La fisionomia politica del Gabinetto francese

La fisionomia politica del Gabinetto francese La fisionomia politica del Gabinetto francese Contraddizioni che la crisi non ha eliminato I due presidenti Nella brevissina crisi francese merita attenzione non ^anto il reincarico, previsto, a Poincaié, quanto l'atteggiamento del presidente iella Repubblica, Millerand, o i rapporti tra lui e Poincaré medesimo, quali si possono intravedere attraverso lo stesso rimaneggiamento del Ministero. L'ex-sociilieta Millorand si presentò candidato alti presidenza della Repubblica — dopo ch« Deschanel fu persuaso, con amichevoli Insistenze, a dimettersi per curare la sua salute — con accenni ad un programma di rafforzamento del potere presidenziale, che, In conclusione, sarebbe approdato ad una vera e propria trasformazione della costituzione del 1875, quale era stata sempre applicata in Francia, dopo, il fallito colpo di Stato di Mac Mahon nel 1877. Il presidente della Repubblica, nel concotto di Millerand. non doveva esser più il capo non responsabile dello Stato, che regna e non governa, e l'interprete delle designazioni delle Camere nella formazione dei Governi ; ma un potere attivo, di effettiva e suprema direzione. Questo suo concetto della funzione presidenziale, Millerand l'ha attuato anche adesso, coil'intervento pubblico, attraverso la nota .ufficiosa del Malin, per il mantenimento di Poincaré al potere, o piuttosto per la prosecuzione della politica francese attuale, voluta dal Bloc National. Non sappiamo se e fino a che punto sarà piaciuta a Poincaré questa condotta di Millerand, sebbene apparentemente e immediatamente essa venisse a favorire il presidente del Consiglio dimissionario. Rafforzamento di potere nel capo dello Stato significa indebolimento nel capo del Governo ; e viceversa Poincaré, che aveva morso il freno durante il suo settennato, specialmente nei due ultimi anni con Clómenceau, non può essere troppo disposto, oggi che è presidente del Consiglio, a fare... il presidente delia Repubblica invece di Millerand, lasciando che questi sia 11 capo più vero e maggiore del Governo. Nella ricomposizione quasi completa del suo Gabinetto — invece della semplice sostituzione, per es., di Maunoury, ministro dell'Interno poco grato al Bloc National, e quindi, presumibilmente, a Millerand — ed anche nella scelta di qualche ministro, si può scorgere — secondoI che fu già rilevato su queste colonne — il tentativo poincariano, di resistere alla invadenza di Millerand. Ma a noi non preme, qui, di segnare i punti guadagnati o ■ perduti daiMue uomini in questa rivalità di dominio sulla cosa pubblica in Francia ; ma piuttosto essa c'interessa nel suo aspetto costituzionale, sopra accennato, che, in sostanza, si riduce a un conflitto fra governo parlamentare e dittatura nazionalista. Poincaré rimane fedele al primo ; Millerand, e sopratutto certi suoi partigiani, inclinano più o meno decisamente verso la . seconda, e quindi verso la mediatizzazione del Parlamento', l'identificazione di Stato e Governo e la fine dell'alternanza dei partiti al potere. Si comprendono meglio, così, le superstiti velleità sinistroidi di Poincaré, e, insieme, le tenerezze ogni tanto rinascenti dei radico-socialisti per lui. Ma lo avvertivamo già l'altro giorno: la persistenza del Premier francese nella politica estera nazionalista neutralizza le sue aspirazioni . democratiche in politica intema, perchè lo costringe ad appoggiarsi sugli elementi di destra. Il contrario si potrebbe dire di Millerand e dei suoi fidi, che — se la cronaca è esatta — sarebbero favorevoli a un ravvicinamento franco-tedesco, basato sostanzialmente sopra una intosa fra le grandi industrie delle due nazioni: un'idea, questa, a cui più di un gran condottiero del capitalismo tedesco non sarebbe punto contrarlo. Una simile intesa, per essere veramente proficua ed intima e duratura, non dovrebbe limitarsi a un affare combinato e guadagnato da alcuni plutocrati ; ma presupporrebbe tutta una pacificazione e un accordo póliticc-isociale, tanto fra Germania e Francia, quanto nell'intimo delle due nazioni, pacificazione ed accordo impossibili con ima politica intema reazionaria. Cosi, tanto la politica intema, a velleità sinistroidi, di Poincaré; rispondente alle tendenze della media e piccola borghesia, quanto quella estera, a tendenza ricostruzionistica, di Millerand, che vorrebbe tutelare e promuovere gl'interessi capitalistici, sono minate dall'intima contraddi zione. Se si vuole mantenere e sviluppare la democrazia all'interno di un paese, non si può, al tempo stesso, alimentare in esso la febbre del nazionalismo e cacciarlo nelle imprese guerresche di una politica imperialista. Se si vuole la ricostruzione economica d'Europa non ci si può appoggiare »ulla forza di retrive oligarchie, ma octorre far leva su forti partiti autenticaBtnte democratici e su libere e salde organizzazioni operaie^ Oh ìeHepa&p inglese, reduce dalla Palestina \ , ricevuto dal Papa \ Roma, 29, sera. E' aunto a Roma, reduce dalla Palestina, un pàlegriiiagglo inglese composto di 170 personl con alla testa il cardinale Burne. areiveslpvo di Westminster, e quattro vescovi. iWlegrini sono stati ricevuti ujjgj in udienzaW Papa, e domani assisteranno alla messa celebrata da lui stesso. 11 Pap\ ha ricevuto in udienza privata , feri pure cardinale Hayers, arcivescovo di ti<•• V-.rk. il (piale liti prftH'-niiaito il gruppo c! poisonflita ecclesiastiche e laiche della Bua arebid^oesi venute a Roma per il solenni Conati Soluzione di equilibrio Parigi, 29, notte. Nou si può dire che il nuovo Ministero Poincaré venga accolto qui fra salve di applausi e sotto una pioggia di fiori. Ma nessun errore sarebbe più grave dell'attribuire a questo fatto il siguiacato di un insuccesso. Nella realtà delle cose la soluzione trovata da questo uomo, che la maggioranza degli osservatori credeva ormai'a stremo di risorse ipolitiche -e tattiche, 6 tult'altro che disprezzabile e l'opinione a suo riguardo ò destinata a ricredersi profondamente. " Fcdcrnzionc delle sinistre repubblicane,, Poincaré Iva attuato, dopo due anni di temporeggiamenti e di tergiversazioni, la rettifica di fronte die s'imponeva in vista della probabile riduzione del saliente bloccarlo che risulterà dalle elezioni. Ghaumet, Billiet, Isaa? e Ohassaigtie-Goyon, i quattro padreterni della intesa repubblicana e dell'unione degli interessi economici, assediarono ieri il Gabinetto presidenziale, ma dovettero accontentarsi di parlare col capo del .medesimo: Poincaré preferì non riceverli. Rottura ? Tutt'altro. 11 gruppo, riunitosi oggi, ha bell'e deciso di appoggiare il nuovo Ministero, come appoggiava quello precedente. La notte porta consiglio e quest'oggi tanto questi signori come le altissime autorità che su di essi avevano steso una mano protettrice, debbono aver compreso, che fra il Ioto metodo di salvataggio e quello di Poincaré, le ragioni stavano tutte dalla parte di quest'ultimo. La Francia non è un paese che si lasci tanto facilmente sedurre dalla moda della .dittatura. Bene o male la rivoluzione vi è 6tata latta una volta e vi ha lasciato delle tradizioni, delle abitudini e dei pregiudizi — chiamiamoli come volete — coi quali è pur sempre necessario fare i conti. Il pugno di ferro non ò il suo genere. Occorre, per lo meno, calzarvi sopra un bel guanto di velo grigio. E' quello che ha fatto Poincaré. Il suo guanto si chiama: federazione delle sinistre repubblicane, in sostanza è questa l'attuazione di una idea di Briand. Ma sulla mano di Briand il guanto si ruppe, probabilmente perché non c'era sotto nessun pugno di ferro. Briand aveva il torto di voler fare una politica di sinistra, essendo un uomo di sinistra. Poincaré ha il merito o la fortuna di fare una politica di sinistra, essendo, di fatto, se non di etichetta, un uomo di destra. Finora non gli era mancata che l'occasione. Ma il Ministero allestito dierj cosi prontamente trovavasi già formato o armato nel suo cervello, come Minerva nel cervello di Giove, fin dal ffiorno in cui dulie tribune della Camera egli aveva lanciato al paese la formula elettorale: aie reazione, ne rivoluzione. Tradotta in linguaggio parlamentare, quella formula voleva dire: a destra non solo niente, nia il meno possibile di intesisti, e a sinistra non più in là dei radicali dissidenti, owsia niente comunisti, niente socialisti e niente radicali alleali dogli uni o degli altri. Ora è precisamente questa la linea di condotta seguita nella composizione del nuovo Gabinetto Maunoury te n'è andato :-dunque su questo punto il blocco nazionale ò sitato servito. Il suo successore, se dobbiamo credere all'Ere Nouoell;, è « un funzionario buono a tutti i mestisi! », ossia un uomo comodo e che legherà l'asino -dove vorrà il padrone. Qualora questa soddlsfaziono non bastasse alla maggioranza, ecco Latebre du Prey alla Giustizia, ossia alla vice-presidenza. Lefèbre du Prey non è certo un uomo di grande rilievo, ma è uno dei personaggi più decorativi dell'intesa repubblicana democratica, ossia di quel gruppo Arago che è, coi suoi 170 membri, il più ferie della Cannerà attualo. Oltre a Lefèbre l'intesa vede assunto al Governo un altro dei suol, l'onorevole Mario, cui Poincaré assegna le ragioni liberate. Perchè proprio le regioni lihe.i-ate? Porche Luigi Manin è l'uomo del famoso prognamima di eco nonne amministrative ia dottato dal precedente Gabinetto por cavarne il famoso miliardo previsto dalla legge fiscale recentemente votata. Ora voi sapete che uno -dei capitoli del riassetto del bilancio' è stato collocato nella lotta ad oltranza contro le spese per gli indennizzi al danneggiali di guerraQueste spese dovrebbero addirittura venir sospese fino a nuovo ordine. Il Marln alle regioni liberato è urea garanzia solida per l'intesa repubblicana, sia che essa voglia realmente strozzare i danneggiati per salvare il bilancio, sia che {preferisca salvare i primi e strozzare il secondo. Nel nuovo Gabinetto gli airaigo.ùni non etanno dunque poggio olle in quello precedente. -Ma Poincaré ha rifiutato loro la possibilità di starci meglio. Due erano, due sono rimasti. Ministero nazionale ? — Agli occhi del pubblico, le cose, da questo lato, non sono cambiate, e nessuno potrà più parlare ili dittatura e accusare il Governo ili essere in mano agli Ghoniet, Billiet, Isaac e compagni. 1 giornali dipendenti dalla ditta strillano naturalmente e per allungarvi qui un florilegio della loro prosa odierna, non avrei che l'imbarazzo della scolta. Bla Poincaré ha provveduto a dare loro un compenso, trattando un poco peggio i radicali. Il precedente Ministero contava due radico-socialisti : il Laffont e il Sarraut, e tre membri della sinistra democratica, che, se non sono radicali, poco ci manca: lo Strauss, il Rio e il Peyronnet. Il nuovo Ministero contiene in tutto e per tutto un radicai', il p.niiel-Vlcent — minus habens — e uno della sinistra democratica, Enrico De Jouvcnel. Ieri, in mano di questo gruppo, si trovavano portafogli importanti, quelli delle -colonie e del commercio : oggi non ci si trovano più che l'igiene e Visi nazione pùbblica. E' la rottura col radico-socialisti ; e potete quindi immaginare che cosa del nuovo Gabinetto scrivano an"ho i fogli ili sinistra, dall'Ere Nouvclle al Quotidien. Ma nell'alleggerire le ali del proprio fronte, Poincaré badava a consolidare il Centro, imbarcando nel Ministero 3 membri dell'azione repubblicana e socialista, il Bokanowsky, il Fabry e il Capus in luogo dell'unico Re.ibel di prima, e arroccandoli in tre Ministeri importanti, quali la marina, le colonie e l'agricoltura, nonché mettendo loro a fianco un nuovo membro dei repubblicani di sinistra, il Lonehenr, che. con Le Trocquer, ne porta ài numero a due. Per completare il quadro, aggiùngetevi Francois Marsal, ministro delle finanze, il quale, oltre ad appartenere allo stesso gruppo di Poincaré, ha il grande merito di essere uno dei beniamini di Millerand: e avrete spiegato dinanzi 11 migliore Ministero di concentrazione di Centri che, date le circostanze. Si potesse combinare. Ministero nazionale? E' questa certamente lo formula ebe Poincaré cercherà di accreditare lunedi nel suo discorso di inaugurazione. La formula ha il difetto di essere troppo altisonante per tempi nuali quelli che In Francia attraversa: ma ft fuori dubbio che essa contiene buona parte della verità. Il solo aspetto della combinazione Improvvisala da Poincaré sta nell'essere improvvisala. Combinazióne elettorale... in ritardo? La coalizione del centri potrebbe affermarsi un ottimo tema elettorale rivestito dell'etichetta Poincaré; ma arriva un po' tardi. Il terreno è impreparato. solo poche settimane ci separano orinai da'le elez'oni e flit ori lo sole idee elio dominassero sono state quello del blocco di destra e del blocco di sinistra. Il paese viene istradato da mesi in questo duo direzioni estremo. Potrà 11 Presidente del Consiglio, in poche settimane, e assistito da un niiinlsl.ro dall'interno poco meno che ottantenne, sottrarre all'uno o all'altra corrente la forza necessaria iper costituirne una terza che sia più forte di entrambe? La questiono è tutta qui. E in fondo, qui fanno capo i vari malumori da cui il ministero viene accolto. I radicali tempestano, ma tempestano perchè la formula Poincaré, che avevano implorato invano durante due anni, arriva a' maturità proprio quando ormai essi erano decisi a rinunziarvi e a subire 1 alleanza del socialisti e dei comunisti. Se Poincaré si fosse spiegato un anno addietro, oggi gli Herriot e i Painlcvè sarebbero con lui, pronti a formane la falange t&baiia. Ma. scoprire la terra promessa quando si è «ià fra lo rupi del Sinai: (piale supplizio! E qualche cosa di analogo dicasi por l'ala opposta. Quante volto il « Tomps » non ha invocato un nume benefico, capace di ricondurre all'ovile 1 radicali smarriti, 'promuovendo per l'appunto questi coalizione di •centri dicui il nuovo Gabinetto Poincaré costituisco un cosi luminoso esempio? Ma pc/iincaré-non se ne è mal dato per inteso. E il «Tcmps» ha oggi" una sola preoccupazione: quella che non ci sia più abbastanza tempo pur aprire ned blocco delle sinistre la breccia agognata. Il nuovo Ministero Poincaré è, in conclusione, prlncipalmento un Ministero di elezioni. E benché adottata la coalizione dei contro, bisognava mettere d'accordo con tale formula anche la politica estera, esso ha avuto cura di munirsi ci duo buoni salva-i; condotti nelle persone di Loucheur e di Enrico De Jouvencl: l'uomo degli accordi di Wiesbaden e degli Ghequers e l'uomo della Lega delle Nazioni. Gli esponenti della Ruhr rimangono. Ma quando al loro llanco vengono a schierarsi i rappresentanti delle -concezioni politiche opposto alla Ruhr, c'è forse più previsione che non riesca plausibile? In tempo di elezioni, l'abilità del candidato sta precisamente nell'induiTe gli elettori ad attribuirgli tutte le idee che essi vorrebbero che possedesse. Allorché gli eletto-ri moderati e piuttosto simpatizzanti a sinistra vedranno che a lato di Poincaré siede, sia pure relegato alla Pubblica Istruzione, Enrico De Jouvenel, crederanno che l'entrata della Germania nella Lega delle Nazioni sia cosa fatta e correranno a volare per il candidato del Governo. Allorché i propagandisti radico-socialisti additeranno loro in Poincaré l'uomo dei decreti-legge, gli stessi elettori si diranno che tre degli avversari più accaniti dei decreti in questione, Loucheur. Daniel Vincent e De Jouvenel, li hanno scoperti al momento buono, cosi poco lesivi dai liberi istituti repubblicani, da Incaricarsi di Applicarli: e correranno a votare per il candidato'del Governo. Il nuovo Gabinetto Poincaré è fatto <ìi questa conciliazione di contrari e di questa organizzazione di antinomie1, in mano ad un altro uomo la ricolta sarebbe una ragiono di debolezza. In mano sua potrebbe anche rappresentare un modo di consolidare il .proprio credito e di rinsaldare il proprio prestigio. Briand ha trovato un concorrente pericoloso. I primi Consigli dei ministri La presentarono a Slillcrand Alle 8,45 il signor Poincaré si trovava come al solito al Quai d'Onsay. A parte Maglnol che precedette 1 suoi colleghi di mi quario d'ora, tutti gli altri membri del Gabinetto giunsero alle 9,30 precise, uè troppo presto né troppo tardi. Non bisognava fai si aspettare e nemmeno aver troppa fretta. La riunione fu lunga e solo alle 11,45 Loucheur fu il primo ministro a comparire nel vestibolo per riprenderle il cappello ed il soprabito e recarsi all'Eliseo. Egli fu naturalmente risalito dal giornalisti che volevano sapere qualche cosa sulle questioni discusse nella riunione. — Noi ci siamo limitati specialmente a studiare gli affari esteri e le questioni all'ordine del giorno della Camera — ha detto Loucheur. — Potete dirci qualche cosa del vostro programma? — Io mi occupo del costo della vita... — E M nuovo ministro del Commercio si allontanò vorso Io scalone. Al Des Selves furono chieste informazioni sulle deliberazioni di stamane. Egli rispose: — Non posso darvi alcun particolare; soltanto posso dirvi una cosa: che sulla politica estara noi siamo tutti d'accòrdo. Il Gabinetto Poincaré rimane sulle sue antiche posizioni. — E anche sulla politica interna — precisò con tono energico Maglnot che lo aveva raggiunto. II signor Poincaré riuscì a sottrarsi ai giornalisti e in automooile i ministri raggiunsero rapidamente l'Eliseo. Al palazzo presidenziale le presentazioni furono brevissime, cosicché un quarto d'ora dopo mezzogiorno tutti i ministri con Poincaré in testa ridi; scendevano lo scalone d'onore. Tre ranghi di fotografi, attendevano: quelli in prima Illa si erano inginocchiati per non ostacolare i confratelli clic si trovavano dietro. — Tiro in ginocchio, tiro im piedi, tiro sdraiato!—comandò sorridendo il presidente del Consiglio che si n.l ioni ornò rapidamente senza che gli rpoìesse venire rivolta una soia domanda, Poco dopo la segreteria della Presidenza diramò una breve nota in cui era dottò: r. il Presidente della Repubblica aveva ricevuto a mezzogiorno il signor Poincaré che era venuto a presentargli i suoi collaboratori ». Ma qualche minuto dopo le agenzie trasmettevano quest'altro comunicato: « Ricevendo .stamane i membri del nuovo Gabinetto il Presidente della Repubblica, dopo aver espresso la sua soddisfazione 'il presidente del Consiglio per il felice esito della crisi, lo ha felicitato di aver raggruppato intorno a sé tanti uomini competenti e le cui qualità, la cui devozione lo a luterà lino a perseguire la realizzazione dell'opera alla qnule egli consacra tulli gli sferzi da oltre due anni. II capo dello Stato, rivolgendosi ai ministri coi quali si è felicitato, ha dato loro assicurazione che nelle cariche clic essi hanno assunto sotto la direzione illuminata del signor Poincaré essi potevano interamente contare sul suo concorso ». I ministri si sono riuniti nuovamente questa sera alle 17 al Quai d'Orsay per deliberare sulle dichiarazioni ministeriali che dovranno essere fatte lunedi alla camera. Domani alle 17 si riunirà all'Eliseo il primo Consiglio dei ministri sotto la presidenza di Millerand. 0. P s- Tumultuosa presentazione del Ministero Pasic alla Scupcina 15 voti di maggioranza Vienna, 39, notte. L'opposizione jugoslava ha cercalo di impedire violentemente il funzionamento della Scupcina e la presentazione del nuovo Gabinetto Pasic. Si cercò invano dapprima di provvedere alla verifica dei maini ali di tutti i deputati radiciani, mettendo co-i nuovamente hi minoranza il Governo. Non essendo riuscito questo colpo, quando il presidente lesse il decreto reale nominante il nuovo Governo di Pasic, il gruppo dei sessaiiiuiliie radiciani entrava nella sala, accolto da ovazioni dell'opposizione. Il presidente dovette, sospendere la sedutaRipresasi la discussiono del bilancio, si iniziò la votazione sopra l'ordine del giorno. La votazione diodo luogo a nuovi tumulti o a vie di l'atto, cosicché la seduta volino nuovamente sospesa. Quando fu i ipresa, la votazione ebbe termine con 127 voti a favore dol Governo e 112 contrari.