Herriot commemora la battaglia della Marna e parla dei lavori di Ginevra

Herriot commemora la battaglia della Marna e parla dei lavori di Ginevra Herriot commemora la battaglia della Marna e parla dei lavori di Ginevra (Servizio speciale della « Stampa ») Parisi, S, mattino. Ieri la. rista di Meau?: ha celebrato il 'decimo anniversario della vittoria della Marna. Nell'aria dolee e, lepida le caninano deiia vecchia basilica mandavano li;>o dal mattino i! loro appello. Nella cattedrale, decorata sobriamente con vessilli dei colori alleati, ha avuto luogo una solenne celebrazione religiosa alla quale hanno assistito il rappresentante del Presidente della Repubblica, il prefetto del dipartimento di « Seine et Marne », il rappresentante del Governo, il maresciallo Soffre, gli ambasciatori, alte personalità politiche, associazioni patriottiche. Poco dopo mezzogiorno ha avuto luogo in municipio un ricevimento seguito da un banchetto presieduto dall'ori. Herriot. Subito dopo il banchetto, Herriot è stato invitato a pronunciare un discorso. Egli è stato brevissimo. Il presidente del Consiglio ha detto: «Non attendetevi di vedermi avventurare sul terreno della politica estera e interna, lo ho già. risposto in Parlamento a molte preoccupazioni espresse su questo duplice argomento, e sarò certamente sollecitato ancora a dare altre spiegazioni. Oggi voglio rimanere nel terreno della fratellanza nazionale. Noi offenderemmo i morti se noi volessimo conformare il nostro pensiero a quello che li uni nel sacrificio e nella tomba. Nò gli accordi di Londra, nò la Conferenza di Ginevra, saranno gli argomenti di questo discorso. Quello che tengo a diro con tutte le mie forze è che in questo grande periodo di transizione che conduce dalla guerra atro ce dalla quale sortiamo, alla pace alla quale non siamo ancora giunti, non c*è nessuna delle mie risoluzioni che non sia siala ispirata dall'amore ardente per la Francia. 11 ricordo dell'ora elio noi commemoriamo non mi ispirerà, la più piccola critica, nè il più piccolo confronto, di fronte ai capi la. cui perseveranza nella loro fede e nella loro attività tattica ci procurò la vittoria. Sarebbe veramente empio se noi volessimo opporre gli uni agli altri; sarebbe un sacrilegio verso la patria se noi li confrontassimo per diminuire i più gloriosi dei suoi figli ». In una perorazione applauditissima, Herriot ha detto: «Quali che siano le nostre opposizioni di idee e di credenze, noi siamo i figli di uno stesso paese non abbastanza numeroso per poter osare di gettarci gli uni contro gli altri. Io voglio terminare con una sola parola, quella della fratellanza ». Il presidente del Consiglio è stato applauditissimo. Le bande hanno intonato la Marsigliese, poi, tutti i personaggi ufficiali, accompagnati da una folla straordinaria, si sono recati all'inaugurazione del monumento al generale Gallieni, l'artefice supremo della vittoria della Mania, che arrestò dieci anni fa la marcia dei tedeschi verso la capitale. Ritornando da Meaux, il presidente del Consiglio ha ricevuto i giornalisti al Quai d'Orsay. Poiché lo si interrogava sui problemi che richiesero il suo intervento, come quello di MacDonald, all'assemblea di Ginevra, egli ha dichiarato: « Non ho nulla da aggiungere ai due discorsi pronunziati laggiù. - Io ho definito la politica francese nel modo più chiaro che ho potuto, e potevo farlo tanto più facilmente, in quanto non avevo nulla da dissimulare. L'accoglienza che ò stata fatta alle mie dichiarazioni, del resto, mi ha largamente ricompensato della mia franchezza. Io sono felicissimo di essere giunto a stabilire con MacDonald una proposta di risoluzione comune ed aver visto questa risoluzione adottata all'unanimità dall'assemblea. Tuttavia, voi sapete se il punto di vista francese ed inglese siano differenti in questa materia. Sono riconoscente al Premier britannico per non essersi rifiutato a fare lo sforzo necessario alla reciproca comprensione. Per quel che riguarda il voto conclusivo il discorso così impressionante di Theunis, quello cosi persuasivo di Benes, quello così conciliante, di Politis. avevano fatto già accogliere dalla maggioranza dell'assemblea il punto di vista che io avevo difeso. In che modo i meno favorevoli avrebbero potuto rifiutare il loro suffragio dopo di aver ascoltato l'on. Salandra affermare con la sua alta autorità la necessità di collegare il problema del disarmo con quello della sicurezza? La questione è ora in mano alla Società delle Nazioni. Le Commissioni prepareranno dei progetti che. saranno sottoposti ai Governi. Questi li esamineranno, e faranno conoscere il loro pensiero al riguardo. Se le risposte saranno favorevoli, il Consiglio della Società delle Nazioni potrà convocare una Conferenza internazionale per la riduzione degli armamenti. Alcuni ritengono forse che si potevano dare pieni poteri ai rappresentanti dei Governi nelle Commissioni, e che in questo modo si sarebbero affrettati i lavori. No, questo non era possibile, poiché le Commissioni sarebbero state impacciate nel loro compilo. I rappresentanti dei vari paesi non avrebbero potuto impegnarsi prima di aver consultato i loro Governi. Inoltre, lavorando come tecnici, i membri di queste Commissioni potranno più facilmente rimettere il loro lavoro sul tappeto. « Tutti hanno il diritto di essere soddisfatti di questo primo risultato. Ma quel che mi ha più profondamente commosso, ouel che mi ha fatto portare da Ginevra un ricordo indimenticabile, ò aver potuto constatare le simpatie che gode la Francia nel mondo e di aver inteso salire verso di me, che ne ero il portavoce, le acclamazioni per il nostro paese ».

Luoghi citati: Francia, Ginevra, Londra