Contrastanti giudizi a Londra e a Parigi sul tema dell'assistenza navale

Contrastanti giudizi a Londra e a Parigi sul tema dell'assistenza navale Contrastanti giudizi a Londra e a Parigi sul tema dell'assistenza navale Le dichiarazioni di Lord Parmoor e la tesi francese (Servizio speciale della « Stampa n) Parigi, 11, notte La" 'dichiarazione 'di Lord Paimoor al giornalisti, circa l'impiego della «otta inglese come strumento ausiliario della Società delle Nazioni, ha ravvivalo qui l'interesse per le discussioni di Ginevra, dalle quali l'attenzione pubblica era da due giorni venula distraendosi. Sebbene non manchino coloro che nelle disposizioni manifestate dal delegato inglese, vedono soprattutto un modo indiretto per far comprendere agli allenti che l'Inghilterra non intende concorrere alla eventuale salvaguardia delle nazioni continentali mediante forze terrestri (mentre potrebbe domani stimare prudente, per meglio disimpegnare i propri compiti marittimi, di sollecitare un aumento della propria potenza navale), in generale la nuova piega assunta dalle discussioni della terza Commissione viene interpretata come un sintomo promettente. Osserva Vlnformotion: « L'Inghilterra non si è mai rifiutata di fare la polizia dei mari, al contrario, ma fino ad oggi e6sa non aveva detto ancora solennemente che si sarebbe impegnata, m certi casi determinati, a farlo. Si -pretendeva, dietro le quinte, che una tale dichiarazione sarebbe stata difficile per MacDonald, per ragioni di politica interna. Lord Parmoor ieri si sarebbe deciso a passare il punto difficile, almeno dinanzi ai giornalisti. Non ci rimane più che passarlo deliberatamente dinanzi all'assemblea intera, e un progresso considerevole sarà fatto per rassicurare le nazioni e aumentare il sentimento della sicurezza ». Misurata interpretazione del " Temps „ Il Temps si mantiene nei suoi apprezzamenti alquanto più riservato, pur riconoscendo che «un progresso notevole è stato realizzato a Ginevra per il solo fatto che il dibattito che si svolge dinanzi alla terza Commissione, apporta una certa chiarezza nelle idee e determina un principio di riavvicinamento fra le differenti tesi, nel senso che il principio dell'assistenza reciproca, eia con obbligazioni generali, sia con accordi particolari, sembra ormai dinanzi a tutu come il solo che possa offrire una base solida a un regolamento di insieme ». In quanto alla frase di lord Parmoor ai giornalisti, essa sembra allargano repubblicano «doversi valutare in funzione dell'articolo 16 del patto della Società delle Nazioni, dove è detto che il Consiglio raccomanda ai Governi interessati le forze che debbono far rispettare gli impegni della Società, e che j membri della Società delle Nazioni accettano di prestarsi reciprocamente un mutuo appoggio nell'applicazione delle misure economiche e finanziarie da prendere, e per resistere a qualsiasi misura speciale diretta contro l'uno di essi dallo Stato che rompesse il paltò ». » In altre parole, il Gabinetto di Londra, secondo il Temps, concepirebbe l'assistenza navale come destinata ad assicurare la libertà dei trasporti marittimi, ovvero a integrare un eventuale blocco economico d eh virato contro l'aggressore, anziché a colab>, rare a vere e proprie operazioni militari. La quale limitazione non sembra al giornale infirmare la grande portata dell'Intervento consentito. Al contrario, questa fedeltfi alla lettera dtl patto potrebbe in certo modo approdare ad un collaudo de la tesi francese, che di quella fedeltà si è fatto un prt gramma. Ammesso, cioè, il principio che l'Inghilterra faccia rispettare sui mari le sentenze arbitrali della Società delle Nazioni, ne con-. seguirebbe logicamente che altri dovrebbe Incaricarsi di farle rispettare sulla terra ferma. Altri: chi? Tutte le Nazioni facenti parte della Società, ad esclusone dell'aggressore. Ma poiché fra queste Nazioni è da supporre che ve ne sarebbe sempre un certo nùmero di non direttamente interessate nella vertenza, a quindi di recalcitranti a le-| varsi al soccorso del diritto minacc:ato, la | Francia risponde per bocca di Paul Honcour: «Le Nazioni direttamente interessate,1 ossia quelle in precedenza legate a tal uopo da patti particolari di assistenza ». . " La Francia vuol sentirsi sicura,, La tesi francese, nel suo spirito genuino, e esposte stamane da Pierre Bertrand, sul ^}uotìdien, nei seguenti termini: « La Francia vuole sentirsi sicura. E* chiarissimo che la migliore garanzia di sicurezza sarebbe un trattato generale di assistenza reciproca: la migliore garanzia per la Francia e per tutte le Nazioni. Oliale sarebbe infatti in questa ipot si il corso delle cose? Un conflitto viene sollevato, subito la Società dellp Nazioni olire iì suo arbitrato. Il paese che respinge l'arbitrato o c'.ie, dopo averlo acC'ttato, non si soitcmetle, è per questo fatto stesso considerato come aggressore. In consegu nza il mondo intero si volgerai contro di lui e lo abbatterà sotto sanzioni economiche ed eventualmente anche sotto sin-! zioni militari. può concepire appena quale resistenza sarebbe poss bile. Quale che sia lo spirito di rivincita che si attribuisca ai popoli vinti di ieri, la gur,rra sarebbe uccisa dal pieno eserczio nell'assistenza reci-' proca. Ma non è permesso sperare un peno esercizio immediato. Ragióni diverse, ragioni forti perdio henno !a 1 ro radice nell'egoismo nazionale, tradizioni che si credono rispettabili perchè sono antiche, pregiudizi a) quali alcuni capi di Governo si attaccano per nascondere la loro timidità, la loro debolezza o le loro ambizioni, si opporranno, durante un tempo più o meno lungo, alla applicazione energica e totale dell'assistenza reciproca. ■ Il discorso di Lord Parmoor non lascia alcun dubbio a questo riguardo. Occorre dunque che noi ci contentiamo di fare un passo, che del resto sarà un grande passo, sulla buona direzione, e attendere che la democrazia, meglio istruita, imponga a tutti e dappertutto la sua volontà. E il giornale radicale prosegue: « Ma la questione della sicurezza non è 81 quelle clie possano essere rinviate alla unga e perciò si fanno degli sforzi per supplire all'lnsufficenza del trattato di assistenza che si elabora a Ginevra con degli accordi particolari. Alcune potenze, fra cui a Francia, hanno già compiuto parecchi di questi accordi, Altri sono già previsti. Questi accordi noi non crediamo che sia saggio proibirli, come vorrebbero fare alcuni uomini di Stato la cui migliore ragione, è quella che il loro paese non sembra minacciato. Tuttavia delle condizioni sono necessarie. La prima è che questi accordi vengano sottoposti alla ratifica della Società delle Nazioni; la seconda è che essi non contengano nessun articolo segreto; la terza che siano colpiti di nullità, se una delle potenze Armatene chiamate a trarne benefici, commettesse il reato di aggressione rifiutando di accettare l'arbitrato o di sottomettervisi. Queste condizioni, non soltanto la Francia le ammette, ma ha anche preso l'Iniziativa, di proporle nel progetto che attualmente è sottoposto alla terza Cornante6lone di Ginevra, che Paul Boncour difeniterà con vigore. Se queste condizioni venis■tro respinte, gli accordi privati cesserebbero di essere una garanzia di sicurezza per ■lventare una minaccia ». Il dissidio fra le destre e le sinistre Fin qui è chiaro Senonchè a questo punto ha luogo nell'opinione professata sulla materia dai circoli politici francesi, una biforcazione netta. Le destre reclamano, di accordo con le sinistre, la garanzia dei patti particolari, ma scivolano sul '"'vieto delle clausole segrete e raccomandano che in nessun caso l'autorità della Società delle Nazioni possa scalzare l'autorità degli Stati contraenti che 6ono e debbono rimanere sovrani. Ancora il Temps, al riguardo dice: « Se 11 controllo della Società non ha altro scopo fuorché quello di assicurarsi del carattere essenzialmente difensivo degli accordi, si potrebbe acconsentirvi senza troppi inconvenienti: ma occorrerebbe ancora che ogni nazione rimanesse padrona e sola giudice di quello che la sua sicurezza esige • che cesa non debba rimettersi alla cieca ssrNdrgc6gsfabqzPtzddnzivtbsdbdtnngttsvpmtrLCzlGstcmbtcslnIrmtptrrdpddsmdgmrvSigdprddattqietceTèlpIvmiI palla decisione altrui per quel che concernela sua esistenza ». Le sinistre, al contrario, si mostrano a questo riguardo più liberali verso la Società delle Nazioni, non ripugnando affatto alla prospettiva che tale organismo possa a grado a grado tramutarsi in un super-Stato. E il Qvolidien, evocando in proposito le dichiarazioni dell'on. Schanzer che ieri mattina avevano avuto gli elogi dellVlctfOTi FranQaise, osserva con uno scatto di impazienza, ed io vi riferisco per debito di cronista: « La teoria di Schanzer, secondo la quale il diritto delio Stato è sovrano in questa materia e non può essere limitato, non vale la pena di essere discussa. Essa è la negazione stessa del patto. Certamente non st è sorpresi per il fatto che il Governo di Mussolini, che fece il cattivo coloo di Corfù e si rende conto che non potrebbe rinnovarlo senza pericolo, voglia restringere o anche ridurre a niente il potere della Società delle Nazioni. Ma egli non ha nessuna probabilità di essere seguito. Gli accordi privati non saranno autorizzati re non nel caso in cui vengano ratificati se sono pubblici e se una clausola formale li annulla, nel caso in cui 6i volesse farli servire per determinare una guerra invece di assicurare la pace ». Vedremo quanto prima per quale delle due strade Herriot deciderà di incamminarsi. C. f>.

Persone citate: Herriot, Macdonald, Mussolini, Paul Boncour, Paul Honcour, Pierre Bertrand, Schanzer