Le invocazioni al Governo

Le invocazioni al Governo Le invocazioni al Governo la pacificazione contro le violenze Dalla stampa filofascista all'organo del Vaticano Roma, 11, notte. L'on. Mussolini ha ricevuto stamane a'Palazzo .Chigi il ministro dei Lavori Pubblici, dimazza, al qualo — secondo quanto avverto un comunicato ufficioso — il capo del Governo espresso il suo compiacimento per l'esito dello elezioni siciliane. Dal canto suo, l'on. Carnazza ha manifestato all'on. Mussolini, in nome dello popolazioni siciliane, il desiderio che egli compia la visita già prò messa in Sicilia. L'on. Mussolini ha aderito all'invito, fissando la data d'Inizio del viaggio alla prima decado di maggio. Una maggiore importanza si annette negli ambienti politici al lungo colloquio che, subito dopo, l'on. Mussolini ha avuto col sottosegretario alla Presidenza, on. Acerbo. In tale colloquio, secondo quanto si apprende stasera, sono stati presi gli ultimi accordi preliminari sugli argomenti da sottoporre all'esame del prossimo Consiglio dei ministri, che, secondo ogni probabilità, inizlerft le proprie riunioni dopo le feste pasquali, per iniziare la trattazione del rendiconto dei pieni poteri e delle linee essenziali - del discorso della Corona. Il Gran Consiglio fascista, che avrebbe dovuto tenere la sua sessione di lavori nella seconda decade di questo mese, è stato rinviato al 20 p. v. La sessione occuperà quattro o cinque sedute, 'per trattare questioni politiche di carattere generale e fissare 1 criteri concreti e definitivi per la riforma dell'organizzazione del Partito. Quanto al Direttorio, esso avrebbe dovuto riunirsi stasera, ma una improvvisa indisposizione del comm. Marinelli, che ne fa parte in qualità di segretario amministrativo del partito, ne ha imposto il rinvio a domani, 'alle ore 17. Quella di domani non sarà che la' prima di una serie di riunioni, alle quali nel circoli fascisti si annette una certa importanza, perchè II Direttorio dovrà esaminare la -situazione politica generale determinata dal risultati delle elezioni, ed affrontare il problema dell'atteggiamento del partito, sia sul terreno politico che sul terreno parlamentare, di fronto alle forzo delle minoranze. Nella settimana ventura si riunirà pure, si assicura, la Corte di disciplina del Partito fascista, ma le sue decisioni, che rifletteranno alcuni casi di indisciplina, non potranno avere eccessiva importanza, perchè, come si sa, i casi più gravi e clamorosi sono già stati esaminati e giudicati da tempo. A proposito di eventuali modificazioni alla compagine ministeriale, che si dicevano imminenti, un organo ufficioso informa stasera che, invece, la compagino del Gabinetto resterà pressoché immutata 0 che il Capo del Governo procederà soltanto a qualche ritocco. Nulla perù è ancora stabilito intorno alla epoca in cui questi ritocchi saranno eftet tuati. " Puro le calme e pacificatrici,, Del breve discorso di ieri dell'on. Musso lini si occupano oggi quasi tutti 1 giornali romani, rilevandone quasi all'unanimità il tono conciliante e giustificandolo- come una promessa per il ritorno alla normalità. 11 « Giornale" d'Italia • dico che « è tempo di cessare la discussione sul valore del risultati elettorali e che tutti devono lavorate iu concordia per il bene del paese >. 11 clerico fascista « Corrida d'Italia • scrive: « Si poteva credere che la suggestione del la scena grandiosa agisse sul temperamento polemico dell'on. Mussolini e lo conducesse a pronunziare dure parole per' gli oppositori che avevano già nei loro giornali acceso itspre polemiche post-elettorali, invece, il capo del fascismo e del Governo, che puu parlava non ad una assemblea di responsa bllità politica,-ma ad un popclo fremente, hi pronunziato parole calme e pacificatrici. Bl sogna accogliere questa manifestazione del pensiero dell'on. Mussolini dopo le elezioni con sincera soddisfazione. Essa dimostra che era nel vero chi attribuiva alla convocazione dei comizi 11 carattere e lo scopo di un deh nitivo assestamento della situazione italiana e ne deduceva quindi il dovere di coope. rare al raggiungimento di questa finalità ». La « Tribuna » lumeggia ancora una volta la vittoria elettorale, fascista ed afferma : « Ormai 11 governo dell'on. Mussolini ha anche la forza del consenso del paese. DI qui la necessità ormai di ricondurre la vita nazionale ad un regime di legalità. Ora non c'è più bisogno di misure eccezionali, se non per mantenere alla nazione II moto più ener. kIco che le è stato impresso; ma non ve n'fi più bisogno per difendere quella che si è chiamala la rivoluzione fascista, perchè ora si sa che il paese la presidta. La stessa legge elettorale, adottata per precauzione quando governo e fascismo non avevano ancora la coscienza della loro forza, è inutile. L'ha riconosciuto lo stesso on. Acerbo. Non c'o più bisogno di una milizia nazionale; milizia vo. lontana senza uniforme si è fatta la maggioranza della nazione. Inutile il binomio forza e consenso: c'è 11 consenso, 11 più grandioso consenso immaginabile e l'idea della forza è implicito in esso .. Quanto ha detto l'on. Mussolini sulla patria in opposizione al concetto di fazione, trova anche il consenso del « Pop.«o • il quale scrive: • Soltanto cosi può essere concepita la pa. trla; questa sola può esseie la base per la unità morale del popolo italiano. Ma occorre che la concezione dell'on. Mussolini sia effettiva nella pratica c nell'attività del partito dominante e del governo fascista. Allora soltanto, quando sarà compreso dal fascismo eli: dinnanzi alla patria non ci possono essere monopoli partigiani e non Ci sono riè devono essere artificiose distinzioni di nazionali e antinazionali, per il privilegio di una fazione dominante, allora soltanto sarà possibile quella concordia e pacificazione nazionale che l'Olii. Mussolini sembra additare come una delle imperiose necessità del momenlo ». Il problema Le parole pronunciate dal Presidente del Consiglio inducono invece il Mondo a precisare ancora una volta la sua posizione. 11 giornale ricorda tutte lo riservo espresse quando fu votata alla Camera l'attuale legge elettorale e quando furono indette, in baso a quella legge, le elezioni generali, le. quali non potevano riuscire libera genuina manifestazione di popolo. Date questo premesse, il Mondo non intende che cosa si voglia dall'opposizione, che esso giornale rappresenta, quando si scrivono parole oscure sulla responsabilità che si assume rifiutando ili riconoscere la vittoria fascista. Tale rléonoscimento noi non potremo dure hi- alcun modo senza metterci in contraddizione con noi stessi e con la realtà delle elezioni del 6 aprile, giacché le irregolarità, le intimidazioni, le violenze, la pastetta esercitatesi liberamente su larga scala ai danni dell'opposizione aggravano la situazione già creata dalla legge e dalle condizioni del paese, e ci impediscono oggi più che mal di riconoscere che il responso delle urne interpreti la realtà italiana. Non possiamo dunque ammettere, ad esemplo, che la corrente politica cui noi cerchiamo dare espressione su queste colonne si possa adeguatamente commisurare alla diecina di seggi che le rimangono assicurati nel Parlamento, come non possiamo consentire che il paese abbia dato al fascismo, all'on. Mussolini quel plebiscito sul quale si fonda la pretesa del mandato di fiducia e della dittatura per cinque anni. Affermiamo. in modo particolare che la votazione del G aprile fu nel Mezzogiorno e nelle Isole profondamento viziata da coartazioni e irregolarità verificatesi su scala impressionante, sicché la singolare rivelazione di un-fascismo più forte in quelle regioni che nelle stesse città di origino rappresenta uno scherzo incauto e audace, il quale basterebbe da solo a. qualificare le intere elezioni ». Dichiara poi il Mondo di non aver la pretesa che con una legge diversa e con le elezioni legalmente condotte il paese si sarebbe affidato per il suo governo al suoi uomini e alle sue idee, 0 afferma di non sapere quale sarebbe stato il risultato delle elezioni liberali. E il giornale continua: « Un problema sta oggi innanzi all'on. Mussolini 0 ul fascismo: se, cioè, il possesso dei poteri parlamentari e la sicurezza legale che esso dà all'esercizio dei poteri governativi non debbano indurli a creare al paese condizioni diverse da quelle che abbiamo sempre'condannato 0 deplorato. E' un problema questo la sui soluzione dipende unicamente dal partito dominante, il quale per altro, nonostante che l'on. Mussolini abbia parlato ieri sera di concordia e di pace e di lavoro, non sembra per sua natura disposto a modificare i suoi metodi ». Il Mondo approva .poi anch'esso le parole dell'on. Mussolini sulla radia e le fazioni e dice che ad esse devono seguire i faitti: « Già ieri abbiamo rilevato come dopo la vittoria elettorale fascista si affermi ad unanimità, sia nel campo dell'opposizione, sia — e ciò ha indubbiamente maggior valore — in quello del filo-fascismo, la necessità di una normalizzazione della situazione del paese olla quale sembra non dovirebbero piti apparsi ostacoli dopo che il Governo si 6 assicurala una maggioranza parlamentare sulla base di un voto cospicuo ■Nutevolo articolo dell'"Osservatore Romano,, Come abbiamo visto tutti i commenti della stnrmpa e degli ambienti politici sono iatonati su questo problema fondamentale della vita nazionale. Stasera poi interviene in proposito anche l'Osservatore nomano, il quale, in un articolo dal titolo: «La disciplina e la concordia », prende occasione dal discorso pronunciato itn-1 sera dall'on. Mussolini per stabilire che il capo del Governo non rimase insensibile al fatti deplorevoli avvenuti all'lndom'anl delle elezioni, 1 quali provano che troppi militami sotto le insegne fasciste non vogliono comprendere che le elezioni politiche devono segnare la fine di uno stato anormale di cose. L'organo ufficiale della Santa Sede si augura che le parole dell'on. Mussolini siano da tutti comprese e nota che il problema ìiflette il Governo da un lato e il fascismo dall'altro: « 11 Governo perché non ò possibile ammettere in un paese civile che le ragioni di parte, qualunque siano le offese e le minacele di cui si lagna, si sovrappongano all'azione delle autorità costituite. Come ai privati cosi ai partiti non è lecito l'esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Su questo principio generale si basa -la saldezza dello Sialo, il prestigio del Governo. Quanto più I .partiti sono foni, quanto più divenuti partii: di Governo, tanto, più devono cessare dalle azioni arbitrarie, che se i parliti ciò tardano a comprendere lo deve capire il Governo finte. PPtrsare che tale non sia l'attuale è assurdo. 11 difetto quindi ò nei rappresentanti dei pubblici poteri, troppe volte assenti e parziali, donde l'impunità e talvolta perf.iio la presunzione di una benefica doverosilà. «Il problema per il Governo consiste nel far intendere che esso fi potere dominante »u tutto le fazioni e su tulli i partiti anclm e prima, su occorre, sul proprio. 11 problema e e e a o u a i per il fascismo si presente sotto uni aspetto! analogo. Ha la forza e una disciplina ferrea*' c pure solito le sue Insegne, sotto quelle della milizia nazionale tal velini si dimenticano e si violano la natura stessa del suo programma, e gli ordini del suoi catpi. La insufficienza dell'autorità che non colpisce ccirriifiponde all'indifferen-za dei capi icartlto che non puniscono 1 ribelli flnehè-sorge l'ipotesi della parzialità nei pubblici poteri e nei dirigenti del. partito. Nessuno può asserire che il fascismo sia 0: hit-rio e violenza solo perchè in suo nome alcuni li interpretano. Nessun parilo va Immune da simili eccessi imputabili agli uo-1 mini non alle idee. Ma i partiti li deplorano e li condannano. In ogni modo, quando l'arbitrio e la violenza di qualcuno minacciano di sopraffare e travolsure il nome, l'autorità, il ■ decoro del partito, si fluisce una vcilta per guardare in faccia ai responsabili, e se questi sono l'arbitrio e la violenza ancinima. che paissano dall'una all'olirà forza politica, meccauicamouite seguendone le ailtenn.c folcirne e cr.inprQmetitendoie tutte, giunge finalmente ti momento ki cui si smascherano e 6i denunciano alla pubblica opinione ». 11 giornale dice poi che obbiettivamente ha sempre distinto la violenza quale è negli atti dal nome che assume. " I violenti di oggi sono quelli.di ieri sotto nuovi nomi e nuove Insegne. Gli stessi che si accodano a tutti i partiti sfruttandone i sacrifici, gli ardimenti, le conquiste e rimanendone il tarlo roditore. Il fascismo deve reprimere ogni velleità di violenza in chiunque militi sotto le sue insegne. Difficile è conoscére e governare se stesso. Ma ciò non attenua alcuna responsabilità per un partito chiamato a disciplinare gli altri. Si vuole chela responsabilità sia del provocatori, ma ciò non toglie che si violi sempre l'autorità della logge. Ove la legge è, essa deve intervenire; dove non giunge, la si Integri;'ma la violenza e il caos devono essere condannati ovunque ». Il giornale inoltre constata:' « Le violenze ultime e più gravi si sono esercitate specialmente contro le istituzioni e persone cattoliche, che non ebbero mai contatti con la politica, e nonostante il telegramma di Mussolini da Fjrenze e malgrado il programma religioso del Governo. Si invoca la concordia, e sia finalmente. Ma solo la carità degli animi, la disciplina negli, individui e negli istituti ce la potranno «assicurare. Occorre che tutti vi sappiano contribuire: governo e partiti. Niente è,durevole di ciò che è violento. La concordia e la pace sono non solo utili alla patria, ma a chi si è assunto l'alto ufficio di assicurarne le sorti e l'avvenire ». Mentre si auspica da ogni parte la normalizzazione, i giornali continuano a portare notizie di violenze. Il clericofascista Corriere d'Italia protesta stasera contro quello avvenute contro associuzioni e circoli cattolici: a Non vi sono parole sufficienti per dimostrare come questi atti illegali siano, oltreché ingiustificati, lnspiegabili. Non vi sono attenuanti che valgano a spiegarli ». Protesta anche il Mondo per lo violenze perpetrate in Lombardia e scrive: « L'intolleranza e l'intransigenza sono proprie delle fazioni che affidano alla violenza ciò che invano cliiederebbero alla libera spontaneità dei consensi, e se derivano o sono incoraggiate dai partiti che detengono il potere suggellano di questo.l'inferiorità politica e ne affrettano la fine attraverso le reazioni che provocano nel nome del diritti fondamentali posti a garanzia della convivenza civile ». 11 Consiglio dcmosoclale rinviato Si comincia intanto a prestaro attenzione al futuro atteggiamento del partiti e della loro rappresentanza alla Camera. Si doveva riunire stasera il Consiglio nazionale della democrazia sociale per esaminare la situazione generale politica del partito quale risulta dall'esito definitivo della lotta elettorale, nonché per definire i nuovi compiti del partito stesso, e in particolare quello del nuovo gruppo parlamentare nei riguardi anche della sua azione verso altri gruppi. Senonchè i pochi intervenuti alla riunione, su proposta dell'on. Di Cesare, hanno creduto di rinviare la discussione politica su tale argomento, onde dar modo .ai numerosi consiglieri, ancora trattenuti nelle circoscrizioni dalla necessità di sistemare gii strascichi post-elettorali della battaglia, di liberarsi dagli impegni e di venire a Roma a partecipare al dibattito. I consiglieri intervenuti stamane alla riunione hanno invece proceduto senz'altro alla nomina di Commissioni locali, che dovranno indagare sul contegno tenuto durante la lotta elettorale dagli iscritti alle Sezioni, sottoponendo a sanzioni disciplinari tutti coloro che non si saranno uniformati alle direttive del parti to. La data della nuova convocazione del Consiglio nazionale non fi ancora stata lis sala. Si. ritiene fin da.ora sicuro che saran no espulsi i demo-sociali ' che, pure facendo parte della lista dei candidati, si ritirarono all'ultimo momento, nonché coloro che sono entrati a far parte della Usta di maggioranza. I democratici sociali eletti fra la maggioranza, facente capo al listone, sono gli onerevoli Gasparotto, Beneduee Giuseppe, Casertano, Carnazza Carlo, Pasqualino Vassallo e Innocenzo Cappa. L'atteggiamento ** popolare Sull'atteggiamento dei popolari è notevole quanto scrive nel suo editoriale il Popolo, il quale, premesso di non aver fiducia che 1 limbi il ritmo totalitario, che svanisca il sogno dittatoriale e ritorni il nostro regime costituzionale delle nostre basi democratiche, soggiunge: « 11 Partito popolare, affrancatosi da ogni legame col passato collaborazionista per un processo liberatlvo, oggi inizia la sua nuova fase come piccolo gruppo di minoranza e di opposizione alla Camera del deputati, perché il Paese si orienti verso ideali più sani, più puri, più onesti, più cristiani, e riaffermi la sua fedo nel regime democratico, come base logica dello sviluppo e del progresso Questo compito, che i popolari assumono, fi diverso da quello delle altre 1

Luoghi citati: Fjrenze, Italia, Lombardia, Roma, Sicilia, Vaticano