Cesare Forni a confronto coi suoi aggressori

Cesare Forni a confronto coi suoi aggressori Il processo Matteotti Cesare Forni a confronto coi suoi aggressori Continuano le indagini sull'occultamento o Roma, 3, notte. .Stamane i magistrali inquirenti comm. ivi GiiHlice e funerali, hanno interrogato due testimoni. Indi, poco prima «li mezzogiorno, i! com.itv. Tonerei!i si è recato a conferire col procura loro geiii-ralc connn. Grisafulli. A proposito «Iella richiesta avanzata da Gennaro Abbateui-aggio (uno degli eroi del processo Cu ovolo) di essere, udito dal giudice istruttore avv. Tancredi, della sezione di accusa di Roma, su rapporti aivutl con Amerigo Rumini, Txidii giorni prima della scuimparsa e dell'assassinio deJl'on. Matteotti, si ha «la Napoli die il Mezzogiorno osserva che la notizia del giornale l'Unità, non ha evidentemeiile nessun fouda.menlo perchè Gennaro Aiibatemiaggio 6 partito da Naipoli per New York, imbarcandosi clandestinameaite sul '"«infc R'isso, .insieme ad altri due individui. « Se dunque aveva, fissato «ii partire, porcile avanzava tale domanda i F.videntemente cernilo azione diversiva ? F,' questo anche possibile, ipoirhé risponde perfettamente alia furba mentalità genialoide dell'Abbatemaggiio, il ornale era. attivamente ricercato perchè resmonsabile ili numerosi reati per <?ul dovrebbe scontare parecchi anni di galera ». Naldi, Panzeri, Finsi La Tribuna stasera informa: «rUna notizia die circola in certi ambienti del Palazzo di t'iiustizia e che diventa insistente, ed è data da alcuni come corta, è la seguente: che cio<*' fra qualche giorno verrebbe scarcerato Filippo Naldi. Noi non abbiamo per ora modo di poter controllare quanta fondatezza abbia una notizia simile, e ci limitiamo a riferirla" a puro e semplice titolo di cronaca ». E' il caso di rilevare che alcuni giornali, nei giorni scorsi, hanno insistito che il Naldi convinto di favoreggiamento nella fuga di Filippelli, reato per cui esiste la libertà provvisoria, sarebbe apparso nello volgersi dell'istruttòria manifestamente innocente .dell'altro delitto imputatogli, cioè di complicità nell'assassinio dell'on. Matteotti e che non ti capiva quindi perchè egli continuasse ad essere detenuto a Regina Coeli. La concessione della libertà provvisoria al Naldi darebbe ragione a questa affermazione che noi pél' debito di cronaca abbiamo, nei giorni passati, a volia a volta riferito con relative argomentazioni. Oliasi tutti i giornali della capitale danno stasera speciale rilievo alla notizia pubblicata Italia Giustizia di Milano riguardo alla presenza in quella città del Panzeri, colpito da mandato di cattura per compartecipaziono nell'assassinio dell'on. Matteotti. Qualche giornale rileva che sarebbe veramente inesplicabile e impressionante ^inerzia o peggio della questura di Milano. L'A'poc.7. pubblica un fonogramma da Trieste con la notizia che l'ex-sottòsegrctario agli Interni on. Finzi è arrivato' in quella città destando, dice il giornale, la curiosità ili moita gente che andò a vederlo-all'Albergo .Savoia, cui ora sceso. L'on. Finzi si è recalo a Trieste per sporgere, denuncia contro la Rivista Italia che lo aveva attaccato dopo la tragedia Matteotti. A qualcuno che 10 ha avvicinato, continua il giornale, egli ha detto che. « dopo aver smascherato i suol accusatori e i suoi nemici occulti e palesi, intendo rientrare con nuova energia nella ; vita politica dove non fece altro che il suo { dovere e dove ha il diritto di far sentire la 'sua voce >. Il mistero del cadavere n Popolo polemizza stasera coWEpoca per la pubblicazione di ieri dei giornale illofa. scisia, pubblicazione intesa sostanzialmente a sostenere che tutti i resti umani ritrovati nella iossa della Quartarella erano proprio tutti dell'on. Matteotti. « Qualche giornale, scriveva l'Epoca insiste nel prospettare come 6eria.Pipotesi che dei resti rinvenuti nella macchia della Quartarella soltanto il teschio sia dell'on. Matteotti. Tutte le altre ossa, si afferma, debbano appartener chissà à quale altro defunto »i ■■'■"' II- Popolo ribatte: ««Arriva tardi l'Epoca con le sue confutazioni. Noi prospettammo questa ipotesi fin dal giorno che segui 11 misterioso ritrovamento della Quartarella e nessuno dei giornali ufficiosi parlò. E' forse ai rivata proprio ora cosi in ritardo la parola d'ordine? Si credo di poter fare colpo ora che, dato il lungo silenzio dei giornali 6u questo argomento, 6i ò stimato il pubblico maturo per bere? Non lo sappiamo. Ad ogni modo" non sono queste le cose che ci riguar dano; ci riguardano invece quelle che il giornale l'Epoca crede di gabellare per confutazioni, ma che sono invece una ben misera cosa. Noi avevamo prefisso un termine per dire tutto: questo termino non ò anco, ra scaduto, ma giacché l'Epoca ce ne offre 11 destro, qualcosa potremo rispondere in anticipo. I periti giudiziari che presenziarono alla riesumazione del cadavere rilevarono una incrostazione ossea su una costola; e si disse elio era stato accertato che l'onorevole Matteotti in seguito ad una caduta auando era ancora ragazzo aveva appunto riportato ia frattura di quella costola, ma a noi risulta invece che Matteotti mai 6i è fratturato nessuna costola, colui che per pri mo parlò di una lesione nel torso di Matteotti fu a ciò indotto scambiando per lesione traumatica quella che invece era una le. siono pneumatica la quale non lascia traccia (come noi sappiamo) nella parte ossea del corpo ». La seconda banda Il '« Popolo >, poi riguardo al racconto di quel contadino Scoccia di Morlupo che ieri, come sapete, fu interrogato dai magistrati della sezione di accusa, rileva che, dato il racconto delio Scoccia (che è il contadino fermato tra il 12 ed il 14 giugno da due individui secsi da un'automobile sulla strada da Morlupo a Castelnuovo di Porlo e richiesto di un piccone) è «la notarsi che tra il 12 ed il li giugno — il delitto avvenne il 10 — quelle quattro persone dell'automobile cercavano uno strumento per scavare ia terra, e rilevavano che era meglio la macchina piccola che la grossa, frase questa detta da una dei due scesl dall'automobile. «« A elio scopo — prosegue il giornale — mi ravano quei messeri? Non corto a scavare e seppellire un tesoro, come nella sua ingenui (A suppose io Scoccia.. Ed allora a che cosa? Data la località, dato il fare misterioso di Suesti individui, è da supporre che essi aliassero alla ricerca di un luogo dove seppellire qualche cosa di più grave e di maggiore responsabilità di un tesoro. E' facile intui re clic ciò ad ogni modo sfarebbe a dimostrare'che il cadavere non sarebbe stato in terralo dagli stessi assassini subito dopo il delitto. Seconda domanda: chi erano epici messori? Affermò io Scoccia clic colui che disse: « meglio la macchina piccola che la grande » aveva uno spiccato accento stra. nlero. Potrebbe quindi trattarsi dell'austrorusso Tiercliswald. ma se questi aveva preso parte al delitto doveva essersi squagliato cogli «litri membri della banda, o stare a Regina Coeli. A Regina Coeli non c'era e quindi doveva essorsi squagliato. Ma se squagliato non sì era, tanto da poter essere presente In quella sera n quella, scena, vuol dire che al dclilto egli non aveva preso parte, pur accingendosi a partecipare all'ultima parte di esso, come prese parie alla preparazione. Se qi.'.eslo è vero, Tiorchswald potrà dire chi erano gli a'Iri Ire che si trovavano con lai nell'automobile, gli altri Ire non potendo essere gli assassini, dovevano costituire quella seconda banda che alcuni nostri colleglli si ostinano e « pour cause » a negare •. "Viva Domini!,, L'aggressione a' Forni R Giornale d'Italia osserva clic alcuni giornali hanno riferito che in un paese italiano, da dei dimostranti, sarebhe stato gettalo l'esecrabjlo grido di «V'iva Duinini I ». ciò, continuo il giornale, «sembrerebbe iiicrcdl-| bile, se purlroppu non avessimo dovuto constatare ohe già qualche cosa di simili) ec non ! «li identico è avventilo in una via di Henna dove fu omésso lo stesso grido. Comunque, ii;«ii vogliamo dare all'incidente maggioro ! importanza che <^o non ubbia. Qualche Inc.'.-i Mule ti Ifova purlroppu in ogni an ; goto! ». I'it ciò che riguarda le islrullorie minori, uggì-ha avido lungo nelle cancri giudizla-j rie di llcgiua Codi un confronto Ira Cesare Fnst1rcgcg1n1bldpLM | ! ! ; j Forni e vari imputali por l'assassinio «lell'onorevole Matteotti, per stabilire se tra essi si trovi qualcuno degli esecutori dell'attentato ila lui subito alla staziono di Milano. 11 l'orni, appena pnslo :i confronto con Amerigo Dtuniui ed Albino Volpi, non esitò a, riconoscere in ossi due dei principali suoi oggr.vjsori. Anello il tenenln Olroldt, capo dei comliattenti della l.omellina che accompagnava oggi nel confronto, l'on. Forni come 10 accompagnava nel giorno dell'aggressione, riconobbe senza esitazioni 11 nomini ed 11 Volpi come coloro che conducevano la banda alla stazione di Milano. Domattina l'on. Forni si recherà a deporre al palazzo di Giustizia presso il giudice Occhiuto sempre in merito alla propria aggressione. La vedova Matteotti e l'istruttoria — Volgari manifestazioni -a suo riguardo. Ieri sera verso le 19, mentre i magistrati inquirenti della, seziono di accusa, insieme col periti o con gli avvocati delle due parti erano intenti all'osaino della lima ritrovata nella fossa della. Quarkirellu, esame di cui vi abbiamo già informato, si è presentala al palazzo «li giustizia la signora Velia Ruffo vedova Matteotti accompagnata dalla cameriera lincei Assunta. La signora, clie era arrivata'poco prima a Iloma da Fratta Polesine e che appariva nbbnUntissima, dovette attendere lungamente, circa un'ora, prima di essere ricevuta dai magistrati con cui aveva chiesto di conferire. Quindi 6 slatti .introdotta nel gabinetto della Sezione di Accusa presso I commendatori Del Giudice e Tancredi. Questo colloquio coi due magistrati durò circa venti minuti. Sembra che abbia loro consegnato alcuni documenti dei suo povero ucciso, tra cui il foglio di congedo militare, documenti che specificano elali fisici e particolarità somatiche di lui: statura, diametro toracico, ed altri segni caratteristici. Circa la povera signora Matteotti, l'angosciatissima vedova a cui si rivolgono il compianto c l'ossequio di tutti gli italiani, il « Mondo », scrive: « Sappiamo che la signora Matteotti è lultora sotto l'impressione vivissima dello onoranze tributale alla salma di suo marito durante e dopo t funerali di Fratta Polesine, noi paese natalo do) martire. Convennero da ogni parte, e specialmente da Ferrara, masso di operai e contadini conimossi od- affranti Qui dolore: vi furono scene strazianti; giovani gagliardi elle baciavano la bara ò frenavano a. stento urla di disperazione. Inoltre sembrava che tutti i fiori della sponda padana fossero stati recati ad ornare il feretro del martire. Giunsero comitive da Argenta, ria Mnlinella; giunsero anche ic famiglie di altre vittime dcP'illegalismo maledetto. La dimostrazione però fu cosi commovente che i fascisti scatenarono subito le rappresaglie, delle quali la stampa non ha dato che una pallida idea, msntro altro rappresaglie si svolgono quotidianamente indisturbate. D'altra parte siamo informali che la volgarità e l'insolenza fasciste non si arrestano neanche dinanzi alla povera vedova che dovrebbe essere sacra per tutti. Alla signora vengono spedite lettere anonime (una di queste ò scritta su carta intestata di un giornale di Roma) alcune delie quali contengono minacele di morte con l'avvertimento di non seguire l'esempio di suo marito, il quale non diede importanza alle lettere anonime die precedettero il tragico epilogo del Lungo Tevere Arnaldo da Rrescia. In alcune lettere si scagliano maledizioni annegandole in un mare di volgarità, (nulla ò sacro per taluni fascisti). Le "minaccie alla vedova costituiscono un'altra dimostrazione della bassezza morale ed intellettuale nella quale 6 caduto il paese, durante un regime nnnegatore di tutti i valori sentimentali. In compenso, però, la signora ricsve sempre nuove attestazioni di solidarietà per il suo lutto e le giungono dagli umili, dai popolani, da colorò che conservano nell'animo intatto il sentimento dell'umanità ».. . Più oltre, 11 « Mondo » scrive! i Un'altra informazione siamo in grado di dare. Si 6 detto ■finora che una costola dello scheletro trovato alla Quartarella recava traccio di callosità rivelanti una frattura « pregressa ». Ora, la madre dell'on. Matteotti esclude che, sia pure nell'infanzia suo figlio abbia mai avuto fratture alle costole. La vedova esclude anche essa simile disgrazia sia avvenuta durante gli anni della sua convivenza con l'on. Motteotii. Questa circostanza 6 di una gravità che non può sfuggire, e. se vera, rafforzerebbe l'ipotesi che' lo scheletro trovato alla Quartarella non sia quello del deputato unitario ». Gli occulti protettori di Dumini e compagni Ci telefonano da Milano che la Giustizia, continuando nella sua rievocazione dei fatti che caratterizzarono il periodo di violenza in cui si maturò il misfatto Matteotti, narra che, « in un giorno del novembre scorso 6Ì presentava all'Ospedale Maggiore di Milano un giovane alto e biondo, dall'accento toscano, che chiedeva di essere curato per una ferita riportata alla coscia sinistra. Il medico riscontrava che la ferita era prodotta da pallottola di arma da fuoco e si presentava abbastanza grave. Il giovane venne ricoverato in un padiglione dell'ospedale ed interrogato dall'agente di P. S. di servizio. Egli declinò il buo nome: Dumini Amerigo, fu Adolfo, d'anni 28 da Firenze e dimorante a Milano in via Capellini, N. 10. Disse di avere inoltrata una dettagliata relaziono al Questore 6u quanto gli era accaduto, e poi si tacque. La sera stessa, deludendo la sorveglianza del personale, lasciava eniel padiglione. « Fu veramente mandata la relazione ? Non lo sappiamo, dico la Giustizia, nè sappiamo come avvenne il ferimento. Il Dumini col Volpi ed altri ebbe l'incarico (da chi7) di reoarsi a Parigi per punire alcuni profughi che facevano propaganda contro il fascio italiano. La caccia fu organizzata bene, e fu spietata. Un giorno, un gruppo di avversari fu atteso ed affrontato al Bois de Boulogne. Vi fu uno scambio di rivoltellate, ma i sovversivi ebbero la peggio, perchè furono colti di sorpresa. Due di essi caddero al suolo. Il Dumini restò ferito alla coscia ed altri suoi amici riportarono lievi ferito. Compiuta la missione, Dumini e compagni noleggiarono un'automobile e si fecero condurre a Versailles, dove presero il diretto per l'Italia. Le autorità francesi fecero delle ricerche per arrestare gli sparatori, e venute a conoscenza clic erano riparati in Italia, iniziarono lo pratiche opportune collo nostre rappresentanze diplomatiche, ma il Dumini viaggiava con passaporto rilascialo dal Ministero degli Interni sotto un altro nomo, e le pratiche diplomatiche si arenarono. Il Dumini non fu molestato, per quanto in Italia sia stato segnalato il fallo avvenuto a Parigi. Più complicità di così non 6 possibile immaginare. « Questo delitto è caratteristico. Dumini e Volpi, coi loro uomini, vengono mandati a Parigi con passaporti falsi allo scopo di ferire e di uccidere. Compiuta l'impresa, i sicari ritornano In Italia inseguiti dalle pratiche delle autorità francesi, ma nel Ministeri Italiani le pratiche vengono fuorviate ed inevaso <e cosi a Dumini e a Volpi viene assicurata la più ampia impunità, come per le aggressioni all'on. Amendola ed ail'on. Forni. « I duo sicari hanno dlrotlo il manipolo dei manganellatori, e non sono 6tati molestati, anzi a Milano, bastonato il Forni e tratta la cortezza che non si sarebbe più salvato, il Dumini si reca tranquillamente in Questura, gira per Milano e raccoglie cinicamente i commenti. A Roma, saputo il ratio, vi ft chi dice elio la condotta, non del Dumini e del Volpi, elio hanno quasi assassinato, ma del l'orni, è tale elio non può essere lavata neanche col stingilo. Nessuna meraviglia quindi se dopo l'uccisione del nostro Matteotti. Volpi, Panzeri, Viola se no ritornino tranquillamente a Milano a raccontare ifi proprie gusla ed II Dumini *> ne vada per i corridoi di Montecitorio. Como avevano goduto l'Impunità por I delitti precedetti!, così credevano «li goderla anche per questo. Sonoii'ohÓ, il p«.>polo italiano «'i Insorto e vuole ora giustizia ii"ii solo nel riguardi degli esecutori, ma aie ho ilei mandanti, in una parola ili tutta l'orgu-izzuzione delittuosa clic viveva sui margini del regimo»'.| atlcgdvtAplrgupflmi