Scandalo borsistico a Roma

Scandalo borsistico a Roma Scandalo borsistico a Roma Una perquisizione alla Banca Max Bondi - Il suo direttore a Regina Coeli - Le imputazioni: aggiotaggio e propalazione di notizie false - L'ex-amministratore della " Idea Nazionale „ interrogato - Il Sindacato di Borsa convocato ita quasi febbrile. Furono interrogati pareo- Roma, 11, notte. Sensazionali arresti sono avvenuti oggi di personalità notlssinje appartenenti al mondo finanziario. Verso mezzogiorno è cominciata a circolare negli ambienti giornalistici la voce di un grosso scandalo borsistico. Si parlava di arresti, di fermi già avvenuti per opera dell'autorità giudiziaria, la quale aveva raggiunto la prova di losche manovre compiute da gruppi di affaristi per compiere illecite grosse manovre di Borsa, con danno per l'erario di parecchi milioni. Febbrile attività della Polizia Nonostante il riserbo dell'autorità giudiziaria, l'inchiesta giornalistica ha potuto stabilire che, durante la scorsa notte, il capo della polizia giudiziaria, cav. Pennetta, rimase sino all'alba nel proprio ufficio, compiendo un intenso lavoro. Una squadra di agenti Specializzati fu messa agli ordini del' commissario, che durante la notte procedette a rintracciare parecchi individui e, a quanto sembra, anche ad operare alcune perquisizioni, una delle quali al domicilio privato di un individuo universalmente noto negli ambienti borsistici romani. Stamane l'attività della polizia giudiziaria è continua- chf agenti di cambio e talune personalità note nel Sindacato di Borsa. Si apprendeva intanto che ieri nel pomeriggio il cav. Pennetta, per ordine del Questore di Roma, si era recato alla sede della Banca Max Bondi, in piazza del Foro Traiano, 51. Essendo assente il comm. Max Bondi i funzionari furono ricevuti dal direttore della Banca stessa, dottor Olinto Fontani. Mostrato un ordine di perquisizione del Procuratore del Re, i funzionari eseguirono una minuziosa perquisizione sui registri e sulla contabilità della Banca, facendosi anche consegnare le chiavi della cassaforte. I due funzionari sequestrarono un ampio materiale che, con un'automobile, trasportarono negli uffici della Questura centrale. In seguito ai risultati della perquisizione — a quanto si afferma — il Procuratore del Re deliberava di procedere all'arresto del comm. Olinto Fontani assai noto negli ambienti bancari e borsistici della capitale. Egli è stato arrestato al suo domicilio in via Po, 8. Al momento dell'arresto, il Fontani si dimostrava assai sorpreso del mandato giudiziario e ripeteva al funzionario incaricato di eseguirlo le più vive proteste d'innocenza. Comunque, egli venne con un'automobile della Questura internato a Regina Coeli dove è stato posto In una camera a pagamento. Nella serata fu interrogato dal giudice istruttore. A quanto riferisce La Tribuna, le imputazioni sono di aggiotaggio e di diffusione di false notizie (attentato al Presidente del Consiglio, falsa voce del fallimento della Banca Agricola) e speculazioni borsistiche di vario genere. La Tribuna aggiunge che il giorno del colloquio del Re coll'on. Mussolini il Fontani avrebbe telefonato ad un noto finanziere fuori di Roma che il Sovrano si sarebbe mostrato molto malcontento della situazione. La telefonata fu raccolta dalla P. S., e da questo fatto ha avuto inizio l'inchiesta. Nella mattinata di oggi, poi, il Questore ha fatto chiamare nel suo ufficio il comm. Marco Limentani, ex-amministratore dell'Idea Nazionale ed attualmente amministratore di un giornale romano finanziato dal Bondi e persona intima del Bondi stesso. Il comm. Limentani venne condotto dal proprio domicilio alla Questura centrale, dove ha subito lunghi e ripetuti interrogatori condotti personalmente dal questore Petrilli. Questi interrogatori, interrotti da varie pause necessarie per le indagini, sono durati dalle 10 alile 17, ora in cui al comm. Limentani fu permesso di allontanarsi dalla Questura. Il suo rilascio sta ad indicare che nessuna prova certa di colpabilità è stata sinora confermata a suo riguardo. ' Lo scandalo si allargherà? Intanto, continua ad essere segnalata una ffran(je attività negli uffici della polizia giu I diziaria. Agenti specializzati sono stati sguin zagliati in parecchio direzioni. Alcune in- dagini ed una perquisizione pare siano state eseguite anche al domicilio privato del ! comm. Max Bondi, nel 6uo palazzo di via . „, mmm Wni Rondi A as- iafmAla «f611- Ma 11 comm. Max Bonm e assente da Roma, nè i famigliari conoscono di preciso il suo indirizzo. Mentre alcuni ami- ci credono che si trovi a Villa d'Este — dove risiede abitualmente la sua signora, molto nota negli ambienti romani — altri ritengono che egli viaggi all'estero. Comunque, risulta che l'autorità giudiziaria ha emanato disposizioni perchè il Bondi sia Interrogato. L'impressione negli ambienti di Borsa è che lo scandalo si allargherà. Pare che l'imputazione di aggiotaggio contro gli indiziati sia consolidata da una larga documentazione. Tra i principali capi di accusa, come abbiamo detto, vi ù quello di avere provoca¬ to un panico in Borsa con una serie di notizie allarmistiche, attraverso la cui propalazione avrebbero compiuto larghe manovre di aggiotaggio, realizzando ingentissimi guadagni. Stasera tardi, in una stanza della seconda divisione della Questura centrale, sono stati esaminati i documenti contenuti in una grossa bust.t di cuoio sequestrati dal cav. Pennetta al Fontani. Sui risultati dì tale esame la polizia mantiene il più assoluto riserbo. E' facile immaginare quale emozione e quanti commenti abbiano suscitato negli ambienti borsistici e bancari della capitale le notizie di questi fatti e la diceria di un inevitabile allargamento dello scandalo. Le ! figure dei personaggi al quali si fa cenno in questi ambienti sono di tale notorietà, da giustificare questa curiosità e questa emozione, indice delle quali è stata la convocazione d'urgenza dei sindaci di Borsa, stasera alle 21, dal Sindacato della Borsa di Roma. Movimento d'origine torinese? Maggiori particolari sulle ragioni delle misure prese reca La Tribuna e le riferiamo a titolo di cronaca e con ogni riserva. La Tribuna rileva che la settimana scorsa la Bor- sa è 6tata profondamente turbata da tenta-1tivi di ribasso su vasta scala, che si preparavano e si sviluppavano sulla base di notizie false di ordine politico e finanziario. Indi il giornale prosegue: « Il movimento è cominciato martedì 2 settembre alla prima notizia posta in circolazione Che una Banca di Torino, a cui fa capo un grosso speculatore industriale, si trovaiva in necessità di moratoria per cui la Banca Commerciale aveva dovuto intervenire. La notizia era falsa ad è stata immediatamente smentita; ma ciò nonostante ha cominciato a produrre un effetto. Lo stesso giorno, crediamo, si diffondeva la voce di un attentato all'on. Mussolini, voce che fu pure smentita, ma intanto anche su questo i titoli calavano. Mentre si detenminàiva cosi uno stato d'incertezza generale tra gli operatori di Borsa e i risparmiatori, ecco il furto della carta filigranata di Torino. Essa fu data in condizioni molto piti gravi. Si disse prima che era stato rubato un miliardo di biglietti da mille già numerati e pronti ad essere spediti alia Banca i d'Italia. Si può immaginare il panico che ha determinato la notizia di questo miliardo di subdola circolazione. Ed ecco che subito dopo l'oggetto del furto si trasformava in un pacco di titoli di rendita, anzi di Consolidato, sempre per il valore di mezzo miliardo e. la Borsa continuava ad andare giù. Evidentemente un accordo tra sette od otto speculatori dello diverse piazze, che continuavano a buttare titoli sul mercato; e lo strano si è che tra essi si trovava un grande speculatore, di cui poco tempo prima si era detto che ne era straordinariamente carico e non aveva quindi interesse a deprimere la Borsa, poiché le conseguenze, in riflesso, avrebbero colpito anche i titoli di cui lo si riteneva possessore ». Quindi La Tribuna accenna anche al contributo portato al tracollo dal pubblico che, spaventato, vendette i titoli in suo possesso ; e prosegue: « Si sa quello che avviene in Borsa Gli operatori presenti al mercato sono in numero limitato e di poca importanza. I grossi ordini vengono agli agenti di cambio per lettera, per telegrafo o per telefono, e sono determinati appunto dalle notizie che pervengono 0 che sono messe in circolazione senza che vi sia modo di controllarle. Nel caso specifico le notizie provenivano anche da fonti giornalistiche, che di solito sono accreditate perchè dispongono di grossi mezzi di Informazione. Si può dire che qualche volta gli ordini di vendta sembravano precedere le notizie stesse. Comunque, le notizie erano riferite in modo da aumentare gradualmente l'impor. tanza di esse, 6l da giustilìcare il panico e l'insolito precipitare di tutta la quota. Fu notato allora che gli ordini venivano soprattutto da Torino, tanto che si può ancora ve. dere, confrontando i listini, che i prezzi di Torino erano sempre inferiori a quelli di Roma. Ciò nonostante, pare che anche a Roma vi fosse chi tenesse le fila della manovra, o qualcuno che fosso informato del piano e che si adoperava a farlo riuscire a proprio profitto. Siccome il ribasso aveva colpito gravemente anche il Consolidato e la Rendita, il Governo aveva aperto un'inchiesta che ha condotto ai risultati già noti. Naturalmente, sull'esito degli Interrogatori si mantiene il maggiore segreto. Si assicura che le indagini si estendono anche fuori di Roma. La difficoltà maggiore consiste nel ricercare l'origine dagli ordini di vendita, data la grande riserva abituale degli agenti di cambio ». Smentita dell' "Epoca,, Riferiamo, sempre a puro titolo di cronaca, quanto pubblica L'Epoca di cui è amministratore il corinti. Limentani. - « I giornali del pomeriggio pubblicano diffuse notizie sull'inchiesta che il Governo starebbe facendo per scoprire i colpevoli di una presunta manovra di aggiotaggio. Sebbene i particolari che questi giornali danno sui ribassi di Borsa di questi giorni possano fare escludere che colpevoli di un tale reato siano coloro ai quali si fa allusione, e sebbene le notizie affrettatamente raccolte ci permetta-1no di affermare che.il Banco Bondi non ab- !bia fatto nessuna delle, operazioni di cui oggi si è pubblicata la notizia, ci riserviamo di raccogliere altro informazioni che daremo domani. Si vedo da tutte le notizie che corrono che oggi vi è un solo fermo, ed è quello di un impiegato del banco Bondi »,