L'allargarsi delle polemiche e delle indagini giornalistiche mette in rilievo particolari e problemi essenziali

L'allargarsi delle polemiche e delle indagini giornalistiche mette in rilievo particolari e problemi essenziali II/ É» JR OOKSSO MATT ROTTI L'allargarsi delle polemiche e delle indagini giornalistiche mette in rilievo particolari e problemi essenziali Una lettera dell'on. Finzi - La strana latitanza di Panzer! - Ancora il cadavere Roma, 3, notte. Abbiamo rilevato sabato scorso la pubblicagione del settimanale Milizia, in cui l'on b.unta, in un trafiletto intitolato • Parli l'on! pinzi », poneva all'ex sottosegretario agii Inlenii ì seguenti due interrogativi : «E' vero ?„Jl0Ui e >vn.° cIìc.u»a copia del famoso me"I?1, i1'0 (,?'°"- Fl"zl sarebbe nelle mani del dueUore del Popolo ? \v vero o non £ vero che lon. F.nzi ha avuto un colloquio con costui in casa di un noto prelato romano ? ». Finzi e il suo memoriale al Giornale U Italia risponde.., che non risponde. Ecco la lettera: •Signor Direttore, Le sarei grata se vorrà pubblicare quanto segue: Da vari quotidiani ho appreso die il giornaletto settimanale diretto dal! on. Giuntami avrebbe posto alcuni cruesi.ii invitandomi a sollecita risposta. Dé6;«. °i- ren,,*r« noto che io concerto il diritto di avere mie risposte, a qualunque domanda intendano formularmi, esclusi varnen te ai magistrati come, cittadino, ai miei elettori e al Parlamento come deputato, e ai legittimi dirigenti del partito come fascista. Questo per In correttezza, e per concorrere a crearla, ove si volesse impedirla. Mi abb'a, egregio d.rettore, eoi miei ringraziamenti, devotissimo deputato -Aldo Pinzi». Qualche giornale torna stèsserà sull'argomento già accennatovi ieri de! rinvio del processo Matteotti dalla Corte di Assise di noma ad altra sede. Pi tratterebbe, scrive il Giornale d'Italia, di un vero e proprio decreto di.inabilitazione giudiziaria a danno di lioma, Ora, secondo la legge comune, non si può inabilitare un qualsiasi cittadino senza procedimento -li interior ;:. mi male o morale, su qua!: motivi, su qua!: esperienze dovrebbe basarsi la t.-nnn contro la dita nostra v Noi sudiamo a citare un precedente solo che possa in qualche modo essere Invocato a pretesto di un provvedimento slmile. « Invece questo avrebbe per immancabile effetto di confermare apertamente la voce diffusa a scopo fazioso che il processo Matteotti ispiri fantastiche paure e suggerisca eccezionali precauzioni. Anche per questo, non dovrebbe quindi togliersi i! dibattito dulia sua sede naturale e legale, Noi, de! re.sto, non insisteremo sull'argomento ove non implicasse una innegabile oliesa a Roma, all'intelligenza e rettitudine della sua popolazione:. Sènza una causa precisata e ineccepibile non si diminuisce la dignità della capitale ». Alleerà la sode futura del processo Il Votolo rileva che, mentre tutti i giornali riferivano la voce del rinvio appunto come semplice voce, o lutto al più parlavano di probabilità, il solo Corriere d'Italia, die ha possibilità, secondo l'organo popolare, di essere molto beiie informalo su ceni argomenti, In dava come certa. Difatti il corriere d'Italia recisamente afferma: > Ceno 0, e ia notizia b stata conformata da persona bone informata, che il dibattito non si svolgerà « Roma ». Il Popolo cosi commenta: «E i molivi di un tal (provvedimentoEcco. Per legittima suspicione e in secondo luogo per non svolgere un simile processo mentre Roma sarà gremita di forestieri per le feste dell'unno santo. Questo secondo motivo ci sembra assolutamente fuori di luogo. Che cosa abbiano a vedere i pellegrini forestieri e l'unno santo col processo Matteotti non riusciamo a capire, per quanto abbiamo pensalo con calma sulle eventuali relazioni fra l'uria cosa e l'altra. Resta il primo motivo. Ma come il Corriere d'Italia può affermale che il Pubblico Ministero avanzerà analoga domanda appena terminata l'istruzione, la quale a nostro avviso non si potrà chiudere con tutto quello che bolle in pentola e malgrado l'ottimistica previsione di qualcuno, se non fra cinque o ci mesi ? Perciò, nò la Procura generale può aver pensato ni rinvio del processo ad altra Corte per legittima suspicione, ne la difesa può aver fatto simile richiesta iniziando essa il 6uo compilo solo allora che ha termine l'istruttoria e si inizia la fase processuale Ora, se malgrado ciò si afferma come certo il rinvio del dibattimento pubblico ad altra Corte, ciò significa che tale rinvio e deciso non per legittima suspicione, non per i pellegrini dell'anno santo, ma per sola ed unica volontà del Governo r. lì mistero della Quartarella Continua frattanto fra i giornali romani la discussione sul seppellimento e il ritrovamento del cadavere. L'Epoca scrive : « Qualche giornale, oltre a mettere ancora in dubbio l'attendibilità delle rivelazioni da noi fatte, rivelazioni che sono state scrupolosamente esamiate e vagliate dall'autorità inquirente, insiste nel prospettare come seria l'ipotesi che dei resti rinvenuti nella macchia atdlmrbascndtefad«ulmsImfcpmvslUsaiqqtpciblnzgddpcldella Quartarella soltanto il teschio sta del i disgraziato on. Matteotti. Tutte le altre, ossa, si afferma, dovevano appartenere a chi sa quale altro defunto. Ma, di grazia, su quali " fatto si basano queste ussurde af- i? Per nostra contro, slamo con-j' iuiimo^cd'ùm'V'mrserl restì'^elfinfelice de- jfermazlor vintissimi che il cadavere, o mèglio lo sche- j letro rinvenuto alla Quartarella eia proprio quello del povero deputato soppresso, e questa convinzione ha basi Indiscutibili. Si 6 anche detto che due tibie erano eguali, cioè entrambe appartenevano alla gamba sinistra. Ma come è possibile dire questo? Eccetto i periti giudiziari, tutte le altre persone che putalo non potevano certamente essere In grado di stabilire l'eguaglianza di due tibie in quanto nessuno delle dette persone possedeva sufficienti cognizioni anatomiche, e d'altra parte gli stessi perili non hanno ancora presentata la loro relazione 6iilla perizia, non essendo questa per altro ultimata. E allora? Chi ha informato coloro che sosten- j gono la diceria delle due tibie? «. I soffocamento à e e Il giornale fa quindi sua la versione data nei giorni scorsi da altri giornali filofascisti che la morte dell'on. Matteotti sia avvenuta per emottisi provocata da un principio di Lo stato del cadavere Ma ben altri dati ed argomentazioni recano in contrapposto altri giornali. Il Mondo jmbbhca la lettera di un medico, il quale sostiene che l'ultima narrazione del seppellimento alla Oiiartarella non può non essere che una mistificazione, a meno che non vi concorressero altri fatti e manipolazioni oggi ignorate. Il seppellimento in lerreno durissimo, compatto anche per la stratificazione delle radici della macchia, in una stagione quasi priva di pioggia, non poteva in due mesi in modo assoluto scarnificare il cadavere, l.a statura ipotetica dello scheletro della Quartarella, desunta dalla lunghezza degli arti inferiori, 6 di metri 1,60, mentre l'effettiva statura della vittima era nota per metri 1,72. Ciò merita tutta la nostra attenzione. « L'ipotetica statura dello scheletro rinvenuto alla Quartarella in metri 1,00 è stata certamente ricavata in base alla inedia statistica, ma si sa che queste medie in un paese come l'Italia dove l'antropometria 6 variabilissima da regione a regione e da una isola etnica all'altra, è molte volte lontanissima dal caso concreto individuale. Nel nostro caso, chi scrive non ha conosciuto i! martire, ma poichù la famiglia è di origine trentina, con tutta probabilità si tratta di un individuo che per appartenere all'antropometria veneto-treptina deve presentare notevole prevalente sviluppo degli arti superiori. Se cosi fosse, un esame in proposito di vari elenienti testimoniali è sempre possibile. Si potrebbe arrivare, in via indiretta, a stabilire la lunghezza delle ossa degli arti inferiori quale approssimamente doveva essere nella vittima. Questa lunghezza, se vera la nostra ipotesi, sarebbe tale da corrispondere, in base ni dati della media statistica che sono sempre, molto generici e si riferiscono a molte e zone, ad uria statura di oltre metri 1,80. La ì statura, dunque, dello scheletro di metri l.'n) • ir... i... 1..,.. :.. I........ ..ti.. -»/...:.. r.r n.-]!;.: r- calcolata in base alla media antropometrica, o I e la stutura invece della vittima, quando - si- volesse calcolarla sugli stessi indici, suò- pcrerr-hh, , metri ,70. In sostanza, e con I a1-'"' «'-' fossimo davanti realmente ad ossa lunghe degli arti Inferiori delia vittima, dagli indici antropometrici verrebbe indicala una statura di mollo supcriore a quella effettiva di metri 1,72. Resterebbe così, da metri l/X) a metri 1,S0, una enorme differenza, che sta a denotare una enorme probabilità che lo scheletro della Quartarella non appartenga al martire. Questa semplice positiva e aritmetica indagine, si impone, conclude l'autore della lettera, e ne potrebbe venire fuori qualche verità fondamentale, a cui diversamente sarà ben difficile pervenire in tanta faziosità e perversità che si e esercitata e si esercita contro la grande vittima ». Le tendenziose pubblicazioni filofasciste Andie II l'vpvlo, polemizzando con V Epoca, fa luogo ad una lettera, ma questa di un avvocato e rifér-eiucsi alle noto rivelazioni dell Epoca. Nella lettera si legge tra l'altro: «A proposito di quella tale persona che in una sera iiirprecisaia del giugno scorso ebbe la ventura di imbattersi nella tragica automobile che sostò ai margini dell'ormai fumosa Quartareìlu, e che ebbe agio di squadrare In lungo ed in largo per ben tre volle la macchina stessa sino a segnarsene il numero fatale, e che ebbe anche l'altissimo onore di conferire colle illustri persone che l'occtipavano, a proposito, ripeto, del vile pedone medesimo, anche II Popolo ha omesso, se non vado errato, una considerazione di non disprezzabile importanza. Eccola. Ammesso che l'ineffabile testimonio non si sia sbagLiato, Uopo due mesi e più, per raccontare un suo sogno, ed ammesso cui lui a ragione che non abbia avuto inolilo il coraggio di ripassare intorno alla misteriosa automòbile ed anche quello di celarsi onde scrutare l'attività che quel messeri avrebbero svolto, ammesso tutto questo e quanto altro pure a qualunque può fare comodò, come si deve credere che cotanto testi in o.i io, non appena partiti i suol interlocutori, non abbia sentilo prepotente il bisogno di tornare sui suoi .passi, ricalcare1 i luoghi o le stessè orme, le quali, non ha chi non veda come subito lo avrebbero indirizzato alla tragica fossa, come, se non altro, glie l'avrebbero subito rivelata e il terreno di recente smosso, e gli sterpi e le cottecele di alberi da pochissimo divelti e tante altre piccole e grandi indicazioni? Eppure, se anche la curiosità non ebbe immediatamente a pùngere il nostro uomo o meglio l'uomo dell'Epocn, lo avrebbero dovuto necessariamente muovere le notizie che alla distanza di un giorno o due pubblicarono i giornali intorno alla misteriosa scomparsa ed al rocambolesco rapimento di Giacomo Matteotti. Non le sembra? F.rs-o. E' lecito concludere che aneli» codesto tardivo rivelatore noti è meno ammaestrato di rene volpi delle boscaglie guardate dai Caratelli ». A .proposito «ci quali Caratelli ancora 71 Popolo dedica un tradii etto nel quale rileva, la notizia assai importante dala ieri dal Sereno. Il quale scriveva: « Il brigadle-e Caratelli, discorrendo con noi ed r,!tri molli, sostenne che egli ignorava l'esistenza della, fossa segnalatagli casualmerde rial cane Trapani, mentre a detta del Conti 11 cene non e.n'ra in alcun modo nclfa scoperta, dovuta esclusivamente, e" non da nnel giorno, ai componenti della famiglia Caroteni ». ■ li Popolo quindi argomenta: «E non da quel giorno, ha detlo il Conti. A quale epoca dunque rimonta la conoscenza della fossa da parte della famiglia Caratelli ? La domanda non è priva di interesse e siamo certi che i magistrati inquirenti l'avranno fatta a chi di dovere ». Un'altra importante lettera del medico legale che già argomentò autorevolmente in proposito, pubblica ancora 71 Popolo, lettera in cui si ribattono i particolari essenziali della versione de! delitto offerti negli scorsi sMorni dal Giornale d'Italia. Scrive il medico legale: ■ Uno speciale rilievo merita il racconto melodrammatico del Giornale d'Italia, che in «mesta faccenda, come sulle direttive politiche, ha proprio l'aria di voler fare rivivere il « Candido » di Voltaire. Secondo dunque il predetto giornale l'assassinio dell'on. Matteotti i> di una semplicità e di una chiarezza cosi banali che ci vogliono proprio degli esaltati per ricamarci intorno tante fantasie. 11 povero deputato di Roma fu preso, ucciso e sepolto alla svelta nella macchia della QuaTlarella, tanto alla svelta che era ancora in periodo di rigidità cadaverica, conservando la posizione di seduto che aveva nell'automobile. Se ci sono voluti "due mesi r>er ritrovarlo, ciò e dovuto perchè; il brigadiere caratelli ba avuto graziosamente la licenza per il Ferragosto. Sic et simpliciter. Domande precise « La prego quindi, signor direttore, di sottoporre al suo confratello queste modestissime domande: alPerché il cadavere fu domi i ,j.lt0 quando eia destinato ad un ritrovamen l0 C06j precoce? b) Perchè perdere tempo a denudare un cadavere e a quale scopo? c) e come hanno tatto gli assassini a denudare un cadavere rigido? Poiché lei sa che il primisjsimo uiilcio presso un morto è. quello di ese- ' gnire una rapida vestizione, che sarebbe, assolutamente impossibile qualche tempo dopo. La stessa difficoltà si deve riscontrare per l'ufficio opposto, ciofe per la svestizione. E non si capisce come persone sotto l'incubo di essere sorprese, si indugiassero in aperta campagna, in questa operazione che, per un sotterramento senza altri motivi, non avrebbe j senso comune, d) Perchè la giacca era nel j bGIbtpacvpMizupvzdmdotngsIpdftmtdmogpgmocDrptiElmtvnstqmMvvidlmgseniCcsetanmcall , a a a , , a e i i a a e e cunicolo e i calzoni nella valigia del Dumini? e) Dove sono andate le mutande, la camicia, la maglia, lo calze e le scarpe? f) Come mai gli assassini avrebbero sparpagliato in tre punti diversi gli indumenti della vittima e per quale motivo? « Aspettiamo che il Giornale d'Italia ci dia qualche risposta, possiamo formulare da noi qualcbe induzione più seria e più logica, e cioè che il cadavere non sia stato denudalo, meno quella parte di calzone che serviva al Dumini nella sua valigia per motivi plausibili detti nella precedente lettera. Ma anche 6U questa benedetta rigidità cadaverica sarà bene intenderci una buona volta, non cervelloticamente, ma scientificamente. Dove ha sede la rigidità cadaverica? Quando si inizia e quando finisce? Qualunque sia l'origine di essa, secondo le diverse teorie, essa ha sede nel sistema muscolare. Sono i muscoli che diventano rigidi. Essa si può iniziare tre minuti dopo la morto e cessare dopo venti ore. « Questi sono gli estremi delle morti naturali. Ma, in quelle violente, queste leggi sono alterate e specialmente in quelle in cui 6i ha l'esaurimento della potenza muscolare in vita. In quelle avvenute per emorragia, per decapitazione, la rigidità cadaverica e fugacissima. Tale è il caso dell'on. Matteotti. Secondo questi dati dunque il seppellimento avrebbe dovuto aver luogo subito dopo il fatto. Ma a questa tesi si oppone lo scorrazzare dell'automobile di qua e di là con a bordo il cadavere. Se invece il povero Matteotti fosse stato sepolto un giorno o due dopo la morte, parlare di rigidità cadaverica per spiegare la posizione anormale delle gambe piegate, delle ossa dietro del dorso, diventa non solo impossibile ma supremamente ridicola, perchè, finita la rigidità, il cadavere entra in uno stato di completa flaccidità di assoluto rilassamento. . In tutti e due i casi, la ricostruzione del Giornale d'Italia non regge nè alla logica nè al criterio scientifico. Un cadavere non può sorpassare in due mesi i cinque periodi del disfacimento completo come è avvenuto pei resti del povero Matteotti. E allora i casi sono due: a) o il cadavere non è quello di Matteotti e c'è qualche dato per sostenerlo, se è vero che ci sono due piedi destri, 12 centimetri meno dell'altezza, e altri dati minori; b) o il cadavere è stato sottoposto a un processo di distruzione artificiale mediante a ) , o n terme, I„ mi ni e dell interi m, nio l'uso di acidi, come afferma la Tribuna. Ma questa operazione degli acidi si è fatta alla essi hanno avuto bisogno di uà stazione in-rmeriia fra il luogo dell'uccisione c quello Quartarella o altrove? Ponga, signor direi tore, queste domande al Giornale d'Italia e vedrà, spero, ciie la risposta ad esse che dare .ino tutte le persone di buon senso sarà questa: Se quelli sono I resti di Matteotti Abbatemaggio e Domini Quasi tulli i giornali poi rilevano la pubblicazione dell'Unità di Milano secondo cui Gennaro Abbatemaggio, uno dei principali Imputati del famoso processo Cuocolo avrebbe chiesto alla Sezione d'accusa di essere interrogato sulla circostanza che il Dumini, pochi giorni prima 11 delitto Matteotti gli avrebbe offerto dt partecipare ad uno lezione conlro una persona politica. 11 Giornale d'Italia, a questo proposito scrive: « Non siamo disposti ad accettare sulla parola le affermazioni di quel personaggio. Ma — anche ieri notavamo — quella contro il deputato unitàrio fu veramente una spedizione in grande etile per la quale si arruolò un personale specialmente atto secondo i suol precedenti. Evidentemente ci volevano individui di prim'ordine nel genere. La preparazione, dunque, mostra che si trattava nell'Idea di chi l'aveva designata, di unu impresa maggiore delle altre. Poteva questa concludersi in una manganellata come le precedenti o in temporaneo ratto come ora si va ripetendo? A questo proposito, continua il Gimnale d'Italia, dobbiamo tornare ancora sulla giacca dell'ucciso. Si dice infatti che di essa si servirono gli aggressori per comprimere In voce dell'aggredito lino a soffocarlo. Ma per farne un tale uso bisognava toglierla di dosso alla vittima, la quale pare si dibattesse furiosamente. La spogliazione quindi non poteva riuscire nè facile ne pronta. Mentre, In mancanza di altro, gli autori del ratto, potevano servirsi della "giacca propria. A quella di Matteotti, 6 da ricordare, fu tagliata ùnti manica. A die scopo, dopo essersene valsi o predurre la soffocazione? ». E a mo' di conclusione, il giornale aggiunge: «Facciamo queste domande perdio pare che gli accusati, nel loro interesse, si giovino di argomenti che non sappiamo come, nò perchè, largamente diffusi possono ottenebrare la visione netta della realtà». Il contegno degli imputati Lo stesso giornale, commentando poi le dichiarazioni fatte dalla madre di Amerigo Dumini e dalla signora Bassini a un redattore del « Sereno » scrive: « si è riferito che i parenti di Amerigo Dumini parlano di un intervento d(at quale dovrebbe essere liberato il loro congiunto accusato di una colpa altrui. E' umano ch« chi ama creda tenacemente all'innocenza di chi, a lui unito dall'affetto famigliare, è sotto una grave accusa. Ma noi teniamo conto dell'episodio perché ci sembri valga a illustrare il contegno tuttaviu ostinatamente negativo degli imputati. Questi, e specialmente proprio il Dumini enino convinti da principio che la loro detenzione non avesse :i prolungarsi. Più di una volta, u quanto si narra, alcuno di essi avrebbe esclamalo: n E' ora che finisca questa commedia ». Ma questo atteggiamento durerà quando do vranno convincersi che la magistratura è invece ifna cosa reale e seria alta quale lutti debbono rimanere sottoposti?». Sulla fase attualo dell'istruttoria Matteotti il Scremo pubblica: « Il fatto saliente delle fasi dell'istruttoria di questi giorni è costituito dai frequenti collorjuii che il commissario Pennetta ha con i magistrati Inquirenti. Il capo della polizia giudiziaria si reca dal comm. Del Giudice spessissimo ed è. intrattenuto a lungo. Egli, evidentemente riferisce i risultati delle indagini espletate e riceve quotidianamente nuove istruzioni. Anche il capuano Pallavicini dei Carabinieri si mantiene in continuo contatto con la Sezione di accusa. Finora ha trasmesso 170 ranporti. Le indagini col cav. Pennetta e il capitano Pallavicini vertono specialmente sulle misteriose circostanze che portarono alla scoperta del cadavere per stabilire alcuni punti sui quali i magistrati hanno richiamato la loro attenzione ». La cronaca dell'istruttoria I magistrati della Sezione di accusa hanno continuato oggi l'interrogatorio di vari testi al Palazzo di Giustizia. La mattinala ò stata dedicata alia deposizione di contadini d! Morlupo e di Riano. Tra questi è slato anche sentito quel tale Antonio Scoccia, il qua le secondo quanto già narrammo diffusumente nei giorni scorsi aveva dichiarato che in una sera tra il 12 ed il 14 giugno si incontrò in via Flaminia con un'automobile che non seppe dire se coperta o scoperta, montata da quattro uomini. La macchina era ferma, ed al suo passaggio discesero due individui, uno basso e tarchiato vestilo di grigio che sedeva al volante, e un altro che era seduto all'interno, più alto, e che con accento spiccatamente straniero disse ad alta voce: «Meglio la macchina piccola che la grande ». L'altro fermò il contadino per domandargli dove conduceva la stradetfa e chiedergli un piccone. Lo Scoccia rispose che non aveva con si che un falcetto e continuò per suo conto. L'altro lo segui ancora per una ventina di metri e lo richiamò per domandargli dove portava 11 viottolo attraverso unti macchia. Saputo anche questo, l'individuo tornò indietro ed il contadino udì nuovamente il rumore della macchina che si rimetteva in moto. A mezzogiorno è stato introdotto il pretore di Castelnuovo di Porto, cav. Moro!, a RrNcaècsgjirddscdpdflGcdlgqdmtfupcdttumpmsssnlcNvmslvqpdaccIbciismppPavSiizbsMmpn o l e a e , l a l è ò l i i i , n e casa del quale qui in Roma, come pubblicò I il Sereno sin dal 14 giugno, si presentarono | il 13 giugno tre persone per informarlo che j presso la via Flaminia, tra Serofuno e Civita Castellana e precisamente in territorio di sua giurisdizione era stata trovata la testa di un morto che 6i diceva essere l'on. Matteotti. ! il pretore non era però in casa. Dopo, uon ebbe più notizie dei tre misteriosi Informa- tori, di cut uno si seppe era vestito di uno scafandro da meccanico. Oggi, quando il pretore Moroi usci dopo l'interrogatorio dal gabinetto della Sezione di accusa fu avvicinato ed interrogalo da qualche giornalista. Si limitò a dire: « Mi sono recato dal commendatore Del Giudice, ma non per parlare in merito alla circostanza cui alludono, A suo tempo, anzi in tempo non sospetto, cioè prima che la notizia comparisse 6iil giornali, diedi in proposito le più minute spiegazioni scritte ai magistrati inquirenti, poi non seppi più nulla di questa faccenda ». Il cav. Moroi non volle aggiungere altro. 11 pomeriggio è stato dedicato all'escussione di altri testimoni. Alle 18 poi, come ieri avevamo annunziato, convennero nel gabinetto della sezione di accusa dove li attendevano il'comm. Del Giudice e il comm. Tancredi, assistiti dal cancelliere Scagnetta, i patroni delle parti, l'avv. Coccia in rappresentanza della parte civile ed i periti medici dottori Massari c Bellucci, ed 1 jieriti tecnici ing. Lacava e Lumaio per l'esame della lima ritrovata insieme col cadavere dell'on. Matteotti nella fossa della Quartarella, per la determinazione dei quesiti peritali in merito alla lima stessa. Questa è una comune lima, di quelle che fanno parte abitualmente del corredo degli strumenti delle automobili. E' lunga 34 centimetri c larga sei. Attaccati ad essa ì periti constatarono un piccolo lembo di epidermide e dei piccoli pezzi di carne molle, complètamente secchi. Poi constatarono sul ferro alcune macchie di colore rosso scurissimo che al primo esame non era possibile accertare se di ruggine o di sangue. Fu quindi introdotto il teste Gennaro Palumbo, meccanico del garage di Trevi, di proprietà Torn! musini, presso cui 11 Dumini prese la famosa ' Lancia in cui fu rapito poi l'on. Matteotti. Al Palumbo fu mostrata la lima per sapere se la riconoscesse, insogna notare che nei giorni passati il Tommasinì, proprietario del garage avrebbe dichiarato che la lima non sarebbe appartenuta all'automobile uscita dal suo garage. Oggi invece il Palumbo ha dichiarato di riconoscerla come quella che precisamente era contenuta nella cassetta degli strumenti della Lanci Esaurita la testimonianza del Palumbo fu a r0no formulati i quesiti per i periti. Questi a | dovranno esaminare studiosamente lo. lima. per rispondere entro 20 giorni ai seguenti quesiti: a) Se il lembo di epidermide che si trova appiccicato ai denti sia epidermide umana; b) Se le mnechie rosso scuro che si vedono sul ferro siano di ruggine o di sann-ifjue; c) Se la lima, dato che sia stata confico | culo in un corpo, lo sia stata in un corpo vivo od in un cadavere. i e à i I delitti minori Riguardo alle istruttorie minori, la Voce Repubblicana stasera pubblica: « L'istruttoria per la devastazione della casa dell'on. Nltti procede molto faticosamente per difficoltà di natura politica che si frappongono alle indagini dei magistrati. Eppure questa è l'istiruttoria in cui sarebbe più facile raccogliere tutta gli elementi necessari per assodare le responsabilità dei mandanti e degli esecutori materiali dell'eroica gesta. I jiin.ffistrati inquirenti potrebbero ad esempio raccogliere preziose informazioni nel campo dei fascisti dissidenti. Nonostante tutte le difficoltà politiche tra le auaJi procede l'istruttoria, i vari indiziati hanno perso la calma, ed hanno abbandonata la strafottenza del tempo in cui, ad esempio, il PolveTeili poteva airringare in piazza colonna i reduci della devastazione ed esaltare il ritorno del fascismo ai tempi dell'azione ». Sullo stesso argomento dell'istruttoria per la devastazione del villino dell'on. Nltti, il Giornale d'Italia scrive: « Abbiamo detto ieri che dai preparativi-e dal largo reclutamento degli autori 3>rescelt.1, la spedizione contro l'on. Matteotti si differenziò dalle altre eseguite ti Roma. A questo però fa eccezione quella al villino abitato nel novembre «coi't>o dall'on. Nltti, la quale assunse più propriamente il carattere di una spedizione punitiva. Infatti, la sera avanti che si compisse, furono distribuiti dei cartellini 1r.vllar.ti ad un'adunanza in piazza Cnvonir alle ore in per un'affermazione patriottica. Due di quel cartellini capitarono quella sera nelle mani di un ex-deputato socialista. Onesti, nell'in tento di avvertire l'on. Ni Iti al quale evlden temente si mirava, comunicò la notizia ad un amico anch'cgli ex-deputato. Non solo, ma vii fu chi informò del fatto persone del palazzo del Viminale Invocando rae'onévòlmenie delle misure protettive. Dal Viminale si assicurò dopo ciò che sarebbero sta-te preso sollecitamente delle .misure, e che snTphbwo state date disposizioni rigorose. Invece, l'adunata in piazza Cavour potè svolgersi tranquillamente all'ora fissata e quelli che parevano capitaneria diedero la direzione del villino Nltti. GII abitatori di questo erano già avvertiti di nuanto si nrepaTava. Un deputato, giuntò parecchio tempo prima, aveva avvertito della dimostraz'one che si preparava d'eendo di aver sentito parlarne alla Camera. Un professore, che nv?va appartenuto alla segreteria dell'on, Nltti quando era presidente del Consiglio, si era pure affrettato ad avvertire la famiglia Nltti della cosa Cosi alle ore ?0 nel villino, oltre a quelli di rumiglin. erano convenute parecchie persone quando si senti l'avvicinarsi clamoroso dei dimostranti, oltre alle grida Intimidutrici si lanciò anche qualche bomba a, mano contro le imposte del!" finestre che rimasero spaccate. Il restò è già noto ». I giornali pubblicano noi che uno degli imputati d«l delitto Matteotti e precisamente il rag. Aldo Putato, dovrà comparire il 29 settembre p. v. dinanzi al,Tribunale dt Roma per rispondere di mancato omicid'o colposo. L'inafferrabile Panzer» Ci telefonano da Milano che la Giustizia pubblica : o Mentre negli ambienti fascisti si dice che Panzeri sia a Marsiglia, altri asseriscono di averlo visto in automobile con un noto avvocato fascistu o filofascista sulla via del Sempione. Quindi, secondo questa voce, non in Francia, ma in Svizzera avrebbe riparato il Panzeri, pochi giorni dopo la sua apparizione in piazza Venezia. La polizia, se 6iamo bene informuti, non sarebbe però molto persuasa dell'allontanamento del ricercato da Milano perchè sere addietro fece un appostamento per sorprenderlo dal barbiere dove pare continui ad andare per la sua loilette Ma la polizia si trova sempre di fronte t questo curioso gioco: mentre vi è chi la in forma delle mosse del Panzeri, pare vi sia anche chi informa il Panzeri delle mosse della polizia. E cosi agenti e latitanti non si incontrano mai I • La voce che il Panzeri fosse riparato in Francia veniva confermata col particolare che una personalità del fascio avrebbe ricevuto una lettera dal Panzeri e dal Malagrida (i quali vivono insieme) in cui i due fascisti lamentavano l'abbandono nel quale sono la sciati e chiedono aiuti finanziari. Sarà vero'.1 Lo dubitiamo. Perché, quando si è in una città turbinosa come a Milano e si è ricercati da una polizia cosi proverbiale... per la sua solerzia, allontanarsene porrebbe dire andare incontro a pericoli maggiori. Ad ogni modo È;■HmiatrniezpUtadceprgAondei' non detenuti per pensare che si poss; rinunziarvi, lasciando il Panzeri nella condiziono di doversi arrendere per fame. « I nostri informatori ci assicurano invece che il Panzeri è ancora a Milano. Sabato sera, 30 agosto, alle oro 18 sarebbe stato visto transitare da Corso Sempione n Corso Buenos Aires sul tram N. 3. Aveva berretto da ciclista e portava una giacca chiara. —■ Lo abbiamo riconosciuto, ci è stato detto con ferma convinzione, dal vestire, dal viso, dalla conformazione del naso schiacciato nella parte superiore e colla punta lievemente alzata. Siamo rimasti di stucco nel ve I derlo. 11 Panzeri è divenuto un po' più scuro | nella pelle, è un po' dimagrito nel volto. Si j scorgeva in lui un certo turbamento. Stava in piedi e teneva la faccia di profilo. Si nino veva p'oco ma lo sguardo era irrequieto c cercava di tenere il viso coperto dal braccio ! riaiZIlto avendo la mano ad una delle ma, al Panzeri non possono fure difetto i mezzi | finanziari. La .latitanza è troppo provviden-1 ziale agli effetti della difesa dei detenuti e!e A è i l e o o , i a i . a i a , l e a l a i e e ao niglle di sostegno. « 11 tram correva. Non si scorgevano agenti e quindi (hanno concluso i nostri interlocutori) non potemmo adoperarci in nessun modo per concorrere ad assicurarlo alla giustizia. < Difficilmente coloro che così parlavano possono essersi ingannati. Sono persone degne di fede e che hanno avvicinato di fre quente il Panzeri. Noi ripetiamo la convinzione che l'arresto del Panzeri si presenti imbarazzante per le autorità e che perciò non lo arresteranno... se proprio non piomba loro addosso. Oggi il Panzeri è descritto dai fascisti come una belva, peggio del Dumini. Egli solo può avere ucciso Matteotti in uno scatto selvaggio senza che gli altri abbiano avuto tempo di fermare la mano assassina. Ecco perchè lo si è abbandonato a sò stesso e che non gli si manda aiuti, che del resto sarebbero un favoreggiamento delittuoso. E intanto il Panzeri passeggia per Milano e fa toeletta. L'istruttoria non potrà essere definitiva se il Panzeri non è arrestato, se il Panzeri non è interrogato. La giustizia si troverà dinanzi ad un castello di menzogne combi nate per la difesa degli esecutori e del man danti detenuti e non detenuti finché resterà fuori costui al quale si possono addebitare tutte le responsabilità. « Occorre che il Panzeri sia posto di fronte alle porte dell'ergastolo perchè dica tutta la verità e declini le responsabilità dei suol complici. Il Panzeri è stato a Roma per circa un mese, prima del delitto Matteotti, e, richiamato telegraficamente dalla moglie, lamentava l'atto inconsulto della donna che lo distoglieva da un lavoro proficuo presso un'altissima personalità, a quanto egli diceva. Asseriva per di più che se un certo affare andava bene, la sua posizione era assicurata. 11 sabato venne avvertito da un ufficiale degli arditi che occorreva ripartisse, ed infatti riparti per Roma ritornando il giovedì, ossia due giorni dopo il nefando delitto, t; Panzeri quindi è necessario, indispensabile alla giustizia, ed è semplicemente scandalosa la suo mancata cattura ».