Il nostro suolo pubblico

Il nostro suolo pubblico C ammiri facendo Il nostro suolo pubblico Questonoe,comamo,dalitolo, vorranno arguire, lo scino di deplorare 0 protestare contro l'indegno stato dol nostro pubblico suolo, contro il quale si accaniscono Entt pubblici e privati, 1 quali coi loro lavori rendono le nostre strado in condizioni veramente indecenti, tali <lio di uguali sarebbe difficile riscontrarne 1n altro città. Le tormentatisslrno strade cittadine vengono sconvolte ogni irò giorni con lavori di Beavo, per i tram, per i telefoni, per l'acqua potabile, per la fognatura, o per quel qualunque ghiribizzo salti in mente a coloro che ormai possono tuttoció che vogliono in materia di polizia urbana. Ciascun ento procede ai avori che lo interessano senza curarsi di altro. Terminati questi raffazzona alla peggio la pavimentazione e buona notte. Ne consegue che dopo quarantottore le strade hanno un'aspetto... collinoso cho è una delizia. MuccliictU di terra o di ghiaia, solchi profondi, disivelli accentuali, fossi, cunette, buche c trappole rendono la viabilità un esercizio sportivo che sarebbe anolto apprezzato s© i orinesi non fossero gli incorreggibili brontoloni che tirili sanno \'i sono strade nelle quali manca, per brevissimi tratti) la fognatura bianca. Ebbene In questi tempi il suolo pubblico in quei tratta c sialo scavato, riscavato, «convolto, messo sottosopra quattro o cinque volle, ma mai il Municipio pensò di approfittare dell'occasione per far collocare quei pochi metri di tubazione per la fognatura bianca che manca. Cuseigueiiza di queste strane imprevidenze, un nuovo sconvolgimeli! o della strada a breve scadenza, e nel frattempo continuo deterhramento del suolo pubblico per il dilanre ed il precipitare od 11 ristagnare delle acquo dal non ultimati tubi di discesa delle acque piovane. Ma — dicevamo — non è questo lo scopo di queste righe. Abbiamo dovuto ripetere dò che t cittadini più che malcontenti, indignati, vanno dicendo e scrivendo sull'inlollerahlle abbandono in cui sono lasciate le strade — sporche polverose o fango-ìssime, a seconda del tempo — della nostre Torino già ammirata ed invidiata dalle consorelle por l'ammirabile decoro del pubblico suolo, come manutenzione e come nettezza. Ci proponiamo invece Si portare a cognizione dei lettori alcuni altri dati Interessanti che ri guardano appunto il suolo stradale della no stra città, cosi bisognoso di una... cura lieo Miniente. La medaglia e il suo rovescio Cominciamo da una constatazione che consente al nostro amor proprio di ritenersi sod disfatto: Torino ha il primato fra tutte lo grandi città italiane e moltissime dell'estero come aliquota di suolo pubblico destinato alla viabilità. Sono ben 5.600.000 metri quadrati, corrispondenti a ma. 11,38 per abitante, ciò che viene a significare che ogni torinese è proprietario d'un discreto pezzetto di terra... già in vita. Sono cose, queste, che fanno sempre piacere... Tra le città italiane Trieste non.ha che mq. 10.20 per abitante, Genova 7,50, Milano 5,64. Tra quelle estere New York ha 6,43. Londra 6.50, Parigi 3,45, Amburgo 7,05, Vienna 6,31, Berlino 3,50. E' dunque un invidiabile primato il nostro, sotto l'aspetto della bellezza e dell'igiene, se non vi fossero coloro che s'industriano in lutt] j modi di distruggere l'ima e l'altra compromettendo l'igiene col polverone e deturpando la bellezza colla trascurnnza più inintelligente. Ma c'è il rovescio della medaglia. Non basta avere un'ampia superflce stradalo: oc corra pavimentarla bene. Invece Torino avendo la grande maggioranza di strade pa vi mentalo a macadam ed a ciottolato, fc una delie più disgraziate citta del Regno sotto ■mesto punto di vista. Infatti di 0-GOO.OOO mq. di strade, ben 3.5OO.00O sono in' macadam, 1.390.000 in ciottolato, SOi.oOO in lastricato, 30400 in asfalto, e 2S00 in legno. Per le strade ciottolate vi sono mq. 46.000 di guide In pi eira, corrispondenti a 77 Km. 11 macadam è il pavimento stradale che forma la massicciata tlclìo strade provinciali o nazionali. Esiste sul corso Vittorio Emanuele. Le grandi città italiane ed estero hanno ben diverse cifre: Trieste ha il 23 per cento (lolla pavimentazione in lastricato mentre noi abbiamo il 3,70 per cento, Hicuova il 50 per cento, Milano il 25 per cento in osfalto e catrame. Berlino, Anversa, Amburgo ed altre grandi metropoli hanno circa il 90 per cento di pavimentazione in granito od in asfalto. Come giustamente rileva l'ing. Quaglia in una diligente relazione, fatta por la Pro Torino, la pavimentazione stradale dov'essere fatta di diversi tipi a seconda delle caratteristiche dell'arteria a cut deve servire. Molti r. buoni sistemi possono ossero tilternati nello diverse arterie cittadine, pur di rispettare prima di tutto le considerazioni igieniche, che debbono avere il sopravvento, c poi tenendo presente un assioma sul quale i tecnici sono d'accordo: « il mislior pavimento k quello che grava meno sulle spese ordinarle i. Le considerazioni igieniche Per difendere i cittadini dulie insidie — più gravi e reali di quanto molti ritengono ~ del polverone, e dall'inttltrazione delle acque superficiali, una buona pavimentazione stradale deve essere di qualità tale <la ilare un massimo di resistenza all'usura del traftlco, essere impermeabile e presentare facilità di pulizia, lavatura e scopatura. Sotto questo rispetto il « macadam » ed il clono, lato sono fra lo peggiori pavimentazioni. 11 miglior tipo sarebbe l'asfalto, ma questo c meno indicalo nelle strade ad intenso traili, co carraio. Una buona pavimentazione ft rappresentala dal lastricato fatto con prismi di pietra da taglio. Costa .molto.come primo impianto, ma, la spesa elevata trova compenso nella minima manutenzione che esso richiede, i timori affacciati da più parti, che questo tipo non sia adatto alla nostra città soggetta a frefruenti nevicale ed al gelo, si sono dimostrati infondati. E' lavabile, resistente, abbastanza liscio senza essere sdrucciolevole ed ò di fu. cile disfacimento e rifacimento in caso di la. vori nel sottosuolo. Se si pensa «gli inconvenienli diversi, ma tutti preoccupanti, del polverone e del fango, si vede subito che una grande città che voglia proporsi una soluzione logica, conveniente, inspirata al vantaggio generale, dove prendere in considerazione tre tipi di pavimentazione: asfalto compresso, lastricato e bituminosa, applicandoli secondo le diverse indicazioni. Sono da sconsigliare in modo as. soluto appunto le due pavimentazioni di cut! purtropoo. è più ricca Torino: a macadam » e ciottolato. Anche considerazioni economiche suggerì, s.-ono tale soluzione. Osserva l'ing. Ouaglia the Torino, doviziósa d'industrie e di commerci e molto estesa relativamente al numero degli abitanti, con intenso traffico carraio devo preoccuparsi dell'economia ilei traspor. Il Tenendo presente che lo sforzo per sposta, r» un veicolo sulle strade diminuisce, natii, miniente quando migliore i- lo 6tato della pavimentazióne, si mio stabilire la seguente iabellT npriTOseimnliva. Un buon cavallo trascina : su ciottolato senza mjirffl Kff lordi 1510: su » macadam » semplice 2000; sn lastricato normale e su ciotto. Iato con uniile munì: su » macadam . con ri. vestimento bituminoso :i?00: su st-nrln in ri», mento W0- su ns'wHo n legno 5000. Itati que2f Indicile considerati lutti gli altri oleìnenli tinche rtnl lati economico 1 tre tipi I'M'i convenienti di navlmentnzione strartAIf» iinn.i. Inno i tre già indicali conio niipljori dal lato Igienico. . Marciapiedi rialzati? Constatato l'attuale indecoroso disordine del mibWico suolo, temila presente la féquenza con la quale si deve procedere a la. vori di sterro e rinterro nelle vie cittadine, risorge un'altra volta la questione dei marciapiedi rialzati, sotto i quali si proporrebbe di collocare tutta la intricata rete di «anair, condutture, tubazioni e cavi che oui e internata nel sottosuolo. Occorre premettere cbf. sodo il suolo del,e pubbliche vie tono collocati i seguenti inali tifai li : dello Sialo: cavi telefonici e telegrafici; del Municipio: fognatura bianca, {••^natura nera di nuova costruzicnc, canalt diversi, tubazione acquedotto municipale, cavi azienda elettrica, cavi di ritorno servizio tramviario, cavi telefonici municipali, cassetto immondizie; dplle Società private: tubi gas delle due Società, Acqua potabile, cavi della Società Alla Italia e Società picin'onteso elettricità. Questo po' po' di roba che ingombra il sottosuolo stradale c destinato ad un continuo incremento col progressive" estendersi dei pubblici servizi, l'aumento della popolazione e dell'ampliarsi della città, donde la necessità di provvedere. In tempo, prima cho la congestione venga ad assumere caratteri caotici di cui sarà difficile e dispendiosissimo liberarsi. Essendo opportuno, come si è detto applicare la pavimentazione asfaltica o bituminosa in parecchie zone, diventa controindicato il collocamento delle condutture sotto teli pavimenti cho non si prestano a frequenti manomissioni. Ed allora risorge la questione di collocarlo sotto 1 marciapiedi, opportunamente rialzati. Di questo argomento si ò più volto occupato il Consiglio Comunale, senza risultati definitivi. Prima del 1850, nota l'ing. Quaglia, si avevano marciapiedi rialzati in molte vie che vennero poi trasformati a raso suolo iman mano che si provvedeva alla sistemazione di tali vie. Attualmente le vie a marciapiedi rialzati sono pochissimo: via Bologna, vda Nizza, corso Dante, corso Ponte Mosca oltre il fronte, corso Brescia, ecc. Per le nuovo vie di 15-18 e 30 metri si provvedo alla formazione di marciapiedi rialzati. L'opposizione ni marciapiede rialzalo accampava essenzialmente due argomenti: la spesa per sistemare la strada a sagoma convessa e l'inconveniente di obbligare le persone a scendere e salire in corrispondenza degli ingressi carrai delle case. I fautori di tale sistema, invece, fanno notare che la sagoma convessa della strada migliora lo scolo delle ncque o facilità • .la conservazione della carreggiata e. che i marciapiedi rialza ti consentono di adattare una pavimeniazio ne stradale meno resistente del lastricato o meno costosa. Comunque sia di ciò, è certo cho il prò bloma di una migliore, più decorosa ed eco nomica sistemazione del pubblico suolo re clama una pronta soluzione, anche se do vrà effettuarsi gradualmente. L'attuale in concepibile trascuranza non può e non tìc\". più oltre protrarsi. Gli stanziamenti fatti dal Comune per l'anno 1924, alquanto aumentati in confronto all'anno precedente — 15.151.000 lire contro 12.935.000 — non sono sufficienti data la gravità del problema. Se si vuol far opera duratura e, por ciò stesso, veramente economica, occorre affrontare in pieno la questione con giusta visione degli interessi immediati e futuri di una grande metro-poli, come Ja nostra, che ha dimostrato di non essere in procinto di assestarsi nello slancio poderoso che ha preso verso la sua sempre crescente grandezza avvenire. Il monumento al Carabiniere Si è tenuta ieri una riunione per gli ultimi accordi necessari all'attuazione del progetto di erigere nella nostra città un monumento, il quale glorifichi l'opera nobilissima o silenziosa dell'Arma del Carabinieri. V'intervennero Il Comandante del Corpo d'Armata, generale Petlttt di Roreto, il comandante l'Arma dei Carabinieri reali gcn. Ponzio, il gr. uff. Corinaldi, il gen. Cesaretto, il colonnello Covone, il confini, palomba in rappresentati, za del Prefetto, il comm. Grassi, il gr. uff. C. Schinpparolll, il colonnello Mouren. la signora Ildegarde Uccella, la signora AlbertiTeppa ecc. 11 monumento, opera di Edoardo Rubino, sorgerà, per concessione di S. M. il Re e del Municipio, nel giardino reale nel tratto aperto ul pubblico Tra piazza Castello e Corso S. Maurizio. Esso sarà costruito in bronzo e marmo ed avrà quindici metri d'altezza per venti di larghezza. Vi dominerà la statua del Carabiniere alta tre metri, in bronzo. Un lar. go bassorilievo, pure in bronzo, comprenderà un centinaio di figure grandi al vero, rievocanti il diuturno oscuro eroismo dei fedelissimi Carabinieri; un gruppo terminale di statue simbolizzerà la fedeltà, il valor cibilo ed il valor militare. 11 Comitato promotore lia accolto con tutto il maggior favore il progetto dell'artistica opera,"che potrà essere condotta a termine entro tre anni.

Persone citate: Corinaldi, Edoardo Rubino, Ildegarde Uccella, Ponzio