La cerimonia inaugurale

La cerimonia inaugurale La cerimonia inaugurale gCalorose accoglienze al Sovrano Un incidente provocato -da Mar in etti Venezia, 2> sera. Mattinata grigia. Il Canal Grande, il Canaio zzo sono giocondi di arazzi e damaschi. I •palazzi e le case ne sono fasciati. Il patriziato veneziano ha esposto tutte le vecchie bandiere e gli 6temmi. I forestieri hanno requisito tutte le gondole. Piazza San Marco ha anch'essa l'aspetto del giorni di gran festa. Sventolano tre immense bandiere nazionali in vetta ai tre pili, e agli angoli dalla Basilica sono inalzati gli stendardi dì San Marco, ricorrendo oggi il nome del Patrono della citta. Alla «fazione, verso le nove, sono riunite tutte le autorità. SI notano le rappresentanze del Cenato, col vice-pre-sidenie. senatore Melodia, il senatore D'Origo, il senatore Diena, e della Camera, cogli on. Gtiarienti e Renda. La facciata della stazione è decorata di tricolori, festoni « piante. La sala reale & aperta ed illuminata; ma il Sovrano non vi metterà piede. Sul piazzale di Santa Lucia cordoni di truppe. Sulle Fondamenta di San Simeone grande folla; nello specchio di aciiua spiccano le gondole di Casa Reale, grandi Imbarcazioni, canotti, bissane pompose, coi loro strascichi di -pizzo, colla loro decorazioni fastose, colle loro trangle, ed i rematori nei loro pittoreschi costumi. Il corteo reale sai Canal Grande Alle » precise la macchina-staffetta annunzia prossimo l'arrivo del treno reale, clic giungo infatti qualche minuto dopo, Il ministro Gentile era arrivato alle 6,10, ed è ad attendere il Sovrano. Tutte le Autorità vanno incontro a questi quando scendo dal treno. 11 Commissario straordinario, grand'uff. Giordano, gli porge il saluto di Venezia. Il Re stringe la mano a tutti I presenti, e si avvia sorridente, col Commissario straordinario ed il prefetto, grand'uff. Pesce, verso l'uscita. Al suo apparire sulla soglia della stuzione scoppiano lunghi applausi, al quali il Sovrano risponde eoa frequenti saluti militarmente, e scende quindi nella gondola reale a quattro remi. SI forma il corteo sul Canal Grande, il quale è cosi composto: dopo il Re, il ministro della Casa Reale; poi la gondola dell'ispettore generale della P. S. di Casa Reale; quindi le gondole delle rappresentanze del Senato e della Camera, del ministro della Pubblica Istruzione, accompagnato dal sottosegretario Lupi, dell'ammiraglio Mortola, in rappresentanza del ministro della Marina, dril comandante del presidio, del prefetito,»del- console generale della Milizia* volontaria; e poi l'Alta Magistratura, deputati, ecc. Vi sono anche la rappresentanze dello Autorità di Fiume, Fola, Gradisca, Cormons, Vicenza, Verona, Treviso, Rovigo. Lo spettacolo è meraviglioso, impressionante : una fantasmagoria di colori, «he si stempera sull'acqua per entro una nebbiolina leggera e luminosa, che veste tutte lo cose quasi di una vaghezza di sogno. Il Sovrano passa davanti allo Fondamenta, alle Rive, ai Campi che guardano il Canal Grande, fra scrosci di applausi. Dal balconi si gettano fiori, si grida: « Viva U Rei Viva Casa Savoia! ». Alle 9 e mezzo il lunghissimo corteo entra nel bacino di San Marco. Un colpo di cannone lo saluta. Seguono lo altro salve dui cacciatorpediniere Indomito. Tutte le navi alzano il gran pavese. I marinai, schierali In coperta, arrampicati sulle sartie, gettano Il saluto alla voce. Il corteo reale percorro In lungo tutto il bacino, sfilando davanti alla Riva degli Schiavoni, finché approda ni Giardini. Risuonano gli squilli del rat/enfi.' c della fanfara reale; poi la banda della Marina intona la Marcia Reale. Ai Giardini - 1 discorsi Alla riva dei Giardini sono, ad attendere il Re, il presidente dell'Esposizione, professore Bordiga, Vittorio Pica, segretario generale, il comin. Bazzoni, amministratoro generale, Cottet, per la Francia, ed altri rappresentanti stranieri partecipanti alla Mostra. 11 Re sale i gradini dello sbarcadero; e cdI commissario straordinario procede tra due ali di marinai e di carabinieri, che presfintano lo armi, di Milizia Volontaria, di Balilla, clic fanno il saluto romano; o giunge, fra gli applausi del pubblico, al palazzo centrale. Qui, ncL salone. d'Ingresso, è eretta una tribuna, sulla quale il Re prende posto col Commissario straordinario, col ministro Gentile, col sottosegretario Lupi, senatori, deputati e presidenza dell'Esposizione, il commissario straordinario porge il saluto di rito al Re, e pronuncia un discorso, che il He ascolta in piedi. Ricorda che queste esposizioni ebbero inizio sotto gli auspici di Umberto e Margherita, per iniziativa di Riccardo Selvatico, sindaco poeta, effigiato nel bronzo eretto più In là, alla soglia dei Giardini. Rileva come sia stata entusiastica l'accoglienza che 11 popolo di Venezia ha fatto al Sovrano; e dice che durante la sfilata, Ano al Tempio dell'Arte, egli pensava conio un principe sabaudo, tre secoli e mezzi fa. precisamente Kinauuelo Filiberto, desiderasse un giorno ili essere cittadino di Venezia, C'era ili quel desiderio il presagio dell'opera di liberazione che sarebbe stata compiuto dai Savoia e dell'opera di difesa di questa città. Accenna alle direttive dell'Esposizione. Dice che non solo si è voluto mettere in" evidenza il valore individuale isolato, ma altresì, con, opportune mostre, il valore del collettivi orientamenti. Conclude: «...Venezia., austera in guerra, fervente in pace, ha dunque chiamato ancora una volta il mondo ad una festa grande, la quale da internazionale è divenuta mondiale». ' Parla, a sua volta, il presidente dell'Esposizione, Bordiga. TJioe che queste esposizioni àbno aeilo di serenità umana. AKemma che riell'organizzarle non e 6tato mai mutalo ne il modo, nè il fine. Ricorda la Romania, che vi partecipa questa volta unici al mente: domani sax-anno l'Argentina e la Ceco-Slovacchia, « E questo — dic-e — serve a quella unLone di spiriti one i poeti sognano perfetta ; n» che le fatalità umane soventi turbano ». Accenna ai pittori ed agli scultori qui rappresentati: a Wiildt, che ha plasmato il lusto di Mussolini * ... al quale — aggiunge — Voi, Sire, per fortuna, avete affidato le redini dello Stato... ■. ... Parla intuie il ministro Gentile, il quale dice: «Dopo l'immane guerra, clic travolse uomini e popoli nel turbine feroce delle passioni avverse, ecco un'altra volta qui insieme 1 popoli, «he già furono divisi e nemici; eccoli un'altra volta affratellati da uno dèi più alti tra i desideri dell'ideale: uòmini di diversi climi e costumi e religioni e favelle, che tornano a sentire lo stesso linguaggio, che parla 1n fondo a ogni cuore umano quando splende o magari solo raluce, ancora vara ed incerta, una immagine di bellezza, torma vivente, che dalle tele e dal marmi si libra nell'aer senza tempo del puro spirito, espressione di una nota fondamentale del cuore stesso dell'uomo. Cero, a nessuno fe dato di vivere tutta la vita n -questa beatitudine dello spirito assorto nelle sue creature-, in un mondo di pace e pacificatore, governato da un'eterna forza ranquilla e rasserenatrice. Benedetta la pace, propizia alle sublimi ereazioni e conemplazioni dell'arte; ma benedetta anche la guerra... » E qui. latta la esaltazione della gueira, il ministro parla di Venezia, eppoi deirarte, la ouale. « com'è proprio d'ogni orma del divino, pervade e compenetra tutto 'uojno e tutla la vita ». L'oratore, rivolgendosi al Re, conclude: « La vostra augasla iwesenza dice agli artisti italiani e stranieri mii convenuti, l'onore che la. Nozione da voi rappresentata in ciò che»ha..di più.nobiLe e alto, rendeva loro e al-, l'ideale che essi perseguono; dice il desiderio da cui tutti gli Italiani sono animati, che l'arte torni sempre a radunare in uno spirito solo di arrmnlrazione, ohe è pure esaltamento e purificazione di sè, quante animo di qua e di là d-alla frontiera, per tutte le parti del mondo, hanno sentimento di bellezza: dice a fede che l'Italia nuova intende mantenere all'Italia storica ; che anche q-uando parve Insensibile ai suoi più vitali in-teirewù di Nazione, ch-e era pur tra lo prime nel inondo civile, ebbe profondo il culto dell'arto, e tenne t-n questo caimpo imo dei primissimi posti, non sapendo mal concepire vita degna di essere vissuta che non fosse allietato da tannasinì -di bellezza.: e l'Italia nuora, che in ante cose vuol èssere veramente nuova, e moslra.ro che nelfa. secolare vigilia apprese che i popoli come gli individui non vivono senza una fiera e Intera coscienza di sè, vuol pure continuare onorevolmente la tradizione, per cui e celebrata nel mando; e mostrare agli stranieri che tornano a lei, che ella c pur sempre quella grande Italia che essi ammirarono anche quando non la rispettavano od essa non ena rispettabile. La vostra presenza, Maoslà, 6 qui alto incoraggiamento ai giovani eli fi cominciano, premio e conforto al vecchi che compiono l'opera. Nel vostro nome augusto, io dichiaro aporia la XIV Esposizione biennale di arte di Venezia». Il grido futurista Non è ancora cessato l'applauso, ohe accoglie Le ultime pai-ole ministeriali, quando i oda una voce gridare: «Abbasso la preidenza antinazionale dell'Esposizione I >, e si i.de un uomo ugitare lo braccia, continuando a dire cose che non si afferrano, poiché l'urlo della folla copre le sue parole. 11 disturbatore viene subito trascinato fuori del palazzo. Perquisito 6 riconosciuto per il uturista Marlnctti, il quale tranquillamente dichiara di avere cosi voluto protestare conro l'organizzazione « passatista » della Mostra internazionale veneziana. La folla Intanto grida: « Viva il Rei Viva Casa Savoia!». 11 Re scende dalla tribuna sorridente, e si avvia a visitare le 6ale. La, visita dura sino a mezzogiorno." di sala n sala, di padiglione in padiglione. Vengono re.entatl al Re artisti italiani e stranieri, e organizzatori di ciascun padiglione, mentre a banda suona gli Inni di ciascuna nazione. Poscia il Ile lascia l'Esposizione; c nella gondola n»a!e, fra un'ala di bisseric, fa riorno al Palazzo Reale. I.a folla accorre in piar: a San Marco, e acclama al Re. che è L-oslielto a presentarsi dal balcone centrale deil'ala napoleonica del palazzo. U. 8,