La morte di Eleonora Duse a Pittsburg

La morte di Eleonora Duse a Pittsburg La morte di Eleonora Duse a Pittsburg Londra, 22, mattino. fjrt cablogramma Iteutcr da Pillsbu.rg, di ieri scru, annuncia dm Eleonora Duse ha cessalo di vivere, ha ura.mli: artista fu. colpila-da un attacco di influenza quindici giorni sono, </ PUUburg, dovi' si. era recata, per darci, alcune, rappresentu-joul. La maialila si aggravò d'improvviso e sabato le agenzie cablografarono dall'America clic Ir. condizioni <lr.aa Ousc ciano quasi disperale. La morie avvenite alle. 2,30 del mallin.o. Le sue ultime recite Nnw York, 22, mattino. La morie ili Eleonora Duse, in, seguilo a complicazióni d'influenza, ì: avvenuta all'alba di. ieri nella camera clic l'artista occupava all'Hotel Sekc.nlis a Pittsburg. La malattia fu. contratta il. giorno stesso iu cui. la Duse giunse in questa città. Essa volle al mattino recarsi al teatro dove doveva iniziare la sera stessa le sue rrc.ilc. Xon riuscì, però a trovare, la porta d'ingresso per gli attori e, restò sotto la pioggia dirotta per una diecina di mintili. Tornala, all'albergo dichiarò ili. aver preso freddo e di. non sentirsi, henr. La sera in. teatro apparve, a tulli mollo stanca. Persìstette rari giorni ancora, ma alla fine (tavelle mettersi a Lelio mercoledì, scorso. La Duse volle ancora una. rolla alzarsi, per recarsi a Cleveland, nell'Ohio, dove era attesa per una serie di. rappresentazioni. I suoi sforzi però furono vani. Si alzò. ma. cadde poco dopo svenuta. Fu rimessa a letto e arni si alzò pia. La. celebre attrice, era attesa a .Xcw York per i primi di. maggio e l'attesa era enorme. I giornali americani, pubblicano intere colonne di necrologio. La salma della Dìlsc verrà. Irasporta.ta. fra giorni fl,..V"w York per essere imbarcala alla, volta drivi'alia. Il rimpatrio della salma Pittsburg, 22, mali. Il piroscafo Duilio, cho partirà il 1.0 maggio da New York, condurrà in Italia la salma i 1 Lleonora Duse, che sarà accompagnata dai venti artisti che la seguivano nella sua tournee. ^ {Stefani}. La vita dell'artista F.le'onora Duso niicque a. Vigevano il 3 ottobre 1859. Contava ogt'i 05 anni. Figlia di comici, il palcoscenico rappresentò il suo giardino d'infanzia, e la sua scuola. Dopo una giovinezza, tormentata e modèsta, fatta di raccoglimento e di esperienza, balzò in piena luce per la semplicità e verità dona sua arie. Conquistata la celebrità pa-^su di trionfo in trionfo. Proclamata l'attrice cii\ ìna » non trovò confini alla sua arte e la. sua fama divenne universale. Nessuna arlisia più di lei ebbe unanimi e calorosi consensi da tulli i pubblici del .mondo, (ili autori la considerarono loro collaboratrice,' i corniiaarni maestra insù pera bile. ■ La trovata delle rose 11 primo comico della famiglia Dttóejfu il notino di Eleonora, Luigi, un attore dialettale veneto, nativo di C'hioggia. Di soli ì anni 'ria ora sul palcoscenico : Cosolta, noi Miserabili. di Victor Hugo. Una prima rivelazione di lineila die doveva essere la sua arto meravigliosa di concezione e di esecuzione, la si ebbe in Verona, nella- Giulietta e. limerò. Una trovala, come dicono i comici italiani, una trovata di rose clic rivelò tutta l'aristocrazia del suo ingegno. Passò dall'imo ali altro episodio della tragedia colle mani piene di roso, o. collegò con questo motivo il primo ul supremo convegno, l'umore e la morto. Codesta, dei dori è rimasta una delie noti dominanti della vita di scena «Iella Duso. Dalla prima affermazione giovanile alla rivelazione passò qualche anno. A venti anni 1 giornali cominciarono a notarla e a trovare per lei parole di ammirazione, ma non v era ancora iubjrno al suo nome l'unanimità dei consensi» La sua vera uffermazione la. si ebbe ai Fiorentini di Napoli nellaeresa flaquiu. La .signora Pannili era oiacintu Pezzami; Eleonora Duse, Teresa. La. Duse rivaleggiò con la Pezzami, che era tu prima attrice della Compagnia, e la supero, nel giudizio del pubblico, per la originale, modernità dei mezzi I suoi compagni di allora non seppero rcudorsi ragione del primo successo della giovane artista nò dei trionfi che riportò poi. La Duso stava, sempre, mula, rincantucciata, quasi raggomitolata, con i grandi ocelli neri immoti e con i grandi sopracisli alzati, che le davano un'aria di assente. P successo nella Itaquln ed altri die a quelli seguirono — clamoroso quello nella Fernanda di pardon — la portarono prima donna assoluta nello Compagnia di Cesare ltnssi e vi rivelo la suii grandezza, vera. La Principessa di. ilagdad. recitala al nostro Co ristiano alcune sere dopo le rappresentazioni di Sarai) Pernardt quando il pubblico era ancora lutto pieno del fascino di questa, fu la prima tappa della marcia «rloriosa. rapidissima. La Duse, assistendo alle interpretazioni di Sarah, vide conio la mossa in scena deli!' -aia t'orza interiore e seese iu campo coila baldanza giovanile dei suoi ventanni, come so una voce lo gridasse nel1 intorno dell'anima: «Ci sei anche tu » E la folla l'accolse con enlusiasmo. felice" di possedere un'artista che tenesse front.- alla maggior gloria di Francia. L'autore stesso della Principessa. Alessandro Dumas, rendeva omuggio alla nòstra grande, artista, una sola cosa la montando « che un'attrice, cosi fuori dal comuni', non rosse, francese ». E che tale fosse veramente lo prova l'ammirazione incondizionata che ebbe per lei Cabriolè D'Annunzio e elio lo ispiro no] tracciare il ritratto di Silvia Sellala in cui, sotto la finzione artistica, si trovano i segni della somma interprete.' « Pila «ì sempre diversa come una nuvola die ti appare mutata, d'attimo in animo, senza che tu la ve«la mutare. Ogni moto del suo corpo distruggo un'armonia e ne crea un'allra più bella. Tu in preghi dio si ar1 resti, clic rimanga immollile', c a traverso luila la. sua. inimobililii pa.-sa un torrente «li forze, oscure come i pensieri passano negli ocoln ». "Scelga un altro mestiere!,, Conio pop (ni; i grandi artisti, ancho-per Ijoonoia Unse, il periodo dell'oscurità, della faticosa lotta per resistenza; dell'intimo lavorio pi r la formazione e l'affermazione dota poi sonai uà artisti™, e una miniera anoildoticn. Quanti Inumo scritto «Iella illustre '• «lira artista scomparsa, i-Oli devozione di discepoli o entusismo di ammiratori hanno a uiio pura di li chi.'ini aro i primi anni della .-ila giovinezza, che furono anni «li sofferenza, di miseria e di umiliazioni. h rimasto celebro, secondo riferisce Franco Liberati, un aneddoto cip. Si riferisco al tempo iu cui la. Duse, trdvavasl nella Compagnia di Luigi Pezzami. Era iu prova una, commedia n,-.|in «pialo la Duse sosteneva, il i'ihiIii dello «seconda donna.,, il direttore, seduto vicino alla buca del suggeritore, presiedeva eon aspetto grave alla prova. Nel bel mezzo «li lina sc-na ecco che il capocomico inlorrompc la sua seconda donna, per correggerla : «Questa ballala non va detta còsi!... Diandro!!... Va detta in questo modo: n qui a ridirla lui; ma con una pronunzia die no. oscurava interamente il senso. La Duse osserva. bIkj ,rh0| modo di pronunziar la frase non le garbava; il capocomico insisto, e l'attrice ribatto con maggior foga, con la 0.0seioiiza di capir qualche cosa. No nasce un piccolo conflitto artistico, ed il Pezzana perde 1 gangheri 0. dà in una esclamazione, rurlbpnfjn: .. Ma. perdio seguitate a fare l'artista?!... Non capito che non 6 pane per i vostri douli?!... Scegliete un altro mestiere!» La Duse saetta con inni sguardo furibondo il suo direttore! Una frase, anche più scottante, sta por uscirlo dal labbro, ma è' trattenuta dal pensiero che essa lo, costerebbe l'improvviso licenziamento! E si rimangia . . collera. . IL successo che ebbe a, riportare la Duse m teresa Rofiuin, successo che non solo lo assicurò la successione a Giacinta Pezzana no.iia Compagnia di Cesare Rossi, ma le fece conquistare la celebrità, merita di essere particolarmente ricordato. Per farsi un'idea dei1 Importanza della rivelazione data dall'arte sua nella Teresa Uaqii.in. giova notare, che di solito la vecchia Teresa empie di se tutto il dramma, e la figura ddla sposa scompare quasi, o diviene Usura di sfondo. Giacinta Pezzana, infatti, non ritrovò più per il lavoro sonano una attrice come la Duse, e il pubblico si «abituò a non vedere die lei. Ne! caso, invece, della memoranda recita n'ipoil'itana, il trionfo fu duplice, e se gli spettatori rimasero giustamente terrorizzati dàlia sublime interpretazione della Pezzana., urlarono d'entusiasmo dinanzi aita risultanza artistica portata dalla Duse. Eduardo Rautet, che ebbe la ventura di assistere a quella rappresentazione, ne scrive cosi: «Il trionfo di quella sera non si scorda. La. vedo nella veste nera e succinta, appoggiata alla finesf.retta. cpn aria distratta, estranea all'ambiente, vivendo nella menzogna, nel delitto, 'ielle sgomento, nel terrore, nel disgusto, nell'odio Quando Teresa rie! bianco velo ili .-uosa ha paura, 0 si strinse a- Lorenzo. \\ cui amore più non vince il Tiniorso. quando, atterrita, vedo il ritratto dell'ucciso Camillo a lo addita a Lorenzo cogli occhi sbarraii e trema, e lo manca la parola.; quando nel rimprovero del1 assassinio all'amante ode il grido «Idia ,««'/:finora llnquin e si afferra nervosamente alla seggiola; e, nell'ultimo atto, quando i'amòre è diventalo-odi!) feroce, e la, madre paralitica sorrido spietata del martirio dei due colpevoli, — si fremeva, un brivido correva per le fibre, 0 cnlì'anur.o soggiogato non si aveva nemmeno i! coraggio di applaudire ». Il successo riportato dalla Duse nella lìaquin, riconfermali poi clamorosamente nella Principessa, iti lìagdud. [tanto da indurre Alcssandro Dumas a pensare a lei quando gli venne in moine iii scrivere !a Monista), se sollevo grandi entusiasmi nel pubblico, trascinò gran parte della critica, die prese ad inneggiare al nuovo astro della scena italiana, non passò senza sollevare qualche invidia, ira i compiisi!i d'arie 0 se ne trovano gli echi nei giudizi di qualche critico rimasto isolalo, si lamentò elio per amore delle troppe paure, il fraseggiale della Duse-fosse difettoso : si disse olio, eccdlento nelle intonaTdoni di testa, stridesse, abusandone^ nello noli- gutturali, quando la sua ri Unzione *i faceva drammatica e concitata; si insinuò che la sua pretesa di semplicità e verità, por oui «lava la illusione di coni penetrarsi a tal segno ne! personaggio da iiitéranvenìc s«\iinparire, non fosse in realtà che un modo per meglio distinguersi. Invidiò 0 gelosie di compagne vennero presto ridotte al silenzio, lauto In Duso su oiriii altra attrice primeg» gia.va e ogni sua interpretazione riconfermava le meraviglioso «loti di cui aveva «lato saggio nella Principessa, e quegli stessi crii! ■[ che le avevano lesinato le lodi, a breve disianza di tempo dovevano riconoscere che tra la Duse ed ogni altra attrice sima l'abisso.-''Il teatro non aveva, avuto mai ima personalità ct-.si completa. VI i nino iu lei tinte le possibilità ; la sua anima era capace «li tulle le vibrazioni. Non era solo l;i interprete iileale «li un genere, ma. di toni, i generi e non vi era forina d'arte che Moti potesse trovare in lei la sua espressione. Conquistato i! nostro pubblico, la sua lama dilagò e !«• suo peregrinazioni all'estero incominciarono, I". al primo movimento di curiosità segui il successo completò e damoroso. Le " tournée ,, trionfali La Duse portò nel inondo teatrale una rivoluzione. Superato il pruno movimento di sorpresa, sgombralo il campo dalle diffidenze, vinti aurfie i temperamenti negati ad o,:nt innovazione, il suo modo di realizzare una. finzione scenica venne preso ila tutte lo attrici come modello da. imitare. Le attrici provette che avevano per lanti anni dominato i cuori si ritrassero attonite, sbigottite quasi dinanzi alla nuova arrivata u l'Italia fu assediata dai cicali! delle Dusette, le grandi capitali 0 lo, tene minori «l'Europa, d'Africa e delle Americhe accettarono l'afférmazione e la afforzarono. Tournées seguirono a tournee-, u l'unii più dell'altra con osil.> trionfale, Parigi. Berlino, Pietroburgo, la gridarono attrice unica. Tutte le corde della gran lira della nassione umana ella tentò, sebbene sul principio dimostrasse di avere predilezione per il tipo di ribelle ed eccellesse più nell'ira, noi disprezzo, nell'odio, ne! furore, nella gelosio, nella simulazione, iicH'abbiez'-uie e nella morte, «die nella violenza, nella tenerezza, nella rassegnazione e nel dolore; fu piena «lì sottigliezza ucllVlmorfi senza stima, tutta paurosa dolcezza in Pamela, vezzosa e civétta in Mirandolina, vibrante di passiona dolorasa In Santuzza, il suo r«ipertorio, elio poi restrinse, raccogliendosi tutta in quei tipi -.'ilo meglio rispondevano alle sue particolari alti-: Udini. Ibscn e D'Annunzio, fu vastissimo: Teodora, Moglie di Claudio. Antonio e. Cleopatra, Isidoro, Innamorali, nomi monde. Signora delle camelie. Scrollino, yrou Frati, Fernanda, Divorziamo. Francatali, Dionisio. Monlie ideate. Principessa di Hagdud, Casa. paterna, ecc. "E poi II sunna di un mal figo di primavera, Cu città morta. Gioconda, la. Franteseli. Ild infine lledda Cahier, Casa (li bambola, la Donna del mare, in Fi-ancia, ogni critico gli rivolse un inno; a Berlino, a Pietroburgo, non trovò che consensi entusiastici. Ovunque recitò fo riconosciuta, la meravigliosa forza e semplicìti'i della sua. arto. Eil ebbe omaggi di l'olle de Miranti, consensi di artisti, di principi e di sovrani. L'incontro con Sarah Bernhardt Nella vita di Eleonora. Duse vi è una. data che più di ogni ultra si ricordi, ed è il LiKKj, l'anno in cui neretto di recarsi a Parigi a recitare nel Teatro di s'arali Bernhardt. Era già stata iu Ocrmaiiia, in Bussili, in Ingliiltcrra, in America; le reslava di conquistare Parigi. Nota agli autori, dio so in contendevano come interprete dolio loro opere, lauto ne ani mi invano l'eccellenza artistica, aveva ancora «la imporsi alla critica od al granilo pubblico della capital-: francese. Per quanto in ogni città avesse ottenuto accoglienze entusiastiche, cortei, fiaccolate, concerti, l'idea di recitare a l'arigi sgomentava, la liuse. 11 vedersi chiamata, il sapersi desiderata, la persuase ad affrontare la prova. Ando l'attrice nostra, armata solo dalla sincerità dell'Arte sua, fidente, e tranquilla. Il pubblico, il gran pubblico dello, occasioni solenni, affollò il teatro, e si disposo, giudice severo u implacabile, in ogni posto disponibile! La Duso recitava... La signora, dulie (««mclie, e Sarah Bernhardt. fatta, oggetto degli affettuosi sguardi di tutti, era in teatroI Oh la febbre di quella serata memoranda; oh le. ansie angosciose degli amici dell'attrice, dei compagni, degli italiani residenti a Parigi... e di tutti gli altri! t primi due alti passarono in mezzo a una cortese indifferenza. Si sentiva una certa glaciale freddezza, in quella sala, nella «piale ancora non era spenta l'eco degli applausi e itegli evviva prodigati alla più grande attrice francese! Ma ad un tratto l'ambiente si riscalda, si riscalda... La Duse ha momenti meravigliosi di grandezza; Uova accenti strazianti di verità; la I sua, voce, ha note che cercano le fibre più j recondite dei cuori e le fanno battere violentemente: non è più, non è più la Duse: è Margherita. Ga.Mhier: vive, palpita, piange, soffro, si ribella con essa!... E il silenzio s'interrompe nella sala: non ò l'applauso, non è l'evviva: è un urlo assordante di entusiasmo clamoroso: e il trionfo decretato, ò l'Apoteosi dell'Arte Italiana. Sarah Bernhardt si alza dal suo palchetto, si protende sul davanzale, sporgo in fuori le mani, e applaude fragorosamerito. mentre, all'alio gentile della grande maesU'u, si rinnovano i battimani, si ripete la «omiiiovenle dimostrazione d'entusiasmo! Tra i critici si trovava quella sera in teatro aneli-; Emanuele Arène, uno degli autori dei lìr. scrisse: « I più gran pregi della Duso, da cui derivano di conseguenza tutti gli altri, sono: la sincerità e la semplicità. La Duse non procodo visibilmente da veruna scuola: ossa ò lei. e. por usar la viva espressione di un gran poeta, recita nella sua. propria peli-o, lasciandosi andar tutta intera, senza premeditazioni, eon una verilà. non isludiatu, e una varietà di mezzi olio non attingono la loro uol»)nzn da alcuno sforzo apparente; polche ella è as?ai parca nelle grida, e parca, sopra lutto, noi gesti. Molto l'applaudirono iiuanToi'.'i pianse. 0 più ancora quando morì. Ma si può imparare a piangere e a. inorile bene su la s eua : e un'attrice, d'ingegno può. co! tempo, fa:- si che il mestiere «Ila !'il!iisionc dell'arte. Ma ciò «ite non si impara, ciò elie bisogna aver noi sangue è appunto eotcsta sineeiità. co testa spoiilniiieilà. cote- ' sia semplicità nel riso e nel pianto, nel dolore e nella crio'a. in cui risiede, senza l'orso olio. ii) spettatore se 110 avvegga, la. ragion vera «lei grande successo della ou.-e, ii segreto (logli applausi ch'ella avrà dovunque, in ogni opera, in ogni » parto », ove abbia da interpretare sentimenti umani ». " Bisogna recitare!,, Di aneddoti sullo recite a. Parigi «li Eleonora. Dus". iniollo dal 1906 0 le altre che seguirono ce n'é una mosse. I cronisti doi giornali francesi, particolarmente «piando la Duso si presentò come interprete delle tra. gedie -li D'Annunzio ci sbizzarrirono. E vennero fuori un-'he molti pettegolezzi, mi prete, so manic'su note di eccezionalità, che e «la sperare non vengano richiamato in questioni di angoscia. Invitala, nel ÌROS, a partecipare, a Parigi, alla recita d'addio «lolla Peichenberg. della Coruèdìe Francnisc, la Duso accettò con enlusiasmo. Recitò l'Ultimo iitt-i dell' Adriana. I.écouvreur e il pubblico, folio od elegantissimo, le fece grandi feste. Alla lino dello spettacolo, nota Giuseppe Candii in uno dot suol libri -li cronache teatrali, Felix l'aure, presidente della repubblica, si recò su! palcoscenico ad ossequiare la Duso, |a quale gli confessò elio aveva aVutó una grande paura. « Hi che? » lo domandò il Presidente. ■■ Di recitare — rispose la Duso - noi primo teatro di prosa del mondo in una lingua straniera • Come! — osservò Faine — avete recitato iu italiano'.' La vostra arto è cosi piena di passione e di verità ch'io non me ne sono nemmeno accorto!», A Berlino .interrogata da un giornalista porcili! avesse scello soltanto dello «more di Henrik Ibscn por le su-' rappresentazioni straordinarie nell'ottobre del" l'JOS, rispose: « Per un motivò semplicissimo: perchè adoro Ibscn. La Germania ò il paese in cui mi piace «li più recitate Ibscn, perchè è. appunto il paese in cui il grande tragico mi si rivelò. Lo compresi, la prima, volta, per mezzo di autori tedeschi, e da loro appresi ad amarlo, lo credo, poi, elio non vi siano al inondo scene più adatto delle tedesche por lo opere e por i personaggi di Ibscn, ponile, il pubblico vi ò cosi raccolto, così riflessivo, cosi «Urei, pensieroso. Forse più tardi troverò,dfjir l'altro: ma, per ora, resto con Ibsen ». A Berlino in una dolio suo prime tournées si presentò india Casa paterna. Alla vigilia della prima rappresentazione indirizzò a Sudormami la seguente lettera: « La vostra Magda, ha lavorato U) anni?-., Chi vi scrive lavora da, '10 anni. La differenza è enorme, se si calcola che si tratta di una donna, e di una donna la quale, al contrario di Magda, conta 1 giorni per andarsene da teatro. Magda ha avuto 17 anni. a. casa sua. Chi vi scrive, niente di questo. A 1', anni le han messo delle gonnelle lunghe e le han detto: u Bisogna recitare ». C'è qualche, differenza fra runa e l'altra, donna. Del resto, Magda vi appaitIorio corno creazione vostra; l'altra vive e vesto panni come tulio il mondo. Però, essa tiene a ringraziarvi, semplicemente, poiché fu grazie alla vostra Casa, paterna che essa ha accettato <: con piacere la responsabilità di stasera». Il silenzio decennale Nini tulio il pubblico seguì la Duso nei nuovi atteggiamenti lirici a cui la pollava il teatro dannunziano, vive, furono le discussioni tra simbolisti. Veristi illirici, si ebbero miche In teatro delle, vere battaglie tra. dannunziani ed aniidannunziani, ma l'arte mirabile «lolla, grandissima attrice non ne solili. Né mutò per lei la. generale ammirazione. A questa tournée ségni, por parte, di Eleonora Duse, l'altri! eon la « Francesca da lumini », messa iu scena lussuosamente, con infinita cura di particolari, con decorazioni spettacolóse, poi lo peregrinazioni all'estero, con i drammi ibsenlani. E venne in seguito la lunga, intesa, la grande parentesi di isolamento e di solitudine. Vi fu un momento, nel 1911, in cui sembrò «lie la Duso, volesse di nuovo ripresentarsi al pubblici e ciò avvenne quando le si fece conoscere il programma «le! teatro Argentina, di cui aveva, assillilo la. direzione il Boutet. Scrisse quel giorno: « La vostra promessa, oggi, mutuili i tempi, è finalmente l'affermazione del teatro italiano. Sono liete le sorti. Accogliete l'augurio di.chi seppi: uu tempo sperare. Per tuie speranza, per tale vittoria, 10 ritrovo oggi il sorriso più dolce, la. consolazione più ulta. Che so il ricordo di anni e anni di tenace lavoro, vissuti da me in Italia e lontano, sempre memore, sempre alimentala da ferina fede, sempre-volente una, forma d'arte nobile e. alta, oggi valesse agli ocelli di voi giovani, io vorrei dirvi, con sorriso o con pianto: apritemi le file'o acc -gliele me puro, «die. io possa finalmente lavorare e vivere con voi e cer l'arte ». Questa, lettera cout.ensjva una promessa, mà la promessa non doveva essere mantenuta clic molto più tardi. _ Nel 1914 la Duso pensò d'istituire, presso ttouiu. una casa per lo attrici, che « fosse come un asilo dell'anima, un rifugio spir1luale, die offrisse la paco del cuore, la ' lenità delia inente, il riposo del cervcP benessere intellettuale, il nutrimento-..;.. sano dell'immaginazione, l'acqua «Li il pane integrale che appaga la • fame e. la sete inestinguibile del li» letaiia, sempre più abbandonala 4 trita ». La casa fu inaugurata sole^ con una elegantissima - toa-narty »';<• i) nero parecchie dame dell'alia ariste"romàna, 0 scrittrici, letterati, autori ci..' mutici, critici, giornalisti, ma. ben poche trici. Fra queste, Tina di Lorenzo. Anche re quest'occasione si sperò clic la Duse avrebbe colto l'invito che artisti* e giornalisti le rivolgevano, perchè tornasse al teatro ma vane furono le insistenze. A preghiere ed inviti, risposo negativamente, tanto che si fini por ritenere die alcun pubblico, irò italiano nò straniero, avrebbe semita più la grande artista. Durante la guerra, la Duse fece qualche comparsa al fronte. Nei teatri del soldato la sua presenza venne più volte notata, ma non era l'artista che si mostrava desiderosa di dare un saggio della sua arte, ma la donna pietosa che voleva trovarsi vicina a chi combatteva per la grandezza del proprio paese: era la madre che voleva animare 0 confortare i giovani verso cui sentiva una parentela ideale. Il ritorno alle scene A decidere Eleonora Dusa 'a ricomparirò •sulla scena, ebbe, parte notevole Marco Praga, tu grande attrice viveva allora di una vita modesta e. raccolta nella sua villetta di A-olo. Il commediografo si recò a cercarla nel suo rifugio e dopo molte insistenze riu-u u persuaderla a ripreientarsi. Ma non furono poche lo difficoltà che si dovettero superare perchè l'auspicato ritorno di effettuasse. La Duse non intendeva formare una compagnia, ma servirsi di una compagnia già falla ed afAatutu, ed avere al suo fianco un collaboratore di piena fiducia. Ermete Zucconi che già era stato con lei nella trionfale tournee dannunziana, con cordialità, artistica, e squisita cavalleria, pòse a. disposizione della Duse la sua. Compagnia ed accettò di presentarsi con lei nella imerprotaziorio della. Donna, del Mai e di Enrico Ibsen e della Porta chiusa di Mano fraga, l'or l'attesa ricomparsa, tra lo città italiano, in prescelta Torino; parvo a ciò l'illustre attrice di buon augurio. Nella, nostra città ella aveva conseguito i maggiori trionfi, ed ottenuto il battesimo di gloria. E' cronaca di lori quella del grande avvenimento e basta un semplice accenno por richiamarla. Fu una sera di emozione indimenticàbile. Chi avvicinò Eleonora Duso nel periodo iu cui preparava la sua ricomparsa o colse sulle suo labbra, con l'acuto spnso di nostalgia «lo! lenirò e delle sue emozioni, la sua. trepidazione, determinata dall'umano timor,- di mostrarsi inferiore alla sua faina od al suo passato glorioso, non poteva, non sentirsi «niella sera compcnctrato- di quella che doveva essere la tempesta dell'anima sua. 11 teatro Balbo ora fantasticamente gremito. Da ogni città d'Italia erano convolili: i a Torino «logli ammiratori della grande attrice, per accoglierla trionfalmente. L'emoziono niii intonsa era. in tutti: in quanti la conoscevano ed anche in colóro che solo ie' avevano udito parlare. La voce, tremò alla •riandò artista noi primo grido: •> WangeL sci lì? • ma fu quasi impercettibile il suo tremore. Al grido rispose tutta la folla cort un sussultò: « E' Ini! » e al sussulto seguì lo scatto di migliaia di jiorsoiio acclamanti. Tulio il pubblico balzò in piedi si applaudi, si acclamò, si pianse. Da Torino Eleonora Duso pass,'» a Milano, poi a Firenze, poi a Poma. Formò una compagnia sua, si cimentò in nuovo interpretazioni, affrontò anche ima battaglia con 11 Cosi Sta, «li Tomaso fiaUarati Scolti. Londra, Vienna, Berna, Xow York, ripresero a disputarcela. Nella capitale inglese, olla r-icnvevÉ accoglienze trionfali cho rinnovava no i migliori ricordi ddla, sua luminosi ."irrior»; nella capitalo del dollaro, ramniiraziooe pelici trovava forme deliranti. Sembrava, «vi a ragione, che tutto intorno a. lei ri!..-ordisse.. Ma la nuova parabola ti'iohfnl«\ doveva essere d'improvviso troncata dalla motte.