenze. Signore, Signori, a tutti Voi il grazie riverente e cordiale delle Curie Italiane » A queste parole il Congresso scalta in una significante ovazione. Gli applausi sono fragorosi, intensi. Tutto 11 pubblico degli invi- tati, tutti 1 congressisti, sono scattati in piedi e gridano: — Viva l'EsercitoI Si odono pure gridi entusiastiche di Viva il Re. Segue un breve discorso del Commissario Prefettizio Barone La Via, il quale saluta gli avvocati d'Italia convenuti nell'antica e gloriosa ex capitalo del Regno Subalpino. Anche il Commissario prefettizio è applaudito, specialmente quando accenna che a Torino fu promulgato lo Statuto. A questo punto anzi scoppiano applausi calorosi e si grida: — Viva lo Statuto! L'evviva è ripetuto e trova laTga risonanza. SI odono pure grida di: — Viva la libertà! ■ Un' nobile discorso pronuncia S. E. Prato, primo Presidente della Corte d'Appello, con un saluto agli uomini egregi convenuti a queste assise del Diritto per dare lustro alla città custode delle più patriottiche tradizioni. Il discorso del Ministro Oviglio L'on. Oviglio si alza e pronuncia queste parole : « E' bene che questo congresso si raduni a Torino, ove un popolo di cittadini e di soldati seppe dare a sè stesso uno stato libero, disciplinato e forte, intorno al quale gli eroici sforzi della Nazione si radunarono per la conquista dell'unità e dell'indipendenza. Ed è bene che 11 -congresso abbia iniziato 1 mai lavori con un atto di compostezza religiosa, inchinandosi alla memoria venerata dei caduti nella guerra vittoriosa per r-integrità della patria. « L'attività giuridica è operosa quando interpreta e riassume il travaglio di un popolo, esprimendone, in nitide forme, gli interessi e le idealità. Voi a questo intendete, allontanandovi dal clamori e dalle passioni, per assurgere a concezioni che si indirizzano all'avvenire materiandosi di esperienza e di pensiero. E' cosi che il dibattito, anche fra le più opposte tendenze si nobilita negli aspetti e nelle forme, poiché trova suo unico impulso nell'aspirazione al bene pubblico. Voi tratterete gli argomenti che reputate più urgenti e attuali. « Son certo che i- vosti lavori daranno Indicazioni utilissime all'opera legislativa perchè saranno la manifestazione della coscienza giuridica n'azionale. Il che è tanto più necessario ora che l'Italia sta dando a sè stessa nuovi codici e intende rielaborare tutta la materia del suo diritto privato. La importante riforma non è stata sottratta al Parlamento, il quale, quando votò la legge, ebbe modo, nell'uno e nell'altro suo ramo di segnare direttive e principii. Lo stesso Parlamento, dopo il primo esame sintetico e complessivo, dovrà colle sue Commissioni analizzare minutamente i progetti cosi come saranno disegnati dai tecnici e portarvi la collaborazione- che avrà carattere del tutto prevalente. Mentre si sta predisponendo quest'opera grandiosa, è necessario ascoltare le voci di coloro che, attraverso 11 lungo studio e la quotidiana esperienza possono offrire il loro prezioso contributo e la loro utilissima collaborazione. Alle Università e alle Curie, officine feconde del progresso giuridico, rivolgo il mio saluto >. Il ministro dopo un accenno ai più importanti problemi legislativi, afferma che tutto il Codice deve essere riveduto nella sua formulazione tecnica, allo scopo di eliminare questioni tradizionali od imperfezioni già segnalate dalla dottrina e dalla giurisprudenza. «La riforma del Codice civile è contenuta nei limiti segnati dalla assoluta necessità di «stendere la ncstra legislazione alle nuove Provincie, raggiungendo quella unificazione che non può, senza grave danno, es sere protratta. Si impongono però in tema di diritto civile, cautele e termini, perchè non è lecita un'audacia riformatrice in una materia che ha avuto il suo lento sviluppo attraverso i secoli. In materia di diritto commerciale e di diritto marittimo la revisione delle leggi dovrà essere intera per aggiornarle ai bisogni della pratica, che sempre si trasformano e rapidamente si rinnovano. Ma perchè la legge sostanziale possa avere rapida ed efficace attuazione occorre rivedere le norme del processo civile, occorre risolvere se ci conviene rendere più agevole e rapido il nostro tipo processuale o riformarlo radicalmente derivandolo dal processo di tipo orale ed immediato con una vera rivoluzione di tutto il nostro costume forense ». Il Ministro pertanto aggiunge che quanto sarà per esprimere 11 Congresso verrà preso dal Governo nella più attenta considerazione. E prosegue: < La d'asse forense potrà degnamente stare accanto alla Magistratura, per il cui prestigio il governo ha avuto la massima cura, per la cui indipendenza ha osservato il più assoluto e incondizionato rispetto. Fra gli argomenti dei quali si occuperà il congresso ve ne sono taluni che si ricollegano ad ap-' passionanti questioni di diritto pubblico. Presenziando l'inaugurazione di un congresso giuridico e portando ad esso il saluto del Governo non intendo collocarmi in posizione polemica. « Ho voluto rendere omaggio ad un solenne raduno di cultori del diritto. Il diritto è l'arte della pace e dell'ordinamento civile. Polche sono certo che il dibattito, che va ad iniziarsi, sarà sereno contrasto di idee, posso dirvi che esse saranno meditate, perchè lo Stato e chi lo governa debbono attentamente considerare tutto le voci che esprimono 1 legittimi bisogni e le tendenze della nazione, perchè lo Stato è e devo essere l'espressione di tutta la Nazione. Finisco mandando da questa città della gloriosa dinastia di Savoia un fervido reverente saluto alla Maestà del Re, che Impersona l'Italia nelle sue tradizioni, nelle sue glorie e nel suo avvenire >. Anche il discorso del ministro è stato applaudito, specialmente alla fine quando ha affermato che il diritto ò l'arte della pace e dell'ordinamento civile e che lo Stato è e deve essere l'espressione di « tutta » là Nazione.