La Grecia, Costantino e Venizelos

La Grecia, Costantino e Venizelos La Grecia, Costantino e Venizelos Fino" a pochi anni cr sono 1 quattro quinti della razza umana evano governati in base al sistema monarchico. Oggi oKre mille milioni di anime, cioè i due terzi della popolazione del globo vivono sotto istituzioni .repubblicane. Prima della guerra, v'erano in Luropa due repubbliche, oggi ve no sono dieci. Vi son pure dieci monarchi2, ma una di esse, la monar• chia ellenica, è ora in istato di sospesa animazione. Dopo dodici anni di guerra all'estero e di rivoluzione all'interno, la Grecia ò ancora una volta lacerata da crudeli dissensi. Essa non riesce a decidersi se ne abbia oppure no abbastanza de' puoi monarchi. Dopo i disastri ne' quali essa è stata immersa dalla presente dinastia, non mi sarei atteso tanta esitazione nel rispondere alla questione, almeno per ciò che riguarda la dinastia dei Glùchsburg. La storia ellenica, negli ultimi dieci anni, è stata una lotta costante tra un monarca ostinato e privo d'immaginazione e un ministro di genio; l'uno esercitante tutti i suoi poteri regali e tutta la sua popolarità per rovinare il suo paese di adozione (non per deliberato intento bensì per ostinata e pregiudicata stupidaggine), l'al.tro mettendo a contributo tutti i suoi notevoli doni di statista per salvare la razza, di cui egli è il massimo specimen vivente, dalla catastrofe verso la quale uno sciocco monarca stava precipitandola. Il popolo è etato dilaniato tra la lealtà al trono e l'attaccamento a un grande leader nazionale. E' inconcepibile agli amici della Grecia, all'estero, come mai la nazione abbia potuto esitare nella sua scelta tra Costantino e Venizelos. • Nondimeno, nel 1921, dopo i più' grandi successi realizzati da Venizelos In favore del suo paese, l'elettorato lo ha scartato per la seconda volta con una decisiva maggioranza ed ora, per la terza volta, essa ha respinto i suoi consigli. \ La gratitudine non è supposta essere una 'delle virtù d'una democrazia, e i greci essendo più tradizionalmente democratici di qualsiasi altra razza al mondo, sono force meno riconoscenti di ogni altro popolo. A più riprese In passato essi hanno sacrificato uomini 1 quali resero loro servigi che il mondo ancor oggi legge, e continuerà a leggere a traverso i secoli a venire con ammirazione e meraviglia. Generalmente questi uomini erano gittati via sia per capriccio sia per noia in lavoro di uomini la cui Inettitudine stupisce anch'essa il mondo, Gothen fa una visiva e divertente narrazione della condotta di un equipaggio ellenico al moménto ih cui una tempesta Si abbatteva sull'Egeo. Qualcuno propone che la nave tornasse indietro e cercasse rifugio in un porto. La proposta Ili dibattuta con-una energia ed una violenza che superarono fin anco quelle della stessa tempesta. Il capitano era di parére che si continuasse la rotta e riuscì infine ad imporsi, ma non per la sua autorità o ila sua riputazione di esperto navigatore, fcehsì per la 6ua trascinante retorica. «Quando la campagna elettorale del 1021 travolse la Grecia il capitano non era là. Egli stava difendendo a Parigi gli interessi della Grecia tra gli scogli e le controcorrenti della diplomazia europea.'Cosicché la ciurma virò di bordo, mettendo la nave sulla via del ritorno, e scaraventò il carico in mare. Un rapido colpo d'occhjo sugli eventi dell'ultimo decennio in Grecia, è sufficiente a convincere un osservatore Imparziale che i greci non hanno nessun obbligo di lealtà o di affetto verso la sospèsa dinastia: Quando la guerra scoppiò in Europa i governanti la Grecia, come quelli di altre nazioni grandi e piccole, ebbero a decidere Quali fossero gli interessi del paese.^ Si trattava di una terribile responsabilità, e la decisione non era facile. Le simpatie del re .di Grecia, per molteplici ragioni personali, tutte di onorevole carattere, erano per il Kaiser. E' sempre difficile apprezzare, il grado di Influenza esercitato sui governanti o i conduttori di uomini dalle loro mogli. Non tono mai mancate controversie attorno a questo argomento: taluni hanno esagerata questa influenza, altri l'anno diminuita. In tutti i casi però è lecito presumercene soloro i quali sostengono che un reo un »uo equivalente sia interamente sotto il dominio, nei suoi pubblici atti, della propria ronsorte, commettono un errore identico è quello di coloro che sostengono non esercitare essa alcun'influenza 6ul giudizio del sovrano. La sottile e inconscia influenza di una donna è spesso più potente di quella diretta e aperta. La politica di re Costantino non era forse determinata dalla sua consorte Hohenzollern; ma sarebbe al tempo stesso folle il pretendere che il fatto di essersi, il re di Grecia, sposato con una così prossima parente del Kaiser tedesco, non dovesse esercitare effetti, anzi scrii effetti, sulla condotta degli affari nel paese, durante e dopo là guerra. Costantino non avrebbe potuto dichiararsi apertamente in favore delle Potenze Centrali, quali che fossero le sue predilezioni. Noh sarebbe riuscito a trascinare il suo popolo in quel campo. Le simpatie dì esso, per ragioni storiche, dovevano esser rivolte innanzi tutto verso l'Inghilterra, in secondo luogo verso la Francia. Indipendentemente da ciò, non v'è paese in Europa, eccettuata l'Inghilterra, cosi vulnerabile, come la Grecia, agli attacchi dal mare. Le innumerevoli isole del suo arcipelago avrebbero potuto esser tagliate dalla madre patria e la capitale si sarebbe trovata forse alla mercè di una flotta straniera. Una decisione come quella cosi fatalmente presa più tardi dallo czar Ferdi riandò di Bulgaria eia negata quindi a re Costantino. L'unico servizio che egli poteva allora rendere alla Germania era di preservare la neutralità della Grecia. Cosi facendo egli poteva creare gravi iraba rctnldrrnfrsdptp e è , l i a e i i razzi alla campagna dell'Intesa. Egli si decise ostinatamente in favore della neutralità. Se al tempo stesso si fosse deciso a che, nel caso di una sconfìtta delia Turchia, la Grecia'non avrebbe cercato di estenderò ulteriormente \c sue frontiere nò aspirato ad annettere nuovo isole egee, vi sarebbe stato molto da dire in favore della neutralità. Ma nulla poteva esser detto in favore della linea di condotta decisa dat< re. Il suo tradimento poso la Bulgaria in grado di occupare, sul suolo cljenico, posizioni quasi inespugnabili e in tal rnodo di respingere l'assalto degli alleati imponendo loro gravi perdite. Venizelos salvò il oaeso dalle conseguenze di questo tradimontoj II risultato del tradimento, se Venizelos non fosse intervenuto al momento opportuno con tanta audacia, gli antivenizelisti di Grecia possono congetturarlo studiando la sorte dolla Bulgaria, La popolazione della Macedonia è cosi mista, che una attribuzione di essa alla Serbia o alla Bulgaria o alla Grecia non costituirebbe un oltraggio ai principi! etnici. La follia di Costantino, avrebbe potuto quindi privare la Grecia, al termine della guerra, di tutto ciò che essa conquistò in Macedonia, quale frutto delle sue vittorie nella guerra balcanica. Venizelos intervenne e, con uno dei più drammatici atti della guerra, salvò la Grecia dalle conseguenze dell'errore commesso dal 6uo sovrano. Cosicché, quando la grande vittoria fu realizzata, la Grecia si trovò, non ostante il suo re, in posizione di chiedere ai vincitori, un favorevole trattamento alle sue domande. Essa lo ottenne, soltanto grazie alla saggezza.e alla chiaroveggenza di Venizelos. Non è ancor giunto il momento di narrare l'intera storia dell'azione greca nella regione sud orientale dell'Asia minore. Basta, per ora, ricordare.Jl fatto che durante l'esilio di Costantino, sotto il governo di Venizelos, quel territorio fu mantenuto senza traccia di difficoltà dall'esercito ellenico, contro tutti gli attacchi di Mustafà Kemol. I greci riportavano vittorie, senza soffrire una sola sconfitta, e Venizelos era persuaso che nessuno sforzo da parte di Itero al, avrebbe potuto sloggiare le forze elleniche. Le relazioni eccellenti che prevalevano allora sotto il regime venizelista, tr^ la Grecia e le sue grandi Alleate, rendeva, possibile il finanziamento e l'equipaggiamento dell'esercito greco. L'eminente statista greco- aveva conquistato la fiducia non solo dei ministri delle altre nazioni, ma anche quella del capi militari. Egli li tenne sempre scrupolosamente informati circa i mezzi di cui disponeva: le truppe che egli poteva porre in campo e ciò che esse erano in grado di fare. Posso ricordare come a un fatidico convegno a Lymne Venizelos si dimostrasse ansioso di attenuare la pressione turca sulla fronte ellenica in Asia minore, sferrando un attacco contro l'esercito kemalista, e avanzando verso gli Stretti. Il signor Millerand, allora Primo ministro ed io, allora pure Prim^ministro, decidemmo di sottoporre la questione all'esame del Maresciallo Foch e del generale Sir Henry Wilson. ^Millerand ed io, eravamo ansiosi che i piani di Venizelos fossero esaminati dal punto di vista militare, e allo scopo di permettere che tale esame si svolgesse lungi da qualsiasi ingerenza borghese partimmo assieme per Chanterbury e visitammo la magnifica cattedrale, sotto la guida del suo Diacono. Lasciammo Venizelos solo a spiegare i suoi progetti agli eminenti generali! Essi li sottoposero a una approfondita disamina e giunsero alla conclusione che erano saggi e ne sanzionarono la esecuzione.. L'attacco si risolse in un completo successo: i kemalisti in rotta, furono respinti sulle montagne dopo aver perduta una importantissima linea ferroviaria. Se i Greci si fossero tenuti uniti attorno al leader nazionale, inviata loro provvidenzialmente per questa emergenza, i disastri del 1922 non si sarebbero mai prodotti. Ma, fedeli alle loro antiche tradizioni, essi 10 gittarono a mare, Costantino fece ritorno, e seguirono fenomeni di confusione e di insensatezza, la cui conclusione fu di assoggettare le disgraziate popolazioni greche dell'Asia minore agli incendi, gli oltraggi e gli assassinii. Le rovine annerite che fronteggiano le azzurre acque dell'Egeo continueranno a narrare gli eventi per molti anni. Il re ostinato, era ancora una volta esiliato da una nazione infuriata. Ma questa volta il male da lui compiuto era irreparabile. Le colonie elleniche dell'Asia minore erano state letteralmente annientate col fuoco e colla spada. La Tracia orientale era perduta. Venizelos riuscì a salvare il rimanente. Ma le grandi speranzo edificate dalla Grecia sulla vittoria sono state rase al suolo. Ciò nondlmeno i contadini del Peloponneso rimali gono ancora fedeli alla memoria di questo tragico re, e soltanto per questa ragione 11 regime repubblicano è ancora sospeso alla bilancia. Per la terza volta Venizelos è allontanato dalla Grecia, da una continuazione di perversità, di gelosia e di ingratitudine, I greci sono divisi in un numero di tumultuanti fazioni, eccitate da accanite animosità. Quanto mortali siano i loro odii, può giudicarsi dalla esecuzione di Gunaris e dei suoi colleghi. Bicordo la visita che fece qui in Inghilterra subito dopò il ritorno ad Atene di re Costantino nel 1921, Gunnris, il principale consigliere del sovrano. Egli venne qui per una conferenza coi turchi. Egli era un bell'uomo di aspetto raffinato, intellettualo o molto attraente. Non dava per nulla quella impressione di energia e di potenza che si sn/igioiiava da Veni¬ utrvusgrptldlevqsb| zelos; era però un uomo abile. A Londn era sorridente o bonario. Un anno dop lo incontrai a Cannes, col suo ministr degli Esteri, Baltisari. Gunaris era u uomo cambiato. L'ombra della imminente tragedia rannuvolava il suo volto. Appariva depresso, preoccupalo e stanco. Aveva l'aspetto di un 7)erseguitato. Sembrava un uomo che prevedesse un disastro, senza scorgere il mezzo di sfuggir dai suoi artigli. L'Intelligente viso di Baltisari appariva pure oppresso dall'ansia e dall'apprensione. Entro quell'arno giunse la catastrofe. Gunaris e Baltisari furono fucilati; l'uno a fianco dell'altro, come traditori. Gunaris era stato trasportato dal letto ove giaceva infermo, sul luogo della esecuzione, messo contro un muro e crivellato di proiettili. La Grecia non ò un paese igienico in questi giorni per i politici sconfitti. Molto saggiamente Venizelos abbandona le turbolenti sponde elleniche, al momento, in cui gli è ritirato l'appoggio popolare ed_' ottende sotto clima più sicuro l'inevitabile' reazione in suo favore. Ciò Nondimeno, X finche qui egli sfuggì per poco all'assassinio che avversari greci infuriati avevano tentato di compiere in una stazione ferroviaria di Parigi. A quest'ora la Grecia è praticamente una repubblica. Temo che ciò non costituirà, il termine dei suoi turbamenti. Ma i greci sono ifn popolo lavoratore intelligente e coraggioso, e se avessero soltanto il dono della fedeltà a un grande leader, sarebbero un grande popolo. Le democrazie stabilito possono concedersi il lusso di querelarsi coi loro migliori leaders. La Grecia ha la sua strada da fare nel mondo e non è in posizione di respingere la fortuna, LLOYD GEORGE. (Copyright della n United Press Association oi America» in tutti i Paesi, ad eccezione dell'Inghilterra: riproduzione totale o parziale assolutamente vietata). Questo arti-enlo è sla.to scritto prima clic l'Assemblea nazionale ellenica proclamasse 1« decadenza della monarchia. Noni pertanto il quadro storico, quale lo vede, l'illustre scrittore, è completo e di piena attualità.

Persone citate: Greci, Henry Wilson, Hohenzollern, Kaiser, Mustafà, Venizelos Fino