Un discorso del Presidente del Consiglio ai minatori del monte Amiata

Un discorso del Presidente del Consiglio ai minatori del monte Amiata Un discorso del Presidente del Consiglio ai minatori del monte Amiata Delle Opposizioni, " se uscissero dalla vociferazione molesta, faremo strame per gli accampamenti delle camicie nere „ Badia S. Salvatore, 1, mattino. Provo.n1p.nte da Roma in automobile pilolata da lui stesso, è qui arrivato ieri mattina il Presidente del consiglio on. Mussolini, accompagnato dal comm. Chiavolini. AU entrata del paese erano eretti archi di trionfo e numerose antenne, dalle quali pendevano tricolori è scritte inneggianti allo'n. Mussolini, al fascismo ed all'Italia. Tutte le finestre e i balconi delle case erano imbandierate. L'on. Mussolini è stato ricevuto dal ministro Siirrocchi, dal sottosegretario Grandi, dai deputati Barnaba, Marchi Giovanni, Lupi, Bartolomei, Aldi-Mai, Ricchioni, Acerbo, Caprice, dal generale Iba Piras comandante la divisiono militare di Livorno, dalle autorità militari e civili. Una folla di varie migliaia di persone, con centinaia di bandiere e gagliardetti acclamò ed applaudi al Duce del partito e. al capo del Governo nazionale. Dopo che il sindaco del comune ha dato 11 saluto del paese all'on. Mussolini, si forma un corteo che accompagna l'on. Mussolini ìiila sedo del Municipio, mentre dalle finestre vengono lanciati fiori. Colà il Presidente riceve l'omaggio di tutti i sindaci della provincia. Quindi, seguito da tutte le autorità, si reoa all'inaugurazione del monumento ai caduti di guerra, costruito per iniziativa e col concorso degli operai e della Società delle miniere. Dopo la celebrazione della messa, fatta ai piedi del monumento, viene tolto ii velo che copre la statua; questa rapppresenta un soldato, che con l'indice teso verso il basamento indica i nomi dei soldati scritti su tavole di bronzo, nonché i bollettini della vittoria. 11 vescovo pronuncia applauditisslme parole. L'on. Baiocchi comunica numerose adesioni. L'on. Mussolini si congratula con lo scultore Pizzicheri autore del monumento. Quindi l'avv. Volpini richiamando tutti i cittadini alla concordia ed al lavoro per il bene del paese affida il monumento al sindaco. Questi prende in consegna il monumento e pronuncia un discorso ringraziando l'on. Mussolini di essere venuto: «Noi — continua l'on. Baiocchi — non ne siamo degni, Eccellenza, ma di questo vostro atto così gentile e così umano ne serberemo eterna riconoscenza e sarà orgoglio per noi custodire questa vostra bontà a ricordo di questa solenne inaugurazione ». Prende poi la parola il sottosegretario on. Grandi. L'on. Mussolini inaugura quindi la bandiera dei mutilati e dei combattenti e dell'avanguardia fascista di Badia; poscia, attraversando sempre a piedi il paese, si reca verso la sede della Società, Monte Amiata, dove ha luogo un banchetto di oltre 209 coperti, offerto dal Comitato e servito all'aperto in un bosco ili castagne. Verso le 14,30 l'on. Mussolini si reca a visitare gli impianti delle miniere di mercurio di Monte Amiata. Come era stabilito i 1500 operai della Società si sono radunati In un ampio piazzale attorno all'on. Mussolini per ascoltare il suo discorso. L'on. Mussolini ha detto. Il sindacalismo fascista Wl prego di concedermi pochi minuti 'del Vostro raccoglimento e della vostra attenzione. VI dichiaro subito che mi trovo perfettamente a posto fra voi, non. tanto per le mie origini quanto per il fatto che, tra voi, la Milizia ha reclutato molte camicie nere e rhn parecchi di voi» minatori avete partecipato alla marcia su Roma. Poi mi trovo perfettamente a posto tra voi, perchè credo r.he il mio discorso sarà inteso da voi tutti e sarà utile. Io non vi dirò delle cose straordinarie, perchè ormai di straordinario al mondo non vi è più nulla. Vi dirò quello che pensa il fascismo dei rapporti tra capitale e lavoro, quale è la dottrina del sindacalismo fascista, che cosa vuole il fascismo, che cosa si prometto di compiere domani. '« Il punto di partenza, o amici, è questo: La nazione. Che cosa è la nazione? La nazione ò una realtà, siete voi. Moltiplicatevi sino a diventare la cifra imponente di 40 milioni d'italiani, che hanno lo stesso' lin"TfUgejio, lo stesso costume, Io stesso sangue, losusso. destino, che hanno gii stessi interessi. Questa è la nazione. E' una realtà. Bisogna rispettarla. Che cosa in questo momento io vedo dinanzi a me? La nazione, vedo il popolo, il popolo che non ha piti le classi e le categorie dai confini insuperabili. Qui siamo popolo. Vedo degli ufficiali, che guidano il nostro esercito glorioso; vedo i carabinieri che sono l'espressione inflessibile del rispetto alla legge: vedo del tecnici; dei signori, vedo lavoratori, delie camicie nere. Vedo la gagliarda gioventù fascista che mi dà l'idea di una primavera fiammeggiante. Questo è il popofo. « Malgrado gli egoismi Individuali, vi sono degli interessi collettivi comuni. U fascismo insegna a subordinare gli interessi individuali di categoria agli interessi delia nazione. Voi, specialmente, o lavoratori del monte Amiata, di questo monte storico, voi 6iete i più indicati a comprendere l'essenza del sindacalismo fascista, e cioè non soltanto perchè siete intelligenti, ma anche per la natura stessa del vostro lavoro. Voi vi affaticate ad estrarre un minerale prezioso, una delle poche ricchezze che abbia l'Italia, riera di tante cose, di cielo, di sole, di poesia, di fiori, di genii, ricca di tanti eroi ed anche di politicanti, ma poverissima di materie primo. " II fascismo e solidissimo,, « Mi richiamo a quello che diceva poco fa l'ing Luzzatti. C'è un interesse comune ai datori di lavoro ed ai lavoratori. Guai a chi varca certi limiti. I datori di lavoro non debbono volere che la massa dei loro dipendenti viva in condizioni di disagio e di povertà, Non è nel suo interesse, né è nell'interesse della Nazione. D'altra parte, i lavoratori non debbono chiederò all'industria ciò che l'industria non può sopportare. Sono appena tre anni clic si parla questo linguaggio in Italia, e si sono fatti dei progressi notevoli. Voi avete inteso la verità profonda di questa dottrina, e, soprattutto, aveto inteso che il fascismo non è contro il popolo che laverà. O perchè dovrebbe essere il fascismo contro il popolo che lavora? Perchè? Mi sapete dare una ragione? Prima di tutto, voi siete degli italiani, ed io dichiaro che prima amo gii italiani e poi conservo un po' Hi simpatia per tutti gli altri popoli della terra (applausi calorosi). In secondo luogo, sJete del lavoratori, cioè gente cho produce, lavora e che accresce la ricchezza della nazione, poi, nel complesso, siete bravi. La popolazione lavoratrice italiana, può dirsi all'avanguardia per probità, per onestà, per laboriosità, per diligenza, per intelligenza. Non c'è, quindi, nessuna ragione perchè il fascismo non debba andare fraternamente incontro al popolo die lavora. Ci va il partito, ed anche il Governo. La vostra presenza U vostro entusiasmo, mi dimostrano che non Siete tocchi da dubbi assurdi. a Voi sentite che il fascismo è solidissimo e che il Governo è piantato come una quercia nella roccia (prolungati, calorosissimi applausi). Si tratta di stare fermi, solidi. Vi assicuro che il clamore degli altri è molesto ma perfettamente innocuo (applausi vivissimi). .Le opposizioni, tutte insieme, non dirò come disse Bismark, che non valgono le ossi di un granatiere della Pomerania, ma vi assicuro che sono perfettamente impotenti. Il giorno in cui uscissero dalla vociferazione molesta per sndare alle cose concrete, quel giorno noi di costoro faremo Io strame per gli accampamenti delle camicie nere {lunga ovazione).. La pace « Con questo non intendiamo di agitare attraverso questa nostra adorabile penisola fiaccole di guerra e di inquietudine. Affatto. Noi ripetiamo qui in questo luogo cosi suggestivo che vogliamo dare la pace al popolo italiano, la.pace all'estero. E l'abbiamo data senza rinuncia inutili (vive approvazioni), vogliamo darla anche all'interno, contemperando gli interessi di tutte le categorie e rispettando tutti gli elementi sinceramente devoti alla causa della nazione. Sono molto lieto ad esempio di avere qui accanto a me, nel pubblico, il mio collega dei IX. PP., il vostio conterraneo Sarrocchi {vivi applausi) di fede liberale. Egli collabora, con me da qualche mese, egli può dire che la collaborazione con me non è pesante, perchè lo non ho borie da padrone. « Il fascismo italiano nel suo animo è incorruttibile, e non disposto a vendere per un piatto di lenticchie miserabili i suoi diritti . ideali {applausi), ma non intende di chiù- derail in una torre di avorio aristocratica e ! ineluttabile. Questa è la collaborazione che io ho sempre sostenuta, che ho sempre vagheggiata. Ho detto che non cercavo nessuno, e che non respingevo e non respingo nessuno. Però coloro che vogliono fare la 6trada con me debbono essere prima di tutto gente di buona fede {applausi scroscianti), e, al di sopra degli interessi più o meno essenziali dei partiti, debbono avere in vista Vlnteresse comune della nazione. « Di questa mia rapida esposizione, voi, o lavoratori del monte Amiate, ricorderete tre cose: prima: che il sindacalismo fascista è molto migliore, molto più utile a voi ed site vostre famiglie del sindacalismo rosso, che colla pratica della lotta di classe, diventata nonna di azione quotidiana, scavava un abisso inseparabile tra cittadini e cittadini, tra figli della stessa terra; seconda: che il Governo è solido, e che non demorde a nessun, cosilo; terza : che il fascismo vuol tare una politica dt pace; ma con dignità, con fierezza, con sènso di disciplina. « Io vedo su una di quelle antenne tutti gli strumenti del vostro lavoro, strumenti antichi e moderni, comunque venerabili; sono gli strumenti della civiltà. La civiltà si misura anche e soprattutto dal progresso degli strumenti di lavoro. Sono lieto di avere trascorso qualche ora tra. voi. Voi avete dinanzi a voi il capo di un partito, il capo del Governo, anche un uomo come voi, con le vostre qualità, con ì vostri difetti, con tutto ciò die costituisce l'elemento essenziale di quella speciale natura umana che ò la natura italiana. Questo uomo vi porge il suo saluto fraterno, il 6tto attestato di simpatia, e vi dice che voi non avete nulla da temere dal fascismo, che voi avete tutto da sperare e da guadagnare dal fascismo, che voi dovete ten dere alla vostra elevazione materiale *. me- j rate, per essere sempre, più degni di questa ! Italia, che noi tutti stiamo costruendo, giorno \ per giorno, con tenacia, con fatica, fra sacri- ! ficil, fra dolori, fra penitenze. Ma così è la vita, così è la storia. Questo si deve fare per rendere grande e potente il popolo italiano», lina lunga ovazione saluta la fine del discorso. «♦»■- -

Luoghi citati: Badia, Italia, Livorno, Roma