Un dramma famigliare

Un dramma famigliare Un dramma famigliare gSpara contro il fratello e lo riduce la ftu di vita a motivo di una scenata - 11 feritore, informato l'ospedale, si da alla latitanza - La morte del ferito In via Goffredo Mameli al n. 5 trovasi un negozio di vini di proprietà dei fratelli Umberto e Giovanni Teghillo fu Francesco. Antecedentemente il negozio era esercito dalla madre dei due fratelli, ma in seguito essa lo cedette ai figli in parti eguali. I due fratelli, a quanto risulta dallo indagini finora compiute, erano sempre vissuti in buona armonia, tanto che quando uno di essi — il Giovanni — prese moglie, l'Umberto coni inno a fare vita comune col fratello e con la cognata. Nessuno poteva quindi pensare che un giorno tra i due fratelli, per una causa futile sarebbe intervenuta una tragica scena, con conseguenze gravissime. Impensata invece è scoppiata la bufera e uno dei due fratelli ha dovuto soccombere, mentre l'altro 6l è dato alla latitanza, perseguitato dal rimorso per aver alzato contro il fratello la mano omicida. 11 drammatico diverbio L'altra sera l'Umberto era uscito di casa in cerca di svago, e vi fece ritorno a tarda ora. 11 Giovanni e sua moglie erano coricati e dormivano. Trovando la porta chiusa e non avendo la chiave, l'Umberto bussò, ma poiché i colpi non furono uditi nè dal fratello nò dalla cognata, egli scagliò alcuno pietre contro la porta e contro le finestre. Finalmente la cognata venne ad aprire. L'Umberto entrò in casa, lamentandosi vivacemente di quel ritardo, che egli giudicava noncuranza o peggio. Entrato poi.nella camera ove dormiva il fratello, pare che abbia offeso anche lui con accuse fuori luogo. Allora il Giovanni, in un momento di esasperazione o nel timore di essere soverchiato dal minaccioso fratello, sparò contro di lui un colpo di rivoltella, colpendolo al torace, sotto una spalla. Soltanto quando vide il fratello barcollare e cadere il feritore parve comprendere la gravità dell'alto compiuto. Pochi istanti dopo 10 sciagurato usci a precipizio, lasciando presso il corpo sanguinante del fratello la moglie 6ua terrorizzata dalla tragedia svoltasi fulmineamente in sua presenza. Lasciata che ebbe la sua abitazione, Il feritore corse direttamente fino all'Astanteria Martini. Vi entrò e incontratosi con un sanitario gli disse: ' « Mandi subito una barella' in via Mameli n. 5 a prendere mio fratello ; l'ho ucciso io poco fai ». Ciò detto lasciò immediatamente l'Astanteria e si diede alla latitanza. Il sanitario che aveva ricevuto l'annunzio ebbe nel primo istanto l'impressione che la notizia fosse il frutto di un'allucinazione alcoolica. Infatti non è normale che un omicida vada lui stesso a notificare il suo delitto ad una trrza persona. E avrebbe indubbiamente fermato 11 feritore se questi gliene avesso dato il tempo, ma, come abbiamo detto, questi, non appena ebbe annunziato al medico che aveva, secondo quanto riteneva, ucciso il fratello, precipitosamente si eclissò. Per quanto poco convinto dell'autenticità del fatto, il sanitario lo segnalò alle guardie della- località, le quali si recarono sollecitamente sul luogo, e visto che il ferito era ancora in vita provvidero al suo immediato trasporto all'Astanteria. Il dott. Marconi, che lo ricevette nelle saie dei primi soccorsi rilevò immediatamente la gravità della lesione, e giudicò che difficilmente il disgraziato avrebbe potuto superare la crisi. Le Indagini dell'Autorità Appena la notizia giunse alla Questura Centrale, si recò sul posto un funzionario di notturna per i primi accertamenti. Nel contempo furono impartite istruzioni per la ricerca del feritore. Lo ricerche vennero proseguite dall'avv. Fina che reggo il Commissariato di P. S. di Borgo Dora. Egli interrogò anche i vicini di casa per sincerarsi sui precedenti rapporti tra i fratelli, ma essi confermarono nelle loro deposizioni che fra i due era sempre regnata buona armonia. 11 tragico fatto di sangue ricostruito In seguito alle indagini dell'autorità risultò essersi svolto nel modo più sopra accennato. Unico nuovo elemento da aggiungere, e die in qualche morto spiegherebbe l'improvviso alterco tra i due fratelli, sta nel fatto che l'Umberto nel momento In cui rincasò sarebbe stato alquanto alticcio. Avendo passato un rn'o di giorni in campagna, dove si era recato per acquisti di vino, costretto per questa a numerosi assaggi è logico che egli al ritorno fosse un po' eccitato c si esasperasse fuor di misura perchè battendo alla porta nessuno veniva ad aprire. Fu la moglie del fratello a svegliarsi sotto quel limbo: >bare di colpi e fu essa stessa che scese ad .aprire, in quanto al Giovanni seguitava a dormire. L'Umberto entrò mentre la donna, do-jo aver rinchiusa la porta ritornò a ietto. 11 vino suggerì all'Umberto parole amare con'ro tanta mancanza di riguardo. .Veùìa sin mente esaltata asseriva che di proposito 'l'avevano fatto attendere fuori dell'uscio, che il fratello era stanco di lui ed un'infinità di altre sciocchezze suggerite dal vino. Non ricevendo risposta entrò nella camera da letto del Giovanni e con un calcio fece cadere in frantumi ima porta a vetri. Costui svegliatosi di soprassalto al rumore dei vetri infranti, ancor mezzo assonnato, avrebbe afferrata la. rivoltella che teneva costantemente sul tavolino da notte. L'Umberto eccitato sempre più avrebhe raddoppiato la dose degli insulti e di insensate miuacce. In quel momento l'altro sparò. La moglie raccontando la tragica scena giura che suo marito non aveva alcuna ragione di rancore col fratello che amava molto e che certamente non ancor ben sveglio e non riuscendo in mezzo a quel bac¬ cano ad orizzontarsi, dovette, credendosi assalito, sparare per tentare di difendersi. Disgraziatamente quell'unico colpo aveva raggiunto il bersaglio. La morte del Teghillo Como il dottore Marconi aveva detto, le condizioni ciel ferito, accolto In corsia dopo le opportuno medicazioni, anziché migliorare dimostrarono tosto sintomi di aggravamento. Li ferita, che aveva leso profondamente il polmone, si confermava realmente senza rimedio. All'Astanteria Martini, al capezzale del giovane, accorse nelle prime ore del mattino una sua zia, che lo assistette amorosamente. Le sue cure si unirono cosi a quelle dei sanitari, e in particolare del dottor Marconi, clic continuò a farlo segno dei soccorsi che la scienza consigliava. Purtroppo però a nulla valsero tutte queste attenzioni. Coll'alba ii poveretto entrò in agonia. Ormai tutte le speranze di salvarlo erano perdute. L'agonia durò qualche ora. Alle 10.15 il Teghillo esalava l'ultimo respiro, e la salma veniva accolta nella camera mortuaria dell'ospedale. Essa sarà sottoposta ad autopsia, alla presenza dell'autorità giudiziaria. Dell'uccisore, ancora nessuna notizia. Subito dopo la sua scomparsa, come già si è detto, parecchi agenti della Sezione di Borgo Dora, seguendo le istruzioni del commissario cav. Fina, si posero in moto per le opportune ricerche. Finora esse non hanno dato frutti concreti. Ma è impressione dell'autorità che il fratricida non possa a lungo rimanere latitante. Grande, come si può immaginare, è stata l'imoressione suscitata dal sanguinoso fatto nel "quartiere dove esso si è svolto. I commenti in proposito non si contano. Ma da tutto questo parlare emerge un'osservazione, frutto del buon senso popolare, che merita di essere rilerita Si fa notare, cioè, la troppa confidenzaton lo armi, la facilità con cui ci si pone ia rivoltella a portata di mano, in qualsiasi ora del giorno e della notte; confidenza e facilità che suggeriscono ed aprono, per cosi dire, la possibilità di sparare in ogni occasione, anche in quelle che non meritano affatto una cosi estrema e grave decisione. In altre parole, si dice che, 6e il Teghillo non avesse avuto troppo comodamente vicina la rivoltella il grave fatto mollo pròbabilmente non sarebbe avvenuto. Perciò I suddetti commentatori del vicinato incolpano un poco del delitto — non sappiamo con quanta ragione — questa specie di fatalità del tutto moderna... _

Persone citate: Giovanni Teghillo, Marconi, Teghillo

Luoghi citati: Borgo Dora, Como