Il comunicato del Governo visto alla luce dei fatti

Il comunicato del Governo visto alla luce dei fatti Il comunicato del Governo visto alla luce dei fatti Dopo il colloquio alla Reggia - La smentita voce della Sessione parlamentare - La diffidenza dell'organo dei liberali fiancheggiatori e i suoi riferimenti alla suprema autorità dello Stato. Roma, p, notte. La nervosità degli ambienti politici, notata nei giorni scorsi, subisce oggi un momento di sosta: pronta però a ricominciare domani se non verranno meno le cause che l'hanno già provocata. Queste cause furono due: anzitutto la voce di una nuova ondata fascista, voce rientrata in seguilo al comunicato del presidente del Consiglio ; in secondo luogo, la voce — di fonte egualmente fascista — della chiusura della sessione parlamentare. Dalla smentita di queste due voci è derivata, appunto, una certa dolente, che peraltro attende dai fatti la definitiva smentila di questo voci. Esse si presentavano purtroppo con apparenza di fondamento, e l'opinione pubblica della capitale vi prestò fede finché smentito autorizzate c l'intervento personale dell'on. Mussolini non vennero a troncare ogni fantasia. Ricapitoliamo gli avvenimenti. La corsa al canard incominciò in seguito alla venuta a Roma del Re. Certo, non senza una grave ragione il Sovrano interrompeva il suo viaggio da San Rossore a Napoli por conferire al Quirinale con l'on. Mussolini. Il colloquio fu lungo, di carattere nettamente politico, ed avvenne in un momento assai delicato rispetto all'opera del Governo. Fatalmente, un complesso di ragioni veniva a giustificare l'impressione della gravità del colloquio tra il Sovrano ed il presidente del Consiglio ; tra le altre, basterà accennare alla chiusura del convegno di Ginevra e alla definitiva intesa tra Governo e Corona circa la nomina e l'azione della «Commissione dei quindici » per la riforma cosidetta costituziona.le. Il colloquio dell'on. Mussolini col Re,autorizzava le più svariate supposizioni intorno ai suoi obbiettivi, dando luogo, pertanto, ai più svariati pronostici sulla situazione. I pronostici erano, come ho detto, due : una nuova azione fascista e la chiusura della sessione parlamentare. Senonchè, non si poteva non trattare che di falsi allarmi. La seconda ondata fascista — della quale da tanto tempo si parla — non può assolutamente avvenire. Quale ragione, del resto, potrebbe suggerire una insurrezione degli elementi fascisti legati al Governo? L'Opposizione mantiene, checché si dica, una linea di condotta perfettamente costituzionale e legalitaria. Essa non può quindi dare luogo a reazioni da parte del Governo. La sola decisione presa dalle Opposizioni, riunitosi in questi giorni, consiste nella continuazione della propria via, senza alcu.no di quegli sfaldamenti e secessioni che negli ambienti ministeriali si speravano. Come dunque i fascisti avrebbero potuto inscenare una seconda ondata? Come potè il Fascio di Roma metter fuori il suo appello invitante i fascisti a tenersi pronti con le armi al piede e con le polveri asciutte? Contro l'impulsivo proclama del Fascio di Roma dovette intervenire personalmente l'on. Mussolini, che bollò come opera di (c agenti provocatori » le minacce del fascisti romani. Il presidente del Consiglio aveva compreso quali conseguenze sarebbero derivate da una invasione fascista nel campo avversario. Ma nessuna violenza si è verificata ; anzi, furono prese rigorose misure perchè nuovi eccessi non avvenissero neppure allo stato di minaccia: essi produrrebbero, in qualunque forma si verificassero, nuovo senso di in dignazione nel paese. Quanto alla supposta chiusura della Sessione parlamentare, non è da esclude' re che, nel lungo e indubbiamente importante colloquio avvenuto sabato al Quirinale tra l'on. Mussolini ed il Re, si sia parlato di questa grossa carta del giuoco parlamentare, che il Governo potrebbe arrischiare nella lotta contro le Opposizioni; ma. l'arma, sarebbe a doppio taglio. Il presidente del Consiglio verrebbe, è vero, a risentire parecchi vantaggi dalla chiusura della Sessione. Anzitutto, essa potrebbe liberarlo, in ordine al processo Matteotti, da parecchi fastidi. Si deve infatti ricordare che l'istruttoria non è ancora chiusa e che potrebbe dar luogo a sorprese. L'istruttoria si trova attualmente al suo punto culminante: quello riguardante l'accertamento di coloro i quali conferirono il mandato dell'assassinio di Matteotti. A tale proposito corrono voci — non si sa quanto attendibili — che... non tutti coloro che fecero sopprimere l'on Matteotti siano stati assicurati alla giustizia. Sono voci, 6 vero ; ma le cose più impreviste, come l'esperienza insegna, potrebbero verificarsi. Ora, se per parlare in pura ipotesi, i magistrati dovessero, prima che l'istruttoria si chiuda, domandare l'autorizzazione a procedere — sempre per ipotesi — contro qualche deputato, ecco che la chiusura della Sessione eviterebbe in Parlamento una discussione penosa e pericolosa anche per il Governo : se nuovi arresti dovessero avvenire a Sessione chiusa, essi colpirebbero in apparenza non più elei deputati, ma degli exdeputati, cioè dei privati. Ma di fronte a ciò, la chiusura della Sessione presente rebbe per il Governo stesso — oltre che per l'opinione pubblica e soprattutto per la causa della giustizia — gravi inconvenienti. Anzitutto il Governo non eviterebbe il sospetto di volere celare, almeno in parte, la verità e di voler proteggere, almeno momentaneamente, qualcuno dei pezzi grossi compromessi. Inoltre il preteso salvataggio del prestigio parlamen tare sarebbe puramente momentaneo, perchè la verità nell'affare Matteotti dovrà inevitabilmente, fatalmente, per forza di cose, venire intera alla luce. Il Governo fascista porterebbe infatti, in tale caso, piena ed intera la responsabilità di avere favorito l'occultamento, almeno parziale, della verità. Ecco le ragioni por cui non ha trovato e non trova finora credito la voce della chiusura della Sessione parlamentare ; chiusura che, mirando a restringere lo scandalo, riuscirebbe invece ad allargarlo. Ormai, è generale impressione che la verità debba procedere inesorabile, fino in fondo, e che nessun eventuale artificio potrà trattenerla. Nello stesso modo la situazione politica del Governo è giù anch'essa delineata ; nò le artificiose manovre sull'opinione pubblica possono mutare lo stato dello cose. Il corso degli eventi è già in parte delineato ; come pure le verità già acquisite al processo Matteotti segnano fin da ora, in parte, il decorso del processo. Non rimane che attendere lo svolgersi degli eventi. CESARE SOBREKO Constatazioni e riserve Roma, 8, notte. Il colloquio che l'on. Mussolini ha avuto col Sovrano sabato scorso è stato abbinato, per i suoi effetti, al comunicato diramato nel pomeriggio dello stesso giorno dalla presidenza del Consiglio ; comunicato in cui il Governo prende impegno di impedire qualsiasi anche minimo turbamento dell'ordine pubblico. Come abbiamo accennato sabato, con quel comunicato il Governo mirava a rassicurare l'opinione pubblica impressionata dalle voci diffuse in questi giorni sui preparativi di nuove violenze, particolarmente diretto contro l'Opposizione ; tanto più che le voci potevano trovare credito nel proclama alquanto bellicoso del comm. Italo Foschi al Fascio di Roma. Ma il Governo soggiungeva nel suo comunicalo che le voci erano messe in giro da « agenti provocatori ». All'azione ufficiale faceva seguito l'azione ufficiosa. E cosi abbiamo letto, nell'editoriale di un quotidiano filofascista, - che non bisogna dare soverchio peso alla battagliera terminologie, fascista, perchè piuttosto che di modi di agire si tratta di modi di dire. Spiegazione questa che, a poco meno di tre mesi di disianza dalle parole dell'on. Mussolini, ha suscitato qualche ironico commento. Pertanto, oggi la stampa ufficiosa valorizza il comunicalo del Governo mettendo in rilievo l'energia con cui si tutela l'ordine pubblico in Italia. L'Idea Nazionale nega, tuttavia, che esso sia mai stato turbato trattandosi tutto al più « di intemperanze verbali » e scrive: • Ha però fatto bene il Governo a dire la sua (parola, a manifestare il suo proposito di fronte alla prosa eccessiva c vibrante dell'amico Foschi, che ha fatto accapponare la pelle ai giornali dell'opposizione ed ha dato la 6tura a tante chiacchiere. Ha fatto bene, perchè ha diradato un equivoco ed ha toito il pretesto a recriminazioni lo più interessate. Ma intendiamoci bene: non credano gli oppositori che questo contegno fermo del Governo abbia a risolversi in un favore per le loro velleità antifasciste. Il gesto del Governo non è stato fatto per rilevare le Opposizioni delle loro paure, ma per riaffermare il suo potere quale organo supremo dell'autorità dello Stato ». II Corriere d'Italia formula a sua volta il desiderio che « si frenino, con l'applicazione dei decreti sulla stampa, gli eccessi della stampa fascista, i quali sono la negazione di ogni volontà normalizzatrice ». "Duce, scioglici le maniI„ Riferendo imparzialmente i chiarimenti noti, dobbiamo però insistere che H» comunicato del Governo, preannunciando non certo per la prima volta la sua volontà normalizzatrice, non ha affatto sgombrato l'orizzonte dalle nubi della preoccupazione. E ciò per due ragioni: 1° perchè il comunicato non ha potuto distruggere gli elementi concreti su cui si fondavano le voci allarmistiche ; 2° perchè i fatti di Forio d'Ischia documentano lo spirito di violenza che domina tuttora tra gregari e capi fascisti ; mentre a Firenze l'on. Farinacci ha avuto un successo che dimostra quale seguito abbia l'oltranzismo tra i fascisti, e L'Impero pubblica oggi una fotografia del corteo svoltosi per le vie di Firenze portante la scritta : « Duce, scioglici le mani ! >>. Quanto al primo punto è degno di nota quanto pubblica II Popolo, proprio a proposito della voce sparsa dagli « agenti provocatori » a cui accenna il comunicato governativo : . L'allarmismo denunciato dai signori del Governo c del fascismo non deriva da una campagna di agenti'provocatori, che lavorano por perderli, perchè, caso mai, gli agenti provocatori, elio sono indubbiamente in circolazione gli appartengono tutti. Ma non si tratta di voci, bensì di fatti, che si stavano preparando. Se poi la preparazione sarebbe sboccata o no in una qualsiasi azione di più o meno grande stile, è un'altra questione; e noi possiamo anche accettare di risolverla in senso negativo, perchè riconosciamo che tutte queste cosidet1e azioni in grande stile, minacciate e progettate dal fascismo, 6l sono esaurite finora nella commedia di bluffs formidabili, elio non spaventano più nessuno. Ma le notizie, che ora il Governo ed i suoi giornali chiamano allarmiste, erano notizie, non chiacchiere, non voci. Erano notizie la cui attendibilità era provata da documenti molto interessanti e molto Importanti. I gerarchi del fascismo credono proprio che tutti i tesserati, in alto ed in basso, siano disposti a diventare complici di piani che qualcuno tra di loro vorrebbe vertere realizzati nel loro proprio interesse, contro la collettività degli italiani, per la rovina della patria che è di tutti ? S'ingannano ed avranno delusioni sempre più grandi ». Elencate quindi una quantità di pubblicazioni allarmistiche apparse in vari giornali fascisti, dal Popolo d'Italia a Cremona Nuova e all'Impero, l'organo uopolare prosegue: • E' mai possibile che vi illudiate che ì vostri trucchi possano riuscire ancora? Ma domandiamo ancora: è possibile che il Governo non si fosse accorto di tutto il lavorio c di tutta la preparazione che si stava compiendo? E' possibile che al Governo nessuno riferisca tinello che tutti sentono dire dal fascisti, e cioè che bisogna lasciare anelarti il processo per l'assassinio Matteotti perchè esso diventerà necessariamente il processo al regime? E' inutile, come noi riteniamo, la parola dell'on. Mussolini: essa non merita più nessun credito e fiducia; quindi neanche i suoi comunicati non ci fanno più nè caldo uè freddo: essi lasciano per noi il tempo che trovano », "Perchè si fanno tante adunate?,, Non pare convinto della nuova èra di normalizzazione nemmeno 11 Giornale d'Italia. Già nella sua odierna edizione meridiana («11 Piccolo»), Il Giornale d'Italia scriveva : III comunicato ha il difetto di esser venuto troppo lardi, dopo che non gli agenti prò. vocatorl ma gli organi fascisti ebbero dieci volte minacciato ondate e rappresaglie, e dopo che lo stesso Pòpolo d'Italia credette di domandare sarcasticamente ai giornali di opposizione o fiancheggiatori so il loro deprecare l'ondata non fosso per caso il frutto di rifa. Non ù ammissibili- nessun lud-ugio ed equivoco di sorta; ma ai giornali fascisti elio minacciano la soppressione di coloro che non la pensano conio loro, si deve opporre la sanzione del sequestro, che, invece, si dà unicamente ai giornali di opposizione clic critichino il Governo ma non si sognano ili minaci taro ondate. Il secondo difetto li i|iie»to comunicalo è ilio non condanna esplicitamente il proclama allarmistico del Signor Foschi, ma parla, invece, di arreni! provocatori. Chi sono gli agenti provocatori, in questo caso? Le provocazioni noi lo vediamo nella prosa ufficiale dei fasci, nonché in quella dei giornali fascisti, che leggermente, lanciano minacce, le quali turbano il paese c danneggiano gravemente il prestigio del Governo. Un documento corno quello che il sig. Foschi credette rt lanciare al pub. hlico, ove si parlava esplicitamente di nuova, fervida attività, di nuove battaglie, e di nuove vittorie, e si annunziava la formaziono di squadre (7! azione, non si poteva che in sorgere, domandandone ragione al Governo del come si permeltesse un atto allarmistico di quella specie, tanto più inopportuno in quanto veniva a convalidare le. voci che da parecchi giorni sono comincialo a circolare circa, prossime ondate ». Quindi il giornale domandava al Governo se ritiene opportua la moltiplicazione delle adunate fasciste, accennando esplicitamente ai comizi indetti per il 21 settembre dal Direttorio, e rileva che mentre le opposizioni non possono tenere neppure delle riunioi private, i fascisti intensificano le loro adunate, con grave pericolo per l'ordine pubblico. E qui il giornale passava ad attaccare direttamente i nazionalisti: « Si osserva come il direttorio del Partito fascista non fu mai cosi largo di trovate di questo genere come da quando ne è alla testa un autentico nazionalista e federzoniano come il dott. Forges Davanzatt, cui sta a flan. co l'altro federzoniano, il nazionalista Maraviglia. Ciò dobbiamo osservare perchè, dopo tutto, noti è onesto far credere che tutte le iniziative un po' colorite siano esclusivamente di marca farinacciana, e cioè della parte più oltranzista del fascismo. I nazionalisti arrivati ai posti più alti della gerarchia fascista pare non scherzino nemmeno loro, quanto a fanatismo, e non hanno eccessivo riguardo per il loro capo Federzoni che come ministro degli Interni è il vero « souffre douleurs » della situazione. Basti, del resto, osservare che il presentatore dell'ordine del giorno per la conquista eterna dello Stato da parte del fascismo era nazionalista anche lui, l'on. Marchi, e che tutti gli infecondi sforzi per tirate fuori la teorica fascista e per creare delle leggi fasciste sono di inarca nazionalista ». Il Pìccolo concludeva invitando il Governo a riesaminare la decisione di convocare le adunate fasciste del 21 settembre e gli ricordava l'impego preso di opporsi ad ogni minimo turbamento dell'ordine pubblico. Domande a Federzoni Nella sua edizione serale, poi, Il Giornale d'Italia, che pur riconoscendo nel comunicato redatto dall'on. Mussolini un nuovo elemento della situazione, si domanda se esso sia sufficiente. Il giornale osserva che l'on. Mussolini arriva tardi, quando già la stampa e le organizzazioni avevano dato prova indubbia del loro spirito irrequieto e bellicoso, aiutati dalla frase dello « strame ». Rileva quindi che i prefetti si sono bendati gli occhi davanti alle pubblicazioni perturbatrici dell'ordine pubblico dei giornali fascisti, mentre si sono scagliati contro i giornali di opposizione, rei di avere criticato l'opera del Governo. 11 giornale liberale soggiunge: c La gente dabbene ha assistito con disgusto alla esposizione dello spirito illegalista ed ha letto con repugnanza le minacele rivolte agli oppositori ed ha constatato con sorpresa l'eccitamento ad azioni criminose. Tutto questo pullulare di torbide minacele •negli ambienti fascisti non è stato nè prevenuto nè represso. Ed è per questo che il pubblico accoglie con qualche diffidenza il comunicato del presidente del Consiglio. Ma vi è un altro elemento che rende difficile la situazione del Governo, non sappiamo se dovuto al ministro dell'Interno od al presidente del Consiglio: perché si fanno tante adunate fasciste? Perché si permette il Congresso degli arditi? Il Governo sa di individui che vanno cercando di reclutare arditi per questo cosidetto Congresso? Che cosa si nasaonde sotto questa manovra? ». Il giornale rivolge poi precise domande ai nazionalisti ed all'on. Federzoni: « Qual'è la politica che fanno i nazionalisti in seno al fascismo? Lo domandiamo perchè il paese ha avuto sin qui fiducia nello spirilo legalitario dell'on. Federzoni, mentre i suoi più intimi amici 60no tra i più fanatici dell'azione fascista. L'on. Federzoni avrebbe diritto, crediamo, ad ottenere dai suoi più intimi un trattamento migliore. Egli ha già abbastanza imbarazzi e preoccupazioni, ed i suoi fedeli potrebbero risparmiarlo. Il comunicato, adunque, del presidente del Consiglio, quantunque sia il più esplicito che st sia avuto sinora, non basta ancora a rasserenare l'ambiente; mentre comprova che la politica del Governo è una continua oscillazione e purtroppo conferma l'impressione che non vi sia una vera e propria direttiva di Governo ed invece si vada avanti alla giornata, secondo le variazioni atmosferiche. Ad ogni modo, della volontà del Governo di mantenere ad ogni costo l'ordine pubblico vogliamo e dobbiamo lealmente prendere atto; ma con l'augurio che le parole si tramutino in atti e che dal Governo si irradi un'azione preventiva e repressiva su per 11 rami del fascismo, onde siano definitivamente liquidati i propositi di violenza che fermentano nel partito del Governo ». ii Re Espresso cosi il suo pensiero sulla nuova promessa di tutela dell'ordine pubblico, l'organo dei liberali fiancheggiatori torna sul colloquio tra il Sovrano e l'on. Mussolini. Ne rileva l'eco notevole che esso ha avuto, a differenza delle altre conversazioni tra il Capo dello Stato ed il Capo del Governo, e continua : « Gli è che l'opinione pubblica, in questo momento, si volge al Sovrano colla viva fiducia che egli vigili attento sulla pace interna della nazione. In tutto il paese è invocata questa funzione essenziale e provvidenziale della Monarchia contro lo scatenarsi delle passioni e per la pacifica c civile convivenza dei cittadini. Per questa ragione, il colloquio avvenuto tra 11 Sovrano ed il presidente del Consiglio na destato ovunque grande interesse ed una lieta impressione, in quanto si sa quanto il Sovrano tenga che il suo Governo proceda sulla strada maestra della legalità e tuteli rigidamente l'ordino. La presente situazione dà al paese inquietudine di ansietà, ed ecco il popolo volgersi al Re, capo delo Stato, capo de potere esecutivo, capo delle forze ar. mate, arbitro della nomina e della revoca dei ministri, garanzia dei diritti dello Stato; ed invocare da lui una assidna vigilanza sulla situazione onde assicurare che si proceda in ogni caso per le vie legalitarie. Si ha l'impressione che questa illuminata serena azione del Sovrano non mancherà, dato il suo scrupoloso attaccamento alla legge, la sua squisita correttezza costituzionale ed il suo spirito liberale e cavalleresco ». Dopo aver ammonito il Governo dell'obbligo di far salve, in ogni caso e contro chiunque, le prerogative della Corona e di garantirne la libera esplicazione, Il Gióriialr- d'Italia conclude: « r.a situazione fi caraltprizzata da una generale preoccupazione per la tensione degli animi, dovuta per un verso alla vivacità delle opposizioni, c per l'altra all'atteggiamento ( i è i i , a e a e i o i o n e , irrequieto del partito fascista e per la sua confessata tendenza a violare qualsiasi norma costituzionale e ricorrere a qualsiasi violenza por imporro la propria volontà partigiana. Si parla a cuor leggero di sviluppare In rivoluzione e di provocare un nuovo urto sanguinoso; si minacciano di morte gli avversari politici e le persone incomode; si grida su per i tetti che si passerà sopra qualunque scrupolo costituzionale. Ora, il paese è preoccupato ed ansioso e si affida avanti tutto e sopra tulio al Re, uomo ed istituto, che sta al disopra delle passioni e fuori della mischia, ed è la maggior tutela della pace interna e dell'ordino costituzionale ». Rileviamo che è commentato, in questi (ambienti politici, il replicato ricorrere, in questi giorni, del Giornale d'Italia alla suprema autorità dello Stato ; ed il fatto merita senza dubbio rilievo, inquantochè l'organo liberale ama seguire le grandi direttive di Cavour, il quale — come è nolo — aveva per principio di salvaguardare la Corona « da ogni fastidio », come egli ebbe a dire. Sintomatica è quindi, in rapporto alla situazione politica, la deroga dell'organo liberale di destra ai principi cavouriani. Anche II Sereno si occupa nel suo editoriale del comunicato del Governo, esprimendo, anzi tutto la più ampia riserva sulle affermazioni che il Governo «ha già dimostrato » di voler tutelare l'ordine pubblico. Il giornale replica poi ironicamente alle spiegazioni ufficiose date ieri dal Messaggero sulla terminologia fascista e scrive : <i Che la letteratura delle schiere fasciste ami l'immagine figurata, e le enunciazioni vigorose lo sapevamo ; ma sapevamo anche che questa letteratura vigorosa, figurata e soldatesca ha sempre magnificamente servito a trascinare le schiere irresponsabili e catastrofiche e tradurre in pratica, con mozzi propri, cosi come l'immagino figurata nonché l'enunciazione vigorosa; il sequestro di un deputato socialista fu tradotto praticamente in un modo di faro che se era consono al temperamento vivace di alcuni entusiasti, non fu conforme ai dettami del codice penale, di cui nessuna Commissione di quindici ha mai proposto finora la ratifica agli articoli 145, 248, :1G4, 3(3, SOCI, per non citare che i più importanti. Perciò, piuttosto che dover ricorrere poi allo spiegazioni, giustificazioni e interpretazioni della letteratura giovanile, per avvertire che non va presa alla lettera e che si tratta di modi di dire piuttosto che di modi di fare, meglio sarà d'ora in poi, specie dopo il comunicato del Governo, che i signori prefetti vietino senza altro le manifestazioni di quella letteratura». Dal colonnella on. Greco a Farinacci Riguardo ancora alla normalizzazione, Il Mondo prende atto del comunicato governativo in attesa dei fatti. Ma il giornale democratico deve tuttavia rilevare che al comunicato sono seguiti subito i fatti di Forio d'Ischia, i quali dimostrano come la milizia non sia costituzionalizzabile. Ricordando poi come il ministro della guerra abbia riaffermato giorni sono il proposito di mantenere t'esercito ligio alle sue tradizioni nazionali, fuori di ogni partito, Il Mondo pone il caso dell'on. Greco e scrive: « Come si conciliano le affermazioni del ministiro Di Giorgio cos'azione delil'on. Greco, il quale viola anche il suo giuramento di osservanza allo Statuto ed alte leggi dello Stato, capitanando violenze faziose la cui odiosità, la cui arbitrarietà, non hanno bisogno di essere illustrate? Come si conciliano i doveri di cotesto colonnello in servi2 attivo permanente colle minaceie a mano armata contro un mutilato glorioso ? Perchè l'on. Greco in fatto di illegalismo non è alle sue prime armi, e mentre restano ancora oscuri molti punti della sua attività nei ra/pporti più o meno conviviali con un. imputato principale del delitto Matteotti, nessuno ha sentito la necessità di provvedere a che coteslo ambulante fenomeno di sprezzo alle patrie leggi venga sottoposto alle norme comuni, almeno con un opportuno richiamo del suo superiore gerarchico, il ministro della Guerra ». Ancora a proposito di normalizzazione, si rilevava oggi il discorso di Farinacci a Firenze, ove egli ha fatto la preziosa ammissione che « se il fascismo non fa agire le squadre ed il manganello è per il ribrezzo e lo sdegno che ne sentirebbero all'estero ». Una affermazione simile — nota Il Mondo — « ci avrebbe procurato immediatamente il sequestro ». Per quello che riguarda la ripresa autunnale* dell'attività politica, non si hanno grandi novità. Si smentivano oggi le voci di chiusura della Sessione, tanto più che il presidente della Camera, on. Rocco, non è neppure a Roma, e qualora il Governo avesse veramente l'intenzione attribuitagli non sarebbe mancato un colloquio fra il capo del Governo e il presidente della Camera. I Popolari e le Opposizioni Argomento di vivacissime discussioni è sempre l'atteggiamento de)lle Opposizioni. Abbiamo rilevato che negli ambienti politici non fascisti l'ordine del giorno del Comitato delle Opposizioni è stato favorevolmente commentato per aver-riaffermato la tattica legale dell'azione che le Opposizioni vanno svolgendo. Il proposito delle Opposizioni è stato inoltre praticamente confermato dal fatto che il Comitato non ha approvato la nota proposta massimalista. Al riguardo si osserva: « Notizie incomplete sono state pubblicate intorno a tale proposta massimalista intesa ad estendere l'alleanza dei gruppi parlamentari d'opposizione ai Comitati locali, sorti in molte città, costituendo un Comitato centrale delle oipposiziioni con poteri naturalmente più vasti e possibilità d'azione maggiore di quella dell'attuale Comitato, di origine e carattere esclusivamente parlamentare. 11 comunicato della segreteria del Partito massimalista, smentendo che la proposta tendeva ad una intesa anche nel campo amministratSo, ha ribadilo, come è noto, che lo scopo della proposta stessa era quello di coordinare anello nel paese, mediante un Comitato politico permanente, lo sforzo delle opposizioni. La spiegazione ufficiale della segreteria del Partito, a cui spetta l'iniziativa della proposta, chiarisce anche le ragioni che hanno indotto il Comitato a non approvarla. Si è detto, Infatti, che la proposta era raduta avendo i popolari, a mezzo dell'on. De Gasperi, fafto sapere che essi non aderivano; ciò che è vero, come vi abbiamo informato. 1 popolari, accusati dai clerlco-fasclsti d! fare il gioco dei socialisti, tengono a mantenere distinta la loro fisionomia politica, come, del resto, tutte le altre correnti rappresentate nel Comitato parlamentare; da quelle democratiche (accusate anche esse di favorire il fascismo) a quella repubblicana e massimalista, avendo dichiarato che la comune azione e solidarietà attuale non possono significare che ciascun Partito sia assorbito dagli altri, non essendo che il solo mezzo che l'eccezionale situazione politica consente, per realizzare le elementari condizioni di normalità politica. A questo proposito un autorevole deputato, riferendosi all'atteggiaTB>»V9 del prò- . prio partito per la proposta massimalista»- ci ha dichiarato : « Il fatto che i popolari siano stati contrari alla costituzione del Comitato centrale delle Opposizioni e alla estensione dell'alleanza dei gruppi parlamentari ai Comitati Ic-all non significa che i popolari abbiano in alcun modo modificalo la loro linea di condotta in seno alle Opposizioni, con le quali sono e resteranno solidali per il raggiungimento degli scopi che hanno determinato l'intesa. Le ragioni per cui i popolari si sono opposti valgono anche per altri gruppi che fanno parte ilei Comitato parlamentare e con 1 quali i popolari si sono trovati pienamente d'accordo. La proposta massimalista tendeva non solo alla, costituzione di un Comitato centrale, che per necessità avrebbe messo in sott'ordine l'attuale Comitato parlamentare, ma soprattutto ad «stendere l'intesa a tutti i nuclei e correnti di opposizioni esistenti nel paese, ciò clic avrebbe alterato, anche per il principio della parità, di voto, il carattere dell'attualo intesa, prestandosi, anche, ad Interpretazioni diverse, che gli avversari avrebbero potuto sfruttare in vario senso. Il Comitato ha preferito una ir-ag-giore chiarezza. Si noti poi che l'intesa a.ttnale s stata rinforzata con il render* più- organica; e compatta la segreteria del comitaJo parlamentare. Infatti, i segretari, prima, erano soltanto due: l'on. Baldesi, unitario, e l'on. Molò, democratico. Nell'ultima riunione il Comitato ha deciso di portare il numero dei se. grata ri a sei. e la segreteria è stata; cosi costituita: Baldesi, unitario; Mole, democratico; Facchinetti, repubblicano; GuaTino Amelia, demo-sociale; Tupini, popolare; Velia, massimalista ». L'Aventir-a nella legalità Alle direttive più chiaramente riaifermate dalle Opposizioni lumeggiate l'altra sera dall'organo dell'opposizione costituzionale, si richiama stasera lo stesso editoriale del Popolo, ribattendo l'accusa di illegalismo rivolta all'opposizione dai giornali fascisti e filo-fascisti. Premesso uri accenno all'ordine del giorno del Comitato, // Popolo scrive : « Cominciamo innanzitutto dal precisareìl è poi vero che stare sull'Aventino significhi cs&ere fuori del terreno legale? La deliberazione del giugno scorso, riconfermata l'altro ieri, per quanto eccezionale, non esca dalla linea legale. I deputati di opposizione, per la gravissima situazione creata dalla soppressione di uno di loro, hanno deliberato di non esercitare il loro diritto perchè hanno riconosciuto non essere liberi di poterlo esercitare se non vengono attuate certe condizioni necessarie aL ritorno della normalità nel paese. La determinazione rosa non esce fuori della linea della legalità e della moralità, ed esse, di questo atteggiamento, oltre che alla propria coscienza, dovranno rispondere al corpo elettorale e al paese. Si potrà discutere sulla opportunità, dell'arto, sulla rispondenza della .--itui'zione, sul merito delle condizioni messe ; ma non si può negare il diritto alle Opposizioni di sceglierà quésta via di riserva e di protesta, quale altra volta nel nostro Parlamento fu attuata per impedire l'approvazione di un regolamento capestro voluto dalla reazione che allora imperversava ». Quindi il giornale popolare, rivolgendosi particolarmente ai clerico-fascisti, non ultimi certo nell'accusa di illegalismo all'opposizione, ricorda che per lunghi anni i cattolici si astennero dalla vita politica facendo propaganda in tale senso; tantoché in alcune Provincie, in quelle di Bergamo e di Vicenza, in diverse elezioni furono desertate diverse sezioni cosi da non potersi costituire i seggi e in più collegi non si raggiunse il minimo dei votanti. Quindi il giornale osserva che manca alle Opposizioni la libertà di esercitare il loro compito : t Fino a che non si sia resa giustizia pisna per la soppressione dell'on. Matteotti e il roglme e il Governo non dimostrino di essere immuni da qualsiasi colpa, coma potranno i deputati dell'Opposizione esercitare con sicurezza il loro mandato? Le minaccio, persino nominativo, dei Farinacei e dei Giunta, non cessano, e purtroppo l'aria si arroventa delTe più incomposte parole ». La responsabilità della Maggioranza Quindi li Popolo, precisando il suo punto di vista sulla situazione e sulle responsabilità della maggioranza parlamentare, più assente dalla Camera delle stesse Opposizioni — perchè la Camera del 6 aprile si è risolta nel gabinetto e il gabinetto nel presidente, in modo che la dittatura è in atto, il potere esecutivo ha assorbito quello legislativo, è fuori legge, e il partito-governo attende dalla Commissiono dei 15 la propria legge — risponde all'obbiezione che la protesta possa shoccare nella piazza: « Piano, qui si corre troppo! Se la protest* non sorte alcun effetto, o il minimo degli effetti morali nel paese, vuol dire che le Opposizioni hanno sbagliato tattica, ovvero non hanno sufficienti ragioni. In tal caso non vi sarà neppure il cosi detto sbocco di piazza, sia perchè non voluto dai dirigenti, sia perchè non sentito dalle masse. Il Governo potrà avere cosi la vittoria senza colpo ferire. Se invece, lo Opposizioni avranno una larga rispondenza inoralo nel paese e quindi se accelereranno il procasso di disintegrazione dell'attuale situazione, acutizzata con il delitto Matteotti, allora vuol diro che è venuta a mancare la base della pubblica opinione che devo sorreggere qualsiasi governo e che si impone quindi ima soluzione. E' questo il punto centrale del problema. Chi ha in mano la possibilità della soluzione ne ha anche la responsabilità. Orbene, snetta alla maggioranza parlamentare, come prima e diretta istanza costituzionale, la soluzione della grave situazione anche per impedire che non si trasporti in piazza quello che lieve rimanere nel parlamento ». Ed ecco come, dopo aver risposto all'ipotesi della soluzione di piazza il giornale si esprime riguardo la soluzione costituzionale: «Essendo pertanto immobilizzata la Camera dei deputati, altra soluzione naturale e immediata, non potrebbe esservi che le dimissioni del Gabinetto lasciando il Re e il Parlamento arbitri di giudicare della situazione e di trarla verso la pacificazione. Purtroppo nella fantasia sbrigliata dei costruttori dai nuovo, regime della nuova èra, c'è il concetto della inamovibilità del capo del Governo come se fosse investito di un potere quasi sovrano, e-corno se fosse esonerato da quelle, responsabilità che è caratteristica del governo costituzionale. E' questo il punto difficile che dovranno potere e sapere superare, nella loro coscienza di cittadini italiani, pensosi più che di sé delle sorti della patria, quanti sono dirottamente responsabili della maggioranza e del governo ». * "Parlare ai Paese,, Molto commentata è pertanto negli ambienti politici l'evidente contraddizione del tentativo fascista di valutare la Camera: riguardo all'astensione dell'opposizione e KM-?fr^1site?te afterraazione dell'insostituibihtà del Governo fascista, di questo Governo che vulnera non solo il principio fondamentale delle, istituzioni rappresentative, ma le prerogative stesse della Corona. Per queste, ragioni II Mondo, questa sera, ribatte che alle opposizioni non resta che rivolgersi all'opinione pubblica: « Il modo secondo il quale la funzioni; del Parlamento sembra essere concepito nell'a'. tro campo, e tuttavia denso di contraddirio. ni per il f.-itlo che nemmeno all'attuale ra. mera fessa è una fumerà, che in teoria ,«l ni pratica rappresenta la manifestazim-, pilli ffnurna e piti spontanea della mentalità fa» teista), il fascismo si decide a riconosce!» senza .eouivoci n diritto di costituto e di