Le commosse rievocazioni di Londra e Parigi

Le commosse rievocazioni di Londra e Parigi Le commosse rievocazioni di Londra e Parigi (Servizio speciale della STAMPA) Londra, 22, notte. Non crediamo che, duranite tutta la sua esistenza, ormai quasi secolare, il Manchester Guardian atoibia finora dedicato il suo primo art «roto editoriale alla scomparsa di una creatura ' d'arte, L'eccezione è intervenuta oggi. L'elogio funebre -di Eleonora. Duse occupa infatti la massima cattedra editoriale del grande organo di Manchester, che è senza dubbio il più intalleluiale tra i quotidiani britannici. La Duse aveva afferrato il cuore di questa gente, o meglio dell'elite letteraria, artistica e sociale del popolo inglese. I tributi di tutta la stampa alla' memòria dell'incomparàbile italiana sonò in vari casi addirittura commoventi. « La Duse lega al mondo moderno, nella sua forma più alta, una eredità inestimabile », proclama la Morning Post, mentre per il Times il ricordo cine la Duse lascia dietro di se, nei teatri mondiali del nostri lempf, ò il più fulgido di tutti. Un altro giornale raccoglie nel mondo delle scene inglesi il. proposito iimimediato che gli attori britannici mandino, non solo una loro rappresentanza diretta ai funerali dell'attrice, ma provvedano ad erigerle un ricordo marmoreo. Gli autori drammatici italiani eressero qui a Londra un tributo simile alla memoria di Irvine. In verità, questo sottoscritto dai confratelli italiani è il solo monumento esistente quassù del .magnifico attore inglese. Ora si presenta l'occasione per uih contiraccarnubio. Eleonora Duse si era presentata per la prima volta sulle scene londinesi nel 1803. Vi aveva suscitato subito una ammirazione, clic poco a.l-la volta si fece quasi idolatria tra la gante del mestiere. Diffìcilmente gli inglesi ai mescolano, a tutta prima, coi concorrenti stranieri diversi di lingua, di mentalità. La Duse si trovava in un baleno circondata dall'affetto di tutte le stelle ed astri del teatro britannico. La sua ultima visita dell'estate scorsa fu sotto questo punto di vista uno dei maggiori trionfi di lei come donna. Purtroppo le sue condizioni fisiche non le permisero di cogliere tutti i fiori di amicizia che erano rimasti freschi intorno al suo nome, nella comunità teatrale Inglese La Duse dovette inerbare quasi interamente ■e sue forze alla folla che l'acclamò, coirne nemmeno Sarah Bernhardt era mni riuscita a farsi acolamr.are in Inghilterra. Coloro che sapevano a quali sforzi fisici si sobbarcasse la Duse, accoppiavano alla loro ammirazione un senso d.i pena che, a volte, ora confesso Uno dei più distinti critici londinesi ripete a'desso che, nel camerino del teatro, erano tenuti pronti dei cilindri dt ossigeno per assistere la Duse in raso; di malore. Si ri corda come essa, uscendo' di scena, cadeva talora affranta sul lettuocio del camerino, rimanendovi in una specie di catalessi per circa un'ora Il suo ultimo impresario londinese, il signor Clialers Cociiran, rievoca oggi in un giornale del mattino quello che accadde alla fino della recita del «Così sia», il primo lavoro che la Duso diede qui nella sua stagione finale al New Oxford Theater. Scrive: « Dopo il suo grande sforzo, quando la vidi nel suo camerino improvvisato entro il quale era stato portato dell'ossigeno, mi sentii prò fondamente allarmato. Mi pareva che ella avesse fatto troppo. Si sarebbe detto che stesse por svenire da un momento all'altro, tanto era la sua debolezza ». L'impresario raffronta la sua esperienza professionale con Sarah Bernard e quella con Eleonora Duse. Egli si sentiva immediatamente a suo agio di fronte alla francese. « Benché trovassi sempre la Duse piena di grazia — prosegue Cochran — devo confessare die visitandola provavo quasi un senso di trepidazione. Colla francese era naturalissimo parlare di affari. Dichiaro che mi sentivo del tutto incapace di discutere cose materiali con Eleonora Duse ». L'impresario definisce l'ultima tournée americana della Duse come una pazzia. Egli non è sorpreso che l'attrice sia caduta a Pittsburg; si meraviglia piuttosto che abbia potuto sopravvivere più di cinque giorni. c Sarebbe come pretendere che un giglio possa sopravvivere in una miniera di zolfo ». La rievocazione assume quindi andatura narrativa : « Per il tramite del suoi agenti Eleonora Duse qualche settimana addietro mi cablografava che sarebbe stata lieta di recitare nuovamente a Londra nel giugno prossimo. Pensai subito che non sarebbe venuta. Le sarebbe occorso, a dir poco, un lungo periodo di riposo. Per vari anni mi ero provato ad indurre la Duse a venire a Londra. Avevo abbandonato da ultimo ogni speranza. Ad un tratto ranno scorto mi giunse un telegramma che a tutta prima mi fece, l'effetto di uno rlglntsdrmcadnscherzo. Recava la firma della grande ita- s liana. Ed in esso diceva : « Gradirei recitare a Londra sei matinées, sotto la vostra direzione. DI grazia fatemi offerte ». Le condizioni furono convenute per telegrafo e prima che le potessi inviare una regolare scritturazione mi telegrafa di nuovo, annunciandomi che era già in viaggio. Andai ad incoiftrarla a Parigi e l'accompagnai a landra. Essa trovò molto faticoso anche questo breve viaggio. Ma il giorno di poi mi scriveva dai Claridge Hotel un biglietto cosi concepito: « Je vous remercie et de tout moti coeur. Tout a etè bien et le suis heùreuse d'etre chez vous. Souhaites e saluts. » La sua più grande cura era ohe alla prima matinée venisse riservato un (patahetto ad Ellen Terry. Alla vigilia della prima recita in seguito a qualche mia piccola cortesia, essa mi scriveva : « Merci pour tout et ** vous prie do garder un loge pour EHen Terry. Merci pourtrint. ». Dal canto mio non posso trovare parole per descrivere l'arte della Duse. Riesco soltanto a ricordare ciò che mi diceva il famoso critico Arthur Symons: «Non ho mai visto una donna cosi appassionata di bellezza; non ho mai visto una donna egualmente divorata dalla vita dell'anima, dalla vita della mente e dalla vita del corpo ». Disgra ziatamente, in realtà, la Duse era divorata da qfuaUche cosa di più fatale e irresistibile ». M. P.