Il nuovo Ministero Poincaré

Il nuovo Ministero Poincaré Il nuovo Ministero Poincaré Irritazione contro gli interventi di Millerand nella crisi Come e perchè fu sacrificato il Ministro Maunoury (Servizio speciale della STAMPA) i a e ¬ Parigi, 28, notte. Il nuovo Gabinetto Poincaré ò costituito. I portafogli secondo l'elenco comunicato ul.'i. stampa risultano così distribuiti: Presidenza del Consiglio ed Affari Esteri: Poincaré. Giustizia, Lcfcbre Du Prey; | Finanze, ^Francois Marsal, Interni, bes Selves. Guerra e Pensioni, Maginot. Marina, Vokanowsky. Commercio, Poste e Telegrafi, T.oucheur. Lavori Pubblici, Le Trocquer. Pubblica Istruzione, De Jouvenel. Agricoltura, Capus, Lavoro ed Igiene, Daniele Vincent. Colonie, Giovanni Fabry. _Regioni liberate,- Louis Marin. La crisi è così durata 60 ore. La cronaca di questa seconda giornata non risulta tuttavia meno densa e movimentata della prima. Essa ci ha sottoposto, come attendevamo, ad una vera' graguola di liste ipotetiche e problematiche combinazioni, ma'sin dalle prime ore del mattino era permesso di fare assegnamento sui primi dati di fatto confermanti le nostre previsioni di ieri e di ieri l'altro: la permanenza nel nuovo Ministero dei ministri della Ruhr, Maginot e Le Trocquer. La sollevazione delle sinistre Come vi segnalai dal primo istante,s| il perno delle trattative ' in corso era costituito dalla assegnazione del portafoglio degli Interni. Poincaré dovette cedere e sacrificare Maunoury. Millerand e la formidabile coalizione di interessi che gli preme silenziosamente da tergo hanno imposto il rinvio del ministro caro alle sinistre ed inviso alla maggioranza. Il rinnovamento quasi totale del Gabinetto non fu deciso se non per-, rendere un poco meno evidente l'immolazione dell'uomo che aveva giurato di esonerare i prefetti da ogni incombenza destinata a tramutarli in agenti elettorali del blocco nazionale. Poincaré avrebbe preferito un rimpasto parziale, ma come in tale caso liberarsi di un ministro che solo pochi giorni fa raccolse alla Camera lina delle più belle maggioranze toccate da molto tempo ad un membro del Gabinetto dimissionario, senza provocare una vera e propria insurrezione in massa dello sinistro ? Senonchè l'insurrezione è scoppiata ugualmente. I comunicati dell'Eliseo, le intenzioni attribuite a Millerand, soprattutto per la sensazione diffusa della parte quasi preponderante presa dal capo dello Stato nella manipolazione del nuovo Ministero, hanno gettato radicali e socialisti ,le minoranze della Camera e l'intera sinistra, in una esasperazione che Poincaré non riesce a placare, nemmeno a prezzo di sforzi inauditi di plastica ingegnosità. L'Oeuvre proclama: « Millerand è intervenuto nella politica del racse al di sopra della quale la Unzione costituzionale lo colloca. Egli si è gettato nella battaglia, non "si 6 contentato di esporre quello che il' paese esigeva, ma, per sovramercato, quello che farebbe nell'eventualità che Poincaré non dovesse riuscire a comporre un Ministero. E' una vera sfida che il Presidente della repubblica lancia al paese repubblicano. Una sola còsa meraviglierebbo ancora :'sarebbe che dei ministri osassero dirsi repubblicani quando accettarono la responsabilità di coprire le manifestazioni po litidhe di questo Mussolini da caffè concerto ». Il Quotidicn è ancor più violento: « Il signor ntlllerand, si permette di determinare quello che deve essere la politica della nazione, tanto all'interno quanto all'estero, e di affermare la sua decisione di non chiamare al potere che degli uomini pronti a praticare là politica da lui scelta. Questo 6 molto più che non una minaccia e già una violazione sfrontata della costituzione. Il Presidente della repubblica noh ha diritto di avere una politica personale e non ha neppure il diritto quando un Ministero è rovesciato di consultare le sue preferenze per de signare il futuro presidente del Consiglio Egli è costretto di prenderlo dalla maggio ranza che si è manifestata e di prenderlo cosi come questa maggioranza nuova lo vuole. La protesa di fissare dapprima lo grandi linee da seguirsi Indi di chiamare gli uomini elio acconsentiranno a .seguirle non ò niente di meno che un attentato contro il regimo repubblicano. Ciò si fa in Italia, ciò si fa in Spagna. In Francia no. Contiamo che la democrazia conservi abbastanza fOTza per mettere fine a questi tentativi di dittatura ». "Il fascismo ci circonda e ci preme,, I capi della sinistra parlamentare, chiamati alla riscossa dall'organo di Hcnnessy, rispondono all'appello unendosi in una protesta rovente. Painlevé afferma: « So le dichiarazioni attribuite a Millerand sono esatte, esse sono in contraddizione assoluta colle dottrine' repubblicano quali lo hanno interpretate tutto lo grandi repubbliche e secondo le quali, soltanto il Parlamento ha il mandino di approvare e disapprovare la politica del governo, in quanto al paese, è inammissibile che non lo si lasci esprimere Uberamente la sua opinione e che una pressione venga esercitata su di lui. E' su questi risultati che esso dove giudicare la politica seguita senza che una intollerabile costrizione tenti di falsare il verdetto popolare a profitto di una politica le cui formule nazionalistiche inquietano l'Europa ». Herriot rievoca le ombre ili Gambetta e Mac Mahon. L'on. Boncouii con maggior . o . a e a i ri e,s| a ee e o inn o o ti uan o i e o se ia e te o ia na eel oa e aà mil e o o eo nrlo, a a 6 a edi pee o o lo o o li n il iò mo za aasna nd slo lito re e, rina su la le poule e or senso realistico, ma non minore violenza, osserva: « Ciò <he sorprende è la sorpresa dei repubblicani, lo non tralasciai di ripeterlo e l'ho detto anche dall'alto della tribuna, al momento della discussione dei deoret i-legge: il fascismo ci circonda e ci preme. Il capitalismo subisce l'attrazione di Mussolini come il comunismo "quella di Mosca. Ciò può ostacolare coloro che hanno paura dei colpi, i repubblicani tremebondi, i governameniali per delìnizione che vorrebbero amare la Repubblica senza combattere il Governo. Ma è cosi ed è questo ohe -bisogna portare dinanzi al Corpo elettorale». ' Mettendo da parte la costituzione e i principi e guardando al sodo, il Petit Soir concludeva questa sera, quando l'annuncio della soluzione non era ancora dato senza parafrasi e reticenze: « Il Presidente della Repubblica fa pressioni su Poincaré per deciderlo a formare un' Gabinetto di destra. Intorno al portafoglio di Maunoury si sta combattendo una battaglia accanita. Il blocco nazionale ha giurato la perdita di quell'onestissimo uomo che ha il coraggio di prendere sul serio !|t difesa delle istituzioni repubblicane. Si crede ancora in certi circoli che il Ministero dell'interno, con i suoi prefetti, possa decidere delle sorti delle elezioni, ma si commette un grave errore. Noi non siamo più all'epoca in cui le candidature ufficiali impressionavano il Còrpo elettorale. L'on. Millerand ha finito per imporre la sua volontà a Poincaré. Potrebbe anzi darsi dhe cedendo alle inghmzioo-i dell'Eliseo il nuovo Governo tentasse dl'-'i!in,viar,e le elezioni ». * Notiamo che questo ritorno di 'Millerand all'idea del prolungamento della legislatura è difatti una delle tante vpci che si facevano circolare stamane senza che sia possibile finora di vagliarne il grado di' attendibilità. Ma passiamo oltre ed entriamo nella carreggiata maestra della crisi. Des Selves Posto, per cosi dire, fra l'incudine e il martello, fra la necessità di sbarcare Maunoury e quella di non pigliare di petto he la sinistra nè il Senato, Poincaré aveva pensato ieri di affidare il portafoglio degli interni al senatore Des Selves, presidente della commissione degli affari esteri del Lussemburgo e, fino ad un certo punto, uomo nuovo, quindi atto a non scontentare troppo le destro. Il Des Selves ha riflettuto l'intera giornata di ieri, procurandosi per conto suo diversi colloquii con amici politici, ma questa mattina le' 9,45 si recava al Quai d'Orsay a declinare l'incarico. La notizia del rifiuto venne comunicata .1 Millerand da Maginot a mezzogiorno. Si ha ragione-di supporre che il Presidente della Repubblica non ne fosse troppo malcontento. 11 passato politico del senatore Des Selves, so non è molto cospicuo, ha in compenso il torto di culminare in un Ministero degli Esteri tenuto sotto la presidenza del consiglio di Caillaux. E questo precedente non è certo agli occhi del blocco nazionale la migliore raccomandazione. Ma, sul tardi, il Des Selves si ravvide e venne a portare a Poincaré la propria accettazione. Non sappiamo quanto questa scelta soddisfi alla condizione principale posta dal Millerand e dalle destre, a quella cioè che il Ministero degli Interni venisse affidato, in vista delle elezioni, ad una mano energica e docile ad un tempo. Ma Poincaré non è un uomo che passi facilmente il Rubicone e Des Selves è stato prescelto. Tra i visitatori succedutisi oggi nel Gabinetto del Presidente del Consiglio figurarono dopo Maginot e Des Selves il senatore Francois Marsal, grande amico di Millerand che avrebbe accettato il portafoglio delle Finanze e poi I.oucheur ed il Bokanowsky, che pure avrebbero accettato di entrare nel Minisiero, rispettivamente con il portafoglio del Commercio e della Marina. L'invito a Loucheur, che sarebbe stato in predicato piuttosto per un Ministero Barthou, se non addirittura per un Ministero Loucheur, pone sempre meglio in luce gli sforzi fatti da Poincaré per equilibrare il nuovo Gabinetto, introducendovi uomini di tutti i gruppi importanti del Parlamento, anziché conferirvi quel colore di destra desiderato da Mll* lerand. * La soppressione di un Ministero A dare retta a quest'ultimo il Ministero si sarebbe dovuto fare di pochi uomini, accentrato e forte unificando in un solo organismo le amministrazioni della guerra, della marina e delle colonie ed in un altro quelle del commercio e dell'agricol tura. Molti sottosegretariati di Stato dovevano essere soppressi. Il Ministero delle regioni liberate doveva essere abbinato in un altro. Insomma da H i ministeri sarebbero stati ridotti a 9, ma la prospettiva di questa contrazione e si può dire di spasimo ha diffuso, di leggeri, si intende, negli ambienti burocratici un allarme non lontano dal panico. Adducendo a pretesto la necessità dell'organizzazione delle am ministrazioni non pochi organi della stessa maggioranza repubblicana fecsro difatti immediatamente sentire i loro moniti severi. Comunque la riduzione dei portafogli avrebbe reso più difficile n Poincaré il compito di accontentare tufi coloro che gli premo tenersi buoni per dare al ministèro la solidità necessaria. tcrplRsntzlPsmprMn Ma probabilmente in omaggio sopratutto a tale condizione, l'idea dei tagli draconiani è stata abbandonata ed il ministero venne ridotto di uno soltanto e cioè portato a 13. Alle ore 11 Poincaré riprese le udienze, senza essersi recato all'Eliseo. Ricevette ancora una volta Francois Mar-: sai e Loucheur, che furono seguiti dal senatore Enrico De Jouvenel, il rappresentane della Francia nella Lega delie Nazioni, a cui venne offerto il dicastoro della P. I. che venne accettato. Alle 15,10 il Presidente del Consigio Lasciò i Quai d'Orsay per recarsi dal presidente della Camera. La visita all'on. Peret è stata interpretala come un segno che la crisi si sarebbe protratta ancora per tutto domani Ma i fatti hanno smentito questa previsione. Lo scopo del colloquio sarebbe stato quello di accordarsi sulla possibilità di fa re sedere la Camera nel pomeriggio di domenica, 30 corr. in modo da arrivare in tempo a farle votare come vi dissi ieri, i dodicesimi provvisori. Poco dopo la fine del colloquio di Poincaré, la Camera ha tenuto una brevissima seduta. L'on. Danae, presidènte della Commissione finanziaria, si alzò infatti per proporre che in considerazione della probabilità che il gabinetto fosse formato per domani sera la prossima seduta venisse tenuta domenica alle 15. Dopo breve discussione con 380 voti contro 175 venne deciso il rinvio a lunedi alle 15. Questa decisione di rinviare la seduta a lunedi prova come alla Camera fosse" generale,la persuasione che la crisi si fosso prolungata, ma quello che no determinò il brusco scioglimento fu accettazione del portafoglio degli interni da parte di Dos Selves. Non è certamente questo luomo che Millerand ed il blocco nazionale avrebbero voluto. Ma il suo passato radicale non toglie che il suo presente sia più moderato di quello di Maunourjfce lasci la speranza alla destra di trovare in piazza Beauvau un'atmosfera più propizia ai suoi calcoli ed ni suoi interessi elettorali. Non è ancora possibile dire se il Ministero così costituito meriti o no gli elogi che alcuno oggi credeva di potergli già fare. Tuttavia U considerazione che per il moinonto si impone è che, nel complesso, nella costituzione del suo Ministero. Poincaré è riuscito abbastanza bene a tenere i piedi in due staffe ed evitare le eccessive concessioni sia a destra che a sinistra. L'incidente, è esaurito. Speriamo cl-e si passi un'ora senza altri indugi alle faccende serie. Il primo consiglio di gabinetto si terrà al ministero degli esteri domenica alle oro 9,30. I ministri si recheranno quindi all'Eliseo dove avrà luogo la presentazione di uso. I decreti di nomina dei nuovi ministri saranno pubblicati domenica nel domale Ufficiale ed il nuovo ministero si presenterà lunedi allo due Camere. _ 0. P.

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