Il secondo concerto orchestrale al Regio

Il secondo concerto orchestrale al Regio Il secondo concerto orchestrale al Regio Ernest Bloch ha perfettamenteraggiaala sua aspirazione. «Non mi propongo — sono sue parole — di tentare in ricostituzione della musica degli ebrei, e fondare l'opera mia su melodie più o meno autentiche. Io non sono un archeologo. Credo che la cosa più importante sia di scrivere musica buona e sincera, la mia musica». E, infatti, la sua «Rapsodia ebraica», che s'intitola a Salomone, non fa curioso d'ascoltatore dell'autenticità folkloristica dei motivi onde essa è intessuta, o. almeno rinvia ad un secondo momento tate curioso accertamento; essa conquista subitamente cdn la pienezza d'una lirica intensa e commossa, inoltre, è bene ìtfr cordare queste altre parole dell'artista: «E' l'anima ebraica che m'interessa, la complessa, ardente, agitata anima ch'io sento vibrare attraverso la Bibbia: la freschezza e la ingenuità del Patriarchi, la violenza che si esprime dai libri del Profeti, il selvasjgjo amore per la giustizia, la disperazione del predicatore di Gerusalemme, il dolore e l'immensità del libro di Giobbe, la sensualità del Cantico dei Cantici. E' ciò ch'io cerco di sentire in me e di tradurre nella mia musica ». Ed ecco che questa composizione non ha Intellettualismi, ma è profondamente drammatica. Mai essa abbandona, o induce l'ascoltatore ad abbandonare, il campo della pura emozione lirico e della vita sentimentale, imiai spinge a fantasticare intorno a concetti religiosi, sociali o etnici che sarebbero turbativi del godimento estetico, mal costringe ad immaginare visualisticamente scene, persone e contingenze, ed a formulare un arbitrario schema programmatico. Qui una critica alla Taine avrebbe agio di esercitarsi con ricchezza di elementi e con vaghezza di letteratura; rievocando le avventure del popolo ebraico, dai fasti alle tristezze e persino al movimento sionista, storia ed arte concorrerebbero ad une brillante interpretazione ambientale del Bloch e del suo «ciclo ebraico ». Ma ciò non è necessario ; sarebbe pericoloso. Senza suggestioni estranee e senza simpatie specifiche, anzi fuori di esse, la Rapsodia del Bloch è compiila in se. La sua lirica consistenza non ha bisogno di sostegni conce»tuali. Lo spirito drammatico la fa viva e commovente. Suo sentimento fondamentale è l'elegiaco, non chiuso e monotono ma aperto e vario, che muta per numerosi atteggiamenti. Nella discontinuiià rapsodica si alternano espressioni dil serena quiete, di ardente aspirazione, di fiduciosa preghiera, di ebbrezza voluttuosa; pessimismo ed ottimismo ; si riflettano visioni grandiose o circoscritte contemplazioni ; ora freme la tragedia ora spunta il motivo ironico; ma, al fondo, è l'elegiaca sentimentaiità. stato d'animo immanente; essa, che ha pervaso tutta la matenia poetica, e costantemente guidala l'intuizione dell'artista, conduco questa, infine, dopo fervida e tumultuosa immaginazione, ad urna pura ascesi spirituale, priva di ogni uman'a passione, ad una immateriale sonorità. Strauss è l'artista di cui il ricordo sorge, talvolta, udendo la musicale rapsodia del Biodi; non solo per la forma ipoematica orchestrale e per la disciplina delle sue parti, ma anche per certe reminiscenze stilistiche; ci si sovviene, in un punto, della voluttuosità che fu propria di Salomè, in un altro, del querulo pettegolare degli ebrei ancora in « Salomè », di qualche unissono melodico italianeggiante caro allo Strauss, di qualche peculiare maniera strumentale di lui. Ragionando poi attorno a •tali spontanei ricordi, si nota ohe essi non hanno grande importanza nella valutazione critica dell'opera. Debussy e Strauss, i due maggiori artisti dolla nostra età, hanno largamente arricchito il vocabolario musicale e, quel che più conta, donato una nuova sensibilità musicale, ormai divenuta universale. Importa accertare se un artista, parlando l'ormai comune linguaggio, abbia lo stile suo, cioè rinnovi costantemente e ritempri nella propria arte e nella propria emozione il comune linguaggio. Questo è stato compiuto dal Bloch in < Salomon ». Il suo stato d'animo elegiaco ha trovato lo stile adeguato, è divenuto precisa forma d'arte, personale espressione. E le poche reinlniscenze'alle quali abbiamo •accennato, anzi che fornire un capo d'accusa contro la personalità della sua opera, provano, con la loro esiguità, clie esse sono le sole scorie in un lavoro coerentemente fuso da uno spirito solo, potentemente drammatico. La composizione ebbe in Onorina Semino un'interprete solista di grande valore; tutti gli atteggiamenti lirici del rapsodo furono individuati e rappresentati con bella intensità di commozione ; poche volte, nella letteratura musicale, un violoncello solista fu più sapientemente collocato fra i gruppi strumentali; e la Semino seppe trarre dalla distinzione naturale della sua parte ottima occasione per emergere, accentare, fraseggiare e cantare nobilmente, in una tecnica che ha ormai brillantemente superato le difficoltà. Ma non emerse più dì quanto era necessario; l'orchestra accuratamente preparata dal maestro Baroni, fu efficacissima nell'integrare l'organicità e la pienezza dell'opera. Sarà dato di riascoltare • Salomon »? E' sperabile. La Semino ebbe una lunga e vibrante ovazione, e fu ancora chiamata sul palco e festeggiata insieme col direttore dell'orchestra. Il programma comprendevo? inoltre due (empi di una Suite « Un giorno di festa » del Ravasenda, il quale, presente in teatro, fu saltato da applausi ; il prologo dell'» Ercjje Leandro» di MancineUi, in cui emerseA cantante Anna Gramegna; il • Notturno || di Martucci. delicatamente eseguito, che f a bissato ; lo Scherzo del « Sogno di una notte di estate » di Mendelssohn (in cui fu apprezzato il flautista Virgilio) pure bissato ; e infine il « Don Giovanni • di Strauss. a. d. e La Direzione della Società" di concerti comunica : « Il terzo concerto orchestrale, fissato per lunedi 31, sarà diretto dal maestro Sergio Failoni. Del programma fanno parte insieme con altri pezzi tre interessanti novità per .il nostro pubblico e cioè le Danze ed il finale della Leggenda di Sakuntala dell'illustre direttore del nostro Liceo musicale. Franco Alfano, la Leggenda del vecchio marinaio del Lualdl e le Danze del Principe Igor del Borodine. La vendita del posti e del palchi incomincia da stamane, alle 10, alla segreteria dol Regio. Per norma del pubblico si avverte che, salvo casi imprevisti, sono stabiliti per venerdì, 4 aprile, il quarto concerto orchestrale sotlo la direzione del maestro Vincenzo Bellezza, e per mercoledì. 9 aprile, l'esecuzione dell'Oratorio Il Natali del Redentore del Perosi.

Luoghi citati: Gerusalemme