Gli incidenti di Ponte Tresa

Gli incidenti di Ponte Tresa Gli incidenti di Ponte Tresa La vertenza diplomatica e alcuni strascichi dolorosi Il Governo federale dichiara di voler far luce completa (Servizio speci&le della STAMPA) Basilea, 14 notta Un comunicato ufficioso dell'Agenzia Telegrafica Svizzera viene stasera' molto opportunamente a tagliare corto alle molte voci diffuse in questi giorni ed a ricondurre un po' di calma sul preteso conflitto itolo-svizzero per l'incidente di Ponte Tresa. 11 comunicato mette in evidenza le buone disposizioni del Consiglio Federale nel volere dare soddisfazione al Governo italiano qualora risultino giustificati i fatti esposti nella sua protesta presentata l'altro giorno a Berna. Una nota svizzera • 11 comunicato dice: Ì> Sembra che nei circoli fascisti della frontiera italo-svizzera persista una forte imta.zione a causa degli incidenti di Ponte Tresa. Questa irritazione sembra trovare la sua fonte nell'opinione che le Autorità svizzere cerchino di contestare la. realtà dei fatti rimproverati ai soldati del 30.o reggimento. Quest'opinione è erronea. Il Consiglio federale è fermamente deciso a fare la luce completa sull'increscioso incidente di cui si tratta ed a prendere le sanzioni indicate dalle circostanze contro i militari che saranno ricono. sciuti colpevoli. E' in questi limiti ohe > sogna interpretare la domanda fatta dal O.n. siglio federale al Governo italiano di comunicargli i risultali delle inrhieste italiane, onde "facilitare il compito delle Autorità sviz. zere. Il giudice istruttore della quinta Divisione ha fatto pervenire sino ad oggi a Berna due raporti, il primo in data 11 ed il secondo in data 12 corrente. La sua inchiesta non e ancora terminata. Risulta tuttavia dal secondo rapporto che i soldati del battaglione 96.o, uscendo dal villaggio di Ponte Tresa, poco dopo le due del pomeriggio, in colonna di marcia, avrebbero emesso qualche grido ostile ed inopportuno. Gli ufficiali del battaglione hanno tuttavia dichiarato di non avere inteso queste grida. I sott'ufflciali avrebbero però ordinato ai soldati di lacere. La sera dello stesso giorno, alla Madonna del Piano, verso le ore 6. dei soldati che prendevano un bagno ai piedi della Tresa, avrebbero scambiato dei « lazzi » coi doganieri italiani posti sull'altra sponda del fiume ». Il caso del sindaco Tognettl In questo comunicata, come è evidente, vi è, sia pure indirettamente, la conferma delle notizie diramate ultimamente dalla stampa italiana. I giornali fanno seguire al comunicato una nuova versione dell'incidente di cui sarebbe rimasto vittima il sindaco di Ponte Tresa, sig. Tognetti, già deputato al Gran Consiglio, incidente che serve a meraviglia nelle mani della stampa svizzera come argomeno di ritorsione. L'incidente è già noto nelle sue grandi linee. Il sig. Tognetti, arrivato alla stazione di Varese fu invitato da parecchi fascisti a seguirli. Condotto alla sede del Fascio fu sottoposto ad un interrogatorio sui pretesi incidenti di Ponte Tresa. Dichiarò di non conoscerli che attraverso le deposizioni di un doganiere italiano e di ignorare tutto quanto si raccontava a Tresa. Dopo avere dichiarato di essere fiero di essere svizzero, soggiunse che ciò non gli impediva di avere delle simpatie per l'Italia, aggiungendo: «Mia figlia è sposata ad un colonnello italiano!". — Qui non si tratta di colonnelli — gli fu risposto. — Dovete semplicemente rispondere sugli avvenimenti di Ponte Tresa e noi vi invitiamo a pubblicare un manifesto nel quale questi avvenimenti saranno deplorati ed esprimere delle scuse, altrimenti, in caso contrario, organizzeremo una spedizione punitiva a Ponte Tresa. Noi siamo già 300 uomini armati e se sarà necessario andremo sino al Gottardo! Fu in questo momento — si tratta sempre della versione dei giornali svizzeri, ai quali va lasciata tutta la responsabilità — che giunse sul posto un fascista italiano di Ponte Tresa, tale Fiori, che, conoscendo da molto tempo il Tognetti, assicurò i compagni che egli aveva sempre manifestato sentimenti di amicizia verso l'Italia. Fu allora deciso di rilasciare il sindaco, alla condizione che rilasciasse una dichiarazione nella quale affermava di essere di sentimenti italiani. 11 Tognetti potè quindi uscire da una porta laterale e fu accompagnalo alla stazione da parecchi fascisti. Sabato mattina si recò a Bellinzona, dove fece al Consiglio di Stato la narrazione dell'incidente e presentò copia della dichiarazione che disse di essere stalo costretto a firmare. Lo stesso giorno il Governo ticinese indirizzò al Consiglio federale un rapporto sul caso Tognetti. Sin qui quanto pubblicano i giornali. Commenti della stampa elvetica Sino ad oggi ci siamo espressajnente astenuti dal riprodurre quanto pubblicavano i giornali svizzeri, perche abbiamo ritenuto che ciò poteva contribuire a creare un'artificiosa atmosfera di tensione nei rapporti tra i due paesi. Oggi tuttavia vale la pena di accennare, sia pure di sfuggita, a tali commenti. La Gazzetta Ticinese 6e la prende non tanto per il preteso incidente, bensì per la definizione di « soldatesca ticinese » adoperata da un giornale italiano per definire le truppe svizzere, ed esclama: « Ebbene no ! Anche ammettendo che i fatti attribuitici siano veri, perchè trattare senza altro di soldatesca la nostra truppa? Rispetto per rispetto, dignità per dignità. Se ì giornali, italiani hanno il dovere di difendere il capo del governo di Roma ed il partito che dirige la politica italiana, sappiano che è nostro dovere non accettare dei giudizi ingiusti che ledono il nostro amore proprio ». L'incidente viene giudicato naturalmente con maggiore serenità dalla stampa della Svizzera tedesca. La non sempre simpatizzante per l'Italia National zeitung scrive : « Senza attendere alcuna protesta del Governo italiano, si può ritenere che il Consiglio Federale avrebbe già liquidato la questione in unti maniera conforme alla posizione pacifica della Svizzera di fronte al paese vicino. Sotto la pressione di qualche fascista nervoso, ecco un incidente anodino, facile ad appianarsi in un'atmosfera tranquilla, che dà invece luogo a proteste del Governo di Roma ed ecco i fascisti di Varese passare alle minacele. Questo indubbiamente e un fatto da deplorarsi ». L'ufficioso Bund invece, facendo passare in seconda linea l'incidente e tentando una diversione, chiede se si debba ulteriormente tollerare. « Nel nostro paese sovrano la. presenza di emissari fascisti, i quali agiscono ria ispettori ed indirizzano direttamente i loro rapporti alle autorità governative ». • Un assennato commento è pubblicato invece dalla Zurcher Zeitung che, dopo avere osservato come gli svizzeri saranno ben lieti di chiarire il malinteso, conclude: « L'onore italiano, il prestigio del Governo italiano e del suo capo non sono in giuoco in questa circostanza e non lo saranno nemmeno per alcune grida lanciate da qualche esaltato. Possano queste considerazioni condurre i nostri vicini del sud a dare un giudizio sereno sull'incidente ». Persino le Tìasler XachriclUcn, che cercano di convincere i propri lettori come l'incidente non debba essere esagerato, concludono: » Però tali incidenti sono naturalmente di natura delicata, ma si può essere certi che non porteranno ad alcuna complicazione». Episodi Una notizia lieta si è appresa oggi, e cioè che i doganieri italiani e la milizia sono stati rinforzati a Ponte Tresa per impedire eventuali incursioni da parte degli elementi fascisti. Sabato sera furono tirate le catene sul ponte che divide l'Italia e la Svizzera. La località è sorvegliata da numerosi distaccamenti di carabinieri. Non altrettanto consenso ha raccolto la notizia, che vi riferiamo a titolo di cronaca, secondo la quale ieri mattina domenica un ufficiale italiano, comandante di truppe addette alla guardia del confine, avrebbe invitato il comandante di un piroscafo svizzero ad abbassare la bandiera della Confederazione all'arrivo dinanzi al porto di Campione. Come noto i piroscafi svizzeri che fanno servizio sul lago portano' a prua la bandiera italiana e a poppa quella svizzera. All'ingiunzione dell'ufficiale italiano il comandante del piroscafo ha abbassato la bandiera svizzera, ma avrebbe fatto discendere anche quella italiana. A proposito noi della sfida lanciata dal segretario degli arditi milanesi a! colonnello comandante il ;W.o reggimento ticinese, in questi ambienti si fa rilevare la assurdità di un • tale fatto, perché se è ammesso il duello per ragioni privale, non sarebbe comprensibile unii sfida di rale genere. « » Una, nota italiana Rema, 14, notte. L'Agenzia Stefani comunica: <• In seguito ai passi del Governo italiano presso il Governo federale svizzero per il fatto ocoiso al confine di Ponte Tresa l'otto corrente, il capo del dipartimento militare federalo ha dato ordine dj condurre una rapida inchiesta per ! accertamento delle responsabilità relative. Sono in corso attive pratiche tra i due Governi per la definizione dell'incidente, pratiche che si svolgono Con spirito il più amichevole di serena giustizia dati i rapporti di assoluta cordialità che' esistono fra i due paesi », zrvr

Persone citate: Bellinzona, Fiori, Tognetti, Tresa