Giovane operaio iella "Fiat-Ferriere,,

Giovane operaio iella "Fiat-Ferriere,, Giovane operaio iella "Fiat-Ferriere,, sfracellato da un'automobile: Ieri mattina si è diffusa In città la notizia S'una grave disgrazia automobilistica, accaduta sulla strada Torlno-Pinerolo. SI parlava di un giovano ucciso da un automobile II cui conduttore, dopo avvenuto l'Investimento si sarebbe dato alla fuga. Nella prima notizia si diceva che la vittimo era un operaio di Torino e che aliclie l'automobile investitore apparteneva ad una Ditta della nostra città. Per raccogliere maggiori e più precisi particolari ci siamo recati sul posto ed abbiamo cosi potuto ricostruire 11 luttuoso avvenimento, mediante una rapida Indagine sui luoghi, c l'interrogatorio di (manti per essere accorsi subito sul sito della disgrazia potevano essere a conoscenza delle circostanze in cui essa era accaduta. Il tristissimo fatto che ha causata la morte di ima giovane esistenza è aocaduto poco dopo le 17,30 di lunedi, e taluni particolari di esso dimostrano come 6la oncora assai scarsamente sentito da taluni il dovere di prestar aiuto al prossimo, quando disgraziati eventi lo rendano necessario. Un'automobile recante la targa « in prova • proveniente da Pinerolo percorreva, in quell'ora, lo stradale provinciale su cui corre anche il binarlo del tram a vapore Torino-Pinerolo. Giunta la vettura poco oltre II bivio da cui si diparto la strada per Cumlana, in prossimità della « Cnscina d'Italia », poco lontano dal ponte sul Chlsola, l'automobile si vide 11 mezzo della strada ingombro da un carro che, nonostante i ripetuti segnali dello chauffeur non aveva appoggiato da un lato. In quel punto la strada è più alta di circa un metro del terreno circostante, ed e separata da osso da una folta siepe. Ad un lato di essa, a destra cioè di chi marcia in direzione di Torino, c'è una Aia di paracarri, molto spaziati fra di loro. Lo chauffeur dell'automobile, visto che il carro non gli lasciava la via libera — secondo la ricostruzione della disgrazia fatta sul luogo — dovette piegurc verso sinistra onde oltrepassare il carro, andando cioè cui binari del tram a vopore. Sventuratamente, proprio mentre la veloce macchina aveva appena sorpassato il carro, un ciclista, che procedeva in senso Inverso e che marciava a pochi passi dal corro e da questo era stato impedito di veder l'automobile, obliquava anche lui verso 1 binari per oltrepassare il carro etesso, e venne a trovarsi di fronte all'automobile, a brevissima distanza. Lo scontro tremendo Cosi fa che avvenne lo scontro tremendo. L'automobile, che doveva procedere in quel tratto riìtttlineo di strada ad una discreta velocità, colpi in pieno 11 ciclista. Il cozzo fu cosi vloJisnto che il disgraziato fu lanciato al di là della strada in mezzo alla siepe e giacque fuori dei sensi. L'automobile, avvenuto l'urto, sterzò bruscamente a destra, investi, sradicandolo, un paracarro con tale forza che dal contraccolpo venne lanciata contro ùn oecon-' do paracarro abbastanza distante che divelso e piegò al suolo, infine precipitò giù dalla scarpate., alta più di un metro, senza, rovesciarsi ma compiendo un giro su se stessa, di modo che quando si arrestò rimase voltata non già verso Torino, sua direzione di .marcia, ma verso Pinerolo. ■ Onesto fatto, rilevarono subito gli esperti, 'dimostra che l'automobile marciasse a buona velocità se potè « volare » il disivello di oltre nn metro fra la strada ed li campo adiacente senza capovolgersi. Al fracasso dello •contro ed alle grida di alcuni carrettieri che si trovavan li presso, accorse gente che era Intenta al lavori agricoli nella vicinanza. Subito dopo avvenuto l'urto, sopraggiungeva da Plnetrolo 11 camioncino di un negoziante torinese, Oreste Pozzi, abitante in via Priooca N. 4, che aveva con sé nn altro giovane, Ernesto Racca. n Pozzi ed il Bacca si affrettarono Intorno al povero ciclista ferito, che si lagnava sommessamente e appariva, anche ad occhi profani, In gravi condizioni. Con Infinite cure il poveretto venne adagiato sul camioncino e trasportato * Piossasco, che è poco distante dal luogo della sciagura. All'ospedale di Piossasco ove giunse alle 18, il ferito venne ricevuto dal dottori Silvio Silvani e Francesco Alfano. Alla '.visita medica risultò che 11 disgraziato aveva, nel tremendo urto riportato la frattura comminutiva dell'omero sinistro, la frattura del femore sinistro, contusioni in tutto 11 corpo e commozione viscerale. I dottori gli prestarono le urgenti cure del caso e quindi lo Interrogarono. A stento il poveretto potò dichiarare <H chiamarsi Luigi Traversa di Àn. drea, d'anni 21, da Cumiana, La madre II giovane, messo a letto, continuo a lagnarsi, Invocando appassionatamente la mamma. SI vedeva che soffriva atrocemente. Verso le ore 19, un'ora dopo il suo ingresso, malgrado le affettuosissime cure del medici, egli spirava, dopo aver ancora chiamato un'ultima volta la mamma, ed aver ricevuti 1 conforti della religione. Pochi minuti dopo giungevano all'ospedale, da Cumiana, 1 genitori ed un fratello del morto. Si può facilmente immaginare la straziante scena di dolore quando la sventurata madre vide la sua creatura — che poche ore prima di partire per Torino l'aveva salutata allegramente — già piena di vita e dt energia, freddo cadavere straziato sul letto dell'ospedale I Quando fu un po' calmato U primo disperato Impeto di dolore, fu possibile avere qualche altra Informazione sulla .vittima. • Egli era operalo alle Ferriere-Fiat. Attualmente però era a casa perchè sofferente ad un piede, pare, per infortunio sul lavoro. Infatti nello tasche gli vennero trovate ISA lire ebe, da altri documenti che aveva con sè, risultavano pagate al Traversa come Indennità d'infortunio sul lavoro. Era partito appunto da Cumiana lunedi per venire a Torino a ri. tirare la piccola somma. Egli lascia a piangerlo 11 padre, la madre, un fratello attuai, menta in America, una sorella che è a Pinerolo ed un fratello giovanetto. Sul luogo della disgrazia, appena avvertiti, cioè nella sera stessa di lunedi, si portarono l Comandanti dMje stazioni del Carabinieri di Orbassuno, maresciallo Carta, e di Cumiana. maresciallo Arnodo, 1 quali condussero lo prime indagini e fecero gli accertamenti del caso per accertare ie responsabilità. Opera difficile, porche 1 pochi testimoni si erano allontanati ed erano Ijjnotl gli uni agli altri, e perchè è ancora troppo diffuso tra noi il pregiudizio di prestarsi malvolentieri allo Indagini della giustizia, soprattutto por scansare noie e perditempi. Ad ogni modo, sarcbho risultato che nel primo momento dell'accidente qualcuno fra gli accorsi, avrebbe esclamato: • — Nessuno prende nota del numero dell'automobile? All'invilo, un giovanotto — che fino a Ieri nel pomeriggio non si era ancora presentato ni carabinieri — trasse lapis e carta, segnandosi il numero distintivo della vettura che, paro sia il • ICS — in prova ». Vedendo ciò 10 chauffeur avrebbe esclamato, rivolto al presenti: — Ma se volete qualche cosa rivolgetevi alla Spai La macchina appariva danneggiata nel cofano. Lo chauffeur stesso sembrava ferito al capo e sofferente ad una gamba, tanto che camminava zoppicando. Tuttavia macchina e chauffeur erano in condizioni più che discrete se poterono, con una pazza corsa, come diremo, sottrarsi, per ora almeno, alla Identificazione ed alle investigazioni dell'Autorità. Viaggiatori senza pietà ' Abbìam potuto parlare col signor Oreste Pozzi che trasportò il ciclista all'ospedale di Piossasco. Ecco il racconto che egli ci fece del tragico caso: — Io seguivo, al momento della disgrazia, la macchina investilrlce a due o trecento metri. Da essa mi separava più il polverone che la distanza, tanto che se avessi marciato a velocità più forte quando 11 carro, innocente causa del futto, si fermò,' io l'avrei Investito. Giunto col mio camioncino sul sito, vidi subito, ritto sul sigilo della strada, lo chauffeur che tenendosi una mano sulla fronte, barcollava come Inebetito. Interrogato, non rispose. Sembrava, ed era, intontito dallo choc nervoso. La macchina era giù •nei campi rivolta verso Pinerolo. Di fronte ad essa dall'altra parte della strada, hi mezzo alla polverosa siepe flancheggiatrice giaceva 11 povero Traversa, supino. Dalle sue labbra usciva un fioco lamento inframmezzato dall'Invocazione alla mamma. La bicicletta era poco distante ridotta a un mucchletto di rottami. LI attorno stavano già riuniti due o tre carrettieri, ed alcuni contadini, ed altri accorrevano. Quasi tutti costoro imprecavano contro lo chauffeur. Io ed 11 mio compagno Racca rivolgemmo subito le nostre attenzioni al ferito. Lo togliemmo dalla siepe ove era stato proiettato e lo adagiammo sul ciglio della strada. Eravamo perplessi sul da farei, pensando alle difficoltà del trasporto del povero giovane Ano a Piossasco. La macchina investltrice non aveva che un angusto sedile disponibile. La mia vettura non era adatta. In quel momento sopraggiunse un'automobile privata in cuti stavano due giovanotti e due signorine. Pregammo che volessero accogliere il ferito che nella loro vettura, più convenientemente adagiato, sarebbe arrivato anche più presto all'ospedale per avere 1 conforti della scienza medica. J. quattro viaggiatori si rifiutarono nettamente, e diedero ordine al loro chauffeur di proseguire verso Pinerolo, e ripartirono senza curarsi d'altro. La foga dello chauffeur "«" Rimasti cosi delusi, decidemmo di trasportare il Traversa sul mio camioncino. Lo caricammo con ogni cura, allogandolo alla meglio. Io chiesi al chauffeur investitore se voleva lo prendessi a rimorchio, pendio avevo con me una corda adatta all'uopo. — No, no La macchina può camminare benissimo. Vengo da me. c CI mettemmo in viaggio. Senonchè, mentre Io portavo il ciclista, che già appariva moribondo, all'ospedale, Io chauffeur, cedendo a non so quale stupida e cattiva inspirazione, accelerò la marcia. Attraversò a tutta velocità Piossasco, senza badare ai cenni che gli abitanti gli facevano di fermarsi, ed anziché proseguire direttamente per Beinascp e Torino, svoltò fulmineamente sulla strada di Bruino ed in pochi secondi scomparve dalla nostra vista. < Io proseguii verso l'ospedale dove deposi il disgraziato giovane e mi trattenni mentre lo visitavano. Ricordo chs i dottori gli fecero un'iniezione di canfora, ma egli peggiorava visibilmente e rapidissimamente, lo sentii chiamare ripetutamente la mamma. Nelle tasche del vestito — che non appariva stracciato, cosi che noi ritenemmo che la macchina non lo avesse trascinato, ma soltanto colpito e lanciato lontano — gli trovammo 120 lire ed un documento del quale appariva come operaio delle Ferriere-Fiat, colpito da infortunio. Poco dopo seppi che era spirato subito dopo aver ricevuto 1 sacramenti da un sacerdote del luogo. Io non so altro », Sappiamo da altra fonte che le Indagini per identificare lo chauffeur della macchina in prova proseguono e che si ritiene abbiano ad aver rapido successo. Per i funerali del povero Traversa le disposizioni relative sono subordinate al permesso del Pretore di Pinerolo che deve autorizzare l'inumazione della ealma,

Persone citate: Arnodo, Ernesto Racca, Francesco Alfano, Oreste Pozzi, Pozzi, Racca, Silvio Silvani, Traversa