La morte del tenore De Negri

La morte del tenore De Negri La morte del tenore De Negri Giovanni Battista De Negri, 11 celebre temoro che fu.considerato l'emulo di Tamagno è die viveva ormai appartato crui in Torino, è morto Ieri improvvisamente. Aveva settoititre anni. Nativo di Alessandri», l'artista che doveva fcercarrerB una carriera veramente trionfale, aveva imizAato la sua carriera poco più che ventenne, dopo compiuti gli 6tu<U col maeBtro Guasco e un corso di perfezionamento n Milano, preoentandosl a Bergamo nella Diana di Chavcrnji del maestro Sangiorgio c, quindi, nel Poliuto, Ti suo successo fu tale che si parlò di scritturarilo per la 1 Scala», il cui ingresso era allora dituoillesimo per i giovani cantanti. Invece Giovanni Battista De Negri al recò all'estero dove rimase quattro anni consecutivi. Tornato in Italia, con una preparoziono fartistdoa quali rarissimi cantanti potevano vantare. De Negri fanatizzò col Profeta e si ece... protestare al nostro »HegLo»l A Torino, Infatti, doveva rappresentarsi Ha tienini del Nepal del Bottesimi, e il maestro Pcdrotti aveva rifiutato il t'enome Antonio Pa.ternio, fratello del celebro interprete di 'Aida venuta parecchio tempo dopo. L'impresario Deponi*; era 6ulla brace e si credette salivo per miracolo quando gii fu suggerito il nome di De Negri, che in quel periodo non aveva impegni. De Negri., arriva, studia in sette giorni l'opera nuovissima, si sgola, e alla prova generale, stanchissimo, non canta a voce spiegata. Il maestro Pedrotti divenne furih caldo. — Quello è un tenore? Ma non ha il p*w per sofflar sulla minestra Do protesto! Do Negri, di fronte a quella inappellabile sentenza, rifece le vaniste e la «e»'™.dcI Kepal .wm ebbe più il suo sup Ma se Pedrotti era un eccellente direttore d'orchestra, c'era anche un impresario che conosceva 1 cantanti... al fiuto. Damele BoricTT padre dell'attuale direttore wUetteo £2 . rato ». Egli aveva sentito De Negri, e poichT ranmo seguente doveva assumere Hummpresa del nòstro teatro, che tenne poi qXdici anni, scritturò il tenore protestato, oBtendOffll di *™*>™ 1 f 5£ iévy II De Negri accettò con entusiasma Voleva prendersi la rivincita OH .abbonati del .Regio . quawlo appresero la notula montarano su cavai matto e * &™£™v * far giustizia sommaria di queU'audace. E il gnanide tenore: ' _ sono sicuro che vincerò tal Quando, l'anno seguente, fu annunciata la hrima rappresentazione dell'Ebreo, al Regio era rigurgUante e in ogni tasca di frac* et nascondeva la terribile- insidia d'un fischietti Borioli. che lo sapeva, usci a spasso sotto "partici della Prefettura. Ma Eteozar-De Negri Sparve in iscena o la sua smaglaante, chiari nossente. elettrizzante voce, che scandeva te parole meravigliosamente, invase toome un'onda purissima la sala, e il vr\m° atte aegnò l'inizio di un trionfo, che non Spiato più. L'anno dopo De Negri creava •» Regio l'Otello di Verdi, superando in alcune scene lo stesso Tamagno. L'opera 'ebbe TwtlnoTe repliche e rimase in cartellone anche per la «stagione» sucoessiTa, ripetendosi altre venti volte. Fu in que«to periodo che De Negri cantò TonnAaaseT di cui «vede una singolare e personalissima interpretaalorw», che tutt'ora è viva nel ricordo dei più vecchi frequentatori del Regio. Il dottore della " Scala „ 1 suoòeasi di De Negri non.si oontswiio più- 1 grandi teatri italiani e strambai se W~ contesero come una... miniera d'oro. I fcuoi concittadlnd lo vollero ad Alessandria, e De Negri andò a cantarvi l'Otello... gratuitamente. Poi eccolo definitivamente alla Scala- sette riconferme in otto anni consecutivi, a ses san tornila liTe di paga, cifra elevatissima per quel tempi. La prima volta che egli fu alla Scala doleva cantare U Simon Boccanera di Verdi, che Tamagno aveva eseguite l'anno precedente A Milano, ed altrove, serpeggiava l'influenia, e De Negri s'ammalò anche lui, oome tanti altri. L'impresario Corti, che voleva bene all'artista perchè lo stimava profondamente, mandò il medico di sua fiducia a visitarlo, ma l'eccellente uomo non si accorse che il cantante aveva un febbrone col flocchi e fu cosi malaccorto da dirgli, senza neppur tastargli il roteo: — capissi! capissi! Lu el a' ha paura! De Negri sgrarap un par d'occhi terribili, gridò una imprecazione furibonda e fece tale un balzo dal letto, che il medico scappò a gambe levate. La paura l'aveva avuta lui[ Otto giorni dopo il tenore mandò ad avvertire ch'era guarito e pronto per la prova generale. L'impresario fu sollecito a dare le disposizioni rer la sera stessa. 11 medico era jn platea, le braccia conserte sulla spalliera della poltrona di Corti, che vi si era sprofondato per invigilare, silenzioso, alla prova. De Negri cantò a voce spiegata tutta la sua parte. Quando il velario si chiuse, il medico, molto commosso, si chinò fino a sfiorare il volto dell'impresario e disse, con un tremito nella voce: — Él 7>i'ha of/es, ma el perdoni, perchè el canta come on padreterno! E da quel giorno il medico divenne intimlssimo amico di De Negri, che non gli aveva ma; serbato rancore. Per venticinque anni il meraviglioso artista mantenne ardente come una fiamma sacra la sua incorruttibile passione per il teatro; egli servi l'arte col religioso amore, con la pura devozione che la dolce divinità gli chiedeva. E quando gli parve concluso 11 suo ciclo si ritrasse, dopo aver donato alla lolla l'ultimo disperato canto di Tannhàuscr morente. Monsignore e la " Violetta „ Con la sua «impaglia fedele egli tornò alla sua villa d'Incisa Belbo, dove amava trascorrere lunghi mesi di riposo, nell'intimità di pochi amici. Per essi, qualche volta cantava ancora, ed era una lesta a-riudirlo. Chi capitava ad Incisa Belbo chiedeva corno un onore d'essere ricevuto da De Negri. Ricordo che un giorno, molti anni fa, durante una sua visita pastorale, il vescovo di Acqui morisignor Balester desiderò di conoscere' l'artista il quale l'accolse con quella sua affettuosa spontaneità clic era per lui un'abitudine. Qualcuno nel momento del commiato, pregò De Negri di cantare. Monsignore era venuto anche per questo. E il tenore, non sapendo li per li, che cosa scegliere do... accessibile a tutti, cantò la romanza del secondo atto della Traviula. Che fragore d'applausi I II vescovo avevu le lacrime agli occhi ed abbracciò De Negri, chiedendogli in buona fede — E' il famoso Otello questo, vero? 11 tenore temette, rispondendo di si, di mortificare il buon preluto, ma non ebbe il coraggio di dire ch'era un brano della Traviata... — No, monsignore, non 6 Otello — risposo ,- è la... Violetta di Verdi. — La Violetta? Non ho mai sentito nonni nare quest'opera... Ma la musica è molto bella. Nessuno fiatò. E il buon De Negri non seppe mai perdonarsi la... «bugia pietosa». Ora anch'egli è scomparso. .Ma lo ricorde ranno sempre :.-li amici Innumerevoli ch'egli aveva Miti a Torino c clic l'apprezzavano soprattuuu per la tua gentilezza c per la, sua boat». Certificati elettorali Il movimento In via Meroantinl — 30 mila certificati giacenti — La forte richiesta di scontrini di viaggio. Per avere una Idea del movimento elettorale 0 della accentuazione che va prendendo, bisogna recarsi in via Mercantili!, nell'aula estrema del palazzo che ospita la Scuola Margherita di Savoia, tramutata per l'occasiono in sede dell'Ufficio Municipale, che provvede alla compilazione delle liste c alla distribuzione dei certificati. Il movimento ò in tutte le ore abbastanza vivo; l'affluenza degli elettori per chiedere informazioni, ritirare i certificati, provvedersi degli scontrini di viaggio, più che discreta. 1 non pochi impiegati, che procedono alle diverse operazioni, non hanno tempo di svagarsi. Dinanzi ai loro tavoli non vi e mai il vuoto. L'Ufficio ò diviso in parecchie Sezioni.'Da un lato ei pensa a distribuirò i certificati agli elettori della città; dall'altro a rispondere alle richieste degli elettori, che devono recarsi in altre Provincie. A Torino le guardie municipali incaricate della distribuzione dei certificati, hanno riconsegnato agli Uffici ben 35 mila certificati di elettori irreperibili I motivi sono diversi: taluni, ancora iscritti nelle liste del 1923, che sono quelle che hanno valore nello odierne elezioni, sono morti; altri hanno cambiato domicilio e non hanno avuto cura tli lasciare al portinaio il loro indirizzo; altri ancora si sono trasferiti in altre sedi. Questi 38 mila certificati, divisi per lettere d'alfabeto, sono stati affidali all'ufficio provvisorio tli via Mercantini, che ha l'incarico di distribuirli a chi si presenta a richiederli e prova, con documenti, la sua identità. Qunti sono ancora a tutto oggi i certificati giacenti? Erano trontacinquerriita: ofgi sono ancora trentamila. Cinquemila già sono stati collocati. Dei trentamila che restano, parecchi debbono appartenere a defunti e a persone che si trovano fuori Torino, ma un buon numero ne resta cho appartengono a persone che abitano nella nostra città, ma sono semplicemente irreperibili, a questi l'Ufficio rivolge preghiera di voler sollecitamente provvedere al ritiro del certificato E ciò ad evitare la ressa nella giornata di sabato. Negli uffici ove si distribuiscono i certificati per. gli elettori non residenti a Torino e si fanno gli scontrini ferroviari, i.l movimento è accentitatissimo. Lo operazioni avvengono nella palestra coperta della scuola e,il via vai di gente è .continuo. In pochi giorni gli impiegati addetti alla compilazione degli scontrini ferroviari hanno rilasciato più di diecimila biglietti e ad ogni ora la richiesta è in aumento. Dei molli certificati di altri Comuni inviati qui per la distribuzione, un buon numero sono già stali ritirati; altri sono in corso di distribuzione. Abbastanza notevole è anche la richiesta di duplicati del certificalo elettorale a cui si soddisfa pure in questo ufficio. Anche per la richiesta di duplicati, come per il niliiro dei certificati rilasciati da altri Comuni, .l'ufficio rivolge viva preghiera agli elettori d.i voiler essere solleciti. Siamo a venerdì ormai. I ritardatari non mancheranno, ma si vorrebbe che fossero pochissimi perdio anche questi possano essere soddisfatti.