Il Governo fascista ed il problema della collaborazione

Il Governo fascista ed il problema della collaborazione Il Governo fascista ed il problema della collaborazione JL,e> prossime riunioni del Direttorio e del Consiglio del Min}, stri - Commenti cxllr» Iniziativa di JSem Benelli • I*e riforme oostltuzlonall - Combattenti e medaglie d'oro di fronte al redime. Roma, 2. notte. Domani, come abbiamo ripetutamente annunziato, si riunisce in seduta plenaria il Direttorio nazionale fascista. I componenti dell'organo dirigente del partito esamineranno ampiamente la situazione determinatasi nelle ultime settimane, soffermandosi specialmente su due problemi: quello del rapporti coi combattenti e quello della nomina della Commissione dì studio per le riforme da apportarsi alla Costituzione, riforme che a suo tempo saranno sottoposte all'approvazione della Camera. . Le espulsioni in vista e i Combattenti PeT quanto riguarda il problema dei rapporti col combattentismo sembra che l'atteggainento assunto specialinenLc dagli on. Viola e Ponzio di San Sebastiano abbia contribuito a far perdere molto terreno alla tendenzaconciliativa in seno al fascismo. Nelle ultime riunioni della Commissione esecutiva del Di-, rettorio Nazionale vi fu chi propose senz'altro l'espulsione dei due deputati dal partito fascista e ad una decisione non si venne forse nella speranza di trovare un modus vivendi che -non portasse alla rottura completa coi combattenti. Ora però, dopo le polemiche -li questi giorni, si assicura sia intenzione dei componenti del direttorio di esprimere nettamente il proprio pensiero in merito e stabilire le conseguenti direttive «li azione, e sgombrare definitivamente il terreno da ijzi equivoco. Così, la proposta di espulsioni, dal partito degli on. Viola e Ponzio di San Sebastiano sarà di nuovo-costa in discussione ed assai probabilmente api. ~ -ata. Por l'on, Musotto la situazione è più-, iplice, in quanto, avendo il deputato siciliano preso atto della sua espulsione votata dalla Federazione provinciale di Palermo senza attendere il giudìzio degli organi nazionali, al direttorio non resterà che ratificare l'avvenuta espulsone. L'espulsione de) tre deputati porterà naturalmente ad un riesame della situazione anche di quei parlamentari fascisti che hanno fatto esplicita adesione all'ordine del giorno di Assisi. Essi, secondo quanto è presumibile, saranno invitati senz'altro a chiarire decisamente il proprio pensiero e decidersi ira la disciplina al partito o la solidarietà coH'ordlne di idee di Assisi e quindi cogli espulsi, con tutte le conseguenze derivanti da questo atto. La Commissione per le riforme ìustitozionali H Direttorio nazionale, risolto il problema del rapporti coi comba iteriti, porterà il suo esame sulla nomina della commissione dei quindici, decisa dal Consiglio nazionale per lo studio delle rlfc-rnie da apportarsi allo. Costituzione secondo lo spirito del fascismo. Crediamo di sapere che, tagliando corto a tutte le dicerie corse in proposito, circa il rinvio ed altro, la commissione sarà senz'altro nominata. Una personalità parlamentare del fascismo diceva stamane alla Camera che della conumissione saranno chiamati a far parte uomini eminenti di Indiscusso valore nelle discipline costituzionali, nonché senatori e deputati del partito fascista. E' confermata, o -per lo meno data sempre come molto probabile, la notizia che a presiedere la commissione venga ehiaimato l'ex ministro della P. I. sen. Gentile. Di essa non faranno parte nè i membri del Direttorio nazionale nè quelli della Commissione esecutiva. Però, durante il periodo di studio e di elaborazione delle Tiforme, il Direttorio nazionale si manterrà a contatto colla comimlssione, la quale, com'è noto, dove rendere conto del proprio lavoro nella sessione ili ottobre al GTan Consiglio fascista. Si crede che 1 lavori dal Direttorio nazionale «luteranno un palo di giorni. Non è improbabile che. dopo la chiusura dei lavori, il Direttorio invìi una breve circolare alle Federazioni provinciali nella quale si occurperà specialmente della nuova situazione determinatasi no] raipporti tra fascisti e combattenti. E' da escludersi che il Direttorio si occupi anche del problema dei rapporti eoi liberali. Sinora, diceva siamone alla Camera la stessa personalità fascista, la questione dei rapporti coi liberali riguarda solo il Governo. L'on. Mussolini, in quanto è avvenuto in questi giorni, ha agito come capo del governo e non come caipo del partito. Per quest'ultimo la questione non e ancora Imposta. Nella prima metà di setteonbrè si riunirà pure il Consiglio del ministri. La riunione sembra sia stata convocata per il giorno 12 La sessione si protrarrà per due o tre sedute. Il Presidente del Consiglio informerà i colleghi sulla situazione intorna ed estera, con speciale riguardo all'andamento della Conferenza ili Ginevra. Anche l'on. Federzonl farà un'esposizione sulla situazione nelle varie province, informando specialmente il Consiglio dei provvedimenti presi in questi ultimi tempi. Anche la questione vinicola, secondo le promesse fatte dall'on. Mussolini ad una Commissione di viticultori, sarà esaminata e risoluta nelle prossime riunioni ministeriali, Intanto sono oggetto di studio da parte del ministro dell'Economia on. Nava e del sottosegretario per l'Agricoltura on. Pegìlon i necessari provvedimenti da proporre al Consiglio dei ministri. 11 Consiglio del ministri dovrà anche sistemare lo stato giuridico desìi uitlciali della" Milizia nazionale. Lo stato giuridico degli officiali della Milizia L'on. Mussolini ha annunziato che 11 28 ottobre, anniversario della marcia eu Romn. la Milizia presterà solennemente giuramento al Re. Ma questa cerimonia, come 6 stato ripetutamente annunziato, presuppone la regolamentazione dello stato giuridico degli ufficiali e l'emanazione dei decreti di nomina degli ufficiali stessi, i quali, tranne pochissimi, erano stali sinora nominati con dispo¬ sizione del Comando generale. Lo schema di decreto per lo stato giuridico, già preparato per la parte tecnica, è ora sottoposto ad un ulteriore esame generale per la sua compilazione definitiva. D'altra parte uno speciale ufficio, istituito presso il Comando della Milizia, sta raccogliendo colla massima alacrità tutti gli elementi per la nomina degli ufficiali. II lavoro è singolarmente complesso, in quanto che per diecimila parsone si devono domandare i documenti militari e quelli civili nonché le informazioni relative ai prefetti, sindaci, ecc. Il Consiglio dovrà anche esaminare una lunga serie di questioni e di provvedimenti di ordinaria ,tmuunistrazione. . il problema della collaborazione Stasera la sUuwaa largamente corniueDia le I (IjL-Uinrazioni dell'on. Mussolini al Giornale .1 Italia e conseguentemente l'attegigiamento dei fiancheggiatori, ùei quali quel giornale esprime il pensiero. Notiamo intanto, per la cronaca, come, anche in questa ctecos lonza, la maggiore chiarezza di interpa-etaziouo e di direttive sia ne.^li organi di opposizione ed In quelli più decisamente fascisti. Il Corriere d'Italia, organo del centro cattolico nazionale, dice clie la sostanza politica delle due manifestazioni (diseotiso al minatori ed intervista), e normalizzatrice. Dopo rruesia preino-ssa, accennando all'intervista, ' il giornale osserva: « La collaborazione ò ancora intesa secondo la formula teori/-aariente rigida: cogli uomini e non coi partii.!, o — ciò che e. lo stesso — tecnica e non politica, formula che ha regolalo di fatto i rapporti tira fascisti e le altre correnti flancheggiatrici. Su <;uesta formula abbiamo oltre volte espresso le nostre riserve. Essa parte dalla supposizione che il fascismo sia o possa diventare dottrina nazionale capace di assorbire I diversi Qancheggiameatl. trasformandoli in un'adesione pura e semplice. La situazione verrebbe, secondo questa ipotesi, a semplificarsi In due antitesi: fascismo od antifascismo ; i partiti sarebbero rifusi in due sole formazioni organizzativo e di propaganda : nazionale l'unn e l'altra nnti-nazionàle. Questa visione, riferita alla I realtà odierna, naturalmente fantastica ; « intorprelata corno anticipazione di un awp- !nire prossimo o remoto, sembra a noi titani- stica Riteniamo che, superata la crisi eh» |attraversi amo e raggiunta la normalità, o il fascismo non sarà più un .partito, o, se lo sarà ancora, attuerà al governo la collabo- Irezione non più tecruVa ma raolltìoa » Il giornale ritiene che la nonmalirzazlonc sia accettata dal Presi-dente del Consiglio in tutta la sua portata colla seguente -definizione: • Convivenza nel limiti della lesrce di tutti 1 cittadini, quali che siano le loro idee ». Il giornale poi osserva, con evidente contraddizione nella sua interpretazione normalizzatrice delle dichiarazioni dell'on. Mussolini, che l'accenno allo « strame », è uno scatto che onntraiddj.ee alla portata dell'intero discorso. L'Idea Nazionale, pur non riferendosi particolarmente all'intervista col Giornale d'Italia, scrive: c In realtà, gli avversari più o meno in Impala fede, i fiancheggiatori, delusi, non riescono anzitutto a rassegnarsi ad una constatazione che l'on. Mussolini è uua personalità dominante, appassionata, decisa e volitiva e cioè perfettamente il contrario del solito presidente del Consiglio parlamentare regalato all'Italia da Crispi ad oggi e*3sgenerato negli ultimi esemplari di Fàcta e di Bonomi ». Il giornale nazionale fascista, dopo avere detto c.he il merito maggiore dell'on. Mussolini è nella volontà non mai smentita della collaborazione nazionale e nell'intolleranza assoluta del compromesso parlamentare, proseguendo scrive: c Quanto poi a certe affermazioni del liberalismo, sarebbe tempo che non si continuasse più a contrapporre una realtà ad un'ipotesi. Il problema fondamentale in questo momento non è di sapere se, in caso di diminuito consenso, di manifestazioni avverse del Parlamento, di possibili successioni responsabili di partiti che non ci sono, il fascismo e l'on. Mussolini devano considerarsi, in omagglo ad un teorema, come un qualsiasi gabinetto. Il problema è di prendere atto della realtà prefascista, che ha tetto fare all'Italia le peggiori esperienze del regime social democratico, della realtà fascista che ha ricostituito i capisaldi della nazione e dello Stato e: o combattere da avversari responsabilmente antitetici queste realtà o accettarle, portando ad esse il proprio contributo ». Una singolare osservazione fa la Tribuna, la quale, credendo che una via di conciliazione sia aperta, soggiunge: • L'on. Mussolini ha più volte teso la mano agli avversari. L'opinione .pubblica comincia a domandarsi perchè le Opposizioni insistono in un atteggiamento intransigente a tutti i costi, sterile o pericoloso per tutti. Perchè? ». h'hnpero invece, a differenza del giornale fiancheggiatore, non vede nell'intervista un mutamento di rotta. In un articolo scrive: « Glie cosa c'è di nuovo nell'intervista ohe il co nini. Vettori ha sollecitato? Nulla ohe non cerco ma non respingo nessuno. Sulla lavorazione nlent'altro che una frase, quella pronunziata all'inizio del governo fascista: io non cerco ma non respingo nessuno Sulla normalizzazione le stesse parole di diffidenza sorte al sorgere di questa ambigua parola. Sulla Milizia nè più né meno che quelle pronunziate mille ed una volta. Sullo Statuto ciò che ogni' cittadino che voglia usare un po' di rispetto a Cavour può pensare. Sul Parlamento quasi Je stesse parole dette durante il dibattito sulla nuova legtre elettorale. Sulla stampa vei ita antiche come i provvedimenti già chiut-i il .sulla fOTZi espresso sslfgià chiusi in un cassetto. Persino, Itsa e sul consfiiso il Presidente si ò rucome ai tempi del famoso arinolo I S In Gerarchia ohe diede la stura a tante velenose chiacchiere •. L'cu-fcjjio ùoU'esrreanismo fascista poi osserva che, contro ogni affermazione del Giomile d'Italia sul dissidio latente tra fascisti e liberali, ata granitico ed inoppugnabile il fatto della permanenza al governo di due liberali. Un'altra campana a l a e e a o o o a a I ; « Riderà, non c il tutore ferreo dell'ordine com- ! irò tutti v. contro tutto, il difensore incrol- !nlbi,e dell'equilibrio interno a della pace ci» | vlle- Le stesse dichiarazioni al Giornale dittil ,la 80,10 apparse, sotto questo punto di vista, o troppo tiepide e imprecise. Anche nelle sue - I intenzioni collaborazioniste il presidente ilei Questi sono 1 soli giornali che, sulla scorta delle dichiarazioni dell'ori. Mussolini, consentono nell'azione del governo. Lo stesso Giornale d'Italia, riesajnitia,ndo, in un commento sintetico, le dichiarazioni presidenzla.11 le trova ossrl assolutamente insufficienti. 1.1 giornale scrive che « le dichiarazioni dell'on. Mussolini avreKbero dovuto costituire una manovra d.l rottura dell'assedio e dell'isolamento che sono intorno al fascismo, ma la manovra è rimasta a ir;ez7.o. L'hanno sciupata la mancanza di calore e di precisione, nonché la malaugurata frase lanciata dal monte Amiata. « Quella che stiamo attraversando — continua' il giornale — è una crisi <lt fiducia. L'on. Mussolini l'ha avuta ampiamente dal paese; Nessun uor.^j di governo ha ottenuto un pili ampio potere, un più largo credito dalla .popolazione, ma da qualche tempo in qua il favore popolare' sta voltando le spalle al capo del govèrno a'causa dolio sue oscillazioni, come da molto tempo le lia volte al fascismo a causa della, sua m/ìotio cotr.fpress'va e prepotente « Riacquistare la lì (lucia della gente die non è r.iziosa, e. che. non fu la politica per paTtito proao, con una manovra strategica ut grande stile, ecco ciò che il presidente del Consiglio avrebbe dovuto fare e noi lo abbiamo desiderato ed auspicato, ma dobbiamo, purtroppo, constatare che la manovra 6 rimasta a mezzo, anche perchè contemporaneamente ad essa lo stratega ne abbozzava un'altra dalle posizioni di Monte Amiata. Cosi avviene che il pubblico non capisce più nulla, non si orizzonta più e si sento invaso dalla sllducia c dal disagio. Un Mussolini, il quale mostra essere il suo pensiero ricorrente il come predisporre gli accumpatneuti delle camicie nero, non è i] Mussolini che l'opinione pubblica invoca e de- c n i . , o n à e o . e a a Consiglio mostra delle Idee troppo ristrette. quanto la collaborazione, come egli là concepisce, non è che apporto di opere al suo governo senza accordi preventivi, senza sopportazione di critiche, senza ammissione, di controllo Sembra quasi che il presidente "dica: « Collaborate pure a farmi restare al Governo ». Ora, non è questo il collaborazionismo che può rasserenare il paese, riaccostando al Governo tutta quella massa moderata che generalmente non è tesserata e che aspira unicamente ad essere giustamente e rettamente governata, nonché a vivere serenamente all'ombra della Costituzione e sotto la protezione delle leggi » Il Sereno dichiara di non aver trovato nelle risposte di Mussolini al questionario del Giornale d'Italia nulla di nuovo, nel senso che dal giorno in cui il Governo, appena scoppiata la bomba Matteotti fece al Senato atto di devozione alla legalità, non ha ripetuto altro cho quelle pacifiche affermazioni sotto forma o di constatazioni o di promesse. Prosegue il giornale : « Oggi che dalla seduta del Senato sono passati due mesi, il Governo, nel rispondere all'interrogatorio dei liberali, trascura quasi la promessa per constatare semplicemente che ó stala mantenuta. La- collaborazione con 1 liberali, infatti, è possibile o desiderabile. Ma l'eco della stampa di partito fa la coda alle parole del presidente, e fa intendere che quella collaborazione è desiderabile, in quanto il liberalismo accetti il dilemma: o la parte da facchino che porta le valige senza chiedere quel che c'è dentro, o le legnate. La milizia è ingranata e non si adunerà che per mostrare al Paese ì progressi fatti nel campo dell'ordine e della disciplina. Ma l'eco questa volta viene da Monte Amiata, e soggiunge che, ordinatamente e con grande disciplina, la milizia è pronta ad accamparsi sopra un eventuale strame, fatto di italiani triturati ». Commenti di opposizione Il Mondo, dopo aver premesso che l'intervista dell'on. Mussolini ha un valore trascurabile, rileva specialmente fa frase seguente: « Io mi sono sempre considerato il servo della nazione e non il padrone. Se la nazione sarà un giorno stanca di me, me ne andrò senza sbattere la porta e colla coscienza tranquilla. La nazione, ho detto, e non già il clan del delusi e quel centinaio di signori che si danno dille arie sull'Aventino e che pretendono la mia testa ». « Orbene, — commenta il Mondo, — si tratta evidentemente di parole che meritano di essere considerate. Noi slamo, ad esempio, tra quelli che hanno neU'on. Mussolini una fondamentale sfiducia, soprattutto perché ritengono che se anche egli, per avventura, si considera il servo della Nazione, in realtà è portato dalla prepotente natura e dai suoi precedenli ad inserire la nazione nelle avventure romantiche della sua vita personale e quindi a subordinarla a sé, a spadroneggiare su di essa, a mancarle di rispetto. Ma. passiamo oltre. L'on. Mussolini dichiara che, quando la nazione sarà stanca di lui, egli se ne andrà senza sbattere la porta. Benìssimo. Il capo del fascismo ha toccato, per la prima volta con quelle parole,' il punto fondamentale del disordine politico che acl Ita l'Italia, quello cho sì riferisce al trapasso rurale, dei poteri elei Governo e delio Stato, I Si domanda;, come l'on. MwmHnt stabilirà se la nazione, per avventura, non. sia stanca di lui? "o:, ad esempio, crediamo che la nazione sia stanchissima di lui e del suo Partito. E»?li è «videntemente di parere contrario. Nessuno chiede all'on. Mussolini di risolversi a far piacere a quel centinaio di persone che stanno sull'Aventino, le quali, tra 1 altro, sono oltre ogni possibilità di comprensione da parte del Governo, perché tan- £i!2?0 Ubei:e all'ossessionante bSwno d"l potere, quanto egli ne e servo Ma si ha diritto di chiedere che l'on. Mussolinaf faccia conoscere come egli concepisca, dal éuo pungj™*} « condizioni nelle" quali egli riterrebbe di dover abbandonar, il potercV l'k oWa^rtq su questo punto cotv ii.Muie-Mitì «ussiu uni .-Ula condotta norinnljr, rtf'lllSmnSmV"! lVU,! lr.?l'-,'ili Srida contro ',, -', V'f • m 0 1(! vario <-n inconcludenti diyStt"0"'' po inlcrv!sla eSntóiB n!:c S ^'^P^i-tone costituzio¬ nale rueva che, nell'intervista coll'on Mik solini, è contenuto un errore laddove si àlea che la Milizia non solo è perreSèhte co! stuuzionalizzata. ma anche che essa èreon- Sl'v^n d?,"° ,Sla;ut0- « Kvidentenlente scuve il -. Mondo » — fon Mussolini l'iiiri,. va all'articolo della CarlilS^ÌjS^?& quale si par a dell'istituzione d milizfe con . nall e civiche, articolo dal quale traevayorì naif., i, -jm appunto cimi u-cono l'errore .li stampa Lo .Statuto .fu ..romulei, nelì ìj. »*Hr?,w'^ tnùv\mc}^" rivoluzionario di miei !>enr:,|„ |C popolazioni Invocavano la Carili rosfiuiziouaie o l'istituzione di milizieeriche Biche.' Per una semplice ragione: perciò SSi'SS?1 -',i0ffli .st!lM n,m coslHuzto. rèllVS^i+oSÌwVa 11 reCutàmentò nazionale dell esercito, ma, anzi, nella maggior parte dei casi esse, era soprattutto reclutato tra mcreenari ed in lutti i casi aveva uno si mi catp carattere regio e dinastico. Se l'on Mussolini voleva quindi riferirsi alla Guardia ìf°;a'e. ed all'articolo dello Statuto relativo ad essa, ciò vorrobbo dire che egli ò deciso a sciogliere la Milizia volontaria fasci sta ed a chiamare tutti i ciltaduTS e armi per impedire ohe la Costituzione possaVfiOfc wi diventare un bivacco per i manipoli . Il •Popolo » osserva da par'c sua che so come-h"13wÌlu-C0nlinua 11 Parlare e scrivere tSnt'^r' m '1Ut!S11. ,,ltllni Siomi, otterrà ■ ni ,VU3 dJ aprlrn occhi anche a coloro che s ostinano a tenerli bendati a succederà .-iie, a riconoscergli qualità di statista Si pensatore e di parlatore, non rimar"ini orhe gli interessati di tutte le categorie reno ode e gli appartenenti all'esercito parti" ano che esTì comanda. . Comprendiamo -'continua il . Popolo » — tutto il travaglio dell'on Mussolini Comprendiamo come egli possa meditare anche, le soluzioni più avventate pi r di evitare che il grande processo per Fa^as hftnS 1e!1,an- Mlltte°«i. 'liventanSo meritai 'imo1nt(5 11 P™^? «lei regimo, consacri a Sf^?16, p£htica aoì fascismo dopo 2pnot,mSrra1*' "h-- si puA considerare già avvenuta Ma pensiamo anche che l'on MiU solini faccia 1 conti senza quell'oste di buon pon?i° Lì\ bu02 ^sto che k » Popolo ita 1aÌ no il qua e certamente detesta certi particolari incivili. Ci sembra poi che, per trasformare in strame per le camicie nere gli oppositori, che sono uomini vivi, bisognerebne compiere su ìartra scala certe operai" chi. rurgiche, dt cui abbiamo avuto, purtroppo SLSSf"?^ Teccnte e riteniamo che ciò non B£?t$Si t0lW da ?hl ha 11 compito di ?E Stalo ™ rispettare le leggi dello La Lega italica I giornali continuano ad occuinarei lare» mente del convegno di ZMWlìaael broSa tu Sem Benelli per la Lega italici ufi9^ , tore del Giornale d'italiani è recaio a?zoadl a visitare Sem Benelli ed ha trovato ti Poeta S™te a^ntó neJ blI0n esito delia sul missione: « contribuire a ridare al'a Patria la pace feconda e l'armonia i^Sen? Brilli ohe Lf^'%aao dl non avere nessun fine «[a « conseguimento del bene per ohE?*01? «aliano. Non ha voluto andare più nl™i vo,IfaJo attendere gli effetti che e sue Parole «1 amore e di armonia tra gli italiani avrebbero fatto nel paese, il Poeta era doien % cheJa F^'a 5114 0P«ra aperta e leale a iw*?^6?8 nel b,ene' si ^wluto dire l aspetto dl un complotto o di un Intrigo II redattore del Giornale d'Italia informa! iefl-a Italica ufficialmente rSn* ha membri. Al Poeta è giunta l'adesione ^1 alcuni, i nomi dei quali sono stati tetti ma degù altri che sono stati indicati e poliinerititi. Adesioni ufficiali non ce ne sono ma sono giunte migliaia di lettere e diWegra?i£ mi di incoraggiamento, si tratta di int"'ettuali, professionisti, noti ed owurl che hanno voluto confortare l'opera itehci di ,0 dei figli migliori dell* Patria A nro™S « dottore del giornale infarina infine che ha gg&ff» «°™dl* • che in questo taverne vendo t*nnln<5 ^ PO««>a che sta seri- itaLSìE^^SS*18 non si possa ancora determinare e valutare la portata che potrà' avere la manifestazione della Lega Italica. ma certo questo del Som Benelli è un documento di calda italianità che addita la via P?* «uell opera di rigenerazione morale e civile ohe è il presupposto inderogabile per la *era pacificazione nazionale. « il tentativo dl Sem Benelli, — scrive l'organo popolare, — f etato accolto con rispettosa deferenza per le Intenzioni nobili cho lo ispirano e per la .nitcrità inorale dell'artista, per la sua austerità di vita e il suo idealismo se-inpre sinceramente profefcsafo. Come si ricorderà, Sem BeneUi fu kart uso nella Usta fascista por la Toscana, colla sua Wografla to'smessa dalla