La tesi de laurea di Mussolini

La tesi de laurea di Mussolini La tesi de laurea di Mussolini " Preludio al Machiavelli „ a e i a o i l Milano, 28, notte. Era stalo annunciato che nel prossimo numero di Gerarchla sarebbe comparso- un articolo del Presidente del Consiglio on. Mussolini. Non si tratta in verità di un articolo, ma di una parto della tesi'di laurea che Mussolini ha steso per l'esame all'Università di Bologna, esame che pare lissato per il 15 di giugno. Benito Mussolini ha svolto la sua tesi su Machiavelli o infatti la parte che comparirà su Gerarchia Ita per titolo « Preludio al Machiavelli ». L'on. .Mussolini si propone anzitutto questa domanda: A quattro secoli di distanza, che cosa c'è ancora di vivo nel Principe? \ suo parere Ja dottrina di Machiavelli è viva oggi più di quanto non sia stata per il passato. Scrive l'on. Mussolini: ■ Se la politica 6 l'arte di governare gli uomini, cioè di orientare, utilizzare, educare le loro passioni, i loro egoLsmi. I loro interessi in vista di scopi di ordine generale, che trascendono quasi sempre la vita individuale porcile si proiettano nel futuro, se questa e la politica, non vi è dubbio che elemento fondamentale di essa arte ù l'uomo. Di qui bisogna partire, che cosa sono gli uomini nel sistema politico di Machiavelli? Che cosa pensa Machiavelli ite?li uomini 7 E' egli ottimista o pessimista? E, dicendo uomini, dobbiamo interpretare la. parola nel senso ristretto dogli uomini cioè degli italiani che Machiavelli conósceva e pesava come suoi contemporanei o nel senso degli uomini al di la del tempo, nello spazio o, per dirla in gergo acquisito « sotto la specie dell'eternità? ». Mi pare che, prima di procedere ad un più analitico esame del sistema di politica machiavellica, così come ci pare condensata nel Principe, occorra esattamente stabilire quale concetto avesse Machiavelli degli uomini in genere e forse degli italiani in particolare. Orbene quello che risulla manifestò, anche a una superficiale lettura del Principe, è l'acuto pessimismo del Machiavelli nei confronti della natura umana. Come tutti coloro Che hanno avuto occasione di continuo e vasto commercio coi propri simili, il Machiavelli e uno spregiatore degli uomini ed ama presentarceli — come verrò Ira poco documentando — nei loro aspetti più negativi e mortificanti. Gli uomini, secondo il Machiavelli, sono tristi, più affezionati alle cose che al loro stesso sangue, pronti a cambiare sentimenti e passioni ». . E qui l'on. Mussolini conforta le sue affermazioni citando brani del Principe e dei Discorsi. Quindi prosegue; « Di tempo ne è passato, ma se mi fosse lecito giudicare i miei simili e contemporanei io non potrei in alcun modo attenuare il giudizio Machiavelli, dovrei forse aggravarlo. Machiavelli non si illude e non illude il Principe. L'antitesi fra principe e popolo, fra stato ed individuo è nel concetto di Machiavelli fatale; quello che fu chiamalo utilitarismo, pragmatismo, cinismo, machiavelismo, scaturisce lucidamente da questa posizione iniziale. La parola Principe deve intendersi come stato. Nel concetto di ' Machiavèlli il principe è lo stato. Mentre gli individui tendono, sospinti dat loro egoismi, olPatoriismo sociale, lo stato rappresenta una organizzazione ed una limitazione. L'individuo 'tende ad evadere continuamente, tende a disubbidìre alla legge, a Tion pagare i tributi, a non fare le guerre t Pochi sono cadono — enoi o sooiti — che sacrificano il proprio io sull'alltaTe dello Stato Le rivofluziont dol eecolo 17.o e 18.0 hantno tentato di risolvere questo dissidio, cito è alla -base di ogni organizzazione soc*fllè e stata.le, facondo son*g»?re il patere come wi'eananaatone della libera volontà del popolo. C'è una finzione ed una ililusioino di più. prima eli tutto il pepalo non fu mai definito. E' I nn*èntiia meramente astratta come anttfa popwtiica. Non si sa dove coirtMici eeattarneai>te, nò' dove finisca. L'oggettivo di sovrano applicato il popolo è una tragica burla, lì pòpolo, lul.fal più, delega,, ma non può certo esercitare sovranità alcuna. I sistemi rappresentativi appartengono piiù alila meccanica che alla morate. Anche nel paesi dove questi meccanismi sono iti più alto' uso da secoli e seco'5, giungono ore solenni in cui non si .domanda, più nulla al...popolo, perchè si. sente che la risposta, sarebbe fatale; pli si strappano le covone cartàcee della sovrani*». — buone peT i tempi normali'— e gli s>l ordina senz'altro o di accettare una rivoluzione o-una pace, o di marciare venso l'ignoto di urta guerra. Al popolo non resta ohe un monosillabo per affeitmare eì] obbedire. Voi vedete cho la sovranità elargita Graziosamente »»' popolo gli viene sottratta nel momenti in cui potrebbe sentirsi il bisogno; gii viene solo lasciata quando è innocua od è reputàtia tale, cioè nel moni ehtd di ' ordinaria' amministrazione. Immaginate voi une guerra proclamata per referendum? ti referendum va benissiino quando si tratta di 6cor1 tetre- il luogo più acconci» per collocare la fontaa-a del villaggio. Ma quando gli interessi supremi di un popolo sono iri giuoco, anche i Governi nitrati emo.c.i'a.lii.ci si guardano bene dal rimetterli al giudizio del popolo stesso. Vii è dunque imini.an.Mite Anche wei regimi quali ci sono stati confezionati dall'Enciclopedila — che peccava attraverso p.mi'wea.ii di un'eccesso Incommensurabile di ottimismo — il dissidio Ira forza organizzata dolilo Stato e traiininen. tarlano dei singoli e dei grujppi. Regimi e Hilusiviunwite consensuali nom suino inai esistiti, non esistano e non eeistoraniroo proba, burnente mai. Ben prima del mio famoso articolo « Forza e consenso » Machiavelli serivevo, nel « Principe » : « Di qui nacque che tulli i profeti armati viincano e i disarmati minano, perchè la natura dei perieli e varia ed 6 facile persuadere loro- una cosa, ma è diffìcile fermarli in quella persuasione. Enipero c'Ji'ivione essere ordinato, in modo che quando non credono più, si possa fare credere loro per forza. Moisè, Cio-o. Teseo, Romolo non avrebbero potuto fate osservare lungamente la loro coslifcuzìo.ne se fossero stati disarmavi ».

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