Un manifesto dell' " Associazione del controllo democratico ,,

Un manifesto dell' " Associazione del controllo democratico ,, Per l'educazione politica del Paese Un manifesto dell' " Associazione del controllo democratico ,, Milano, 3, notte. L'Associazione Italiana per il Controllo democratico — sedente, in Milano — indirizza agli Italiani questo manifesto: » La Associazione Italiana per il Controllo Democratico, costiiluitasi a Milano con diramazioni che si vanno gradatamente diffondendo nei vani contri della Penisola fra nomini appartenenti a diverse gradazioni politiche c fra studiosi anche non irrejrgimenJati entro palliti specifici, ma i quali, tutti, unisono fede a quelle.-idealità di sch'ietta detmocruzia olio sono luce inestinguibile e necessità vitale dei popoli moderni^ non de.=tiJiati a una ra.pida involuzione regressiva; crederebbe di venir meno alla propria funzione e di rinunciare alle finalità per le quali c sorta, se, iniziando la sua vita in questo torbido momento politico, non constatasse la profonda anormalità della campagna elettorale, che og-g<l volgo al suo termine. «AnormaUlo, caratteristica, impressionante, rci" duo ragioni distinte, per quanto interdipendenti e connesse. La prima: che la battaglia (se pur tal nome le si conviene) si svolge sopra la base di una legge anticostituzionale e antìrappresentativa. Con questa loppe, l'Italia ha rinunciato — non cine ad ogni proporzionalità, ossia ad ogni sincerità, di rappresentanza; nonché al suffragio universale, che fu creduto conquista irrevocabile ed ncqiriisiztone definitiva del dirimo pubblico italiano — ad ogni forma di vero ed efficace suffragio popolare; Ila fatto giLto cioè, quasi senza avvedersene, di quella sovranità popolare — ossia nazionale —, di quella equivalenza politica dei cittadini davanti alla legge, che fino a ieri parvero consacrati! dallo stesso Statuto Albertino nella sua lettera c nel suo progressivo sviluppo. Per quella logge, infatti, corno ormai è noto universalmente, ad un aggruppamento elettorale che raggiunga comunque, il quanto dei votanti, si attribuiscono i due terzi della rappresentanza parlamentare. Per lo spirito che Informò quella legge, non essendosi dubitato da alcuno — e il fenomeno è, per se stesso, straordinariamente eloquente — che un tale quarto dovesse ineluttabilmente spettare ai candidati del Governo, e non essendosi perciò presentata alcuna lisla di maggioranza al'hit uori della lista governativa ; U5G deputati, prima ancora del giorno della simulata elezione popolare, vengono eletti direttamente lai Governo, il quale sceglie cosi esso, di fatto, ira i propri! fidi ed accoliti, la rappresentanza che per ironia si chiamerà ancora nazionale e che, teoricamente, dovrebbe controllarlo; c il breve margine, apparenteniente riservato alle minoranze, può essere — ed ó in fatto — ulteriormente conteso dall'artificioso moltiplicarsi dello liste cosjidctte fiancheggiatrici o parallele, c più àncora dallo lisie-4>is, autorizzate ugualmente dal Governo e uguaancnte guarentite a priori dell'incontrastato su.c^sso. 'Allo opposizioni — che vengono ufficialmente denunziate, non avversarie, ma nemiche ed antinazionali, e poste quindi fuori di ogni legge — dovrebbe spettare unicamente il triste compito di accavii'glìarsi a vicenda, per disputarsi lo briciole del festino e per la più compieta esalazione dei preordinati trionfatori. o Ma l'anormaliià di un siffatto inverosimile congegno elettorale, consentito da una Camera elettiva che già era, per le sofferte menomazioni e per le sue precedenti acquiescenze, svuotata di ogni autorità e coartata nelle sue deliberazioni da una intimidazione permanente cotésta anormalità e ancor nulla in confronto dell'atmosfera di pressioni e di violenze, onde ribocca la cronaca quotidiana e che qui, tanto sono note, non importa minutamente incordare. Onde queste elezioni, fra tanto fragore'di dimostrazioni belliche da parte della fazione dominante, urono opportunamente definite le elezioni del silenzio e un soliloquio elettorale ; menre, ogni altro giorno, è pubblicamente prolamato dal Governo stssso e dai suni innumerevoli organi, che, qual che possa essere l risultalo elettorale, nessuna influenza esso eserciterebbe sulla .persistenza del regime ditatorio, il quale, con la ripresa delle armi, manterrebbe pur sempre, ad ogni costo, il uo soverchiente potere. « Tutto ciò significherebbe — in un'ora torica in cui tutto il clima politico europeo i orienta verso le correnti democratiche — a dannazione dell'Italia a una minorità anaronistica. Perciò, dacché alle varie opposiioni non riesci di concordare una'astensione ollettiva c solenne, è da augurare che — vunque sopravviva la materiale possibilità della libera espressione del voto — nessun ittadino consapevole diserti il campo della olta. ciascuno rechi almeno alle urne il egno della s,ua pacifica, legale,, ammonirice protesta. Giammai, coma in' quest'ora à diserzione sarebbe tradimento: dacché, pel atto stesso che la vittoria materiale nume ica e guarentita, senza sforzo, ad una sola azione, solo i voti di opposizione serbano un reale valore morale e politico; ognun di ssi rappresentando la voce strozzata di innumerevoli elettori dispersi, cui la libertà di quell'espressione c contesa, e la volontà erma del ritorno a un ordinamento e ad un ostume politico più degni di un popolo moerino, il quale, rinato alla storia nel nomo ella libertà, non consente a rinnegarsi o a morire ». - Inoltre, il manifesto rileva che la situaione italiana presente trova la sua prima adice, la causa delle cause, il substrato che a rese possibile, in un fatto fondaiuenialc: la. mancanza., nella gran massa dei cittaini, soprattutto nei ceti, medii e nelle stesse lassi intellettuali' c. poliliclic, di una vera, incera, nutrita, non. accattata c superficiale, oscienza democratica moderna, quale esiste persiste in altre nazioni dove le stesse pieeso cagioni di disagio e di reazione sono en lungo da aver prodotto i medesimi efetti che da noi ». E il documento prosegue: « Di qui la inconsistenza dei partiti demoratici', la loro proclività allo rapido deteioni, il dominio del demagogisnvo e del ciarai.inesimo, il prevalere del localismo camoristico e delle clientele, la fiacchezza e l'inaliiiità dei Governi e dei Parlamenti, i diitti delle classi popolari — a cominciare dal uffragio universale e dalla, oggi defunta, bertà sindacale — piuttosto largiti, por inenti personali e parlamentari, che conquitati e compresi dalle masse e saputi virilmente esercitare e difendere. Tutti! questi atti, chi guardi al fondo, non si spiegano, ulle queste cause debbono apparire feconane, inefficienti ed inani, ove n'Oli soccorra presupposto di una coscienza democratica uota o insufficientemente diffusa, fatta di arole e di etichette apparenti; non falla di profondo convinzioni, convertite Un senlimento ed in sangue; per le quali, ad un popolo, ad unti classe, ad un ceto, a ogni indiiduo che ne fa parte, la libertà — elio é la dlgriijlà, che é la luco* che é l'umanità dogli umani — sembri più preziosa di ogni effimera comodità del vivere e la ragione stessa ella vita. «.fi' perciò che l'Associazione italiana del ontrollo democratico ha chiamato e chiama — sopra i partiti, fuori dei parliti, anche er avvalorare l'azione futura dei partiti — hiama i volonterosi e i veggenti, .soprattutto e classi che presumano se slesse dirigenti ed ntelligenti, a un'opera concorde di prepaazione « di seminagione civile. Opera non erto breve, non certo miracolici ira corno desiderio vorrebbe, ne concrelabilc ni oche linee di un improvvisato programma; ma la sola, forse, che si imponga — dopo le mare esperienze — a quanti riluttano dai metodi della violenza, non credono allYIììacia delle cospirazioni e dei colpi di mano, erbano fede nel trionfo immancabile del reme democratico e rappresentativo, in perenne revisione ed evoluzione progressiva, opra tutte le deviazioni e i ricorsi dolorosi ella storia; non si acquetano ad attendere, gnavi, il crollo della dittatura ad opera sclusivamente degli antagonismi che 3n miano, degli eccessi da cui invano spera di alvarsi; auspicano invece un'Italia veramente bera e redenta, in tutti gli strati del suo opolo, padrona di sè, non dilacerata ma conciliata con se stessa, artefice delle proprie ortune; e anelano a concorrervi col loro orzo consapevole, diuturno, disinteressato. « 1 molteplici problemi concreti, che assilno un popolo giovane, uscito testé da una rribile distruzione di forze e di ricchezze tale é stata la guerra mondiale, della quale ù soffrirono Je nazioni cosiddette proletae fra lo quaili e Ja nostra — problemi che essun» ytoknaa tì nessuna dittatura puu ilUilndeiMdrptpescgrultsucrumqsPaCaRprdCliMlgsdriclsczpqltpsnptcMsmslcltofumntgcsmnIvdrdèzuevtrdcmpgTclptsd duPcvcOnienie risolvere e njeppure (prafotndaimenii-c- scaliìno — pcn-geramno, via via, a tale Havovo la materia e l'impulso. Essi esigono abnegazione concorde, esigono contributo di oomstélio. che sta inlionetUcualS forniranno, ma insieme aziono assidua di giovani fervidi. Agli intellettuali old ai giovani si volge ■principalmente il nostro appello accoralo. Il disgusto ogni giorno crescente — se pur sonimossamiente mormornaito — che sentiamo al'il.naie sempre più acuto, 11 ravvedimento, sempre più confessato, dei non" pochi illusi, olio credettero por un isto.nto elio i viottoli oscuri del dispotismi» possano sostituiw) io grandi e sotorrgiate vie dolila storia, ci incuorano a braiio sperarne. Faicciiano «issi — gli hitC'Uottuali ed i giovani — che il noslio appello non cada nel vuoto dell'indifferentismo e dell'apatia. Salvino essi — menti» ancora*d tempo — l'onore e Q'aweniTO d'Italia! ». n manifesto reca le seguenti arme del Coro ì-tnin centrate: On. evi-, Mario Abbiate, senatore. — Marchesa airv. Colio Bassano. — Generalo nolierto Berne!venga. — Avv. Mario Berlinguer. — Attillo Borro. — noti. Starlo Boisa. — On. -avv. Giuseppe Canepa, — On. prof. Italico Cappellotto. — Atv. Lutai Dcsrll Oor.lit — Prof. Guglielmo Ferrerò. — Prof. AlòssxTidio Levi. — Prof. Avv. FaJbto t,nzra.tto. — On. prof. Enrico Presimi. — Guglielmo Quadrotta. — Dott. AtliHo Sunna. — Generane FLllberto Sord.igno. '— Conto Carlo Sforza:, senatore. — On. avv. impipo Turati. — Avr. Roberto VeratU, — Avv. Galileo Vercesl.

Luoghi citati: Italia, Milano