Ospedali d'inferno Epidemie monetate

Ospedali d'inferno Epidemie monetate Ospedali d'inferno Epidemie monetate PARI ai, aprile. Giorni addietro è etato celebrato dall'Accademia di Medicina il secoud» centenario della nascita del chirurgo Teno-n, uii-a delle illulsbrasioni delibarle di Esculapio nella vecchi» Francia. Figlio di medico e primo di bea undici figliuoli, il Tenon nacque nei pressi di Joigny, nel 1724, e venne a Parigi nel 1741 per obbedire alla volontà del padre che lo voleva medico a tutti i costi, in omaggio alla tradizione della continuità professionale nel ramo primogenito delle famiglie, nonostante il giovinetto sentisse pei l'arto paterna la ripugnanza più -viva. Vedremo fra* poco quanto questa ripugnanza fosse giustificata. Sa dobbiamo credere ai biografi., in quindici mesi di soggiorno parigino, il diciassettenne giovinetto, che, all'arrivo, sapeva, a malo pena leggere- e scrivere, apprese a parlare latino, a intendere il greco e a disputare ccn accademica eleganza di questioni filosofiche. Divulgatasi la fama di questo prodigio, il Be lo volle medico militare e lo nominò, a vent'anni, chirurgo di prima classe, facendogli favo in tale qualità la campagna delle Fiandre. Tornato dalla guerra; il Tenon si vide affidato il posto di chirurgo in capo all'ospitale della Salpétrière, e di lì a pochi anni destinata una cattedra al Collegio di Francia e un'altra all'Accademia di Chinirgia, dove le sue lezioni gli attirarono in breve -una folla di studenti e una clientela numerosa. Pare che egli abbia dei primi intuito il principio dell'inoculazione e fatto in proposito fortunate esperienze nella propria clinica. \ta la ragione principale che Attira eggi sul suo nome la curiosità, degli storici va cascata in una voluminosa relazione da lui fatta nel 1783, per ordino di Luigi XVI, sullo stato degli ospedali di Parigi e sulle riforme da introdurvi, riforme che l'anno innanzi egli si era recato a studiare io Inghilterra, fa Rivoluzione impedì l'esecuzione del progetto e lasciò il problema sanitario in «speso, urgendo risolverne di ben più impellenti. Eletto deputato all'Assemblea Legislativa, il Tenon avrebbe, per verità, di lì a qualche tempo avuto modo di raccomandare, dato il suo carattere umanitario, l'esumazione del progetto messo in disparte e di ottenere i poteri necessari per attuarlo. Ma le vicende della politica e l'atmosfera, febbrile della capitale stancarono presto lo scienziato, il quale si ritirò in una casetta di campagna per riprendervi in pace- i proprii studi. Colà lo sorpresero nel 1815 le truppe russe in marcia su Parigi. Sa-ccheggiato il paese, le sue collezioni subirono la sorte di tutto il resto, e il dolore della loro perdita fu tanto che il vecchio medico si rifiutò di rimetter più piede nella propria villa e cercò un asilo a Parigi, dove morì tre anni dopo. La sua relazione sugli ospedali doveva rimanere famosa, quale parlante esempio delle miserie ohe afflissero l'uman genere sino agli ultimi anni dell'antico regime. Si ha un bel iare della poesia sul '700, sulle parrucche incipriate, sugli spadini, Bui minuetti, sui madrigali e sul resto, si ha un bel vantare laauperiorità dell'epoca prerivoluzionaria, come' fanno oggi tutti i fanatici tkll'antidemocrazia: bisognerebbe scrutare quello che era allora effettivamente la viti, del popolo per abbracciare alla giusta stregua le benemerenze incalcolabili di quella \cn tata, d'aria e di luce sull'Europa ohe si chiami Rivoluzione Francese, L'ospitale detto Hotel-IWeu, fiancheggiant-e la Senna, era diventato, all'epoca della relazione del Tenon, ossia alla vigilia dell'Ottanta nove, così insufficiente a paragone del numero dei malati, ohe questi si vedevano cacciati non 6olo nei corridoi, per le ecale, negli atrire nei grauai, ma fino a quattro, a sei e, in casi assolutamente disperati, anche a dodici in uno stesso letto. Vero è che i letti erano, all'epoca, molto larghi, delle dimensioni dei moderni letti a due piazze: ad ogni modo, l'attenuazione, posto mente al numero, è poco meno che insignificante. Quasi non bastasse, ogni giaciglio era ricoperto, all'uso del tempo, da un baldacchino chiuso da tende, ciò che doveva renderlo ancora più soffocante specie durante la notte. die la. promiscuità potesse riescire pericolosa per gli infermi era un'idea che ai predecessori del Tenon non era nemmeno balenata.. Disgraziati colpiti da malattie infettive delle peggiori, non esclusa la lebbra, venivano disseminati di qua e di là p.r l'ospedale a seconda che si riescivi di trovare un cantuccio dove allogarli, col risultato di moltiplicare istantaneamente le infezioni e di creare focolai terribili non salo per gli altrj.clienti dello stabilimento, ma per gli stessi medici e per lo suore. 1 chirurgi operavano in locali infetti e mettevano i pazienti a letto insieme con -gente colta da febbri purulente, di guisa che le ferite più semplici in un batter d'occhio incancrenivano, provocando le meraviglie di quegli ineffabili uomini di scienza, pronti a spiegare il caso con le congetture ed induzioni più strampalate. Che dire di sale riservate ai feriti e agli operati, nelle eguali sboccavano direttamente cessi tenuti, senza la più lontana idea di pulizia? Le donne che venivano a partorire ' all'ospedale potevano star certe di non tornarne fuori vive. Le febbri puerperali vi facevano strage, e quando non si trattava di questo erano le infezioni ad infierirvi, mietendo le disgraziate in massa. lu certi anni,' al dire del Tcuoii, non si poteva registrare che il cinque per cento di sopravvissute! i Alla Salpétrière era ancora peggio che al!'Hotel-Dicu. C'erano otto mila degenti, di sesso femminile, ma di ogni età e inferme di ogni malattia. Non di rado insieme coi rcola-ti ordinali mettevano i puzzi. Capitava che degli infelici fossero obbligati sinanco a dormire nello stesso letto con alienati. E fu una <Mit> vittorie del Tenon l'avere ottenuto per la prima volta che la 8alpétriè-re dedicasse loro un locale appesito, mentre, in seguito alle insistenze del dottor rinel, Luigi XVI «dinava la demolizione delle celle dove vigeva ancora l'uso di rinchiudere le pazze, per sottoporle alla tortura, che la scienza dell'epoca ostinavasi a ritenere sola terapeutica, efficace per la follia, mettendo loro qualcosa di molto peggio della camicia di forza, cioè i ferri ai piedi, alle mani e al collo. Nella confusione regnante in quegli inferni, era caso più che ordinario che un ammalato morisse e che i suoi compagni di letto toccasse tenerselo a fianco inbere giornate, prima che si potesse pensare a portarlo via. Viceversa altre volte, per far' piiu presto largo ai uuovi v»»uti, si buttavano nella fossa i morti ancora caldi, prima di arare la menoma sicurezza che fosee«» BiorW. davvero, Clii sa quanti di quei meschini dovettero subire l'orrore della morte nella fossa!... Ed ecco quel che accadeva a Parigi, la più grande capitale del mondo, centro di cultura, di civiltà, di umanità, faro cui volgevansi gli occhi dei popoli ancora sommersi dalle tenebre dell ignoranza profonda ! Quando leggo, su per i giornali contemporanei, i panegirici dell 'ancien regime e le pretese rivelazioni di certi storici dell'ultim'ora, i quali pretendono di accreditare la tesi ohe prima della Rivoluzione francese tutto il mondo andasse per il meglio, mentre i malanni dei popoli sarebberonati dopo di essa, la mia fantasia corre involontariamente a questo e ad altri esempi del genere. Ma i popoli, come gli individui, dimenticano presto quello che hanno sofferto, per non ricordarsi se non. di quello che hanno goduto. Se così non fosse, come farebbero a ricadere negli stessi errori del passato e a perpetuare ragioni di infelicità che sarebbe invece così facile rimuovere una volta per sempre?... A proposito di malattie e di infezioni, mette conto di far menzione delle comunicazioni recenti del medico americano W. H. Parker su un veicolo di contagio che l'epoca nostra non soltanto non ha abolito, ma ha reso più pericoloso : la moneta. La moneta, tanto metallica che cartacea, ma specialmene se cartacea, è ricetto di una fauna microbica svariaiissima. Un microscopio che ingrandisca trecento volte scopre subito negli interstizi del metallo o nelle macchie di lordura deturpanti i biglietti di banca una vera vegetazione di alghe, saccaromicete, muccrinacee miste a particelle di amido, a fibre di lino, ecc., e, annidati in queste microscopiche fratte, agenti di putrefazione come il bacterium termo, la ìeptolrix baccalis, e non di rado microbi patogeni più nettamente specificati. Compiuta una serie di ricerche su biglietti di banca e su monete americani, pigliando co¬ mdicdqcqCmitprespAmlgdmti me base lincasso quotidiano di uba banca di New York il Parker giunse a stabilire ima media di venti bacilli difterici vivi ricavati dai pezzi da 20 cent., di quaranta dai mezzi dollari, di mille o ottooentoemquanta dalle banconote di vario taglio ancora in buone condizioni, e di settantaoinque mila dalle banconote in cattivo stato. Ce n'è abbastanza per scatenare un'epidemia, ed è meraviglioso se, nonostante una simile abbondanza di bacilli, i casi in cui il male si dichiara sieno relativamente^ rari, tanto più data la vitalità dei medesimi, che permette loro di conservare la propria virulenza durante parecchie settimane. Ma — ed ecco qui riapparire la superiorità dei nostri tèmpi sui tempi antichi — accertatoci pericolo è stato subito tentato il rimedio. AlQa Tesoreria di Washington sono già stati messi in opera vari sistemi di lavatura delle banconote. La Banca di Stato ritira i biglietti sporchi e li rimette in circolazione di buoato. F. B. Churchill ha inventato una macchina apposita, una gigantesca palla traforata come una schinmaiola, dentro cui i biglietti vengono chiusi, mettendola poscia a bagno in una caldaia dove circola a grande velocità acqua bollente mista a sapone. I biglietti vengono con lo stesso sistema inamidati e passati all'aria compressa. A3 termine dell operazione sono asciutti e puliti e non rimane più se non metterli in una macchina stiratrice per ridurli come nuovi. Con questo sistema, però non diversamente di come avviene degli effetti d'uso nelle lavanderie dei nostri giorni, dopo duo o tre bucati le banconote sono inservibili. Il signor Ralph, direttore della Tesoreria, ha messo in uso una macchina più perfezionata, la quale permette di lavarne quattro mila all'ora e, mediante un sistema di liste di lana imbevute d'acqua e sapone eh* strofinano leggermente il foglio da ambo i lati, ne assicura la conservazione per un tempo molto più lungo. NOME NCLATOR

Persone citate: Churchill, Dicu, Luigi Xvi

Luoghi citati: Europa, Francia, Inghilterra, Parigi, Washington