Alla vigilia delle elezioni

Alla vigilia delle elezioni Alla vigilia delle elezioni Diritto e dolere Alla vigilia della domenica elettorale, è necessario, per noi e per coloro che nelle presenti contingenze abbiano assunto un atteggiamento analogo al nostro, insistere, presso tutti i cittadini, per l'adempimento coscienzioso e virile del dovere di elettori. Noi abbiamo notato giù come l'importanza di questa lotta dottorale sia stata svalutata, per motivi diversi, cosi dal Governo e dal partito al potere come dalle opposizioni. Ma occorre non ingannarsi sulla natura e la portata di una simile svalutazione. Ove si guardi a quello che è lo scopo immediato e consueto delle elezioni politiche generali: formare una Camera rispondente, con equa approssimazione, alle varie correnti politiche del paese, ed esercitante poi, in rappresentanza di questo, non solo la pienezza dell'autorità legislativa, ma una essenziale partecipazione nel designare i governi e nel mantenerli al potere; se, diciamo, si guarda a questo scopo normale delle elezioni politiche, si può comprendere che a quelle di domenica i più siano indotti a non accordare se non una relativa importanza. Tutti sappiamo come dal voto di domenica non sia ragionevole attendere nessun cambiamento immediato della presente situazione politica, anzi nessuna influenza diretta e decisiva su di essa, e ciò per tre ragioni capitali: il congegno della legge elettorale, le concezioni politiche ed i propositi del Governo al potere, lo presenti condizioni d'ambiente politico in Italia, Ma s'ingannerebbe gravemente e pericolosamente — pericolosamente, intendiamo, per la vita politica del nostro paese — chi da queste constatazioni giustissime, e nella maggior parte delle quali concordano apertamente, siccome abbiamo accennato, fascisti e non fascisti, concludesse, che, dunque, le elezioni di domenica sono prive, senz'altro, d'importanza e di significato. Al di là del loro scopo immediato e della loro giuridica funzione costituzionale, le elezioni politiche hanno avuto sempre un valore più generale e più profondo: quello di una manifestazione di principio dell'opinione pubblica, della volontà popolare; valore che non si esaurisco affatto nei risultati elettorali specifici, cioè nella scelta dei deputati, nella condotta politica che questi terranno, nel governo da essi indicato o sostenuto, ma riposa innanzi tutto nel voto, preso per sè, dogli elettori. Sotto questo punto di vista — lo scrivemmo già nei giorni scorsi — ogni voto conta: conta per sè stesso, come manifestazione' della volontà, dell'orientazione politica di un cittadino. Ora, questo valore più generale e profondo delle elezioni si afferma in particolar modo nelle situazioni eccezionali: e potremmo dire che esso è tanto maggiore, quanto più limitato, per quella eccezionalità stessa, è l'altro valore, d'influenza politica immediata. In questi casi, anziché a pronunziarsi sopra un Governo singolo, 0 sull'opera contingente di un partito, o sopra un complesso legislativo, il popolo è chiamato a prender posizione su certi problemi politici generali. Quali, oggi, siano questi in Italia, abbiamo spiegato chiaramente molte volto, e tutti ormai sanno: rimane, dunque, che i cittadini italiani esprimano in proposito la loro libera opinione. Comprendiamo benissimo quello che ci si può rispondere da molte parti: la difficoltà che a far questo proviene da circostanze generali e locali dovute, appunto, alla presente situazione politica italiana. Ma non può essere, codesto, motivo sufficiente per disertare la lotta. Libertà politica, sovranità popolare non sono — diceva giustamente ieri, qui in Torino, un candidato della lista liberale piemontese — una eredità clic basti chiuderà nello scrigno, colla sicurezza di possederla, indisturbati, por 3empre. Tanto, in conclusione, un popolo sarà libero, tanto sarà sovrano quanto, colla sua condotta, mostrerà di meritarlo; e cioè nella misura in cui saprà valersi di quolla libertà e sovranità, poca o molta che sia, posta, intonto, a sua disposizione. Il diritto, qui, fa tutt'uno col dovere di esercitarlo. Certo, i voti di queste elezioni dovranno, per dare tutto il loro vero significato e soltanto quello, essere pesati, analizzati e non soltanto contati. Ma non si può pesare ed analizzare ciò che non esiste : occorre, dunque, innanzi tutto che i voti ci storiti. Parliamo qui, l'abbiamo detto principio, per tutta l'Italia: diciamo più specificamente, per tutti i partili. Nei momenti di crisi politica, la prima necessità è di conoscere il pensiero intimo, l'orientazione effettiva dei cittadini. Non tutto dipende, per una simile conoscenza, dagli elettori : ma una cosa, certo, è in loro potere e soltanto in loro: la volontà effettiva di compiere il proprio dovere elettorale. _ ■ 1 colloqui milanesi di Mussolini Milano. 4 notte. Stamane il Presidente del Consiglio ha ricevuto il sindaco, sen. Maugiagalli, l'assessore comm. J arac li e l'on. Beimi, che gli hanno riferito sulla questione dell'Esposizione internazionale, che avrà luogo a Milano nel 1928. Il sen. Matigiagalli ha illustrato l'argomento in tutti i suoi aspetti, ostensione, sede e fliuwzianicnlo. Il Presidente del Consiglio ha ascoltato con attenzione l'esposizione del sindaco ed ha risposto che l'Italia deve celebrare il decimo nnniversorio della viltona con l'Esposizione di Milano. L'on."De Capitani ha intrattenuto il ProBidente su alcuni problemi relativi alle scuole dell'Umanitaria, fra i quali quelli riguur danti la destinazione a favore di deite se.uo< le professionali della somma di !.. -145,000, residuo della Cassa ili disoccupazione prò meccanici e metallurgici, che ha sede in Milano. L'òn.,Mussqlini lia approvato. Quindi egli ha conferito cól comandante il Co»po • «l'armata di Milano, Cronache e commentari Roma.. 4, notte. Anche oggi, in queste ultimissimo battute della campagna elettorale, gli ambienti .politici ed d giornali romani dedicano prevalentemente .la loro attenzione al ritiro dell'ori. De Nicola. La stampa 'ufficiosa continua a mantenere il silenzio, ma non tace davanti al discorso ed alla d'ich'aivizionc dell'on. De Nicola. Ed 6 subito da rilevare che dell'ex-presidente della Carniera si parla corno di un uomo che è tramontato dall'orizzonte delia vita politica italiana. De Nicola - "Per sempre!,, La pubblicazione del discorso non tenuto dal De Nicola non e. slata — secondo la Tribuna — inopportuna in quanto vale a dissipare ti dubbio che il ritiro dell'cxpresidente della Camera fosse stato motivato da qualche improvviso dissenso col Governo ' e col fascismo: permettendo^ la IMibblieazione, l'on. De Nicola ha voluto evidentemente riaffermare la sua adesione; ma ha limitalo pure la causa del suo ritiro, l'ha resa per tutti più inesplicabile che mai ». Ma poi, lo stesso giornale, commentando la dichiarazione fatta dall'on. De Nicola al Mattino, è meno dolce: « L'on. De Nicola riduce tutto ad una questione quasi di etichetta: il timore che gli Invitati dovessero assistere ad «in piccolo luminilo. Tutto qui ! Per questo l'on. I)e Nicola poteva non tenere il discorso, ma non 0 questo davvero un motivo decente per cui un nomo, che hatla posizione sociale e politica dell'on. De Nicola, .possa diiohiararo che non solo abbandona la lotta elettorale, ma Ja vita pubblica. Come devono ridere i comunisti di Napoli ! ». Il Giornale d'Italia., tracciate rapidamente l'ascesa e le fortunate vicende politiche dell'on. De Nicola, avanza l'ipotesi che egli abbia ceduto ad un momento di stanchezza nervosa e forse di delicatezza, facilmente spiegabili dato il suo temperamento. Se cosi fosse, il giornale jiensa che bitsogna fare il possibile per ricondurre alla vaia ino Mica il parlamentare napoletano. Ma il Giornale d'Italia è l'unico foglio Tornano che esprima questo invito pcjrhf', come abbiamo detto, ai considera l'on. De Nicola ormai come uno scomparso dalla vila politica italiana. Ed è in proposito degno di rilievo quanto scrive i'Epoca, ohe riflette soesso il pensiero degli ambienti governativi. Il giornale tributa tutti gli onori al parlamentare napoletano; gli riconosce intelligenza e coltura; ma sostiene clie a Montecitorio si trovava a disagio e ohe-non senti mai la politica: « Da molto tempo dice di volersi ritirare a vita privata, ed è s'incero. Ma non è ferino nei suoi proponimenti e per troppa cortesia non dice mal di noi Aveva assicurato agli arr.ioi che non avrebbe accettato la candidatura; poi fu candidato u s'indusse da ultimo a parlare. Seppe del contraddittorio. Si sussurra che gli avrebbero rinfacciato il proposito primo di non (Presentarsi agli elettori. Sequirono ore di dubbio e di angoscia, ed infine la rinuncia. Tutto questo è nella linea dell'uomo, la linea a zig-zag, e l'uomo non è come torre ferma. La parentesi politica è chiusa; l'on. De Nicola torna all'avvocatura. Per sempre ■. Ed anche merita di essere riferito, come la probabile espressione del pensiero degl'i ambienti fascisti, il commento del Corriere Italiano il quale trova che il discorso pubblicato dall'on. De, Nicola dopo il 6uo nitiro non può non apparire una autodemolizlone definitiva. Il giornale soggiunge: ■ Ogni attenuante al gesto dell'ex-prcsidente della Camera, comunque tardivo, è esclusa dalla sostanza politica di questo postumo documento elettorale. Non resta che i! futile incidente della richiesta del contraddittorio da parte dei comunisti e la. giustificazione non persuasiva delle sue dichiarazioni odierne. Ora non si può ammettere che la preoccupazione di possibili incidenti, possa aver spinto un uomo come l'ex-presidente della Camera, il solo sul quale si esercitò, iJi una situazione interna estremamente delicata, una pressione unanime per indurlo ad accettare le supreme aesponsabilità del potere, non soltanto ad astenersi dal manifestare il proprio .pensiero al paese, chiamato ad eleggersi ila sua rappresenianza, ma a ritirarsi addirittura dalla lis'a iti cui era leader e dalla vita politica. Non si può fTe a nie.no di constatare che questo episodio di campagna elettorale testimonia anch'esso l'irreparabile decadenza delle classi dirigenti espresse dal liberalismo e dalla democrazia italiana •. Neppure il Popolo risparmia l'cx-presldente della (liniera, rilevandone ironicamente le yar'e con'rad dizioni e concludendo, a proposito delle diicb'aiazioni al Mattino: « Noi che non s'amo mai slati mollo ottimisti sull'tiorr.ó De Nicola, non avremmo reo potuto supporre che egli, a suggello del suo esodo della vita politica, avesse scrii, lo così un capitoletto di piccola cronaca per fiiti'le motivo ». Come si vede l'on. Do Nicola non gode in questi giorni, a Roma, di quella buona stampa di <-ui ha quasi ■seiv-pre goduto in passito come presidente della Camera: ma a parte le critiche elio gli si possono giustamente muovere per la sua incertezza continua, rosta a vedersi se il suo ritiro e la ragioni che glie lo consigliarono non depongano ancora una volta a favore della sua retta coscienza e del suo spirito schiettamente liberale e democratico. Considerando, infatti, la formulazione del motivo addotto per ritirarsi, si può ritenere che eil.i non abbia obbedito ad un momento di debolezza." conio crede il Giornale d'Italia., bensì a gravi ragioni, profondamente sentite dalla sua onesta coscienza. Il corrispondente da Napoli del Mondo conferma oggi, infatti, che l'ipotesi più diffusa è che alla decisione irrevocabile l'onorevole De Nicola sia stato spinto dalla riluttanza del suo spirito, educato a ben altre tradizioni politiche, ad accettare la solidarietà con metodi e sistemi di, lotta contro i quali deve sentire la più viva ripugnanza chi per anni ha tenuto il più alto ufficio dell'Assemblea elettiva e che del decoro politico di tale ufficio e di se stesso ha adeguata coscienza. Perchè il fascismo combatte di più i liberali Nell'antivigilia delle elezioni è importante un articolo del Corriere Italiano che spiega perchè i fascisti combattono i liberali più degli altri. L'organo fascista scrive: • Perchè il fascismo combatte maggiormente, soprattutto in certe zone, il liberalismo, anziché il comunismo e il popolarismo? La risposta non può essere difficile. Con ristinto sicuro dei movimenti battaglieri die haiiuo una missione l'innovatrice da compiere, il fascismo avverte che il pericolo maggiore non è l'offesa esterna, contro la quale ò pronto a tutto, anche al sacrificio supremo; ina n.alil'inlima, sorda, spesso inavvertita e inconsapevole insidia che si colla nell'equivoco delle parentele obbligale, nelle transigenze debilitanti nella confusione delle ideo, nei facili accomodamenti degli uomini. Venti secoli fa i primi cristiani furono Più fanatici contro gli eretici e gli scismatici che contro 1 loro persecutori pagani; nei giorni nostri i bolscevichi sono forse disposti a riammettere in casa i vecchi zaristi, cui hanno restituito onori e incarichi militari ; certo non accetterebbero, quantunque contriti fino alle lagrime, i democratici, i liberali, i rivolu/.ioiwtri all'acqua di rose. Nel liberalismo, che riafferma costantemente In o-nii occasiono la sua primogenitura, la sua bli11ìtk e spesso la sua identità col fascismo, i fascisti vedono un avversario molto più pericoloso ni certi antagonisti dichiarati e aperti. Guai se non fosse così! Queùia bandiera copre una vasut, confusa ed eterogenea merce di contrabbando, elio ha col fascismo la stessa parentela clie ha il diavolo con l'acqua santa. Il liberalismo riassumo la sintesi della vecchia Italia; il fascismo riassume lu sintesi dell'Italia nuova, lu questa insofferenza di contaminazioni ideologiche sta lu rivoluzione. Vi sono uomini svechi che possono vivere nella vibrante atmosfera; vecchie formule, vecchie mentalità, nu». Ora II Voltolo, polemizzando con questo articolo del giornale ufficioso, osserva: « .Se non fossimo abituati allo spirito del tempi, sarebbe assai difficile orizzontarci in uitta questa roba assai confusa. Ma prendiamola pure così, questa rivoluzione contro Vancleii renimi; liberale. Senonchè, chi ha memoria per ricordare ed occhi per vedere, osserverà che gli antesignani del' lib?ralismo, da Salandra ad Orlanti* ed a •Gkwamiilil, gli esponenti del passato, la rivoluzione li ha presi come pilastri dell'era nuova e sono lutti nel listone ed II fascismo ha tentato di accaparrarsi anche quelli elle ne sono rimasti fuori. E se questa è insofferenza categorica col passato, è un bel fenomeno ! ». Amendola a Bracco In data di ieri da Napoli l'on. Amendola ha inviato a Roberto Bracco la seguente lettera: « Caro Bracco, mentre la nostra fatica volge al termine, senio il bisogno di manifestarvi pubblicamente la mia gratitudine per avere accettato, con me e con noi, questa nostra prona, nobile ed ingrata quaiite altre mai. Dal giorno in cui voi accettaste l'invito che vi rivolsi con animo devoto di amico, la corrosione della polemica dominante si è esercitata abbondantemente contro ili voi, col consueto metodo denigratorio. Invano! Dunque siete cosa salda! Siete il grande e spirituale scrittore cui l'Italia dove qualche fibra, prima di lui non esistente, del suo essere, che ciascuno di noi ha provato in se medesimo attraverso ciò che vi deve, non meno degli altri, dei vostri stessi denigratori, i quali non vi offenderebbero se non sentissero troppo pungente il dispetto di non avervi con loro. Siete lo scrittore a cui nulla può essere estraneo della vita, per diritto e per necessità fondamentale del suo spirito ; nè poteva dunque esservi estranea quella umanissima cosa clic 6 la politica, soprattutto quando essa tocca il vertice delle passioni e raccoglie in sè le vibrazioni più profonde dei destini di un popolo. Vi chiesi di essere con noi, perchè sentii che la nostra causa acquistava un titolo dinanzi alla coscienza degli italiani per la vostra alta testimonianza e per l'omaggio da noi reso al vostro nome quale valore dello spirito, mentre la nostra vita nazionale e tutta avvilita dal pregiudizio della violenza. Voi avete sentito che tra noi palpitava un grande e devoto amore per l'Italia nutrito di coraggio morale, e avete accettato di partecipare alle nostre battaglie con una indimenticabile ed edificante affermazione di sincerità. Ve ne ringrazio. Mentre il nostro sforzo sta per toccare il termine prefissole dal dovere civile, voglio dirvi che mi sentirò sempre onorato e confortato dal pensiero di auesta vostra collaborazione il cui valore ed jl cui senso oltrepassano le grigia contingenze di questa assurda vi; cenda elettorale. Al di sopia e al di là delle' urne noi prepariamo l'avvenire della libera vita Italiana. Vi stringo cordialmente la mano. — F.lo : Giovanni Amendola ». L'organo popolare Il Popolo richiamandosi alle ripetute deflnizioni dell'on. Mussolini del fascismo — che è « una rivoluzione in marcia » — scrive: « Immagino pittoresca e follatola, che fa andare in solluchero le platee fasciste e può costituire la conferma effettiva della pcsizione del fascismo, nel senso che il suo stesso ca,po mostra di dibattersi ancora nella ricerca di una definizione. Questo atteggiamento mentale e pratico del capi e dei "gregari fascisti dimostra chiaramente che la violenza è una necessità immanente del fasciamo. Il suo assestamento in Stato costituzionale vorrebbe dire condanna dello suo origini e liquidazione dei suoi capi più rappresentativi. La situazione di costoro è specialmente tipica. Essi provengono nella quasi letalità dal cosklelli organizzatori e dagli ufficiali inferiori di complemento. Per essi, dunque, l'ordine non è Ja legge in senso romano, ma uniformità, caisermismo, tesseriamo, spirito di corpo e di setta. E' ovvio che tutti costoro tengano a conservare il posto che occupano attualmente, conservando le funzioni. La normalizzazione implicherebbe In primo luogo smobilitazione dei quadri del fascismo ed adozione di altri criteri per la formazione delle gerarchie politiche ed amministrative dello Stato, trasformandosi perciò il problema da fatto di forza, in fatto di cultura e gli attuali gerarchi si troverebbero a imalpartito. Si comprende quindi che per non restare disoccupati seguano 1 istinto di conservazione. Quindi il problema nifi grave ed urgente della vita -politi-ri. italiana non è tanto di libertà quanto di leirallta, La libertà civile e politica non è un astrazione. Essa suppone dei confini c dei fomiti positivi, entro i quali concretar.-;'. Quando questi mancano, manca anche la IIbe*ta. In oueste senso noi ripetiamo che la liberta manca in Italia. Il futuro del fascismo è lunineognila. n comunque ò opportuno die ,le minoranze lib»rc siano rappresentate alia Camera, non solo per resistere agli eccessi eventuali nella «rivoluzione in marcia », ma più specialmente per contribuire a creare quella base di intese nollliche e nm. a:nmrr.aliene che al punto dì arresa della marcia stessa ranpreoereti per il paese la possibilità di avere Analmente un governo di ordine e di libertà ». Un dispaccio di Amendola a Mussolini Dal canto suo il Mondo pubblica« Nohzie dal Mezzogiorno segnalano l'incetta dei certificali elettorali in larghissima scala operata dagli agenti fascisti e governativi con lutti i mezzi possibili, dai subdoli ai violenti. Si mandano in giro jier la campagna individui clic awicina.no i contadini 0 li inducono a consegnare loro i certificati. A Sanno si invitano gli «lettoni alla sezione fascista e qui vengono invitati a consegnare 1 certificati sotto minaccia di essere arresili li. od tu ugni caso di ««sere messi heU'idnposslbiuta di volare. Il terrore vieno diffuso tra gli abitanti delle campagne, ciò che facilini quest'opera di incetta. Il giorno della votazione opportune squadre di votanti meneranno questi certificati a profitto della Usta nazionale. Intanto gli elettori dell'opposizione vengono seguiti a viste. Ogni contatto ira loro ii impedito. Le masse vengono isolate dai capi. La famosa squadra delle guardie bianche di Sanio apertamente conniventi le autorità politiche locali, ha creato nella cittadina un'atmosfera di violenze e di intimidazioni ». 11 giornale pubblica stasera, oltre i nomi e cognomi, lo sialo di servizio dei capi di queste squadre, I quali — secondo quanto risulta al giornale — hanno riportato numerose condanne per reati comuni. Riandando alle gesta mtviio recenti della bar.dn, il Montiti ricorda ira l'altro: « Ad essa fu dovuto l'arreco del giudice mandamentale che fu tratto dinanzi ad un irilnuiale speciale sotto l'imputazione di avere detto male di... Garibaldi, e clic è staio assolto per insufllcieuza di indizi. Ieri olire 10 persane, fra le quali molli ex coniba.ttenti, e invalidi di guerra, e In ogni modo nuli cittadini integri, furano tratti in arresto da quei a vini-inastili assoldata, lu unente due ii I lì m -■ noti I sound re numerose e regolai menta organizzale hanno bai-luto le vie- della città scaraventando all'impazzate scariche ili rivoltelle e di fucile in aria e contro i muri. f cittadini terrorizzati si sono chiusi nelle case e dopo 1» sette nessuno circola più e la cittadina è deserta. A Napoli i sarnesi cominciano i.d affluire numerosi come se tessero profughi per sottrarsi alle violenze che iuipci-veiv-ano nelle strade o ai già notificati •'-iresti da parte delle squadre bianche, l poi ri di pubblica sicurezza e i reali carabinieri devono assistere a tulio questo o impotenti o partecipi, tollerando che gli arrestati siano truciolili e trattenuti in carcere a Santo dove sono preparati per loro 300 pagliericci, l.c notizie diffuse»! rapidamente in tutto il ■salernitano hanno prodotto uria enorme lmpit-sslMie Tutti gli ambienti sono Indignati. I.'i.ni. Amendola ha invialo all'on. Mussolini il seguitila telegramma: » S. lì Mussolini - Roma. — Sarno è hi « preda al brigantaggio di Stato. Bunde aima« te terrorizzano popolazione; arrestano pri■ vali cittad.ni incolpevoli, che riparano pro« fughi a Napoli. Elezioni ti aprile saranno « Surno truffa criminosa. Autorità governali Uva non soltanto non reprime reati, ma « fiancheggia e protegge. Protesto altamente « In cospetto dell'Italia contro metodi che • disonorano Governo di un parse civile ». CpsÌ 11 Mondo reca poi che a Trento 11 segretario del Sindacato fascista e i suoi seguaci hanno occupato la redazione del Nuovo Trentino. Da Pavia lo stesso giornale riceve il testo de|la circolare inviata ai Fasci dipendenti da quel' segretario federale. Nella circolare si dice: « Occorre dare tassative dispos'zioni al segretari politici perchè gli elementi infili abbiano in questi giorni ad essere allontanati dal paese. Quest'opera deve essere falla con molta avvedutezza e furberia, in Vnodo che nessun documento o prova della violenza rimanga nelle mani degli avveisari. Oecoire sovratutto sorvegliare gli clementi socialisti i quali svolgono un programma, e occorre dire chiaro o netto che quanti saranno i voti del socialisti tante saranno le teste rotte in (igni paese ». Ad Albano Laziale 'noma) i farcisti hanno imi-edito con la forza ai membri dei Comitali elettorali degli altri partili di adire al Commissariò prefettizio per la nomina degli scrutatori, ì quali cosi sono stati designati dai fascisti. Aiielie il Popolo rf.ca una lunga cronaca episodic.i. Un particolare curioso mirra stasera ia Voci: Bvpubbllenna, a proposito dell'inclusione nella li,sla fascista di flaffaele Riccardi. La pentarchia fascista aveva constatato che il Riccardi, nulo il i giugno 1899, non aveva quindi i 25 anni prescritti dalla legge, ed avr-va dato disposizioni per la sua sostituzione. Ma 21 ero dopo un telegramma della pentarchia stessa annullava iil precedente ed il Riccardi restava nella lista. Ora scrive la Voce. Repubblicana; « Il Riccardi, per mezzo di due testimoni, aveva fallo compilare un atto notarile, dal quale risulta essere egli nato n Mosca, I] ì febbraio, anziché il 1 sdegno 1899. Tale atto è stato depositato alia Corte d'Appello di Ancona, che foise per ordini superiori lia accettato, dando il benestare per la candidatura » Altri discorsi elettorali Nella giornate di ieri sono stati pronunciati altri discorsi da membri del governo e da fautori della lista fascista. Hanno parlato: a Firenze, in palazzo Vecchio, 11 mini, slro Giano; a Genova nel teatro Carlo l'elice il senatore Enrico Corradini; a Roma, nella sala dell'Augusteo, il grande mutilato Del Croix; a Milano, nel teatro Lirico, l'on. Ben. ni presidente della Confederazione generale dell'industria.