257 voti di maggioranza al nuovo Ministro Poincarè

257 voti di maggioranza al nuovo Ministro Poincarè 257 voti di maggioranza al nuovo Ministro Poincarè (Servizio speciale deità « Stampa ») r l à o i a o e'. a a Parigi. 3 notte . a . a La Camera ha ripreso oggi sotto la presi danza dell'oli. Arngo la discussione delle interpellanze sulla politica generale del governo che è continuata e finita durante una seduta notturna, poiché Poincaré aveva diclini, rato che il governo sarebbe stato dimissionario se la discussione avesse dovuto essere riti, viata a domani. 1 L'ordine del giorno dt fiducia accettato dal governo era cosi concepito: « La Camera, approvando le dichiarazioni del governo e fiduciosa in lui per continuare in uno spirito di unione repubblicana e di concordia nazionale la politica di riparazioni, di sicurezza e d'economie voluta dal paese respingendo qualsiasi aggiunta, passa all'or, dine del giorno ». Quest'ordine del giorno presentato dagli on. Adolfo Olieron, Chassaigne-Ooyon e parec. chi colleglli, venne approvato con 408 voti contro 151, Le interpellanze Primo oratore della giornata è il deputato Inghels il quale ha interrogato il governo sul regolamento dei danni di guerra alle grosse impresi nelle quali sono investiti del capitali' stranieri, persino tedeschi, mentre invece i piccoli associati francesi non riescono a farsi pagare le indennità loro dovute. L'in, terpcllanic ottiene dal ministro delle regioni liberale dello dichiarazioni di natura tale da rassicurarlo. Luigi Dubois ex-presidente della Commissione «lolle riparazioni fa la storia delle di. sc.nssioni che ebbero luogo all'hotel Astoria sulla questione della capacità di pagamento della Germania. Egli parla della longanimità della Francia e della necessità di non lasciare i pegni ora detenuti se non man mano ed in proporzione dei pagamenti effettuati. Poincaré, intervenendo, conferma che la Francia non uscirà dalla Ruhr se non dopo un pagamento totale. L'on. Guy de Montyon ritorna sulla questione della composizióne del gabinetto L'in, terrogante deplora difatti che non sia stato cicalo il ministero dell'aria e che anzi si sia soppresso il sot.tosegretariato dell'aeronautica. — La situazione finanziaria non permetteva la creazione del ministero dell'aria — risponde Poincaré — anzi ho dovuto procedere a compressioni ed a soppressioni di sottosegre. tari di Stato. Quaodo"ho fatto conoscere la mia intenzione di sopprimere questi sottosegretariati ho ricevuto da ogni parte della Francia delle felicitazioni. Quindi altre lette, re mi sono giunte per chiedermi di far qualche eccezione. Mi si chiedeva di mantenere il sottosegTetariato di Stato per le Poste e Tele, grafi, poi quello dell'Insegnamento tecnico, e quelli per la Marina mercantile e ped l'Aeronautica. Dopo molte esitazioni ho fatto eccezione per l'Aeronautica, perchè 6i tratta di una industria, nuova, chiedendo all'onorevole Einach di rimanere con missione non retribuita alla testa dei servizi. L'attacco di Herriot L'on. Herriot. sale alla tribuna e si ritorna al dibattito polittico. 11 deputato del Rodano conviene con il Presidente del Consiglio che egli ha osservato la regola del giuoco parlainenlare, prendendo i collaboratori nella maggioranza che aveva rovesciato il suo Gabinetto. — Soltanto — dice — di questa maggioranza non avete preso che i partiti, gli uomini, li le idee? L'on. Vdncent aveva attaccato il suo nome al progetto sulle assicurazioni sociali: ebbene è stato una vittima deprogetti finanziari! — Questi progetti saranno votati la settimana prossima — dichiara l'on. Jourdain. Poincaré conferma questa dichlarazfone. Herriot rimane scettico sulla possibilità dvotare questi progetti prima che la Cwmera termini i suoi lavori e si meraviglia d'altra parte die l'on. De Jouvenel « abbia racchiuso la sua audacia di ier* nella dorata gabbia di un ministero » e si meraviglia pure di vedere nel nuovo Gabinetto l'on. Louchcur che sì era eretto con i radicali ed i socialistcontro i decreti-legge divenuti ad un tratto dei decreti economici. — Ho sempre protestato contro la parola di decreto-legge — dice Poincaré. — Ma come non si dovrebbero chiamare decreti-legge, decreti che hanno in se la forza di legge? — chiede l'on. Herriot. Passando poi alla questione dell'occupazione della Ruhl'oratore dice che le cifre fornite dal Presidente del Consiglio non sono di natura talda mod/ificare l'opinione dei suoi amici sostiene che fin dal 1922, cioè prima dell'occupazione della Ruhr, la Germania doveva mettere a disposizione della Francia novecento milioni di marchi-oro. — Bisogna ricordare pure che in quell'epoca essa chiedeva una moratoria di tranni — interrompe Poincaré. — Si sarebbe avuto almeno nelle mani un titolo immediatamente esigibile di novecento milioni sutta Germania — ribatte Herriot — e perchè non lo si è realizzato ? Poincaré. — Questo titolo era puramente teorico. Non appena si è tentato di applicare 1 l'accordo T.oucheur-Rathenau ci si è urtatI contro la mala volontà della Germania. DuI nuovi accordi sono intervenuti dopo. I tedeschi hanno sistematicamente però posto I dei prezzi per noi troppo alti. Tutto l'anno • passato in negoziati ed è perchè la mal■■de sistematica della Germania è stata dimostrata, che alla fine del 1922 la Commisonc delle riparazioni si è pronunciata peso. permesso di entrata nella Ruhr. {Applaussw;cstrcma destra). j - - e — e e a r i Herriot fa notare che dei paesi alleati all'infuori della Francia gli altri hanno ricevuto nel 102:i delùe prestazioni in natura. Si mostra d'accordo con coloro i quali pensano che nel problema dello riparazioni vi sono da tenere presente anche degli elementi .morsili e deplora dio non si possano dissociare i nazionalisti! tedeschi da coloro che vorrebbero la -pace. Egli conditele: — Si è lungamente accusato il mio partita di essere un foriero di malanni. -Si è forse rivoluzionari per il fatto di piegarsi verso coloro che soffrono ? Ci è stato detto a voce alta che le nostro ideo erano pericolose per la-Francia. Questo rimprovero è stato rivolto in passato a Gambetta. Si è detto, allora, che il suo radicalismo era un pericolo per la patria. 11 mio partito ad ogni modo rimai-rà fuori e voterà cnnlTO il gabinetto ». A sinistra si applaude. Camillo Blaiisot, che succede alla tribuna, appartiene a.l gruppo dell'intesa e rivendica per la .maggioranza eletta nel 1919 l'appoggio -dato alla politico di Poincaré per la vittoria aiella Ruhr. Egli si erge contro gli attacchi rivolli! verso questa maggioranza da parte di Herriot e dei suoi a-tnici. Le imposto che Herriot rimprovera (li aver volato egli le ha votate precisamente con noi. E l'on. Renard le ha consigliate. Ognuno deve assumere le proprie responsabilità 0 non esimersene. 1/estrema destra applaude. Ma l'estrma sinistra a quesito punto chiede di rinvio delila discussione. Allora Poincaré si alza dal banco del governo od esclama con voce energica : — Se la discussione dovesse essere rinviata a domani il Governo sarebbe dimissionario. La seduta notturna e II voto . La Camera invece decide di lenere una seduta notturna che si è aperta alle ore 22. Blaisot continua il suo discorso e fa il processo al blocco delle sinistro il cui successo egli dice, ricondurrebbe il paese alle ore del combismo che non vuole più rivivere. Egli annuncia d'altronde che lui ed i suoi amici daranno la loro tlducia al governo di Poincaré. 11 socialista Varenne prende in burletta la concentrazione operata dai nuovo gabinetto che comincia dai legittimisti avanzati come Latebre De Pray, per finire con i radicali stinti come Daniel-Vincent. Parlando della politica estera contesta che la occupazione della Ruhr sia un'operazione così buona come Poincaré pretende. — Non ho mai detto che l'occupazione diella Ruhr bastasse da sola — interrompe il Presidente del Consiglio. — Ma occupando la Ruhr noi teniamo un pegno che rappresenta un valore importante e un mezzo di coercizione verso la Germania per ottenere meglio e di più. Varenne tiene a precisare la posizione dei socialisti nella iruiestione delle riparazioni: — Se la Gei-mania immagina che se i partiti di sinistra venissero a trionfare nelUe prossime elezioni... — Voi ne parlate molto — interrompe Leon Doudet — ma la cosa non è molto sicura. Varenne continua,: — Bisogna che la Germania sappia che noi non abbandoneremo i nostri diritti. Nessuno di noi ha mai pensato, ne ha il pensiero ascoso di fare questo regalo alila Germania. E ciò perchè noi consideriamo che la Germania non è soltanto la vinta della guerra, ma ne è anche la responsabile. U onesta dichiarazione gli applausi scoppiano sulla maggior parie dei banchi). Ri'llard de Venveiult chiede all'otn. Varemne se egli sia d'accordo coi suoi amici di destra. Dall'estrema sinistra Blum si alza e'dice di aver proclamato ad Amburgo in presenza di socialisti tedeschi l'obbligo di riparare a carico della Germania, ma protesta contro la tesi che un diritto possa nascere dal fatto materiale della vittoria Si può essere virati avendo per se il diritto. Varenne terraimando dichiara che lui e i suoi amici rifiutano la fiducia al ministero Poincaré, dietro al quale essi scorgono tutte le reazioni. — Quanto alla vostra magtrioranza — «ice rivolto al presidente dal Consiglio — noi ci sforzeremo di'Tegolare il suo conto nelle prossime elezioni. L'estrema sinistra applaude clamorosamente, mentre ironiche esclamazioni si odono al centro ed alla destra. La chiusura è pronunciata e il presidente Arago da lettura dell'unico ordine del giorno mantenuto, di cui conoscete già il testo, ordine del giorno accettato dal Governo. L'ordine del giorno è adottato, come vi dissi, con 408 voti contro 151. A mezzanotte la 6edu1a è tolta. altaszgighpn]rldtorsfcInrBasIdLa Germania d'accordo con la Russia per entrare insieme nella Lega delle Nazioni (Servizio speciale della «Stampa») Londra, 3 notte. Il corrispondente da Parigi del Datti/ Herald si dichiara oggi informato da una fonte in contatto con la Lega delle Nazioni che la Germania ha concluso un accordo colla Russia relativo alla questione della loro entrata nella Lega delle Nazioni. Mediante quest'accordo la Germania si impegna a non accettare qualsiasi invito a far parie della Lega sino a tanto che la Lega stessa non sia organizzata in modo da permettere al Governo sovietista di accettare un analogo invito.