Il Senato in Alta Corte di giustizia pel processo della Banca Italiana di Sconto

Il Senato in Alta Corte di giustizia pel processo della Banca Italiana di Sconto Il Senato in Alta Corte di giustizia pel processo della Banca Italiana di Sconto Roma. Si, notte. Il drumma della Banca Sconto si avvicina al proprio epilogo. La catastrofe, che coinvolse gli interessi eli mezzo milione cu depositanti, ha il suo sbocco dinanzi all'Alta Corte di Giustizia. La folla si era mantenuta incredula Intorno alla possibilità di questo processo. Coloro i quali pensano che solo gli stracci vanno all'aria non credevano elio sarebbero tratti innanzi ai giudici senatori ed alte personalità della finanza. Oggi, dinanzi al fatto concreto, a. processo iniziato, questi increduli si rinchiudono nelle ultime trincee del pessimismo ed additando l'esercito di avvocati, iti buona parto illustri, che straripano dui banchi della difesa, affermano, sogghignando, che il processo non è che una momeiitcìnea soddisfazione concessa all'opinione pubblica ed aggiungono che il processo non andrà a termine, poiché ci vorrebbero parecchi anni per il suo svolgimento. Quindi olla prima occasione sarà stroncato ed i momentanei imputati riprenderanno la loro libertà, godendosi 10 rispettive ingenti sostanze, decurtate dalle spese che ad es?i il processo ò costato. . , Questo l'ambiente della grossolana opinione pubblica in mezzo al quale il processo si inizia Oggi intanto l'aula del Setnato ha ripreso la propria toilette di Alta Corte di giustizia che non aveva indossato da parecchi anni, cioè, dal giorno del processo Nasi e del processo contro il chirurgo d'Aivtoua, imputato di avere procurato la morte di un suo cliente per asserita, disattenzione colposa. Il processo della Sconto ha scosso l'indifferenza del pubblico romano. Le tribune erano oggi gremito di magistrati, deputati, ex-deputati e signore. Queste ni; time hanno voluto vedere lo spettacolo di un banco «li imputati di eccezione, dove primeggiava la figura grassoccia e sorridente del comm. Pogliani, che fu, più che l'amministratore delegato, l'anima della Banco Sconto. Ugualmente fatti segno all'intensa curiosità, erano la bruna ed ertergica figura ancora giovanile di Mario- Perrone, uno dei plutocrati di ieri dell'industria Italiana, e dei senatori Scalini e Gavazzi i quali hanno scambiato il loro seggio di senatore col posto del fronteggiante ed elegante banco degli Imputati. Impressionante è apparso l'affollamento del banco degli avvocati dove da Enrico Ferri a Vittorio Vecchini, da Enrico Cavaglià a Vincenzo Riccio, da V'attiri a Di Benedetto, dall'on. Monti Guarnieri al deputato fascisti, on. Terzaghi, sedevano i più noti avvocati d'Italia. Nulla nel placido ambiente ricordava la vivacità ed anche l'intempe; ranza inseparabile dagli anche maggiori processi italiani. La1 solennità dell'ambiente consigliava la parsimonia di parole: ogni scatto di voce, ogni volata oratoria sarebbe del resto andata a spegnersi contro il velluto degli scanni senatoriali e la morbidezza dei tappeti. Il presidente del Senato on. Titloni diri'Téva il dibattito con flemma inglese. I 118 senatori che si sono volontariamente condannati alla non indifferente fatica di un processo che, se non verrà troncato, durerà almeno qualche mese, seguivano con discreta attenzione le formalità procedurali della prima giornata, presa interamente dalla costituzione dell'Alta Corte, dal saluto di Enrico Ferri a nome degli avvocati al corpo giudicante e dal primo incidente sulla costituzione della parte civile. Gli imputati hanno, in questa prima giornata, mostrato di essere più diligenti dei loro avvocati nel raccogliere note ed appunti specialment3 durante la lettura dell'interminabile atto di accusa. 11 pubblico si è correttamente annoiato ed ha discretamente sorriso alla specie di palco della ghigliottina eretto nel centro dell'aula dove gli oltre 400 testimoni dovranno prendere posto per le loro deposizion i. Demani l'udienza sarà completamento occupata dal seguito dell'incidente oggi sollevato per la costituzione delle parti civili. Gli avvocati interessati risponderanno alle obiezioni fatte oggi con parola estremamente togata dal Pubblico Ministero Santoro, avvocato generale olla Cassazione di Ronui, che ha sfoggiato oggi, insieme alla propria dottrina giuridica, una immensa fascia rossa, insegna della sua carica. Dopo l'incidente sull'ammissibilità contestata dello parti civili, seguirà lo svolgimento di numerosi altri incidenti, taluni del qifalf "ueetsivi p*ef la'prosecuzione o mono del processo che, secondo i calcoli di avvocati e di giudici, richiederebbe almeno qualche anno prima di giungere al termine. Bisognerà dire infatti essere opinione pressocchò generale nelle sfere- forensi come in quelle politiche che questo processo difficilmente giungerà al termine. Il Governo ha nettamente esplicato la sua volontà rimuovendo tutti gli ostacoli tendenti a provocare il rinvio del processo. Il Governo, tanto per le responsabilità politiche che possono eventualmente emergere dal processo, come per ragioni di moralità politica che vuole dimostrare incluse nel programma fascista, intende che il processo si svolga, cioè, in altre parole, che la luce, come si dice, sia fatta. Non si deve dimenticare essere questo oggi iniziatosi un processo essenzialmente politico, destinato sovrattutto a colpire nel retroscena il ministero Bonomi, al quale si imputa di non avere operato il salvataggio della Banca di Sconto. Il processo dovrebbe poi, nel concetto di taluni, colpire soprattutto l'on. Bonomi, capo del Governo al momento del crak della Banca o oggi risoluto avversario del regime fascista: Comunque ' possano uscire lumeggiate dal processo le figure dell'on. Bonomi e dell'on. Bortolo Belletti, allora ministro del Commercio e oggi ritirato dalla vita pubblica, è evidente che ahi interessi, particolarmente pulitici, sono in giuoco nel mastodontico prpeesso oggi Iniziato. Ma è pur bene notare che som» altresì in giuoco interessi morali di altissima natura L'opinionu pubblica cioè attende di conoscere come siano tutelali nelle grandi Banche gli interessi dei risparmiatori e in genere di tutti coloro che affidano il loro dulia io alle Banche. Si è detto che il i-rjik dello Banca di Sconto fu più pernieiii-ii all'Italia di una battaglia perduta. Vi è una parta almeno «li verità in tale affermazione. Certo è che nel dramma della Sconto vi sono i piccoli o i grandi personaggi che troviamo trasferiti nell'istruttoria avvenuta per il processo ora in corso. I grandi personaggi non suno, come a prima vista potrebbe apparire,-degli uomini parlamentari, coinvolti nell'istruttoria e poscia o prosciolti oppure rinviati a giucìfeiov Durante l'istnittoria, per accuso p/ii e» meno gravi, fu indagato sulla resr/Onsabilità di un numero ben maggiore ài uomini parlamentari travolti nelle vicende) della Sconto. Essi erano cioè, come amministratori o partecipi dell'animitiistra-1 zione della Banca, i senatori Guglielma! Marconi, Leonardi Cattolico., oggi defunto, Scalini e Gavazzi. Il Pubblico Ministero nella requisitoria domandò che/la Commissione di istruzione dicliiarasse.'non doversi procedere contro nessuno dei quattro} membri del Senato por non avere essi* quali amministratori, distratto dall'attivo» sommo per rimborso di prezzo di azlonij ordinasse il rinvio al giudizio degli onorevoli Gavazzi, Scalini e Leonardi Catto' lica per il dividendo manifestamente distribuito e dei 6oli senatori Gavazzi e Sca-* lini anche per l'attribuz/lone della somma di 360 mila lire agli amministratori, di cut l'on. Gavazzi percepì lire Hl.i530,60 e l'ori., Scalini lire 35.201,50, e dichiarasse nort doversi procedere per il reato stesso contro' il senatore Marconi per non avere eglt commesso il fatto nè avervi concorso. Successivamente però la Commissione! di accusa, a parziale modificazione deL deliberato della Commissione di istruzione, manteneva fermo il rinvio a giudizio degli on. Scalini e Gavazzi, dichiarando non doversi procedere contro Leonardi Cattolica, per insufficienza di prove della sua colpavolezza e dichiarando non farsi luogo ai procedere contro l'on. Marconi per non costituire reato, nei suoi riguardi, il fattoi attribuitogli, non anendovi volontariamente concorso. Ma l'attenzione è rivolta soprattutto al principale imputato, al comm. Pogliani, amministratore delegato della Banca di Sconto. Il magistrato inquirente nella.sua' requisitoria cosi si esprime intorno al commendotor Pogliani: » Il comm. Angelo Pogliani faceva parte dei Consigli di amministrazione di 70 società industriali quasi tutto finanziate tlalla Banca dì Sconto, di 27 come presidente, di 3 coma vice-presidente, di 40 come consigliere, società di cui più della metà appariscono, alla fine del 1921 debitrici insolventi della Banca di Sconto per una perdita presunta di circa 200 milioni :>. Il Pubblico Ministero nella sua retjuisi* toria rileva inoltre clie il Pogliani, «ili» chiusura dell'esercizio 1919, percepì 420 mila ,lLn> di stipendio 180 mila lire per spese di rappresentanza. *a quota di partecipazione agli utili dovuta a ciascun cmministratore e a ciascun componente il comitato centrale e 821 mila lire per interessenze speciali dovute all'amministratore delegato. Alla chiusura «lei successivo esercizio 1920 percepì lo stipendio di lire 420 mila, l'indennità ner spese di rappresentanza in lire 180 mila e 43.517,90 per partecipazione agli utili del bilancio come consigliere di amministrazione, ma rifiutò lire 694 mila per la speciale interessenza che gli sarebbe spettatu. Ecco perchè il pubblico, preoccupato dei sistemi, e non in odio alla persona, considera il commendator Pogliani come il vero protagonista del processo, sulla cui continuazione esistono, non «I sa se a torto o a ragione, tanti dubbi. OESARE SUBBERÒ *

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