Le istituzioni e il loro funzionamento

Le istituzioni e il loro funzionamento Le istituzioni e il loro funzionamento Paese, Parlamento e Corona - Il problema dell© liberto. costUtizlonoli - I diritti dell9 Opposizione Riunioni del Partito socialista unitario e del Direttorio fascista Rema, 3, notte. La cronaca politica registra oggi In due campi diversi ed opposti tre importanti riunioni; quella della direzione del partito unitario, quella del gruppo parlamentare del medesimo partito ed una riunione infine del direttorio nazionale del partito fascista. Riunioni del Partito unitario Alla riunione delia direzione del Partito unitario hanno partecipato gli on. Turati, Basso, Treves, Pinotto i signori Baratti, Pezzi, Greppi, Tamerini. La situazione politica generale nei suoi vari molteplici aspetti 6 stata ampiamente esaminata dalla direziono del partito che ha constatato come l'insieme della organizzazione del partito, attraverso i suoi giornali le sue sezioni e l'opera minuta di propaganda, abbia efficacemente o largamente contribuito al delincarsi ed all'affermarsi della nuova situazione morale e spirituale in Italia. La direzione ha ritenuto che la compagine del partito debba con sempre maggiore vigore orientarsi nella sua civile e legale propaganda nel senso di giungere, unitamente agli altri partiti, che lottano sullo stesso terreno e..per lo stesso fine immediato, ad una soluzione della attuale crisi politica che valga a restituire il popolo italiano alla libertà, alla normalità della vita politica che sono state strappate dalla violenza fascista. Ha quindi autorizzato la segreteria a partecipare ad una riunione delle direzioni del vari partiti allo 6copo di escogitare i mezzi per intensificare e collegare l'opera dei Comitati dell'opposizione che sono già sorti spontaneamente in moltissime città di Italia. Quindi la direziono ha preso atto dell'incremento delle sezioni del partito il numero del cui iscritti va sensibilmente aumentando ovunque. La segreteria ha proposto di Istituire per ogni reglono del segretariati perchè svolgano opera di organizzazione. La stessa segreteria ba riferito come in alcuni centri importanti d'Italia si è fatto rilevare la necessità di un blocco amministrativo tra i partiti che si sono posti apertamente sul terreno antifascista. Varie sezioni hanno già formalmente interessato la direzione su questo speciale argomento. La direzione del partito, dopo ampia discussione, ha formulato le istruzioni che la sagreteria dovrà impartire a tutte le sezioni in merito alle elezioni amministrative ed ha deciso di sottoporre concretamente il problema alle direzioni dei partiti interessati. Il gruppo parlamentare dello stesso partito unitario si è riunito oggi a Montecitorio. Erano presenti 1 deputati Agnini, Baldesl, Bellotti, Buoszl, Baccani. Caldaia, Cosattint, Morgari, Priolo, Rossi, Todcschini, Gonzales. Labriola, Treves, Turati: assenti giustificati gli on. Carpi e Musatti, Prampollni e Costa. Per la direzione-erano presenti gli on. Basso, Pinotto, Baratta e Pezzi. Il gruppo ha largamente esaminata la situazione politica od ha concordato le propòste che verranno presentate al Comitato delle opposizioni, pròposte che non alterano la linea dt condotta fin qui seguita e.le direttive del gruppo s del partito. •— * li Direttorio del Partito fascista Il direttorio del partito nazionale fascista si è riunito, presenti tutti i membri, nella sede di piazza Colonna alle oro 16. SI è subito iniziata la discussione del primo comma dell'ordine del giórno che riguarda la situazione intema di alcune federazioni e la situazione più generale di alcune città dL provincia nei riguardi dei fasci. Per primo il direttorio si è occupato della situazione dello Federazioni di Caserta, Udine, Trapani, Zara e Fiume. Si trattava di federazioni rette ancora da commissari straordinari od in crisi per varie ragioni. Per la maggior parte di esse il direttorio ha deciso di convocare in giorni, cho saranno stabiliti volta per volta, le assemblee generali per la rinnovazione regolare dei direttori locali. Il Direttorio ha quindi esaminato la situazione di Napoli. 11 dottor Forges-Oavanzatl ha svolto su di essa una relazione analizzando 1 motivi per i quali la situazione di Napoli merita particolare considerazione da parte delle supreme gerarchie del partito. Il Direttorio ha stabilito di dare al tascio di Napoli direttive precise per fronteggiare la ■non facile situazione che sembra aggravata dal malcontento degli elementi fascisti per la condotta tenuta a loro riguardo dalle autorità locai! Non essendo stato ancora terminato l'esame delle situazioni locali. Il Direttorio tornerà ad occuparsi di talp argomento nella seduta.pomeridiana di domato, specie in riferimento alla situazione di Udine i dirigenti della cui Federazione saranno ascoltati domani, e della Federazione di \rezzo la cui questiono non è stata ancora affrontata, nonché di Pisa e Torino; dopo di che il Direttorio del Partito fascista passerà a discutere l'altro leuia all'ordine del .giorno, quello dei rapporti col combattenti e la definitiva posizione di queUcombattentl fascisti che. come 6 ormai noto, dopo il voto di Assisi, sono fatti segno quotidianamente ad attacchi da parte della stampa fascista e super-fascista. Sapete già che la questione, veramente spinosa per le ripercussioni che una determinata soluzione è destinata ad avere nella situazione generale del fascismo rispetto allo altre forzo politiche, è stata lungamente delibata dalla Commissione esecutiva e che umori diversi manifestatisi in questo primo momento, specie per. l'atteggiamento risolutamente intransigente di r'arinacci, lasciano presagire imminente una sentenza di espulsione generale. Sembra pero che il Direttorio non sia nella maggior parte dei suol componenti favorevole ad una soluzione precipitosa del problema: alcuni autorevoil esponenti di esso ritengono anzi che una espulsione dell'on. Viola sarebbe. In questo momento, assai prematura poiché l'onorevole Viola, pure svolgendo una sua attività autonoma quale capo dell'Associazione dei combattenti, fln qui non ha fatto nessuna manifestazione antifascista. Ma questa corrente temperata del Direttorio osserva puro che l'Associaziono dei combattenti non ha ancora precisato la sua azione politica nel confronti del fascismo. I combattenti, è vero, hanno presentato in alcuno elezioni amministrative delle liste autonome concorrenti con quello fasciste ma in altri luoghi, come in alcuni Comuni del Lazio, -lo clezioid si sono svolto in pieno accordo con la lista concordata, i: poiché le Sezioni della Combattenti sollecitano dal Comitato direttivo istruzioni precise in inerito allo lotte elettorali amministrativo, il Comitato direttivo dovrà necessariamente occuparsi della questione e pronunziarsi anche in merito a quel patto di buon vicinato che non è stato ancora denunziato, anche so alcuni combattenti lo ritengono superato dal voto di Assisi. Per tutto questo ragioni la corrente media del Direttorio ritiene clic non debba adottarsi alcuna sanzione nei riguardi dell'on. Viola, in attesa che IT Comitato da lui presieduto eroani le direttive della politica che intende praticamente seguire. Intanto però, anche i fautori di qupsta linea di condotta mettono in rilievo che ben diversa da quella del Viola è la posizione dell'on. Ponzio, non solo per la sua partecipazione al convegno di Zoagli e per la sua adesione alla Lega Italica, ma anche per le sue posteriori manifestazioni. Si osserva che l'on. Ponzio, nella sua azione nell'Associazione dei combattenti, può anche avere ritenuto di non avere oltrepassala Ja disciplina fascista, ulti quando poi rou allindi, l'ut tèli1 ril iuti'i'Visle svilupnii un'azione di nella diffrivnziaz'Olie rial Pallilo f::seisla e quindi accetta II programmi! benclliano porche supcriore ai partiti, la tua po¬ sizione nel fascismo si rende Incompatibile. E* probabile, pertanto, che, pur soprassedendo ad ogni decisione nei riguardi del Viola, il Direttorio deliberi di scrivere al Ponzio una lettera invitandolo a chiarire il suo pensiero o lo richiami in altra maniera, magari invitandolo a restituire la tessera. Della nomina della Commissione del quindici non 61 parlerà assai probabilmente che nella seduta di domani. Per ora si sa che della Commissione non potranno fare parto 1 membri del Direttorio nazionale, nè del Governo, né del Gran Consiglio. Quanto alla presidenza, nulla è stato ancora deciso, ma sembra che in concorrenza all'on. Gentile, del quale, per altro, sì osserva che non è una giurista, siano sul tappeto le candidature def prof. Anzilotti, dell'on. Volpi o del prof. Solmi. Domande al ministro degli interni 11 discorso dell'on. Mussolini a Monte Amiala ha fornito il migliore commento all'intervista presidenziale col Giornale d'Italia, poiclié non si possono non mettere in relaziono i duo documenti. Il discorso di Monte Amiata è giudicato infatti uno scatto di sincerità, dopo gli accorgimenti delle dichiarazioni giornalistiche e l'effetto delle parole pronunziato dall'on. Mussolini non si è fatto attendere. La cronaca odierna riferisco, già, come vedremo, episodi di violenza in To; scana. D'altra parte, negli ambienti politici romani si riavvicina all'illegalismo che si esercita dal fascismo nelle Provincie, quello esercitato con sempre maggioro frequenza dogli stessi organi governativi. Cosi stasera il Mondo dedica il suo editoriale al ministro degli interni, on. Federzoni, occupandosi del sequestro, ieri avvenuto, della Stampa. • Col sequestro della Stampa — dico il giornale —il regime fascista di compressione delle libertà di opinione e di pensiero raggiunge le vette della iniquità e dell'assurdo. Per il luogo dove l'arbitrio è compiuto, ]à città che fu la culla del nostri ordinamenti civili, per il giornalo che lo ha subito, uno dei più corretti, consapevoli e tradizionali organi del liberalismo italiano, accreditato entro e fuori i confini, perchè tanto lontano dall'eccesso polemico, dal linguaggio fazioso, in quanto adusato a portare nei dibattiti- la signorilità e la severità di una superiore cultura, per l'articolo che fu la causa occasionale del provvedimento poliziesco e ebe infine non contiene so non una fiera e misurala critica all'ultima apocalittica allocuzione ministeriale, per la stessa evidente disparftàdi trattamento, in quanto lastessa manifestazione di pensiero, violentemente soppressa a Torino, fu riprodotta e tollerata a Milano ed a Roma su quasi tutti 1 maggiori giornali della penisola, quest'ultimo sequestro assume l'aspetto odioso di una rappresaglia che insieme contiene la violazione d'ogni articolo di legge, sia pure lo ultime illegali leggi emanate per decreto reale, e la manomissione di ogni principio di diritto e di ogni spirito di equità. Conosciamo il motivo, ma non conosciamo ancora la motivazione giuridica del sequestro, nè sappiamo vedere sotto quale ipotesi delittuosa del vero arbitrio escogitato dall'ultimo provvedimento capestro, possa ricadere ed essere censurato l'articolo che non provoca il discredito della nazione, all'estero né produce allarme all'interno, ma deplora atti governativi che tale discredito e tale allarme cagionano, che non eccita la guerra civile, ma si duole che 1 fantasmi truci e sanguinosi dell'urto fratricida vengano agitati da una suprema gerarchia del paese, che non vilipende la- Patria, il capo dello Stato, le Istituzioni, ma esamina con elevatezza di critica ed insieme con correttezza di linguaggio, divenuta ormai estranea ed ignota al vocabolario della stampa ufficiosa, una produzione oratoria del capo del governo, il quale non è la Patria, nò malgrado che alla confusione dei potori si tenda, il capo dello Stato e tanto meno, per un'organizzazione teocratica, il Messia di una religione, le- cui parole siano articoli di fede e le cui manifestazioni assurgano ad intangibilità di dogma. Sono queste le anticipazioni delle annunziate riforme costituzionali che i quindici savi etudieranno per le tavole delle nuove Leggi e di cui i T3 prefotti . del. Regno hanno l'incarico di fornire una gustosa primizia per l'edificazione non det cittadini, ma dei sudditi? Noi non sappiamo. Sappiamo soltanto che questo stato dt cose tumultuario, questa precarietà, questa mutevolezza, e disparità di criteri, clic si ripercuote nell'arbitrio dello opere, (mesta assenza di una norma e di un sistema nei rapporti pubblici, che non è l'« orilo» antico dei liberali, ma non è nemmeno il « novus ordo • del fascismo, a meno che non si voglia identificare il fascismo con il caos ed il regime coll'anarchia, sono veramonte iniollerabill. E domandiamo esplicitamente l'opinione del ministro dell'interno in proposito >. Quindi il Mondo rileva che l'applicazione del decreto supera, nella sua iniquità, il decreto stesso, il quale è diventato nelle maoi dei c ras > locali, per l'interposta persona dei prefetti, uno strumento di coazione e di reazione partigiana. Inoltre, il giornale osserva che, mentre 1 giornali fascisti cho minacciano massacri e fanno l'apologia dei reati passano indisturbati, si impedisce alla stampa di opposizione persino la valutazione di un discorso ministeriale. < Dove si tende con cotesti metodi? — conclude il giornale. — Per quanto la nostra domanda possa sembrare ingenua, noi la rivolgiamo, come cittadini italiani, al ministro degli interni del Regno d'Italia, che prima ancora che uomo politico fu giornalista, die passò dal giornalismo alla vita politica cho ancora appartiene, noi crediamo, all'Associazione della stampa italiana. Gli eventi anormali di questi giorni ed alcuni segni preannunzlatori di prossimi eventi minacciosi, che si preparano in alcuni circoli vicini al regime, danno tutti gli elementi per giudicare lo gravissime responsabilità dell'on. Federzoni, chiamato dalla fiducia del Re a mantenere e tutelare le condizioni necessarie per la tranquillità e la sicurezza de] paese. Si vogliono sopprimere le correnti di opposizione dei paese? si vuole, soffocare oggi l'incomodo della stampa? Come .spiega l'on. Federzoni la condotta delle autorità che da lui dipendono e delle quali egli è responsabile.? Domandiamo se in Italia sia concessa la cittadinanza soltanto ai monitori lanciali, depositari del pensiero ortodosso per i 40 milioni di sudditi spogliati do! diritti civili e politici? Cosi, almeno, sapremo, dopo tre guerre vittoriose di liberazione, che siamo destinati a retrocedere di almeno 80 anni, al tempi del serenissimo regno lohibardo-veneto ». Anche il Popolo commonta il sequestro della stampa rilevando che le è toccato lo stesso infortunio di cui esso stesso tu vittima. « Come il Popolo — scrive il giornale — La Stampa poteva ritenere ancora lecito discutere o criticare la politica dell'on. Mussolini, ma è invece ormai acquisito che il capo del Governo si attribuisce lo prerogative che lo Statuto riconosce soltanto al Re ed al Pontefice, di persone sacre ed inviolabili e clic ogni npprezzumento non addomesticato è considerato dall'on. Mussolini come oltragg.o alla sua persona Cosi, mentre la magistratura sconfessa con le sentenze che man mano vengono emesse l'operato dei rappresentanti del potere esecutivo, si intensificano le arbitrario applicazioni del decreto capestro sulla stampa, confermando, ogni volta, l'ispirazione partigiana cui tali applicazioni rispondono. Quando si sequestrano giornali che hanno al loro attivo una Illusa Iraillz'oiie di serenità e ili autorità, di" nessuno creile possano Indulgerò ad alcuna tentazione di sovversivismo di qualsiasi genere, mentre poi gli organi fascisti possono scrivere e le personalità fasciste possono parlare in modo veramente atto a destare giustificato allarme e causare turbamento nell'ordine pubblico, senza che nei loro riguardi si 6ia mai preso nessun identico provvedimento, l'abuso fazioso che si esercita in Italia da parie del Governo e del suol rappresentanti risulta ogni giorno rlù lampante e convincente ». Un discorso ebe "sa troppo di bivacco,, Stasera, dopo la breve tregua intervenuta in seguito al colloquio tra il suo direttore ed il presidente del Consiglio e dopo la nota intervista, il Giornale d'Italia ritorna in modo più esplicito e categorico sull'incompatibilità tra la corrente politica che esso rappresenta ed il fascismo. Premessi alcuni accenni ai punti programmatici comuni Ira liberalismo e fascismo, 11 giornalo nota che l'on. Mussolini non ha colto nessuna delle molto occasioni cho ha avuto per realizzare la normalità e soggiunge: « 11 delitto dell'on. Matteotti è venuto ad aggravare la tensione di animi, ma l'on. Mussolini ha 'avuto il torto di rinchiudersi nel quadrato del suoi partigiani e di voler parlamentare col fiancheggiatori al di sopra delle teste dei 6uoi Farinacci. In questa maniera il suo discorso sa troppo di bivacco e non è convincente. E' il discorso di un uomo che in fondo pensa: o collaborate o vi stronco. Ora è una grande illusione quella che il presidente del Consiglio nutre di potersi reggere sulla forza dei suoi flOO mila partigiani ; anche per questo caso vale la regola della metà della metà >. Dopo di che il giornale ribadisce le critiche alla concezione fascista del Governo e dello Stato osservando : a II paese non tollera a lungo dì essere sottoposto alla dominazione giacobina e non rinunzierà mal alla sua conquista: la piena libertà di sbarazzarsi di un Governo quando ne è stufo e crearsene uno nuovo " attraverso l'azione illuminata e decisiva del suo maggiore interprete: il Sovrano, o attraverso il responso elettorale, o attraverso il voto del Parlamento. L'on. Mussolini ha invece l'aria di voler credere che gli avversari del fascismo non possono contare, per rovesciarlo, che sulla rivolta armata ed è contro questa eventualità die egli ha lanciato la frase politicamente inopportuna e stilisticamente infelice dello strame. Vi sono invece del mezzi perfettamente legali per mutare un Governo sinché esiste lo Statuto Albertino e sono: il voto della maggioranza della Camera o del Senato, o la decisione del Re provocata dal creansi di una situazione anche extra-parlamentare, che egli possa giudicare pericolosa per i supremi interessi del paese ». Rileva quindi il giornale l'antitesi tra la mentalità fascista e dello stesso on. Mussolini, secondo la quale l'ipotesi di una crisi ministeriale si associa a quella di una rivolta armata, antitesi che, ove fosse dimostrata irriducibile, renderebbe impossibile ogni collaborazione, ed aggiunge; « Qualcuno dirà che l'iniziativa del Sovrano per mutare il Governo è un mezzo eccezionale e noi lo ammettiamo volentieri, par quanto Vittorio Emanuele n abbia più di .una volta ricorso ad esso durante il Risorgimento. La notte di Vlllafranca il Re ebbe il coraggio di dire a Cavour, dopo una scèna violenta, delle paròle amare, e lo mandò a dormire, cioè Io dimise. Ed in altre circostanze il Re liberatore salvò la nazione valendosi delle proprie insindacabili prerogative statutarie ». L'accenno alle prerogative della Corona ed al precedenti storici viene quindi lumeggiato dal giornale con evidente riferimento alle prerogative della Corona violate dalla concezione e dalla tattica fascista.. Scrive il giornale dei liberali di destra: • Non saremo noi che invocheremo l'applicazione di simili mezzi eccezionali; noi che vogliamo la normalità della vita pubblica, ma, in ogni modo, le prerogative della Corona devono essere fatte salve, perchè rappresentano il mezzo liberamente scelto dal paese per salvarsi dalle distrette, ' affidandosi alla saggezza del Sovrano che è al di sopra dei partiti e della mischia. Ora, nella mentalità fascista pare che questa prerogativa statutaria non entri e che la Corona debba ridursi ad essere il cosidetto simbolo. Niente simbolo, signori, ma vivente, vigilante, ed operante interprete della volontà nazionale ed autentica e decisiva garanzia delle libertà popolari, nonché risolutore unico ed Insindacabile delle crisi politiche. Questo è il Re. E poi vi è il Parlamento colle sue due Camere. Da qualche tempo — continua poi il Giornale d'Italia — da qualche tempo in qua imperversa il sequestro dei giornali, anche per semplici articoli di opposizione al (inverno, sicché apparisce in tutta la sua mostruosità il congegno vessatorio dei decreti'sulla stampa, per i quali gli agenti del Governo sono gli arbitri della libertà di stampa. Quanto al diritto di riunione, sta di fatto che i fascisti fanno le loro adunate, anche minacciose ed armate, mentre si proibiscono le riunioni privato degli oppositori, col pretesto che potrebbero turbare l'ordino pubblico, provocando l'illegalismo fascista. E' la vecchia storia dell'agnello che 6l abbe vera a valle contro il quale Insorgeva il lupo che beveva a monte. Vi è dunque un'incompatibilità, che si va ogni giorno più avvertendo tra la mentalità fascista c la mentalità liberale, incompatibilità che rende sempre più ardua la collaborazione tra i due partiti. Le dichiarazioni fatte dall'on. Mussolini al Giornale d'Italia non hanno gettato ponti sufficienti tra le due concezioni. Qualche malagevole passerella e qualche instabile ponte di ventura non possono bastare a garantire comunicazioni sicure e normali tra le due sponde ». Continuando la critica dei metodi fascisti, dalla quale scaturisce più che evidente l'incompatibilità tra i prlncipii che i fiancheggiatori affermano e quelli del partito dominante, il Giornale d'Italia osserva che 11 giuoco delle opposizioni è considerato dal fascismo non come un diritto bensì come un'elargizione. « Non basta dire — continua il giornale — che. mancando il favore de] paese, il Governo se ne andrà senza sbattere la porta; bisogna faro atto di ossequio, non soltanto formale, ma sostanziale alla Costituzione nella sua parte essenziale che si riferisce per l'appunto alla creazione ed al mutamento del Governo ». 11 giornale dice che i liberali chiedono 11 rispetto sostanzialo della costituzione con la deplorazione delle presuntuosità fasciste e di quel patriottismo continuo e giornaliero che ha seccato ogni ordine di cittadini e che è la peggiore forma di pressione politica tanto più essendo esercitata da gente generalmente poco colta e niente preparata, la quale naturalmente, non avendo altre armi che il moschetto e le bombe a mano, in ditetto dell'intellettualità e dell'esperienza, si sente istintivamente attratta a tenere un linguaggio caporalesco in attesa di potere menare le mani ». Fascismo, liberali e combattenti L'articolo dell'organo del liberali fiancheggiatori, che abbiamo diffusamente riportato, era stasera molto commentato negli ambienti politici non fascisti dove si osservava che l'incompatibilità tra fascisti e qualsiasi forma di liberalismo o di conservatorismo, inquanto corrispondono a due concezioni diametralmente opposte, è stata ormai dimostrala dui latti. Ma n parte l'antitesi ili principio. In situazione slessa pone i llaiu liogglatori nelle medesime condizioni per cut frazioni politiche di diverse tendenzo hanno dovuto riconoscere la necessità di essere so lidalL Il Popolo, discutendo sul commento di ieri del Giornale d'Italia, mette in evidenza appunto l'incompatibilità fra liberalismo e fascismo e poi, riferendosi, allo opposizioni scrive: • Le opposizioni reclamano la restaurazione dell'ordine morale e giuridico nello Stato italiano. Il Governo fascista non può volere questa restaurazione. Già abbiamo detto perchè in essa il movimento, di cui è espressione, troverebbe la sua telalo liquidazione politica. Tali essendo lo reciproche posizioni degli avversari, quale può essere la funzione assegnata dal Giornale d'Italia al liberalismo filo-fiancheggiatore ? Evidentemente 11 liberali smo fiancheggiatore se la campagna del giornale romano arrivasse al suo 6bocco logicodovrebbe finire con lo schierarsi nettamente contro il Governo. Ciò non significa che, una volta decisi, i liberali fiancheggiatori si troverebbero in dovere di stringersi senz'altro in alleanza con il blocco delle altro opposizioni». A conferma non solo dell'incompatibilità fra liberali conservatori e. fascisti ma anche della mentalità e concezione predominante del fascismo ecco quanto scrive l'Impero riferendosi appunto alla Costituzione: < La costituzione è ormai decisamente su perata e scomparsa dalla configurazione vi vento dello Stato, se pure resistente come una pallida e rassegnata sopravivenza in quella rovinosa impalcatura dello Stato che cede già sotto la spinta del fascismo rinnovatore. In questo superamento storico della costituzione è tutta la ragione dell'insana bile dissidio fra noi e i liberali». Mentre, dopo l'ultimo tentativo compiuto, si va profilando la definitiva rottura fra fascismo e liberalismo fiancheggiatore poiché ogni illusione collaborazionista dovrebbe apparire da un pezzo superata, è opportuno anche seguire lo sviluppo dei rapporti fra fascismo e combattenti. l/Impcro definisce l'on. Ponzio di San Se bastiano il deputato bebé e lo accusa di leg gerezza c di ingratitudine. In un breve cor sivo poi l'organò ' fascista accusa l'on. Viola di fare • il commesso viaggiatore del diss?.ntismo italico» e gli domanda « se è vero che il 31 agosto ultimo scorso, a Pisa, abbia avu to un colloquio con certo capitano Santini espulso dal fascio pisano per indegnità mora, le, ora capo di un fascio autonomo dissidente, portatore abusivo di varie medaglie al valore ». Quanto al movimento benelliano esso ha dato modo al segretario del fascio di Zoagli di elargire all'Impero un brano di prosa fascista per assicurare il duce dell'assoluta devozione del fascisti del luogo. L'on. Sem Benelli disse che la sua casa era circondata dalle guardie. Il segretario del fascio di Zoagli soggiunge : — « Por quanto' ci riguarda, 6ono inutili le precauzioni di difesa perche sapremo tenere ben ferme le mani in tasca in attesa silenzicsn, che ingigantisce la fede e centuplica l'energia, fino a quando il duce vorrà ». Il movimento benelliano era oggetto stamane di qualche commento nei corridoi della Camera. Alcuni fascisti dicevano che Sem Benelli, anche considerato come capo di una organizzazione spirituale, non può straniarsi dalla realtà politica e su questo terreno bisognerà attènderlo. Gli elementi favorevoli alla t Lega Italica » sostengono invece che il nuovo movimento, attraverso una larga propaganda di pacificazione degli animi, raccoglierà intorno a sè tutti gli italiani desiderosi di stroncare l'attuale disagio prodotto da violenze morali e materiali. Corre voce che alla riapertura della Camera gli esponenti della corrente benelliana rivolgerebbero a tutti i gruppi, nei loro discorsi, un appello alla concordia o alla pace ». Episodi fiorentini Col titolo: «Gli effetti delle parole del duce » il Mondo pubblica alcuni particolari delle violenze fasciste verificatesi ieri a Firenze, dove i fascisti hanno fatto affiggere delle scritte murali con sopra riportato il brano famoso coù il quale il duce si richiama a Bismarck e chiude accennando alla possibilità di fare delle opposizioni «strame per l bivacchi delle camicie nere » : « Alcuni fascisti, incontrato verso le ore 24 sul ponte Vecchio, il calzolaio Calzori Tullio d'anni 88, gli fecero osservare cho in quell'ora non doveva trovarsi fuori di casa e ciò detto lo tempestavano di legnate. Il disgraziato dovette farsi accompagnare all'ospedale per ricevere le cure del caso. Alla vecchia barriera aretina quattro operai, sospetti di essere assidui lettori dei giornali di opposizione, sono stati appostati e malmenati dal soliti individui cho piantonano il chiosco dei giornali per identificare coloro che si rendono passibili di tanto delitto. A pochi passi di distanza dal punto dove le violenze El consumano vi è la caserma del carabinieri ». A proposito della situazione a Firenze il Popolo scrive: •Se l'on. Mussolini non fosse cosi occupato e preoccupato dalla speculazione che i signori oppositori tentano giornalmente su tutti i piccoli incidenti della cronaca come, per esempio, il fattarello Matteotti che, come dice lui, sarà ridotto al processo a proporzioni insignificanti, si accorgerebbe che nel campo fascista avvengono cose che, se non avessero riflessi tragici e dolorosi, farebbero scompisciare dalle risa. Ci siamo già occupati di quanto avviene a Firenze, la città cara al cuore tenero del Duce, sensibile a tutti gli atti di gentilezza che vengono compiuti nella città dei fiori, celebre per tanta luce di arte del Rinascimento e le lotte di fazione medioevall e moderne. Ci siamo occupati di quei signori della banda Gambacclani e compagni colpiti da mandato di cattura e scappati, dopo i regolari ossequi alle autorità del Rignone, a fare due bagni a Viareggio. Abbiamo informato i lettori della fioritura di croci sul Lungarno a commemorazione dei tremila, salvo errore od omissione, morti fascisti, ricordando le benemerenze del prefetto e del questore, florentfnl inamovibili perchè il fascismo li tiene cari corno due gioielli di funzionari ». Il giornale, accennando all'attività fascista a Firenze, si chiede cosa avverrebbe se l'opposizione si permettesse alcunché di simile e passa quindi al seguente episodio: « — Ci è avvenuto, lunedi scorso, trovandoci di passaggio a Firenze, di poter constatare che vi è qualche cosa di altro di non giusto In quella città. Eravamo appena montati in una vettura tranviaria in piuzza Duomo, allorché il fattorino venno a dare la partenza comprimendosi la guancia. Ad un signore, che gli domandò che cosa avesse fatto, rispondeva, dopo averlo ben squadrato, per indovinare se non c'era da prendere il resto: — • Sono andato a comperare un giornale (egli non disse quale, ma si è potuto indovinarlo dal dolore delle conseguenze) e tre fascisti me lo hanno strappato di mano prendendomi a ceffoni. Ecco ». Firenze, canta Puccini, è come un albero fiorito ».