I Combattenti italiani prima linea al Congresso di Londra

I Combattenti italiani prima linea al Congresso di Londra I Combattenti italiani prima linea al Congresso di Londra gLa collaborazione cogli ex-nemici -11 prossimo congresso a Roma? (Servizio speciale della " Stampa „) Londra, 16, notte. | puOggi i delegali italiani hanno impedito la che il Congresso della Federazione inter- banazionale degli cx-combattenli (la cosid detta F.I.D.A.C.) perdesse l'occasione di stendere almeno in parte la mano alle Associazioni tedesche dei mutilati e dei reduci di guerra. La tesi inglese della cooperazione con gli ex-nemici stava per naufragare di fronte alle ritrosie dei francesi, che avevano determinato esitanze ed accfiiiescenze la- chlegdictosfilaa Ciòlorotazcite tra gli inglesi. Questi vedevano bensì jtrola. via migliore, ma per il momento conti¬ nuavano a prendere la peggiore. I nostri delegati intervennero allora con un deciso colpo di timone, il quale a nostro avviso ha ristabilito l'onore degli ex-combattenti occidentali. Il colpo di timone non poteva purtroppo riuscire e non riuscì a trasformare di pianta la posizione di contrasti e di resistenze che si era creata per opera specialmente dei francesi sul grave problema dei rapporti con i combattenti ex-nemici. Eppure esso ha saputo cancellare dai lavori del congresso di quest'anno una putrida lacuna, nella quale sarebbe andato sommerso il principio fondamentale che la Federazione proclama di seguire, ossia quello della pace generale. Gli ex-combattenti occidentali, senza la mossa dei delegati italiani, sarebbero rimasti grottescamente a croc-a-tei su tutta la linea contro un milione di reduci tedeschi, moltissimi dei quali non aspirano alla rivincita fantasticata dai nazionalisti compaesani, ma aspirano sinceramente alla pacificazione. Una proposta inglese Per disgrazia, sotto il punto di vista politico non rimane molto altro da dire intorno a questo congresso. L'avviamento alla riconciliazion, promosso dagli italiani, è come un coraggioso arboscello alla cui coltivazione non sono ancora garantite le cure di tutti. Per giunta con le deliberazioni laterali, il congresso sta. dimostrando di tenere sotto il braccio ancora e sempre alcuni vecchi utensili, perfettamente indicati a dare macchina indietro. Questi utensili non sono di marca italiana e neanche inglese. Sapete come il Congresso si fosso suddiviso ieri in varie Commissioni, chiamate LPnequVinainsocianerecomvemdaasvoViladenest'prsinniunstiLapedi rarictanovodea studiare problemi concreti ed a piesen- i chtare le relative raccomandazioni nella se- Coduta plenaria di giovedt, la quale dovrà didiscuterle e ratificarle e metter fine ai la- covori. Il compito di tutte le Commissioni è Unstato esaurito entro stasera dopo molte | itaore di deliberazione e riassunto in ordini del giorno votati a maggioranza. Le due Commissioni principali sono quella per lo studio del problema della pace, e quella per le provvisioni sociali a favore degli ex-combattenti. Il carattere della prima è essenzialmente politico. I delegati italiani in questa Commissione sono : l'on. Viola e l'avv. Malcovati di Genova. Presidente è il delegalo francese Héraud. I due delegati inglesi, nella riunione iniziale di ieri, avanzarono questa proposta : che non appena sia sistemata la questione delle riparazioni, la F.I.D.A.C, inviti il proprio presidente ed i suoi vice-presidenti ad esaminare quali orgai.i di organizzazioni di combattenti ex-nemici possano venir chiamati a far parte della F.I.D.A.C, e con quale vantaggio per la causa della pace. Questa proposta mirala evidentemente a spianare la via ad una sollecita cooperazione in forma ufficiale e plenaria fra gli ex-combattenti alleati e quelli tedeschi. Essa doveva inaugurare al più presto possibile contatti diretti fra la Fidac e le associazioni analoghe in Germania. Non importava se alcune di queste avrebbero fatto j forse il viso dell'armi. Sarebbe stato sufficiente un amalgama spirituale con le altre. Anche nella dannata ipotesi che tutti gli ex-combattenti di Gei-mania si augurassero di tornare subito in trincea a godere per puro spirito nazionalistico le delizie di un'altra guerra, una presa di contatto con loro avrebbe, dopo tutto, funzionato da cavallo di Troia. Bisogna notare altresì che mentre il presidente della Fidac '• ' tucolumcoogveinroLoMamDitleli DglGcigitacodetoMSè "un "francese, i vice-presidenti sono di I Rvarie nazionalità, per cui l'apertura di contatti diretti, suggerita dagli inglesi, | Cnon si sarebbe prospettata aprioristica- j (}mene sterile. .... . | mL'energico intervento degii italiani j mL'idea inglese ottenne l'immediato e de- j Aciso appoggio italiano. I nostri delegati infatti, si sentirono autorizzati a manifestare senza riserve il loro pensiero, non soltanto dal senso della propria responsabilità, ma dalla calorosissima accoglienza ricevuta anche da parte dei commilitoni francesi. E' noto come fino a quest'anno i combattenti italiani si rifiutassero di aderire alla Federazione di tendenza fortemente poincariana. Mutata poi la situa- GRCl1 azione politica in Francia, l'adesione ita- tiziliana seguì automaticamente e l'on. Re trand, presidente della Federazione, nel suo discorso inaugurale salutava eri con ingiusta effusione il pruno intervento della nnostra rappresentanza ad un congresso | Gfederale. L'appoggio italiano alla proposta ; toLa'genesi di questa controproposta è pre-1 gsto fatta: fra i dieci delegati francesi, al; , la • j j ~ i« iAnn Ai I ToT-vi^ f nitri i ,cazione di freni. Comunque la Francia i dpropose che la Federazione si limitasse ad ; Finformare gli analoghi sodalizi germanici | ^intorno all'opera che essa sta svolgendo in | favore dela pace ed in contraccambio chic-i udere ragguagli intorno a quello che ven- j cgono facendo allo plesso fine le associazioni tedesche. Non era necessario far balenare neanche da lontano aicun invito concreto alla cooperazione : sempre secondo 1 francesi, questo sarebbe tassativamente escluso dallo statuto della Fidac, così come lo interpretano ti Parigi. Chiunque può figurarsi con quanta tenerezza sarebbe accolte in Germania un così delicato ed inquisitori'! fin-de-non reccroir.i Non di meno per evitare fastidì, i delegati inglesi si astennero dal combattere la controproposta Heraud, etnie avrebbero potufo fare con tutta facilità nlicpmgsigAtanrtAcdosservando semplicemente che il rattoppo pera peggiore del buco. Gli inglesi credet- ' tero meglio di barcamenarsi: essi cercarono di fondere i due criteri sostanzialmente antitetici, per trovare una formula più o meno logica, ma capace di portare poco alla volta a destinazione. Si rinunciasse, dunque, a venfilare ogni possibile invito a coopeiare: si desse luogo alle in- ■, dacini degli organi direttivi della Fidae;i si aprissero contatti, ed il resto sarebbe venuto da se. Il dibattito pi trovava ieri sera a questo InArsd' punlo, quando venne rinviato ad oggi. Ma ] la riunione di stamane a tutta prima si dibattè nel pantano di ieri sera e sembrava che non ne potesse uscire più. Allora i delegati italiani presero il toro per le corna dichiararono di non poter votare la piuttosto equivoca formula di salvataggio profilata dagli inglesi e si mostrarono pronti a presentare una proposta loro propina. Ciò indusse gli inglesi a ripiegare sulla loro idea originale, la quale messa in votazione fu respinta con quattro voti contro tro> mentre due delegazioni si astenevano L'ordine dei giorno Vioìa Plausi inglesi all'ori. Rossini Per fortuna la situazione negativa che ne risultava venne sanata subito dopo da questo preciso ordine del giorno dell'on. Viola : « Che gli ex-combattenti di ogni singola nazione, inscritti alla Fidac, eseguiscano indagini per loro conto, allo scopo di assodare il vero stato d'animo delle associazioni di ex-combattenti in Germania nel riguardo della pace, e ne mandino una relazione particolareggiata al prossimo congresso della Fidac ». Seguì una discussione molto animata, ma alla fine l'ordine del giorno italiano venne approvato con fre voti contro due, mentre quattro delegazioni si astennero dal volare. Senonchè fra le delegazioni astenute, almeno due o tre sono favorevoli alla via d'uscito prospettata dall'on. Viola. Inoltre i nostri delegati hanno già lavorato di Iena per assicurare la ratifica delia seduta plenaria di giovedì all'ordine del giorno odierno. Il passaggio di quest'ultimo, pertanto, si ritiene assicurato. Nel frattempo la Commissione per le provvisioni sociali presieduta dall'on. Rossini, nominato a tai uopo dal voto unanime del congresso, approvava fra l'altro un ordine de! giorno italiano sulla questione dei disoccupati e degli emigranti. La risoluzione dice che il congresso fa voti perchè tutti i paesi alleati si impegnino di impiegare a preferenza la mano d'opera degli ex-cimbottenti. 1 delegati americani si astennero dal votare, ma privatamente garantirono che essi appoggeranno presso le autorità del loro paese il voto unanime del congresso nei rapporti della mano d'opera dei combattenti. Alla chiusura dei lavori di questa seconda Commissione, l'on Rossini pronunciò un discorso di ringraziamento a tutti ì suoi collaboratori. Egli fu molto applaudito, Un delegato inglese portò al presidente italiano della Commissione il plauso di tutti i colleglli, proponendo un voto di riconoscenza verso di lui per l'azione sviluppata non soltanto a questo congresso, ma in Italia, a sostegno della classe dei combattenti. Il presidente della Fidac ha proposto oggi che il congresso dell'anno venturo venga tenuto a Roma. Si stanno facendo in lese al riguardo. T delegati italiani furono ospiti, insieme con i colleghi, del Lord Mayor ad un lunch d'onore alla Man Sion House ; poi visitarono il nostro ambasciatore marchese Della Torretta. Domani essi saranno ospiti della, colonia italiana ad un banchetto di ex-combatlenti. M. P.

Persone citate: Della Torretta, Lord Mayor, Rossini